˚ʚ twelve of three ɞ˚

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Il suono di una campana, mi fece capire fosse mattino

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Il suono di una campana, mi fece capire fosse mattino. O almeno, lo speravo, perché chiunque suonasse una campana di notte sarebbe stato da giustiziare in pubblica piazza.

Mi mossi nel letto, cercando di riprendere sonno e forse ancora impaurita dallo svegliarmi.

Di nuovo quel suono. Non c'era opportunità per la me del presente, di potermi addormentare di nuovo.

Aprii gli occhi di scatto, la luce mi accecò subito, facendomi imprecare mentalmente. Mi portai le mani sul viso, cercando di farmi sprofondare di nuovo nel buio e sospirai «Fa che sia casa di John B» sussurrai, sentendo un nodo in gola «Fa che sia lo Chateau.»

Presi un bel respiro e mi scoprii il viso a fatica. I miei occhi presero a guardarsi intorno, il mio corpo si rilassò nel vedere la camera disordinata del mio migliore amico. Ero salva, sana forse un po' meno. Ma non era quello che mi interessava al momento, mi bastava solamente essere fuggita da quell'inferno.

Girai il viso, sentendo un respiro che conoscevo fin troppo bene sul mio collo, che quasi mi stupii nel trovarlo confortante. Accennai un sorriso alla vista di JJ, che dormiva con le labbra schiuse e i capelli scompigliati a coprirgli gli occhi. Il suo braccio mi teneva stretta a lui, rendendomi incapace di muovermi e lo trovai fin troppo carino come gesto.

Non ero una di quelle persone religiose, lo sapevano tutti, persino i muri, perciò non credevo a entità superiori in grado di proteggerci. Ma ogni volta che guardavo JJ, qualcosa mi diceva che gli angeli custodi fossero reali e che lui fosse il mio.

Non poteva essere nessun'altro, d'altronde.

All'ennesimo suono della campana, lo sentii mugugnare infastidito, il viso rilassato contorto da una smorfia. Accennò uno sbadiglio, la sua presa attorno a me si fece più forte, con l'intenzione di avvicinarmi sempre più a lui «Buongiorno.» mi salutò, con la voce roca e profonda, che mi faceva impazzire ogni volta.

«Buongiorno.» ricambiai, girandomi di lato con il corpo e permettendomi di osservarlo per bene. I miei occhi trovarono immediatamente le sue iridi color mare e mi rilassai come se fosse l'unica cura.
Sul suo viso spuntò un sorriso, le fossette mi fecero sciogliere in men che non si dica «Come stai?» mi chiese, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Avevo sempre pensato di odiare le attenzioni, ed in generale era così, ma le sue... Dio avrei voluto essere al centro del suo mondo ogni secondo della sua vita.

Mi morsi la guancia, pensando effettivamente a come stessi, cosa che di solito non facevo mai. Presi un bel respiro e mi fidai del suo sguardo «Potrei stare meglio» ammisi, forse più a me stessa «Ma va bene così.»

La sua mano si spostò sulla mia guancia, iniziò poi ad accarezzarmi con una delicatezza, che mi fece dubitare di essere veramente sveglia e pronta ad alzarmi «Ci vuole tempo, no?»
Annuii, riservandogli un sorriso, perché non riuscivo ad essere giù con lui nelle vicinanze «Mi dai un bacio?» gli domandai, forse ancora intimorita di non piacergli più.

Non Con Te || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora