Capitolo 59

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Ho addosso il mondo, eppure lo sento appena. Lo sento sfiorarmi le guance come una pioggia appena appena presente, timida e tiepida.. Mi porto sulle spalle un bel peso, un peso senza nome ne volto, il peso di una coscienza che non si fa vedere, che gioca a nascondino in modo sleale.

Mi nascondo anche io, ma fisicamente.. corro tra gli alberi, salto su questa e poi su quest'altra roccia. Appoggio i piedi nudi ora su questa e ora su quest'altro pezzo di terra, fino a quando non sono vicina al lago, ancora.

Decido di volermi fare un bagno, di voler approfittare del cielo splendente e leggero, che riflette quello che la mia mente vorrebbe essere ma non può. Mi sento malata.

Mi spoglio velocemente del vestito color avorio e lascio che si arrotoli ai miei piedi, come una membrana superflua di cui faccio volentieri a meno. Sorrido guardando con occhi acquosi la volpe accanto a me che, capito il mio intento, si mette a fare la guardia ai miei vestiti, si stende a terra, accanto ad un vecchio libro che ho preso dalla dispensa della casa.

Mi immergo nell'acqua.. un passo alla volta. I capelli sono così lunghi da coprirmi i seni, alcune delle ciocche sono troppo intrecciate, altre presentano vecchi petali lilla che si sono incastrati al rosso quando mi sono stesa a terra, sfuggendo ai pensieri e alle responsabilità.. Piano piano l'acqua fresca arriva alla mia vita e bagna la punta dei capelli. Solo allora mi volto verso la volpe e la guardo con un sorriso.. sono triste perché sono leggera e sono leggera perché sono triste. Che strana la vita, che strano gioco da pazzi..

Si, mi sento un po' matta.. mi sento un po' la Nicole del romanzo che sto leggendo. La protagonista malata che alla fin fine è la più normale e sana di tutti.. Un classico di Fitzgerald sorprendermi con storie sempre diverse, mai noiose. Con personaggi così complessi che non puoi fare a meno di amare ed odiare al contempo. Mi rivedo in lei, e mi sento pazza e sana nella mia pazzia.

Appoggio le mani sullo specchio d'acqua e le muovo rompendo il mio riflesso, mentre, assieme ad esso, nella mia mente, si dissolvono anche i personaggi a cui sto pensando, e anche la copertina del libro che li narra (Tenera è la notte).

Il vento sussurra tra le foglie degli alberi segreti che solo lui può capire.. Sembra, in determinati momenti, quasi che stia passando qualcuno.. ed invece è solo il fruscio delle foglie, i tronchi alti e nodosi che si piegano sotto la forza maestosa della natura, che continua imperterrita a viaggiare e restare ferma, come tutti noi, che la guardiamo affascinati (immersi in un lago o seduti sull'erba, fa poca differenza) senza poter intervenire.

"Credo che ci siano un po' di problemi in arrivo, sai?" sussurra una voce e poco dopo vedo Roger si fa avanti fino ad essere a pochi passi dalla volpe. Mi osserva con attenzione mentre muovo le mani sulla superficie. "Si preannuncia una lunga, lunghissima, tempesta."

"Eppure il cielo è privo di nuvole." faccio notare guardando verso l'alto.

Lui semplicemente sorride prima di sedersi accanto alla volpe bianca. "Hai ragione.. ma io sono convinto che ci sarà una tempesta."

"Sembra che tu quasi ci speri." faccio notare mentre lo fisso un po' divertita un po' annoiata.

"Certo che ci spero.. mi sento in una fase nella quale voglio che tutto sia o bianco o nero.. e questo tempo così incerto non mi piace, mi fa sentire insicuro."

"Il male ci ha fatto diventare poetici e romanticamente depressi." faccio notare mentre m'immergo piano piano sempre di più nell'acqua. Prende il libro da terra e legge il titolo per poi fare un piccolo accenno di sorriso.

"Si, lo penso anche io..- sospira ed appoggia Nicole e Dick per terra- lo penso anche io.." abbassa gli occhi, poi gli rialza e mi guarda da sotto le ciglia folte e nere. Adesso sto galleggiando placida, non so se immergermi tutta adesso o tra pochissimo, quando meno se l'aspetta. "Ti manca Sean?" mi chiede in modo azzardato mandando a monte i miei piani di immergermi quando lui meno se l'aspetta.

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