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You know that if you don't shut your mouth, she'll freak out

You better get your shit together, 'cause she's bringing you down

-Matchbox 20, 'She's so mean'

-Ashton

"Hey, Liv!" esclamò Ashton, correndo verso il tavolo della caffetteria dove la sua ragazza lo aspettava. Stavano insieme da cinque mesi. Lei non sollevò lo sguardo dal suo iPhone e rimase impassibile.

"Liv?" disse a bassa voce, sedendosi di fronte a lei. "Olivia Maria Elise J--?"

"Sei in ritardo." disse lei infastidita, sbattendo il cellulare sul tavolo. Alcune persone si voltarono per via del forte tonfo.

"No--cosa, di tipo un minuto? Due minuti? Sono venuto a piedi da casa mia, sai." Ashton cercava di parlare a bassa voce per non disturbare gli altri clienti, ma sentiva una sensazione spiacevole montargli nel petto.

"Avevi promesso che non avresti più fatto tardi." Lo guardava con sdegno e lui strinse i pugni in preda alla frustrazione.

"Ma non sono in ritardo e--Dio, è davvero così grave? Non possiamo semplicemente cenare in maniera tranquilla e civile e poi riparlarne?" E poi puoi sclerare, disse fra se.

"No, Ashton E' grave. Lo fai sempre, metti sempre qualcos'altro prima di me. Cos'era stavolta, eh? Passare dal negozio di dischi perché dovevi proprio prendere l'ultimo album dei Fall Out Boy in vinile? O toh, una maglietta nuova. Sei andato a fare shopping?" La voce squillante di Livvy ruppe il silenzio del ristorante. Una cameriera che reggeva diversi menù e dell'acqua rivolse loro uno sguardo preoccupato.

"Che? No, io--"

"Tu cosa? Dimmi la verità." Le sue guance si coprirono di orribili chiazze rosse e Ashton pensò per un attimo che era molto più carina prima che si ossigenasse i capelli.

"Mi sono fermato in un posto. Al negozio di musica, ma solo per guardare i cajòn perché me ne serviva uno nuovo. Grazie a te, potrei aggiungere." Ashton si pentì immediatamente dell'ultima parte.

"Grazie--grazie a me?! Che cazzo è un cajòn?!" gli urlò contro. La cameriera, che era in procinto di porgerle un menù, si bloccò. 

"Io, ehm--la scatola che si suona come un tamburo, ti ci sei seduta di traverso e l'hai sfondata--"

"Oh, quindi adesso mi dici anche che sono grassa?!" Si alzò di scatto facendo schiantare la sedia sul pavimento. "Credevo che i ragazzi australiani fossero dolci!"

"Non ho idea di cosa stia succedendo." disse Ashton senza rivolgersi a nessuno in particolare. 

"Non ci credo, Ashton, non ci credo!" Si voltò e lasciò il ristorante, per poi allontanarsi fra le luci del crepuscolo. Ashton si sistemò sulla sedia, incrociò le braccia e fece un respiro profondo.

"Carina, vero?" disse freddamente alla gente che lo guardava in preda allo shock. "Me ne vado."

-

"--e poi ha detto che pensavo fosse grassa e se n'è andata." concluse Ashton, sotto la pensilina della fermata dell'autobus in quella strada poco illuminata. Il cellulare all'orecchio, Ashton era avvolto in una giacca piuttosto pesante. Faceva freddo, e la maglietta leggera che aveva preso in prestito dal ragazzo del negozio di musica non era abbastanza per combattere quell'aria gelida. Londra era fredda in quel periodo dell'anno, e ad Ashton mancavano proprio i caldi inverni sub-equatoriali di Sydney.

"Beh, se ti fa sentire meglio, ho fatto quasi la stessa cosa con Louis, con la differenza che lui se l'era davvero meritato." borbottò Zayn dall'altra parte della linea, sembrava un po' brillo. "E che non mi ha detto che ero grasso."

Traduzione; Coming Up For Air // l.h. + a.i. || {Lashton} || (love in london)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora