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Oh, it's alright

I guess it's alright

I've got nothing left

Inside of my chest

But it's alright.”

-Fun. , 'All Alright'

-Luke

Ashton prese il suo tè senza latte e con un cucchiaino di zucchero e si sedette sul pavimento vicino a Luke. Luke studiò il suo volto con la coda dell'occhio e notò tre cose:

1. Ashton aveva una leggera traccia di barba sul mento e per qualche ragione questo gli fece rimbalzare il cuore nel petto.

2. Quando il volto di Ashton era rilassato gli angoli della sua bocca si piegavano verso il basso, il che gli sembrò strano, perché anche quando era triste o arrabbiato sembrava sempre che fosse sul punto di sorridere.

3. Ashton aveva addosso la sua felpa e gli stava enorme (anche se in realtà stava grande anche a Luke) ed era adorabile.

Voleva tenergli la mano così tanto che resistere gli bruciava le ossa, ma Luke sapeva che sarebbe stato troppo, troppo presto, con Zayn lì e Louis lì e tutti lì, tutti che guardavano, vedevano, sapevano.

Luke distolse cautamente lo sguardo dal modo in cui Ashton stava soffiando via il vapore dal suo tè, e cercò di concentrarsi su Louis che si stava preparando a parlare.

“Penso di non sbagliarmi quando dico che abbiamo tutti avuto una serata di merda. Beh, io no, ma voi sì e per qualche ragione avete prediletto il mio appartamento come vostro luogo di rifugio e conforto.” Iniziò a dire Louis ed era ovvio che fosse laureato in cinema e teatro.

Louis pensò Luke, era il tipo di persona su cui ricadeva lo sguardo di tutte le persone in una stanza. C'era qualcosa in lui, qualcosa di detestabile eppure magico e magnetico, che richiedeva attenzione. Non doveva fare niente di particolare; gli bastava starsene lì a ciondolare e alla fine tutti quanti, chi per interesse e chi per disgusto, volevano sapere chi fosse, cosa fosse, perché fosse com'era. Era un particolare talento di cui Louis non sembrava essere consapevole.

Luke sì, invece—aveva notato che quando Louis si era preparato a parlare, tutti gli sguardi si erano inspiegabilmente rivolti verso di lui.

“Quindi credo che, per sistemare qualsiasi piccolo dramma sembri esserci fra voi, e sto proprio parlando con te, Zayn, dovremmo discuterne apertamente e alla luce del sole. Per toglierci i rispettivi pesi dal petto. Tutto insieme, senza interruzioni.” Louis si guardò intorno e bevve un lungo sorso di tè, assaporando l'immobilità programmata della sua pausa drammatica.

“Chiunque abbia in mano Roberta avrà il diritto di parlare. Nessun altro, tranne me perché questo è il mio appartamento e siete sotto dittatura, signore e signori. Tutto chiaro? Domande?”

“Chi è Roberta?” chiese la rossa seduta accanto a Niall. Luke la riconobbe, ma non riusciva a ricordarsi chi fosse.

“L'orsetto.” disse Louis, come se non riuscisse a credere che non lo sapesse. “Altre domande?”

“Perché ci sono delle candele?” chiese ancora, e wow aveva un accento americano davvero marcato, quel tipo di accento che impasta le vocali e assottiglia le consonanti.

“Non devo spiegarti il mio modo di essere. Altre domande?”

“Perché non devi spiegarci il tuo modo di essere quando noi dobbiamo parlarti dei nostri problemi?” chiese ancora lei, guardandolo con sguardo torvo. Louis sbiancò perché, come Luke ben sapeva, non era abituato ad essere contraddetto.

Traduzione; Coming Up For Air // l.h. + a.i. || {Lashton} || (love in london)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora