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Ci attendono due serate emozionanti in ben due stadi diversi: una a Barcellona, nel Nou Camp Stadium, e un'altra a Madrid, nell'Estadio Vicente Calderon.
Tutto è come sempre. Partiamo con un suv scuro e quando arriviamo è pericoloso scendere a causa della folla che ostruisce le strade e impedisce il passaggio della macchine. Si sente gridare "Michael!" ovunque ci giriamo e tutta la città è tappezzata di giganteschi manifesti, volantini e cartelloni pubblicitari; in ogni angolo ci sono poliziotti e guardie di sicurezza. Il nostro albergo, che è la nostra unica fonte di salvezza, è circondato. E' come se fosse scoppiata una bomba. Una situazione ingestibile. E pensare che a Londra io e Alessandra facevamo parte delle persone che ora stanno causando il delirio in città! Ripensare a questa cosa mi fa venire un po' di rancore, ma mi fa anche tanto ridere.
E' la prima sera e sono veramente emozionatissima! Ci sono circa 70 mila fans che hanno occupato lo stadio in meno di due minuti e le urla crescono gradualmente. Purtroppo questa volta Karen Faye ci mette troppo a truccarmi, e così sono talmente in ritardo che quando raggiungo finalmente il resto della troup hanno tutti già fatto la preghiera in cerchio, con le mani strette l'una nell'altra, sperando che il concerto andrà bene. E' come un rituale che si ripete prima di ogni concerto, per affidarsi nelle mani di Dio, e io questa volta sono mancata! Michael, vedendo il mio sguardo dispiaciuto, mi prende la mani e preghiamo in un angoletto insieme, solo io e lui, e l'amore che si sprigiona da questo suo gesto mi scorre improvvisamente nelle vene, come una magia.
Poi finisce di indossare gli abiti di scena ed è già pronto per salire nuovamente sul palco, con il suo completo giacca-pantalone nero ricoperto interamente di borchie che tintinnano ad ogni passo. In fondo, nella parte di palco non illuminata dai fari, ci sono i musicisti e poco più avanti i coristi. Ci sistemiamo ai lati del palco come abbiamo sempre fatto durante le prove, con Michael al centro. Le telecamere sono ovunque, persino nei posti più impensabili. Un passo falso e sarai ripreso, pronto a comparire sui giornali del giorno dopo. L'ansia comincia a farsi sentire, ma non per i pezzi che ho sempre ballato con i miei amici ballerini negli altri concerti, assolutamente. Lì mi fondo completamente con la musica e non mi accorgo più neanche di essere circondata da milioni di persone; avviene "l'incantesimo", proprio come succede a Michael, e tutto grazie alla musica, alla SUA musica.
Questa volta è diverso perché si sta avvicinando un momento un po' cruciale per me... Continuo a ballare e cerco di non pensarci, andando a tempo con la batteria, la chitarra, il basso elettrico, la tastiera, il coro e la dolce voce di Michael, simile a quella di un angelo. Le sue note più acute, soprattutto in pezzi come I'll be there, I just can't stop loving you o ancora She's out of my life richiedono molto impegno ogni volta, ma per lui non è mai uno sforzo. Sto ad ascoltarlo con attenzione, sempre più incredula. Tra un po' mi mancherà non avere più quella voce sempre vicino a me e sarà difficile accettarlo. In questo concerto Michael ha deciso di esibire anche il pezzo Off the Wall, con una versione completamente rivisitata e adrenalinica, ma che nonostante tutto non si distacca molto dall'originale, che parte con una risata teatrale di Michael semplicemente da urlo e termina con il suono pizzicato delle corde di una chitarra che si dissolve. La spensieratezza con cui balla e canta sulle note si diffonde in ognuno di noi e il risultato è un pubblico in delirio che salta e e applaude. Dopo altri sei o sette pezzi ecco che arriva il momento tanto atteso, almeno da me.
