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"A volte il cuore te lo spezzi in senso buono, se capisci che intendo."

-Gregory David Roberts


"Breathing gets harder when you're stuck all by yourself

And your heart it beat frantically for someone else

And it's hard to resist I know it's wrong but it's not fair

I'm burning all the ancient books oh

I'm coming up for air."

-Adelaide Grace, 'Coming Up For Air'

-Luke

Non appena l'aereo toccò il suolo dell'aeroporto di Sydney, Luke scattò immediatamente in piedi, prese lo zaino dallo scompartimento sopra al sedile e cercò i documenti doganali e il passaporto. Ruppe qualsiasi tipo di etichetta gli fosse mai stata insegnata su come scendere da un aeroplano pieno di gente, e fece lo slalom per riuscire ad essere il primo ad uscire. L'assistente di volo gli rivolse uno sguardo assassino, e avrebbe voluto dirle il perché di tanta fretta, ma non lo fece, e si scusò sottovoce.

Le porte si aprirono, e Luke sfruttò la lunghezza delle sue gambe a suo vantaggio, raggiungendo subito la dogana, dove riuscì a passare piuttosto in fretta, dato che aveva la doppia cittadinanza. E poi raggiunse gli arrivi, e tutti quanti si abbracciavano e piangevano ma non Luke--no. Lui continuava a muoversi, verso l'uscita, verso la stazione dei trasporti, verso la fila di taxi parcheggiati in attesa di un passeggero. Luke salì sul più vicino.

"Questo indirizzo, per piacere." disse Luke, mostrando al tassista il pezzo di carta che aveva tenuto stretto in mano da quando la madre di Michael glielo aveva dato il giorno prima. Era la casa di Ashton—o almeno, l'indirizzo al quale l'Università di Londra spediva le bollette. In altre parole, l'unica speranza di Luke.

Il tassista annuì e si mise in marcia. Luke era tentato dal chiedergli di accelerare, ma stavano già andando piuttosto velocemente, quindi decise di rimanere in silenzio. 

La corsa fu più lenta e più veloce di quanto Luke avesse immaginato, e quando accostarono davanti alla casa di periferia più ordinaria del mondo, l'anti-climax della situazione lo colpì come uno tsunami. Aveva immaginato Ashton sul porticato, che aspettava soltanto che Luke lo prendesse tra le braccia mentre due bambini giocavano nel giardino ed una nonna anziana e gentile osservava sullo sfondo. 

Questa casa non aveva un porticato, e l'unica cosa che c'era in quel giardino era una vecchia bici rosa con delle nappe legate al manubrio. Luke deglutì la sua indignazione verso l'universo per non aver assecondato i suoi piani.

"Potrebbe, uhm...aspettare qui? Solo per un secondo? Lasci scorrere il tassametro se vuole. Devo solo..." Luke si interruppe mentre apriva lo sportello. "Torno subito."

"Sarà meglio." disse il tassista.

Luke salì i due gradini che conducevano alla porta e suonò il campanello e si sentì in fiamme.

Aspettò per sette secondi prima che la porta si aprisse per rivelare quella che Luke capì essere la nonna di Ashton. Ed era tutto il contrario della tenera nonnina che aveva immaginato.

Era magra, e piccola, tutta capelli ricci e grigi che sembravano essere lunghi quasi quanto lei. I suoi occhi erano dello stesso colore di quelli di Ashton, ma erano più taglienti, in un certo senso, come se guardarli troppo a lungo potesse indurre ad un dolore fisico. Luke la fissò a bocca aperta, senza sapere cosa dire.

Traduzione; Coming Up For Air // l.h. + a.i. || {Lashton} || (love in london)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora