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Michael compare insieme a dei poliziotti in divisa militare e sfila proprio davanti a noi, su una pedana del palco sollevata di qualche centimetro rispetto alla sommità. Cammina lentamente e saluta a destra e a sinistra sorridente, facendo il segno di pace con indice e medio. Cercando di evitare la testa di qualche ragazzo che salta continuamente, scorgo una massiccia giacca nera, una cascata di riccioli legati in un codino e quell'espressione angelica sul suo viso. Non riesco a vederlo bene come le persone in prima fila, è solo una sagoma fugace e indistinta, ma so che è lì e il mio corpo reagisce gridando il suo nome. Da quanto tempo desideravo farlo... Percorsa tutta la lunghezza della pedana Michael sparisce di nuovo dietro al palco. Tutte le luci si spengono di botto e uno schermo posto alle spalle del palco mostra, grazie a dei led che si accendono e si spengono, l'immagine dei mocassini di Michael che esibiscono il moonwalk, un giro e un toestand, accompagnato da un suono di chitarra, proprio come l'inizio di tutti i filmati della MJJ Productions. Le luci si accendono e spengono come impazzite, poi tutto buio e infine una flebile luce che si fa lentamente sempre più intensa. Dopo un tempo che sembra interminabile, la sua sagoma, come per magia, appare sul palco, avvolta nell'oscurità, immobile in posa come una statua. Quanto tempo è stato lì? C'era e non lo sapevamo? E' LUI! Non ci credo! Il mio idolo, proprio qui, davanti a me! Quello tanto desiderato per tutti questi anni e fino ad ora visto solo in foto. Sentito sempre e solo da uno stupido stereo. Lui. Gridiamo ancora più forte. Poi, dopo un minuto buono, il suo profilo viene illuminato da un proiettore, la batteria dà il tempo e Michael comincia a ballare, mentre dietro di lui compaiono quattro ballerini che fanno le sue stesse mosse e cantano insieme ad un coro. Ha dei pantaloni attillati con cinte e cinghie tintinnanti, una giacca massiccia stracolma di bottoni e stemmi con l'aquila. Comincia una danza sfrenata con Wanna be startin' somethin', un pezzo che mi carica ancora di più di adrenalina! Io e Alessandra ci liberiamo dalla folla, urliamo "Michael! Michael!" e agitiamo le braccia per cercare disperatamente di farci notare. Anche lei comincia a caricarsi... finalmente! E' questa la magia che Michael riesce a trasmettere, unire le persone attraverso la musica e la danza. Una ragazza si sente male e per farla uscire da quest'oceano umano dobbiamo farla rotolare sulle nostre braccia fino ai piedi del palco, dove la attendono un uomo della sicurezza e due infermieri che la portano via con una barella.
Le coreografie sono fantastiche, studiate in ogni minimo dettaglio, tutti i ballerini sono perfettamente sincronizzati e le canzoni non perdono mai la loro bellezza. Perfino Thriller, la canzone che ebbe un successone nel 1982 e che diede il nome all'omonimo album, secondo della sua carriera solista, in ogni concerto è ballata su una coreografia diversa e fa sempre uno strano effetto adrenalinico.
Oh, no! Ecco un'altra ragazza da far rotolare ai piedi del palco... "Fuori due!" penso allibita. Più gente se ne va e più c'è spazio per muoversi, mi sembra quasi di riprendere a respirare, ma mi dispiace per loro. Il concerto è appena cominciato e già si sentono male. Chissà perché tutte quelle che svengono sono ragazze... Ci sono anche tanti ragazzi! Mentre penso osservo Michael dritto negli occhi, mi sento morire per quanto è bello, non mi perdo neanche un passo, neanche una parola e con la bocca mimo i testi delle canzoni. Le so tutte a memoria. Con un fenomenale giro comincia This place hotel (Heartbreak hotel), accompagnata dal fantastico suono della chitarra e un ballo da togliere il fiato. Michael è troppo perfetto! Another part of me. No, ora svengo anche io e rischio di svegliarmi in una tenda del pronto soccorso, cavolo!!! A differenza degli altri pezzi, Another part of me, non comincia con il tempo tenuto dal batterista, ma dalla voce di Michael: -Ah! Oh! Eh!- e parte la musica con le braccia che si spalancano improvvisamente. Mi coinvolge troppo, e poi Michael fa dei passi in cui muove il bacino che mi fanno veramente sentire male! Ora Michael canta con una bellissima ragazza del coro, Sheryl Crow, dai capelli ricci e biondi, spumosi, per fare il duetto di I just can't stop loving you. Adoro questa canzone, le adoro tutte! La sua dolce voce, come il suono del vento tra gli alberi, canta "Each time the wind blows, I hear your voice so... I call your name" ed io per un attimo chiudo gli occhi, immaginando che stia dicendo a me queste cose, perché in realtà sembra proprio così: ogni singola parola rivolta a noi fans. E poi, la magia più bella di tutte, riapro gli occhi e non ci sono delle semplici cuffie, c'è una vera voce; non c'è la mia cameretta, c'è uno stadio; non sono sola, c'è una seconda famiglia e c'è lui. C'è veramente questa volta, non è la mia immaginazione, è qui davanti a me e non svanirà così facilmente come nei miei sogni. Proprio a metà della canzone le si avvicina e le sfiora la gamba con la mano. Lei sorride. Noi urliamo. Non è possibile, voglio esserci io al suo posto!!! All'improvviso Sheryl Crow scompare dal palco, la musica si ferma e... arrivano le struggenti note di She's out of my life e Michael, prima di iniziare a cantare, si copre il viso con una mano. Stiamo tutti ascoltando emozionati quando, ad un certo punto, proprio mentre dovrebbe cominciare un'altra strofa, Michael chiede: -Can I come down there? puntando il dito verso le scalette e accenna qualche passo verso la parte inferiore, dove siamo noi. La tensione si fa altissima, urliamo eccitate agitando le mani, fino a quando, tra le prime file, non si percepisce uno strano movimento. Non so perché, ma i battiti del cuore accelerano sempre di più. Una ragazza alta e magra viene presa in braccio da un agente della sicurezza per farle scavalcare le transenne e poi corre con lui fino alle scalette del palco, con la faccia stravolta, senza sapere cosa stia succedendo. Corre verso di lui piangendo e le si getta con le braccia al collo tanto da togliergli il respiro. Michael la abbraccia fortissimo e le sorride, le lascia un piccolo bacio sulla guancia, mentre lei rimane paralizzata con le mani tra i suoi capelli. Lentamente Michael la stacca da quell'abbraccio, molla la presa delle mani e... si inchina. Altre grida. Mi viene da pensare: quale altro artista si comporta come un perfetto Principe Azzurro, trattando le sue fans come vere Principesse tanto da inchinarsi LUI a LORO? Dovrebbe essere il contrario, ma queste eccezioni esistono effettivamente nella vita. Ti sa far sentire proprio speciale... Lui si inchina ai nostri piedi e ci ama con tutto il suo cuore. Quando arriva il momento di scendere dal palco la ragazza cerca in tutti i modi di rimanere aggrappata alle sue braccia. Lui continua a cantare e la guarda con un'espressione che le vuole dire "Tranquilla, andrà tutto bene." Alla fine interviene un uomo della sicurezza che la strappa dal palco con forza. Deve essere un colpo al cuore abbracciare il tuo idolo e dopo dieci secondi renderti conto che è stata un'esperienza che non vivrai mai più. Vorresti tanto rimanere allacciata alle sue braccia per il resto della tua vita, ma il concerto deve andare avanti. Chissà se si ricorderà di lei... Sarei voluta tanto salire io sul palco, avrei dato qualsiasi cosa per essere lì anche solo un secondo, ma sono felicissima per quella ragazza. Ha realizzato un sogno e so che è una cosa stupenda!
Ora è la volta delle canzoni I want you back/The love you save/I'll be there che cantava con i fratelli all'epoca dei Jackson 5. Grida con il fiatone: -Now we gonna give you the old songs the old fashioned way!- e la musica parte. Lo affiancano quattro ragazzi con delle acconciature un po' punk e una ragazza alla chitarra con i capelli lunghissimi e tinti di bianco. Esatto, proprio lei, Jennifer Batten in persona! La conosco, affianca quasi sempre Michael nei suoi concerti ed è una delle chitarriste che più ammiro. Quando sento l'inizio di I'll be there, proprio come quando la sentivo dallo stereo di casa, mi si stringe improvvisamente lo stomaco, ma l'emozione in questo momento non ha niente a che vedere con quella provata a casa; è cantata con una dolcezza e una raffinatezza che solo Michael può dare a questa canzone e inoltre mi fa immaginare che dica a noi fans Io sarò lì quando ne abbiamo più bisogno, ma sappiamo di non poterlo vedere. Lui c'è sempre, nei momenti più bui, quando ci sentiamo soli, quando abbiamo bisogno di un amico, un fratello, ci rifugiamo nella sua musica. Michael e tutti gli altri ballerini hanno il braccio alzato e lo muovono prima a destra e poi a sinistra, ci fanno segno di fare lo stesso e noi alziamo le braccia al cielo, trasformando lo stadio in un mare umano che si muove sulle note della canzone. Sorrido, ma contemporaneamente sulle guance mi scorrono le lacrime. Vorrei solo dirgli: "Ti rendi conto di cosa sei riuscito a creare con la tua musica e la forza del tuo amore?" Intanto una, due, tre ragazze, tutte di seguito, rotolano svenute per arrivare ai piedi del palco. I medici danno piccoli schiaffi per svegliarle, le sistemano in braccio o sulle barelle e le portano via. Effettivamente fa caldo, ma non penso che le ragazze svengano per questo...
Alla fine del pezzo Michael si ferma per un secondo sotto le luci e ci chiede, con il fiatone: -Are you well?- Noi rispondiamo urlando "Yeeeaah!" per fargli capire che siamo con lui e che lo stiamo sostenendo con entusiasmo. Pochi gesti con la mano accompagnati da un suono con la bocca simile ad un "Tu-tu-scìu-tu-tu-scìu-tu-tu-scìu", la musica si alza e si abbassa gradualmente ad ogni singolo gesto, insieme alle luci che si accendono e si spengono, e poi comincia il pezzo Human Nature. Con voce dolce sussurra: -Reaching out to touch a stranger, electric eyes are everywhere... See that girl, she knows I'm watching -e serra il pugno davanti a sè -she likes the way I stare- e a queste ultime parole gridiamo, come se le stesse rivolgendo ad ognuna di noi. Strofina le mani sul corpo, dall'alto verso il basso, partendo dal torace e arrivando ai fianchi, e scivola all'indietro accompagnando il gesto con un movimento del bacino. Proprio mentre canta il ritornello, si blocca improvvisamente sorridendo, punta il microfono verso di noi e porta l'altra mano all'orecchio, gridando: -Everybody!
E' il segnale. Non ce lo facciamo ripetere due volte e subito cantiamo il ritornello a tempo di musica: -Why? Why? Tell'em that is human nature... Why?... Sempre sorridendo, riprende il microfono, soddisfatto e continua a cantare. Lo AMO quando fa così. La canzone finisce, le luci si spengono e lui, con movimenti prima a scatti e poi passi simili al Moonwalk, si gira di schiena muovendo le spalle in modo circolare e sparisce dal palco. Sento la sua magia nell'aria, una strana scia di polvere dorata che lasciano i suoi piedi ad ogni passo.
Trascorre un tempo che mi sembra interminabile; in sottofondo, oltre ad alcuni gridi emozionati, si sente una voce metallica e profonda che proviene da una cassa: "My footsteps broke the silence of the pre-dawn hours, as I drifted down Bleaker St. past shop windows, barred against the perils of the night. Up ahead, a neon sign emerged from the fog. The letters glowed red hot in that way i knew so well, branding a message into my mind, a single word: Hotel."
Poi si accende improvvisamente un riflettore puntato su un enorme telo bianco. Michael balla dietro e la sua ombra alta e snella sembra ancora più imponente del solito. C'è un sottofondo di mistero e ora il coro canta un suono simile ad un "Du-ruuu- Du-ruuu..." Mi batte forte il cuore, so che sta per succedere qualcosa. Come previsto, parte un forte colpo di musica, il telone si alza. Michael è vestito con Borsalino, una giacca bianca e una fascia azzurra sul braccio destro, pronto per cantare Smooth Criminal e ballare con i suoi "ballerini criminali". Si muove divinamente, quasi non tocca terra. E' un'emozione indescrivibile. Il mio corpo si muove ad ogni suo movimento, conosco tutta la coreografia a memoria, studiata pomeriggi interi dal videoclip. Alessandra, accanto a me, urla e salta impazzita. Arriva un altro "criminale" con in mano un esplosivo che si accende provocando scintille rosse. Diventa tutto buio e noi saltiamo ancora di più per cercare di vedere il più possibile. Non so perché lo facciamo, non vediamo nulla lo stesso, ma è una delle reazioni adrenaliniche che ti provoca assistere ad un concerto di questo genere. Si riaccendono improvvisamente le luci, accompagnate da un colpo di batteria, e Michael esibisce il suo fantastico e misterioso passo di danza: con i piedi ben saldi al pavimento, si inclina in avanti fino a sfiorare terra con il corpo, ripreso da un cameraman posto proprio di fronte a lui. Alziamo tutti le mani, eccitati. Il lean, il passo Antigravity. Un congegno posto nelle giacche dei ballerini di Michael esplode; cadono a terra, tramortiti, mentre lui volteggia su se stesso con le braccia spalancate, poi, con passi silenziosi e misteriosi, si cala il cappello sugli occhi e lascia il palco scavalcandoli. E' incredibile, è capace di farmi sentire male anche con una semplicissima camminata! Mi faccio aria con la mano. Una telecamera passa proprio sopra la mia testa e si sofferma per un attimo; dò una veloce gomitata ad Alessandra per chiamarla e mi alzo in punta di piedi, salutando, mandando baci e gridando: "Michael, I love you!". Speriamo che mi vedrà riguardando il concerto... Dopo altri due pezzi carichi di emozione, la gioiosa Rock with you e l'accattivante Dirty Diana, Michael scompare in una tenda montata lì sul palco e si cambia in fretta, per poi uscire nuovamente con una giacca rossa con la "M" con le maniche gialle di pelle e una maschera da lupo mannaro: Thriller. I ballerini sono tutti travestiti da zombie. Sin dalle prime note ritorna alla mia mente, come un insistente flashback, l'immagine di me da piccola seduta accanto alla radio. Le canzoni anni '80 si susseguono lentamente, una dietro l'altra, un po' statiche ma gioiose, finché non rimango incantata da quella canzone; è stato quello l'inizio di tutto e non cambierei mai nulla di ciò che è successo, neanche di una virgola, perché lo considero come l'inizio di una strada bella, ma tortuosa per raggiungere quello che considero il mio angelo custode. Dopo la coreografia, Michael viene rinchiuso in una bara che è coperta con un telo e, sotto i nostri occhi increduli, prende a volare, accompagnata da una musica tetra, finché il telo non viene fatto cadere con forza e... Michael è sparito con tutta la bara! Appare qualche secondo dopo su una scala idraulica, completamente cambiato; infatti ora indossa una giacca rossa e i pantaloni neri della tuta, con una plastica nera posata sulle spalle che svolazza per il forte getto d'aria puntato su di lui. La scala lo porta sempre più in alto e lui si sporge anche dalla ringhiera di sicurezza, volando sulle nostre teste che sono tutte sollevate a guardarlo. Quanto è provocatorio quando fa così, insomma, lo sa che lo desideriamo con tutto il cuore e si mette a viaggiare indisturbato proprio sopra di noi! Grida: -Ooooh! e noi facciamo lo stesso. Lo ripete di nuovo: -Ooooh! e noi urliamo più forte. Quando la scala idraulica lo riporta sul palco, comincia a cantare Beat it. Quanta energia mi dà questa canzone, sia perché è potente, sia perché la faccia arrabbiata di Michael che interpreta il pezzo lo fa sembrare ancora più bello di quanto non sia già! Quando si toglie una parte della giacca e mostra la maglia bianca e una parte del petto, poi, non ne parliamo... Due ballerini, che interpretano i capi di due gang rivali, fanno finta di lottare, poi arriva Michael che li blocca e cominciano tutti a ballare. Quante volte ho provato questa parte allo specchio. Non ci credo, è tutto troppo assurdo e fantastico per essere vero!
Subito dopo Workin' Day and Night, dove Michael questa volta indossa una tuta bianca... e qui muoio letteralmente. Partendo dal presupposto che tutto quello che indossa gli sta bene, con il bianco è divino! Penso che sia il colore che gli sta meglio, insieme al rosso e al nero. Prendo un respiro. Ce la farò a sopravvivere a tutto questo?
Ripetuti colpi di batteria annunciano che sta partendo Billie Jean. Un cappello Fedora, un guanto e una giacca nera di paillettes ed è subito magia! Sotto i riflettori brilla come non mai a causa di tutte le paillettes e gli swarovsky. Quando arriva il momento del moonwalk urliamo impazziti come non mai. Tornerò anche a casa con il mal di gola, ma non mi importa.
Improvvisamente la musica scompare e rimangono di sottofondo solo gli insistenti colpi di batteria. Michael si scatena con dei passi di danza nuovi e sensazionali. Sembra che non tocchi terra con i piedi e alterna giri, moonwalk e sidewalk, movimenti fluidi e robotici. Mi sento morire! Alla fine canta "Billie Jean is not my lover!" con un'intonazione che solo lui sa dare e lancia alla folla il cappello di feltro nero che ha in testa. Un gruppo di ragazzi impazzisce e cerca di aggiudicarselo cominciando a spingere le persone vicine. Quasi lo strappano per agguantarlo.
Come chiusura del concerto, Michael canta prima Bad e poi Man in the Mirror. Nel buio, ci passiamo candele, fiammiferi, accendini... qualsiasi cosa pur di fargli capire che CI SIAMO, e li alziamo al cielo. Noi siamo qui per restare. Ogni luce rappresenta un cuore che ti terrà per sempre dentro e ti proteggerà. Il pezzo si conclude con una decina di giri su se stesso e poi giù, con le ginocchia per terra. Si sdraia sul palco a pancia in giù continuando a cantare, un po' per fare scena e un po' perché è stremato.
Vorrei tanto che questa giornata non finisse mai! Mi sento veramente un'altra persona dopo aver assistito a questo concerto e ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di aver vissuto un'esperienza del genere. Non lo dimenticherò mai.
Tutte le cose che hanno un inizio hanno anche una fine, purtroppo, e il finale si avvicina molto più velocemente quando è qualcosa che ti piace. Tutti questi giorni di folle attesa e, alla fine, anche questa fantastica esperienza giunge al termine. Le luci si spengono e... Michael compare di nuovo sul palco con una bellissima camicetta azzurra e la maglia bianca che gli si continua ad attaccare al corpo per quanto è sudato. Come al solito avrà faticato moltissimo, ma il risultato è stato grandioso, eccezionale, all'altezza di un perfezionista come lui! Il migliore come sempre, quello che riesce a farti provare le emozioni di una vita in una sola sera. Con un dolce ed emozionatissimo "I love you London!" ci saluta mandando baci. Urliamo impazziti e gridiamo a nostra volta per ricambiare: We love you more, Michael!. E solo con la sua timidezza riesci a renderti conto che dopotutto è un ragazzo come molti, ma semplicemente pieno di talento. Mentre siamo intenti ad urlare e agitare striscioni, svanisce nel nulla e di lui rimane solo una fantastica esperienza.
La folla piano piano si sposta verso l'uscita e poi sul retro, dove si ipotizza che Michael lasci lo stadio per sgattaiolare via a tutta velocità nella sua lussuosissima macchina prima che i suoi fans gli tendano un agguato. Io e Alessandra corriamo mano nella mano per non perderci in mezzo a tanta gente, ma come tutti prevedevano, la macchina è già lontana... Qualche avventuroso prova a correre a più non posso, ma alla fine si arrende e ritorna indietro col fiatone. Siamo tutte e due elettrizzate e, con gli occhi ancora scintillanti per l'emozione, ci guardiamo e ci capiamo al volo.

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