Vado in camerino come un lampo e osservo per un lungo momento i vestiti. Non c'è tempo da perdere, lo so bene, eppure esito un attimo nell'infilarli. Mi sta per vedere praticamente tutto il mondo! Tiro su la zip del vestito a tubino nero, corto fino a metà coscia e allaccio il cinturino delle scarpe col tacco. Camminare per tutta la lunghezza del palco con quel tacco alto ben 15 cm è un'impresa, abituata come sono a portare le mie comodissime scarpe da ginnastica. Fortuna che in questi giorni ho fatto un po' di pratica, ogni volta avanti e indietro, correndo o camminando. Infilo i bracciali al polso. La truccatrice mi dà un'ultima sistemata ai capelli e al trucco, riempiendomi di fard e ritoccandomi la matita mezza sciolta per il sudore. Mi guardo allo specchio e sorrido. Non ho mai visto questa parte elegante e seducente di me in ben diciotto anni, forse perché non pensavo si addicesse al mio carattere ribelle, chissà. Appunto due cerchi argentati alle orecchie e porto i capelli da un lato, accostandomi al palco. Si sono appena spente le luci, mi sono persa il pezzo di Thriller nel quale Michael ha preferito che non partecipassi in modo che avrei avuto più tempo per preparami. Dal microfono di Michael emerge uno strano verso, come una specie di "Cshh..." , si posiziona al centro della luce e comincia a ballare al ritmo dell'insistente batteria, muovendo il bacino. Billie Jean. E' veramente una cosa fenomenale! Ha indosso i pantaloni neri con le righe dorate lungo la parte laterale, i suoi mocassini neri con le calze bianche arrotolate alle caviglie, una maglia bianca con sopra la giacca ricoperta di paillettes, il cappello Fedora e, infine, il suo guanto tempestato di diamanti e paillettes che brillano alla luce dei riflettori. Fa uno strano effetto vedere Michael così dopo averlo conosciuto e averci abitato insieme. Querta canzone, poi, mi emoziona particolarmente. Ho degli strani tremolii lungo tutto il corpo e il mio piede non riesce a stare fermo. Sento di amare Michael all'infinito anche adesso, tutto sudato, con la maglia attaccata al corpo e i riccioli che si sciolgono dal codino e vanno a finirgli davanti agli occhi. Anzi, ora più che mai! Lo amo come persona, come ballerino, come cantante, come bambino, come intrattenitore, come umanitario, ma soprattutto per quello che dimostra di essere giù da quel palco. Lui pensa che io lo veda ancora con gli occhi di una fan e forse all'inizio era così, ma ora non penso di avere più questo in mente. Sto vivendo un'estate incredibile con il mio idolo e ancora non posso crederci di essere qui, ma qualcosa in me sta cambiando. Non lo vedo più con gli stessi occhi di prima.
Michael intanto si prepara per il Moonwalk, ormai riconosco il punto della canzone in cui lo fa. Punta prima il dito in avanti e poi di lato gridando "Hee! Hoo!", si guarda a destra e a sinistra, si ferma per un secondo e neanche il tempo di accorgersene, già è scivolato all'indietro e ha percorso metà palco. Gridiamo e applaudiamo ogni volta sempre più stupiti ed eccitati. Quel passo rimarrà nella storia, colpirà l'attenzione di tutte le generazioni e chiunque assocerà subito il suo nome al Moonwalk.
Mike intanto cammina avanti e indietro per il palco cantando e va a recuperare il cappello che aveva lanciato al lato del palco all'inizio della canzone. Michael guarda il suo cappello con un'aria davvero stupenda (giuro che sto per svenire, lo vorrei riempire di baci!), ci passa una mano sopra sfiorandolo come se stesse per compiere una magia e ritorna al centro di un riflettore che si accende di nuovo al centro del palco. Il sottofondo musicale scompare e ritorna a predominare l'insistente batteria proprio come all'inizio. Sfrego le mani sudate sulle calze. Sento che sta per succedere qualcosa. La musica si fa molto strana, mentre lui comincia ad alternare passi scivolati simili al Moonwalk a movimenti meccanici, proprio come li stava provando nella sua sala da ballo a Neverland, ma molto più accentuati. Tutti lo seguiamo con lo sguardo, gridando a ritmo di musica "Oh! Oh! Oh!", mentre qualcun altro urla "Michael!!!". Sono lunghi minuti di suspense e di emozione in cui ci sentiamo partecipi alla sua esibizione. Poi le luci si spengono e rimane acceso solo il riflettore puntato su di lui. Si mette in posa, alzando una mano verso l'alto: -Billie Jean is not my lover!
