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'Sup guys! Passate dalla splendida Wonderfulsause51 per l'originale, è davvero una geniaccia. Amatela.

Vi prometto che questa fanfiction è un vero e proprio capolavoro, diventa sempre più bella, capitolo dopo capitolo.

Ho riso, ho pianto, ho preso a morsi il mio cuscino...quindi preparatevi. Ci tengo a sottolineare che sono d'accordo con l'autrice di questa piccola meraviglia, le Lashton esistono semplicemente per il nostro diletto. Nessuno pensa che sia roba vera. Io voglio sposare Ashton, in effetti. quindi non prendetela seriamente, godete soltanto dei suoi effetti benefici uwu 

"Non c'è mai un tempo o un luogo per il vero amore. Accade per caso, in un baleno, in un unico lampeggiante, palpitante momento"

Drop a heart, break a name

We're always sleeping in

and sleeping for the wrong team.

-Fall Out Boy, 'Sugar, We're Going Down'                                                                                                           

-Luke

"Arrivo!" urlò Luke dal retrobottega, passando le ultime pennellate di vernice sulla porta per poi sbatterla con un tonfo. Si guardò i jeans, era miracolosamente riuscito a non sporcarli con la pittura bianca che ricopriva nella maniera più uniforme possibile le pareti che una volta erano state gialle. 

"Cristo, Luke! Sono in pausa e c'è un cliente!" lo sgridò Dave, bussando. Luke roteò gli occhi e rientrò nel luminoso negozio. Il suo lavoro con la vernice sembrava ottimo, osservò. Davvero ottimo. Sorrise fra sé e sé e si avvicinò al registratore di cassa, spillandosi accuratamente la targhetta col nome sulla camicia. 

"Lavori qui?" chiese una voce proveniente dal lato destro del negozio. Luke si voltò.

"Uhm, sì. Come posso aiutarti?"

"Cerco un nuovo cajòn. Li vendete?" Un ragazzo, più o meno dell'età di Luke, stava in piedi di fianco alle batterie in esposizione. Aveva i capelli ricci e le fossette e uno di quei sorrisi contagiosi che ti ritrovi involontariamente ad imitare.

"Sì, ne abbiamo qualcuno in magazzino se ti va di dare un'occhiata. Non li teniamo fuori perché la gente li usa sempre per sedersi." Luke gli fece segno di venire con lui, aprendo la porta del retrobottega. Il ragazzo lo seguì, ma mentre cercava di passare tra il bancone e il muro-- 

"No!" Luke si sporse verso di lui un secondo troppo tardi. "No, no, no! Il mio muro!"

"La mia maglietta!" disse il malcapitato nello stesso momento, guardando la sua t-shirt tutta macchiata di vernice bianca come se stesse cerando di immaginare quale peggiore catastrofe potesse colpire un indumento nero. "Oh, merda."

"Adesso devo ridipingere da capo tutta quella parte." brontolò Luke. 

"La mia ragazza mi ucciderà." disse il ragazzo in preda allo sconforto. 

Luke ritornò sui suoi passi. Aveva un clienite e non voleva perdere il lavoro perché Dio solo sa quanto gli servivano i soldi. 

"Uhm..." disse per cercare di liberarsi del fastidio che sentiva alla gola. "Vuoi ancora guardare i cajòn?"

Il ragazzo fece no con la testa, aveva un'espressione imbronciata. "No, amico. Devo correre a casa e cambiarmi più in fretta che posso o farò tardi al mio appuntamento e la mia ragazza è già incazzata con me perch--scusa. Sto divagando."

"Okay." disse Luke, con il cuore in gola, visto che se quel ragazzo fosse andato via  a dieci minuti dalla chiusura questo avrebbe significato nessuna vendita per tutto il suo turno. E quella non sarebbe stata una buona cosa per il James & Brozz Music Co. o per il futuro del lavoro di Luke. Il ragazzo si voltò e si incamminò verso la porta.

"Hey, aspetta!" disse Luke d'impeto, carburato dalla disperazione e dal sandwich al tacchino che aveva mangiato a pranzo. "Io...avrei una maglietta che puoi prendere in prestito. Se darai un'occhiata ai cajòn."

"Mi vuoi corrompere?" disse il ragazzo con un sorriso beffardo dipinto sul volto. 

"No." disse Luke. "Ti sto solo proponendo un'alternativa."

Il ragazzo ridacchiò. "Okay. Dammi la maglia e darò un'occhiata a quello che avete."

Luke tirò un respiro di sollievo, frugando nel suo borsone per poi tirare fuori la maglietta dei Nirvana che aveva portato con sé quella mattina. Doveva indossarla dopo il lavoro, ma questo era più importante dell'essere figo mentre tornava a casa.

"Ottimi gusti musicali, vedo." Osservò il ragazzo con un ghigno, e ancora una volta Luke sorrise di rimando. 

"Ci puoi scommettere. Stavolta però ti prego di fare attenzione--la vernice è fresca." disse guardando il ragazzo che con molta cautela superava lo spazio fra il bancone e la parete.

"In mia difesa, non mi hai detto che non era asciutta."

"Giusto, colpa mia." Luke scrollò le spalle e gli porse la maglietta. "Dovresti riportarmela poi, okay?" 

"Certamente." Il ragazzo sorrise grato, sfilandosi la t-shirt rovinata per poi lasciarla cadere sul pavimento. "Mi chiamo Ashton, comunque."

"Luke." si presentò, notando quanto fosse liscia la pelle dell'addome scolpito di Ashton. Sembrava uno che fa un sacco di esercizio fisico. Si infilò la maglietta, inarcando la schiena in modo che scendesse del tutto. Gli stava un po' stretta, ma in un certo senso gli donava. Luke era alto, ma era piuttosto magro, e Ashton era decisamente più fornito nel reparto muscoli. 

"Okay, allora, i cajòn giusto? E poi devo andare altrimenti a Livvy esploderà la milza o qualcosa di simile." Luke gli rivolse uno sguardo stranito. "Diciamo che è un po' melodrammatica."

"Sembra di sì." disse Luke, e si apprestò a mostrare la piccola collezione di cajòn al suo impaziente cliente. 

"Senti, il fatto è che ho bisogno di provare come suonano e un paio di altre cose prima di comprarne uno, ma non ho proprio il tempo in questo momento. Ci sei domani?" disse Ashton, frugandosi nelle tasche alla ricerca del proprio cellulare. Lo tirò fuori per controllare l'ora. Luke lo vide impallidire e annuì. 

"Accidenti." mugugnò Ashton. "Okay, devo proprio andare. Ti riporto la maglietta domani e darò anche un'occhiata ai cajòn, d'accordo?"

Scavalcò il bancone senza alcun problema nonostate la mancanza di spazio, e in un lampo raggiunse la porta.

"Grazie, Luke. E' stato un piacere conoscerti. A domani!"

E poi se ne andò.

"Ciao." sussurrò Luke al negozio ormai deserto.

Traduzione; Coming Up For Air // l.h. + a.i. || {Lashton} || (love in london)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora