Capitolo 39

316 27 1
                                    

Perrie's pov.
Mi dirigo direttamente alla camera di Mattia, busso e apre Stash.
«UE!» esclama con il suo accento napoletano, che a differenza del mio è molto più accentuato.
«Mattia?» chiedo direttamente.
«Mhh.... È andato a...» balbetta lui«Quartiere di San Lorenzo» continua con un foglietto in mano, forse glielo ha detto proprio lui.
Annuisco e saluto.
«Andiamo Virginia, muoviti!» dico entrando in camera.
Si alza, prende la sua roba e ci dirigiamo verso la camera di Cristian, lo so che quei due ballerini non hanno un bel rapporto, dato che sono ex, ma in questo caso non me ne può fregare niente.
«Aiutami, andiamo a trovare Mattia!» esclamo appena apre la porta.
E così noi tre ci avventuriamo per Roma la sera tardi, e non è una cosa tanto naturale.
Arriviamo nel posto che ci ha descritto Stash, sempre se sia giusto.
È molto isolato, la luce dei lampioni e fioca, quasi mette paura e qualche volta passano cani abbandonati.
Si presenta davanti a noi, un grosso muro, lungo circa 30 metri e sbuca in una specie di piazzola, che però adesso non andiamo a vedere.
Mi avvicino sempre di più alla fine del muro e sbircio.
A quella visione mi si ferma il cuore, letteralmente.
Mattia, girato di spalle, deve essere sicuramente lui, lo capisco dal taglio di capelli e dai tatuaggi. Di fronte,ad una certa distanza c'è un uomo incappucciato, più basso di Mattia ma a  prima vista più forte.
«Che cazzo sta succedendo?» sussurra leggermente Cristian, sbirciando.
Mi allontano e cammino verso la fine del muro.
Le lacrime iniziano a scendere, non le posso controllare.
Mi avvicino a Virginia, che mi abbraccia e mi rassicura.
«H-ho paura» balbetto mentre mi lascio accarezzare i capelli.
Sento che sto per svenire.

Mi appoggio al muro e ritrovo la forza.
«Sei forte» dice Cristian poggiando una mano sulla mia spalla, come per rassicurarmi.
«No, non voglio che si faccia male» balbetto singhiozzando.
«Fallo per Mattia, solo per lui» dice Virginia prendendo il mio viso tra le sue dita affusolate e lunghe.
«Fallo per Mattia, fallo per Mattia» continuo a ripetere nella mia mente.
Asciugo le lacrime e mi dirigo verso la fine del muro.
«fallo per Mattia, fallo per Mattia» ripeto.
Sento delle dita schioccare e questo mi fa preoccupare ancora di più, apre la mia voragine in petto.
Continuo a ripete ciò che mi ha detto Virginia.
Sbircio ancora e vorrei morire.
Mattia prende un pugno da quel tizio, la stessa cosa che fa lui.
Chiudo gli occhi e prendo un altro respiro.
«Smettetela!» esclamo uscendo.
Mattia si volta e quel tizio mi guarda.
Mi posiziono davanti a Briga.
«Avanti andiamo Mattia» dico guardandolo negli occhi.
Nessuno si muove.
«Andiamo!» esclamo accarezzandogli i capelli.
Sento la risata di quel ragazzo che mi infastidisce molto.
Mi volto e mi irrigidisco.
«Che fai te metti in mezzo!» dice.
Stringo forte il pugno per evitare di perdere il controllo.
Tremo dal terrore.
«Basta, va bene, è finita qui» dice e se ne va.

Guardo Mattia negli occhi e mi incammino verso Virginia e Cristian.
Vorrei piangere, ma non posso.
Sono ancora terrorizzata, riesco a camminare a malapena.
Mi volto e Mattia ha una chiazza di sangue appena sotto il mento.
Non gli rivoglio una parola, sono troppo impaurita e arrabbiata per farlo.

Ogni rumore suscita in me paura.
Appena arrivati dai due ballerini, subito Cristian fa domande a Mattia.
Io e Virginia ci limitiamo a degli sguardi intensi e stringo ancora il pugno, ma questa volta per non piangere.
Io non sapevo ne chi fosse quel tizio,né che Mattia poteva cacciarsi in guai simili.
Entriamo in macchina, Cristian alla guida, affianco Briga e io e Virginia dietro, continuiamo a guardarci.

Appena arrivati all'albergo, senza dare troppo nell'occhio, entro nella camera di Mattia.

Prendo un poco di disinfettante e mi siedo sul letto, affianco a lui a curargli le ferite.
A volte emette qualche suono di dolore, forse perché brucia.
«Cos'è successo?» chiedo.

Benvenuta||MattiaBriga.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora