-"Non con te, Aryan."
"No, non con te, Jay."-
Aryan Chase, pogue dalla nascita, una ragazza forte ma ferita, che ha sempre cercato di affrontare i suoi demoni a testa alta, senza permettersi mai di crollare.
JJ Maybank, suo grande amico dalla terza...
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Eravamo su una fantastica nave che portava dritta a Wilmington e nemmeno io sapevo come ci eravamo finiti, a dir la verità. Sapevo solo che avere delle Kooks nel gruppo, quindi anche Kiara, non si stava rivelando poi così malvagio. Avrei lavorato all'infinito per potermi permettere viaggi del genere sempre.
«La parte più difficile sarà eludere la sicurezza, chiaro?» fece JJ, dimostrandosi esperto. Scossi la testa «Le guardie saranno quasi tutte al deposito.» «Giusto, quindi dobbiamo trovare un posto per tenerli d'occhio da lontano» propose Pope, pensandoci qualche secondo «Come una stazione ferroviaria, ad esempio.» «Si.» concordò Sarah.
«Come al solito state facendo il passo più lungo della gamba!» ci fermò Cleo, guardandoci con disappunto «Non abbiamo un mezzo per trasportare la croce. Come facciamo? Usiamo la moto di JJ?!» «Non lo so» disse JJ, alzandosi di scatto e togliendosi il cappello «Non so come faremo ragazzi!» «Ci servono altre idee...» sospirò Pope.
Con la coda dell'occhio vidi JJ iniziare a fare avanti e indietro, talmente nervoso da essere sul punto di esplodere. La tregua con Kie non era stata una buona idea a quanto sembrava, i sensi di colpa lo mangiavano ancora ed era doloroso vederlo in quello stato. Insomma, anche la mia testa aveva smesso di farsi problemi su quella questione e stava solo meditando di vendicarsi.
Mi alzai in piedi, agguantai il suo polso e lo tirai giù sulla mia sedia «Amore?» fece lui, guardandomi confuso, mentre i miei occhi cercavano un'altra sedia «Che fai?» «Stai facendo avanti e indietro» risposi preoccupata, scompigliandogli i capelli «Siediti e rilassati, dai.» Annuì, con l'intenzione di non farsi vedere.
Accennai un sorriso e gli diedi un bacio sulla guancia. Appena feci un passo per andare a prendere un'altra sedia per me, la sua mano mi bloccò il polso e mi tirò, facendomi cadere su di lui «Posso farti da sedia benissimo, lo sai?» chiese retorico e divertito. Lo guardai. Mi mandava in corto ogni volta e io non riuscivo a capacitarmene.
"Vorrei farti lo stesso effetto che tu fai a me..." pensai.
«Ma ti peso.» dissi senza rendermene conto, le parole erano uscite dalla mia bocca, senza nemmeno darmi il tempo di stare zitta. Anche se era ciò che pensavo. «Non dire più una cazzata del genere.» sibilò serio, offendendosi come se l'avessi detto di lui. Lo guardai confusa «Ma-»
Interruppe qualsiasi cosa avessi intenzione di dire fiondandosi sulle labbra. Un bacio che mi mandò completamente in tilt e che mi fece desiderare di parlare molto più a sproposito se quello era il modo per fermarmi «Non dirlo mai più.»
"Ma io non ho il fisico di Sarah e Kiara." avrei voluto dirgli.
Per colpa di tutto quel tempo sull'isola, dove non avevo più motivo di preoccuparmi della mia ansia e della mia famiglia, le paranoie sul mio aspetto erano aumentate. A dismisura, aggiungerei. Letteralmente, la testa mi scoppiava appena stavo in silenzio, appena le davo modo di parlare. Ogni giorno affilava nuove armi per potermi distruggere.