Con queste parole anche l'ultimo riflettore si spegne e il mio cuore smette improvvisamente di pulsare così forte.
Ripenso a quello che è successo durante gli ultimi pezzi: durante Human Nature il microfono smette di funzionare improvvisamente e così Michael porta una mano all'orecchio, affatto arrabbiato, direi più divertito, e lascia cantare i fans durante quel mezzo minuto che occorre allo staff per portargli sul palco un microfono funzionante, anche se più grande dell'originale; durante Billie Jean il codino gli si sfila, facendogli ricadere i riccioli sulle spalle, ma lui, per verificare quella perdita, si tocca i capelli mascherando il gesto con un passo di danza. Gesto che in me suscita ancora più ammirazione. Pura arte, anche nel camuffare gli inconvenienti del mestiere. E' la serata degli errori, speriamo che andrà tutto bene!
Improvvisamente qualcuno mi bussa sulla spalla da dietro. Per quanto tempo sono rimasta qui nell'ombra a fissare il vuoto, con questi pensieri che mi ronzano per la testa? Mi volto. Il suo sguardo mi colpisce dritto il cuore. Michael. Veste i pantaloni neri con la riga di lato e la cintura con la stella, la camicetta azzurra-blu e sotto di essa ha una delle sue magliette bianche con lo scollo a V. Dai capelli si formano goccioline di sudore alle punte che si affretta ad asciugare con un asciugamano. Porta una mano alle labbra, sussurrando: -You're amazing!
Avvampo e, con la voce strozzata, riesco a rispondere un: -Grazie.
In realtà avrei voluto rispondergli molto di più e cioè "Ti ringrazio, ma in realtà qui chi è bellissimo sei tu, anzi, sei perfetto. Esattamente come ti ho sempre immaginato nei miei sogni. Ti amo e non posso pensare ad un singolo giorno della mia vita senza di te!" Okay, forse non sarei riuscita a dirgli esattamente questo, ma è quello che penso ogni giorno, ogni secondo e prima o poi lo saprà.
-Allora, sei pronta ad essere conquistata?- mi chiede con aria di sfida.
Porto una mano sul fianco e lo guardo con la coda dell'occhio, abbozzando un sorriso: -Prima vediamo se ci riesci!
Insomma, dov'è finita la sua timidezza, la nostra timidezza? L'ho sempre detto che in concerto succede qualcosa di insolitamente magico. Le luci si accendono e si spengono ad intermittenza, come in una discoteca e Michael se ne va via correndo con il suo solito sorriso sulle labbra. Getta l'asciugamano per terra, da un lato, e afferra il cappello Fedora. Al centro del palco, nella parte superiore, viene posizionato un telo bianco con dei faretti puntati sopra. In questo modo viene proiettata la sua ombra, ancora più alta e snella del normale, e lui comincia a ballare dietro al telo nel più totale silenzio, solo con il sottofondo delle grida dei fans e il coro che ripete uno strano suono simile a "Du-uu... Du-ruu" con qualche schiocco di dita. Poi il telo viene sollevato di colpo e Michael comincia a sussurrare "Hey, pretty baby with the high heels on...", non proprio cantando, quasi parlando, e sentite queste parole, istintivamente mi guardo le scarpe col tacco. Beh, lo so che la canzone non è dedicata a me, ma lasciatemi fantasticare un po'! Sarebbe proprio bello se Michael mi chiamasse "baby"...Quando Michael bisbiglia "Acha uuh" accompagnandolo con un gesto della mano la musica parte e lui inizia a cantare. Chiudo gli occhi e faccio un respiro profondo. Mi comincia di nuovo a battere forte il cuore, in maniera irregolare. Sono molto agitata. Mi dò un'ultima sistemata al vestito. Dopo aver cantato le prime due strofe rimane solo la base musicale, il punto in cui devo entrare, così faccio comparire un sorriso nervoso, con i brividi che mi percorrono il corpo, e a lunghi passi mi dirigo verso Michael e gli altri ballerini che lo affiancano, proprio come nelle prove.

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