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Quando le luci si riaccendono gradualmente fino a rendere chiaro che siamo lì da un pezzo, ma che nessuno ci ha visto, il pubblico è in delirio, una cosa veramente scioccante. Facevamo davvero questo effetto visti dall'alto del palco? Chissà cosa pensava Michael vedendoci a Londra... Ma lui sembra abbia lo sguardo perso nel vuoto, in lontananza. Tre colpi di batteria, le luci si spengono e accendono velocemente e il palco diventa una perfetta pista da ballo dove non ci sono regole né tempo. Si sta realizzando un sogno, mi sento posseduta dalla musica, non riesco a smettere di ballare, e mi sento un tutt'uno con il ritmo. Sarà forse questa la magia di cui parlava Dominic? Dimenticarsi di tutto e vivere a fondo quelle emozioni indescrivibili che solo la musica può dare, lasciare le preoccupazioni giù dal palco e calpestare con fierezza questa pista mentre si balla? La sensazione strana, vivo i pezzi in maniera totalmente diversa, caricandomi di adrenalina che mi fa fare ogni passo con estrema precisione e mi fa interpretare la musica trasformandomi nello strumento che la produce. L'ambiente, come dice sempre Michael, è molto caldo: davanti a me c'è la nostra famiglia di fans emozionati, al mio fianco c'è la mia seconda famiglia di amici ballerini e musicisti... Mi ritrovo circondata da molte famiglie, ma ne manca una speciale. Mi sarebbe piaciuto tanto vedere mia madre, mio padre, Alessandra, in prima fila, mentre gridano i nostri nomi... e tutti quei compagni di scuola che mi hanno sempre presa in giro per la mia passione e che ora mi vedranno a New York ballare dietro il mio idolo e realizzare il sogno di una vita.
Michael è formidabile. Vederlo da casa è un conto, averlo come esempio davanti ai propri occhi è un altro! Balla, non si ferma un secondo, e sembra quasi che i suoi piedi non tocchino terra. Ogni movimento è rapidissimo, ma tutto fatto con un'estrema perfezione. E' tutto sudato, i capelli gli si attaccano alla fronte e di tanto in tanto li riporta dietro le orecchie. Vola sulle note, vive immerso nella musica, affida l'anima a Dio prima di salire sul palco e gli viene restituita solo quando finisce il concerto. La sua voce poi, non ne parliamo! La voce di un angelo caduto sulla Terra. Una voce così dolce e minuta quando parla, così calda e profonda quando canta, che riesce a trasmettere molti più sentimenti di inutili parole. Da piccola, quando ero triste, ascoltavo le sue canzoni e dalle parole sembrava mi capisse senza avermi mai conosciuto. La reputavo una delle più folli magie dell'Universo! E ora eccomi qui, il sudore che mi inumidisce la pelle, ma sempre felice e con il sorriso stampato sulla faccia. Dopo il duetto di I just can't stop loving you con Sheryl Crow, segue la canzone che ogni volta che ascolto mi prendono i crampi allo stomaco: She's out of my life. In questo pezzo Michael fa sempre salire una sua fan sul palco e noi, da dietro le quinte, ci godiamo lo spettacolo, immaginando la reazione della fortunata prescelta. Questa volta sembra abbastanza tranquilla. Si abbracciano e dal movimento delle labbra sembra che gli sussurri I love you. Lo stringe a sé, non lo lascia e comincia a piangere.
