Capitolo 47

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Perrie's pov.

Mi sveglio e sembra un mondo diverso, strano.
Vado in cucina e trovo solo Klaudia.
«Buongiorno bella» dice schioccandomi un bacio sulla guancia.

«Buongiorno Kla» la saluto io.

Mi siedo e inizio a fissare la mia tanica di cereali, con un nodo nello stomaco.

«Per quanto pensi di continuare!» esclama Klaudia all'improvviso.

Alzo la testa e la fisso insistentemente.

«Ma non lo so» dico vagamente sbadigliando.

Klaudia mi guarda.
Faccio spallucce e lei dice:«Voi siete due matti».

«Io non penso Klà, insomma, non riuscirò a vivere tranquillamente, abitiamo nella stessa casetta» dico addentando un biscotto.

«Nella stessa casetta..» ripete Klaudia facendomi confondere.

«Dovete cantare anche insieme, adesso vai a chiarirti con lui» mi ordina mentre indica la porta.

Faccio segno di 'no' con la testa.

«Mi sono rotta di dover far sempre io il primo passo, il signorino non muove il culo!» dico alzando la voce.

Klaudia sbuffa.

«Sai, penso che se tu lo ami veramente dovresti far pace, non ti puoi rovinare così. Ma deduco che non lo ami» dice balbettando un po'.

A quelle parole non rispondo di me stessa.

«Mattia» dico alzando la voce «se mi amava, non pensava di più a Shaila» continuo gesticolando. «Ma da questo penso che non mi ami» finisco sbattendo il punto sul tavolo, così forte da farmi male.

«Comunque Emma ti vuole in sala» biascica lentamente sospirando.

Annuisco ed esco dalla porta principale, scendo in strada e mi sembra di non mettere piede fuori da una vita, respiro profondamente quest'aria che sembra nuova, ma in realtà tutto sembra nuovo, adesso, al di fuori della casetta. Passeggio lentamente, come per godermi questa atmosfera, anche se non è per niente gioiosa. Dalla discussione che ho avuto con Klaudia adesso riesco a capire che lei aveva ragione, se lo amo devo pare il primo passo per far pace.

Arrivo in saletta e Mattia e Emma stanno provando.

«Ah, finalmente sei arrivata» dice Emma girandosi.

«Già..» sospiro sedendomi sul puff a gambe incrociate.

Questa è la prima volta che riesco a fissare negli occhi Mattia senza provare nessun sentimento, semplicemente indifferenza e questa cosa non può farmi altro che male. Solo MALE.

«Proviamo questa canzone» mi ordina distribuendo una copia del testo, sia a me che a Briga.

Parte la base e subito Mattia inizia a cantare.

Aspetto qui
sull'angolo del letto
seduto sui miei gomiti
davanti a questo specchio
E alzo il volume dal telecomando dello stereo
il tuo phone sembra un aereo
E cosi' ti spio dal riflesso del vetro
e scusami se cedo
in nome del mio ego
Che sei la mia vergine
come te lo spiego?
Se è vero che proteggi me
da ogni mio segreto
Non mi voltare le spalle mai
nemmeno se ti spogli,
lo so che ti vergogni
E non mi lasciare da solo mai
dai, vieni a sederti vicino
fammi sentire che vivo
scaldami con un respiro
sappi che neanche il destino
è l'unico che ci dividerà
dalla follia dei miei giorni
strana fobia che non torni
l'anatomia dei miei sogni
vedo soltanto la tua di schiena
e io che la tocco appena
nella paura che se ti volti
girandoti ti dissolvi.

Sbianco, e mi fermo a pensare.

«Oh, tocca a te!» esclama Emma svegliandomi dal mio lungo pensiero.

Annuisco e passo una mano in fronte.

Mattia's pov.
Avevo bisogno di scrivere, di sfogarmi semplicemente con un foglio e una penna. La situazione è strana, quando sto con lei ho un blocco, invece adesso no.

Canta qualche altra canzone e poi Emma ci lascia liberi.

«Cosa ne pensi?» le chiedo come se fosse la cosa più ovvia del mondo se ci parlassimo.

Fa spallucce e poi sospira.

«Che cosa devo pensare?!»esclama.

Stringo i pugni e respiro profondamente.

«Ma che ne so...un tuo parere forse!» dico alzando la voce.

«Calmati» dice tranquillamente girandosi verso di me.

Incatena i miei occhi con i suoi e a quel punto mi sento morire.

«Ah, a proposito come va con Shaila?» ironizza ridendo, adesso sembra troppo dispotica.

«Ma che cazzo...».

«Mattia ti prego, non aggiungere altro, mi fai schifo» dice articolando bene le parole come per farmele pesare di più.

Questa frase è un peggio di un pugno in petto.

Afferra il giubino e fa per uscire quando la afferro per un braccio, la stringo forte ma lei stacca la presa.

Perrie's pov.

Sto male.

Ritorno in camera e afferro la scatoletta di tutti i medicinali.

Ricordi che li prendevo qualche mese fa, prima di iniziare il programma e conoscere Mattia. Non avevo tanti problemi di pressione, come ore, soprattutto quando sono stressata e nervosa. Estraggo dal piccolo borsello una scatoletta, prendo tre pillole di seguito e già inizio a sentirmi meglio.

I dolori alla pancia e alla testa si alleviano e cado in un profondo sonno.

Ciaoo belli/e.
La storia degenererà, da questo momento.
Spero di continuare il capitolo il prima possibile, chissà cosa succederà, un bacio molecole! ❤️❤️

Benvenuta||MattiaBriga.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora