Capitolo 44

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Appoggio il libro sul ripiano del tavolo e mi tolgo gli occhiali appoggiando anch'essi sulla scrivania. L'alba corre tra le tende in burrasca, e le storie delle pagine delle vecchie copie rilegate in cuoio e pelle paiono prendere vita mentre il vento freddo scorre vivacemente, come un'anima in pena, che, dopo essere stata abbandonata dalle tenebre della notte ,cerca rifugio dentro questo misero studio.

Mi guardo attorno mentre mordo le labbra pensierosa, il mento appoggiato nel palmo della mano mentre guardo attraverso tutte e tre le finestre dello studio di nonno. Questo posto esercita in me la stessa attrazione che Dorian Gray esercita su Basil Hallward, o la medesima che è Lord Henry ad esercitare sullo stesso Dorian, spero solo che per me non risulti fatale.

Penso e ripenso. Mi sono svegliata nel bel mezzo della notte, madida di sudore, in preda alle lacrime per un incubo orribile che nemmeno mi ricordo. Non volevo svegliare ne Harry ne Hanna, così sono sgattaiolata via dalla stanza e sono giunta nel posto più silenzioso e che più mi ricorda la vecchia libreria di Arthur e il vecchio Arthur stesso. Quanto mi manca. Per rinfrescare la sua memoria e per sotterrare i miei incubi che cosa era meglio se non spalancare le finestre e prendere un bel romanzo? Che fosse 'Il ritratto di Dorian Gray'.. solo fortuna. Era già adagiato sulla scrivania e ho fatto attenzione a non perdere il segno a nonno.

Si, credo di aver preso da lui il mio amore per i libri e tutto quello che riguarda la letteratura.

Ho pensato a lungo di scrivere ad Arthur, ma questo mi sembra proprio il momento migliore, non voglio indugiare oltre, l'ho fatto anche troppo. Lui merita di essere ricordato e di sentirsi parte di tutto quello che ci circonda, sempre.

Così, afferro in fretta carta e penna e mi metto in posizione di scrittura: ma come iniziare?

Caro Arthur..

Si, questo è decisamente perfetto. Ridacchio di me stessa e dei miei pensieri.

Caro Arthur,
Ti scrivo questa missiva per ricordarti quanto viva sia la tua mancanza. Spesso, mentre leggo questo o quell'altro autore: Wilde, Fitzgerald, Tolstoj.. Mi capita di esclamare: "questo è il romanzo preferito di Arthur".. E poi mi accordo che lo dico per ogni singolo libro che impugno. Che sia un ricettario o un romanzo ottocentesco pieno di personaggi cinici e grotteschi, non fa differenza. Ti sento vicino in questo modo. Non prendertela a male se ti ricordo mentre leggo di Dorian Gray, tu non sei affatto come lui. Leggendolo così tante volte ho capito che quando il fuoco arde logorando gli animi, beffeggiandosi di ciò che crediamo giusto o sbagliato, ecco, quello è l'esatto momento nel quale ci rendiamo conto che abbiamo perso troppo tempo, che abbiamo fatto della nostra giovinezza una chimera, che abbiamo perso quello che mai più ritroveremo. Che passiamo dalla freschezza della rosa, al suo sensuale e velenoso siero, fino a raggiungere l'odore nauseabondo e stagnate di una fragranza troppo vecchia.
Però tu non temi tutto questo, certo che no.
Ma sto divagando: spero che tu possa capire quanto mi mancano le tue ipotesi su libri e quant'altro, comunque. Le mie più sentite condoglianze per Matilda, Arthur. Harry me lo ha detto pochi giorni fa, e questo mi ha fatto sentire davvero orribilmente. Mi chiedo quanto ancora dovremmo patire, prima che tutto questo sia finito. Non vedo l'ora di esserti di nuovo accanto, di riabbracciarti. Ti lascerei in allegato il romanzo di Wilde, ma purtroppo non è mio e so comunque che tu ne hai già tre copie. Ecco, rileggilo pensandomi. Poi, non appena riceverai questa lettera, rispondimi e dimmi quale romanzo dovrò leggere io pensando a te.
Manchi tantissimo a tutti noi..
Affettuosamente tua, Sky.

Sorrido chiudendo la lettera ed infilandola in una busta. Mi alzo in piedi ed osservo come il cielo stia diventando man mano lui caldo e il vento da freddo a fresco.. Come l'odore della libertà sia così inviante e non nostro.

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