Capitolo 22

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Perrie's pov.

Apro gli occhi per il dolore lancinante alla pancia. Mattia mi lascia un casto bacio e si riveste, come me.

Un altra fitta. E poi pure un altra.

Mi appoggio allo spigolo della porta per evitare di urlare talmente dal dolore.

«hey, tutto bene?» chiede Mattia vedendo le mie situazioni.

Sorrido e annuisco.

«va bene ciao»mi congeda lui con un bacio. Chiudo la porta alle mie spalle e tiro un sospiro.

Il resto della serata passa a ridere, mangiare e scherzare con tutti i parenti.

È così come tutti gli altri giorni, e domani mattina dovrò ritornare nell'albergo.

Mattia da quel giorno non si è fatto nè vedere nè sentire.

Oggi è il 30 dicembre e domani andremo con tutti i miei compagni a festeggiare insieme il Capodanno.

Mi metto nel letto e controllo per un ultima volta il telefono che porta le 00:33, e notò una chiamata persa da Mattia.

Sospiro e mi stendo sul letto, pensando a lui.

Bip.

La sveglia suona e io con un colpo secco la butto a terra.

Mi alzo leggermente e subito i dolori alla pancia aumentano e ho pure un grandissimo mal di testa.

Porto una mano ai capelli e il lego con una semplice coda storta. Entro in bagno e mi faccio una doccia lasciando che il getto di acqua calda mi rilassi.

Ad ogni mio movimento i dolori aumentano.

Arrivo all'albergo e tra una chiacchiera e l'altra mi scordo di chiamare Mattia, che anche adesso non c'è n'è traccia.

Ci sistemiamo nelle camere e mi inizio a preparare, penso di indossare un vestito nero abbastanza corto, con un giacchetta di pelle, niente di che.
«Mattia?» chiede Paola intenta a sistemarsi, d'altronde come tutti in questa stanza.
«non lo so»quasi sussurro «non si fa sentire dalla vigilia» continuo.

Paola fa spallucce e va in bagno.

Non faccio neanche in tempo di finire di vestirmi, che bussano alla porta.
Mi velocizzo e la apro.

Compare Mattia che sfoggia un sorriso gigante.

Ricambio il sorriso.

Gli salto addosso cingendo le braccia al suo collo, e le nostre labbra iniziano una danza lenta e pacata, che ipoi si velocizza. Mi appoggia alla porta per cercare di mantenere il controllo e sorride, gli lascio un bacio sul collo e lui ricambia. Ci stacchiamo per prendere fiato.

«allora tesoro, alle otto di sotto, puntuale» precisa Mattia, facendo l'occhiolino.
«si, si» rispondo a mia volta mandandogli un bacio da lontano.

Entro in camera e finisco di prepararmi.

Scendo in fretta e trovo Mattia, si spalle, intento a giocherellare con il cellulare fra le mani, sembra un bambino alle prese con il suo primo gioco.
Gli metto le mani sugli occhi, e lui spegne immediatamente il cellulare e tenta di venirmi incontro.

«shh»sussurro per non farmi riconoscere.
«il profumo che indossi, la pelle di seta, i capelli mossi» inizia a canticchiare.
Sorrido e levo le mie mani dai suo occhi verdi.

Mi viene incontro e mi lascia un bacio sul collo, cingendo le mani sui miei fianchi facendomi sussultare.

«allora dove andiamo?» chiedo bruscamente io, cercando anche di smorzare i miei dolori alla pancia.
«mh, andiamo con gli altri in un locale, mi sembra» risponde a sua volta intristito.
Sorrido e gli accarezzo i capelli.
Piano piano vengono gli altri e ci incamminiamo per questo locale che non sembra tanto distante.

È stracolmo di gente e tra poco, sembra che non ci entriamo tutti.
Io, Klaudia e Virginia ci sediamo sui divanetti in disparte a parlare, mentre Mattia sta con Cristian e Stash.

Ecco un altra fitta, stringo il braccio di Virginia.

«oh, che succede?»chiede sbalordita.
Le spiego tutti i miei dolori, in tutti i precisi momenti.
Klaudia tossisce come per zittire Virginia.

«allora ?»chiedo spazientita.
Ecco che Klaudia tossisce un altra volta e lancia un'occhiata sia a me che alla "ballerina".
«vabbe!» esclamo.
Finalmente qualcuno si decide a parlare.
«sai amore, forse dovresti...»balbetta Virginia.
Fulmini entrambe.
«sai com'è, forse dovresti fare un test» interrompe Klaudia.
Che? Che test? Ma di che stanno parlando.
«un test di gravidanza»dice Virginia.
A quelle parole il mio cuore perde un battito.
Ecco una fitta.
Fisso Mattia intento a divertirsi e pierò una mano alla fronte.

«no, non è possibile»deglutisco.«perchè?» chiedo stupita.
«sai quando non si usa il P....» dice Klaudia gesticolando con le mani.
«Klaudia lo so.» urlo.
Inizio a tremare, ed ecco un altra fitta.

23:58.
Inizio a ballare per dimenticarmi di quelle cazzate. Tra due minuti è mezzanotte e hanno già preparato tutto per brindare.

23:59.

Dieci.

Urlano sempre di più, e intanto nella mia mente sto pregando di non far avverare tutte quelle cose che hanno detto Klaudia e Virginia.

Nove.

Non riesco a distrarmi, nè a divertirmi.

Otto.
Sette.
Sei.
Cinque.
Quattro.
Faccio a lotta con le altre persone per sperare di trovare Mattia.
Tre.
Mi avvicino sempre di più al mio gruppo.
Due.
Vado accanto a Mattia e gli lascio un bacio sul collo.
Uno.
E subito iniziano con gli spari e gli urli.

Mi avvicino sempre di più a Briga e iniziamo a baciarci lentamente. Ecco un altra fitta.

Il resto della nottata passa ballando e divertendoci e ritorniamo verso le 3.

Benvenuta||MattiaBriga.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora