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"You pierce my soul, I am half agony, half hope."
-Jane Austen

Wolves in our own skin
We're savages
We act so primitive
We're savages
Do the rain dance
Like you're on fire
-Breathe Carolina, 'Savages'

-Ashton

"È uscito, no? A fare una passeggiata?" disse Ashton, ricordandosi quando il moro era uscito dall'appartamento, tutto lacrime smezzate e vestiti sgualciti.

"È stato quasi due ore fa." disse Luke, sentendosi bruciare gli occhi di disperazione mentre si allontanava dai fornelli e si dirigeva verso la porta, infilandosi un paio di Converse e una giacca di lana nera.

"Oh—oh, merda. Credi che—insomma, non lo farebbe. No?" Ashton sentì un brivido di freddo percorrergli la spina dorsale quando capì perché Luke fosse un uragano impazzito.

"Non lo so. Non lo so." disse Luke, senza nemmeno far caso alle parole che gli uscivano dalla bocca. Aveva già preso il cellulare, e le sue dita avevano già composto quello che, pensò Ashton, non poteva che essere il numero di Calum.

Luke stava per andarsene, quando il corpo di Ashton si mise finalmente in contatto con il suo cervello. Prese un berretto rosso appeso vicino alla porta e se lo mise in testa. Senza nemmeno preoccuparsi di mettere dei calzini si rimise le scarpe e seguì Luke fuori dalla porta.

Luke si rimise il cellulare in tasca, sbraitando in preda alla frustrazione. Percorsero il corridoio che portava alla porta sul retro, che a sua volta portava ad un piccolo vicolo.

"Cazzo. Ha la segreteria. Merda. Merda."

Il cuore di Ashton batteva all'impazzata, ma cercò di mantenere la calma per non far preoccupare Luke ancora di più. La felpa che aveva afferrato in fretta e furia era enorme per lui, e il cappuccio continuava a ricadergli sugli occhi. Lo spinse indietro, scoprendo un ciuffo di capelli bagnati.

"Sono sicuro che stia bene, Luke. Ha detto che—,"

"Stava male e l'ho lasciato andare! Non avrei dovuto farlo! E se adesso ricominciasse a bere sarebbe colpa mia, tutta colpa mia. Merda." Luke interruppe le rassicurazioni di Ashton.

"Luke, respira. Pensa. Probabilmente sarà in fondo alla strada, tipo al parco."

"Al parco? Dov'è il parco? Pensi che sia lì?" Luke si voltò verso Ashton, con il volto arrossato e il vento fra i capelli e il terrore negli occhi, e Ashton si sentì male per lui perché nessuno si meritava di vivere così, nel terrore, pensando che il proprio migliore amico sia una bomba ad orologeria, pronta ad esplodere.

"È—è in fondo alla strada. A destra. A tipo tre isolati. Ma Luke, non penso—," Ashton, in effetti, non era di grande conforto. Ma ci stava provando, per Luke. Stava cercando di essere calmo e lucido e utile e invece Luke continuava a spezzargli le frasi e a spezzarlo in due.

"Tu non pensi. Tu non sai. Cazzo, Calum è tutto ciò che ho. Non posso—no. No." Luke aveva la voce spezzata.

Hai me, voleva dire Ashton.

Ma non lo fece.

"Andrà tutto bene, Luke." disse piano Ashton mentre percorrevano la strada inondata dall'oscurità, illuminata solo da qualche lampada che li accecava come se fosse un sole in gabbia.

Traduzione; Coming Up For Air // l.h. + a.i. || {Lashton} || (love in london)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora