Capitolo 50

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"Guarda che bel vedere.." Sussurra Harry facendo un cenno verso le truppe che si avvicinano a noi in modo ordinato e silenzioso, capitanate da Liam, Zayn, Louis e Niall che hanno avuto il compito di andarli a prelevare una volta giunti ai limiti della foresta. "I nostri soldati." sembra fiero, anzi, sono sicura che lo è.

"Io sono ancora perplesso su questo piano." Sussurra Jayden con le braccia incrociate al petto. Ma, per quello che la mia opinione conta, tanto vale che me ne stia zitto." Sbuffa.

"Oh, non ricominciare anche tu, per favore." sbuffa Ginger perdendo la compostezza solita che la caratterizza. "Ne abbiamo parlato anche troppe volte. Si fa come dice Harry perché sì e basta!"

"Grazie bionda. Vedi, Sullivan, le donne sono sempre dalla mia. Mettimi contro chi ti pare, ma con le donne non ci riuscirai mai." Alza un sopracciglio sorridendo di sbieco.

Capisco la preoccupazione di Jayden e in parte la condivido anche: non voglio che ci sia un massacro. Non dei nostri almeno.
E so che invece è probabilissimo che ci sia se ci facciamo beccare mentre tagliamo le numerose arterie che nutrono il cuore della centrale.

La cosa che mi preoccupa di più è che, per riuscire a trovare le tubature, dobbiamo avvicinarci il più possibile allo Chassis.. e quel posto è tutt'altro che famigliare per noi. Ci saranno sicuramente numerose guardie. La cosa che mi chiedo è se i mutati sono cambiati per distinguersi da quelli vecchi, dai traditori ribelli.

Mi sento carica, il cuore batte in fretta e il cielo adesso è di uno splendido azzurro chiaro come un lenzuolo leggero che ci permette di respirare l'aria di vittoria che tanto desideriamo. Penso a quando torneremo allo Sheol da vincitori. Quanto mi manca quel posto.. Vorrei così tanto poterci tornare. Ho nostalgia delle nostre cene fatte tutti assieme, dei compiti per la Judith fatti stravaccati sui divani o sui letti, gli allenamenti nella Chiocciola e le cadute che ci siamo fatti tutti, tranne Harry, cercando di camminare sul ghiaccio del lago.

Penso anche alla mia morbida, calda ed affettuosa, volpe bianca. So che ci sta ancora aspettando. Lo sento.

Sento anche il battito della pietra nera, piccola ma forte, che vibra all'interno del taschino che porto sul petto. Vorrei poter capire come mai accade, come mai sembra così eccitata dalle mie emozioni. Non ho avuto il coraggio di parlarne ad Harry. Gli causerebbe solo ed unicamente stress, ed io non lo voglio assolutamente. Sembra fiero di questo piano e voglio che così rimanga.

Le truppe si fermano a meno di tre mentre da noi. Non le ricordavo così numerose e nemmeno così vogliose di combattere.

"Slave soldati." Pronuncia Harry con un sorriso sulle labbra. Questi, in contemporanea, alzano la mano destra in aria, la trasformano in pugno, e poi colpiscono, all'unisono ovviamente, il petto producendo un rumore potente ma veloce, in saluto.

Sono armati: hanno delle pistole, asce, coltelli. Corazze attorno al collo e tutta la testa albina è circondata da metallo pesante e potente, colorato di nero. Agli avambracci e ai polsi portano altre guarnizioni di metallo. Sono tutti a petto nudo, i pantaloni sono come quelli che indossiamo noi altri, noi Generali, e gli stivali neri gli stessi.

Sembrano fieri e pieni di voglia di mettere fine ai loro sbagli, e questo mi rende incredibilmente motivata. Per un istante mi fa addirittura credere he tutto andrà bene.

"Lieto di avervi al nostro fianco." Aggiunge. "Voglio chiedere a ciascuno di voi se preferite attaccare, attenendoci al piano, o volete un giorno per riposare. Voglio vincere, quindi, se avete bisogno di riposo, prendete pure tempo. Ve lo meritate dopo le infinite miglia che avete fatto a piedi in così poco tempo."

"Combattiamo." Comunicano quelli che sembrano capi di sotto gruppi. "Non siamo stanchi, abbiamo voglia di far giustizia." Segue un boato.

"Perfetto. Speravo in questa risposta." Sorride Harry facendo dei passi in avanti. Solleva il cappuccio sulla testa, di conseguenza lo facciamo anche noi, gli altri sette.

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