Capitolo 18

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Oggi è il giorno della partenza, siamo tutti un fascio di nervi, felici di poter uscire di nuovo da queste quattro mura che ci circondano, ma timorosi per come troveremo la situazione all'esterno.

I telegiornali non esistono più, la TV trasmette solo spot propagandistici, quindi, chi ancora ne possiede una, può vedere solo quanto sarebbe bello un mondo governato da Amedeus Snyder. Il punto è che questo mondo è già suo, lo sta già governando, ma non è affatto bello, ed è inutile che cerchi di convincere le persone, sono povere e malmesse non stupide. Questo è quello che gli sfugge, il suo più grande errore.

Quello che Harry ha confessato di temere è che prima o poi insorga una rivolta, una rivolta che non sia mossa da noi, e in quel caso i Generali e le truppe di Snyder non avrebbero di sicuro una mano leggera, non si farebbero scrupoli ad uccidere le persone come se fossero mosche.

La disperazione porta a fare cose che mai in condizioni normali la nostra mente considera, e questo è proprio il caso di tutti, tutti noi.

Tiro su il cappuccio del mio mantello e poi mi osservo allo specchio del salotto. "Andrà tutto bene." sussurro a me stessa mente sposto sotto al cappuccio alcune ciocche rosse che tendono a ricadere comunque sul mio viso.

"Ne sono convinto." parla mio nonno alle mie spalle e io mi volto per poterlo guardare. Gli sorrido, ma mi sento come se stessi fingendo più adesso di quanto non abbia mai fatto in tutta la mia vita. Non c'è molto per cui essere in ansia, e non è propriamente ansia quella che mi compone, solo paura per quello che verrà dalle scoperte che faremo.

"Buongiorno." gli sorrido avvicinandomi a lui ed abbracciandolo. "Nonno..." sussurro quando ancora sono stretta a lui. "Quando Hanna si sveglia dille che torneremo per cena, intesi? Cerca di distrarla, non farla pensare a noi e alla nostra mancanza. Farà la brava, Jillian le sta simpatica, saprà cosa fare."

"Certo, piccolina.. la tua bambina è al sicuro." e ridacchiamo entrambi. "Ma guardati, sei vestita come il tuo nemico e mi stai abbracciando- ridacchia- chiunque abbia conosciuto la furia dei Generali tremerebbe a vederti abbracciare così un povero vecchio." sorride mandando via un po' della mia ansia.

"Lo so, lo so.. Voglio che tutto questo passi il più in fretta possibile nonno. Quanto è passato dal suo colpo di stato, un mese? un mese e mezzo? Sembra una vita, davvero, una vita intera." annuisco. "Dobbiamo mettere fine a questa storia assurda. Snyder non riuscirà mai a soddisfare la sua sete di potere." sussurro e vedo che anche Jayden e Gwen si fanno avanti, avvolti nei loro mantelli neri.

Dopo la lotta a Cambridge erano tutti distrutti, i mantelli, ma abbiamo detto a mia nonna, che si è occupata di procurarceli, se poteva riprodurli di nuovo. Abbiamo deciso di indossarli sempre, ci proteggeranno comunque, anche se si è diffusa la voce che abbiamo usato questo travestimento. Ma, come ha detto Harry, è proprio perché ci hanno scoperti una volta che non si aspetteranno mai che usiamo così in fretta la stessa tattica.

E poi, e con questo siamo d'accordo tutti, sono terribilmente comodi, ti nascondo, ti permettono di usare la capacità di cui sei in possesso senza che altri se ne accorgano, e così anche le varie armi di cui siamo muniti. Certo, rimetterli dopo il massacro e gli sforzi di Cambridge mi fa percorrere la spina dorsale da più di un brivido di orrore, ma dobbiamo continuare, non possiamo fermarci e diventare stagnanti.

"Tutti pronti?" chiede poi Harry mentre avanza, il mantello che gli vola alle spalle, la canottiera nera, siccome ama così tanto il freddo, che lascia le braccia muscolose e tatuate in vista mentre sistema una una delle cose fondamentali che si porta sempre dietro in tasca: il pacchetto di sigarette.

"Si, mancano solo Sean e Ginger." sussurro mentre anche gli altri due ragazzi tirano su i cappucci neri nascondendo quasi del tutto il volto. Harry ci osserva.

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