-Quanto è tenera, guardala!- urliamo per parlarci, perché non si sente davvero niente con la musica così alta e la struggente voce di Michael. Annuisco senza distogliere lo sguardo. Le guardie del corpo la staccano dall'abbraccio e lei inizia a piangere ancora di più. Un brivido mi corre lungo la schiena. Non so per quanto tempo rimango a fissarli... Alla fine del pezzo, proprio sull'ultima nota, puntualmente, Michael si commuove e gli scende una lacrima. E' in questo momento che gli ritornano alla mente tante cose di quando era piccolo e l'adulazione e la notorietà di cui è circondato adesso. Semplicemente, china la testa come fosse una benedizione, e anche se cerca di non darlo a vedere al pubblico, piange. Si immedesima talmente tanto nella musica e nelle parole delle canzoni che le interpreta attraverso i propri sentimenti, ma non sono sentimenti finti, questi vengono direttamente dal cuore. Vorrei solo salire di nuovo sul palco e asciugare quelle lacrime che gli rigano il viso...
-Claudia, tra poco rientriamo in scena, cosa stai fissando? Vieni che dobbiamo prepararci.
-Rimarrei a sentirlo cantare per ore...
È il turno di Thriller. Musica tetra di sottofondo e luci spente. Infiliamo le speciali giacche grigie che si illuminano al buio e delle maschere orribili da zombie, poi riprendiamo a ballare. Dopo aver ballato al buio con i contorni delle figure delineati dalle luci al led, i riflettori si riaccendono e noi trasciniamo Michael all'interno della bara per poi scomparire e ricomparire dall'altra parte del palco, pronto a cantare un nuovo pezzo. Ora che so i trucchi di scena mi viene da ridere ripensando a tutte le volte che sono rimasta con la faccia sbigottita a chiedermi come aveva fatto ad apparire in un secondo dall'altra parte del palco, con i vestiti completamente cambiati. Appare poco dopo sulla scala meccanica, pronto per cantare Beat It. Subito dopo è il turno di Billie Jean. Dato che in questo pezzo balla solo Michael, ci sistemiamo comodi dietro le quinte per respirare un attimo e rimaniamo a guardarlo. Parte la batteria e lui si calca il cappello di feltro nero sulla testa, mentre il guanto di paillettes brilla sotto la luce dei riflettori; a questo gesto comincia a muovere il piede avanti e indietro con gesti a scatti delle spalle. Canta e ci mette tutta l'energia. Balla e i suoi movimenti sono perfetti, ogni minimo particolare, ogni minimo dettaglio studiato per giorni e giorni. Sul palco c'è la Perfezione. Movimenti lenti o a scatti, accattivanti e aggraziati allo stesso tempo. Ma in questo ballo stiamo tutti aspettando con ansia una sola cosa... Impugna il microfono con la mano guantata, fa un giro su sé stesso e scivola all'indietro sul pavimento: il Moonwalk. Sarebbe capace di danzare sulla Luna... I fans urlano impazziti e anche noi gridiamo "Uhuu, vai Michael!!!". Lo studio attentamente. Il corpo resta fermo, ma il collo si muove avanti e indietro, mentre si accompagna con dei gesti delle mani. Mentre fa il Moonwalk, istintivamente, struscio il piede sul pavimento. I segreti e le tecniche di Michael rimarranno per sempre avvolti in un alone di mistero, perché per quanto si possa imparare e perfezionare, lui ne è l'inventore e nessuno potrà mai imitarlo perfettamente. Il pezzo termina con il lancio del Fedora verso il pubblico. Vedo fans che si eccitano e altri che si sentono male. Quando si è lì in mezzo non si capisce più niente, esiste solo il tuo idolo che balla e canta. Lo senti così vicino che ti viene da piangere, non puoi crederci di essere ai piedi del palco e qualcosa ti invade il petto, forse un senso di gioia troppo grande per essere controllato, e ti esplode come un fuoco che divampa in tutto il corpo e ti impedisce di stare fermo.
L'ultimo pezzo della scaletta, il mio preferito, è Man in the Mirror. Verso la fine del pezzo circa una ventina di bambini, che avevo adocchiato di sfuggita poco prima dietro le quinte, vengono portati sul palco e lasciati ballare insieme a Michael. Alla loro vista, il suo viso diventa soave, divertito, un po' come il loro, e ballano tutti insieme. L'emozione, nel vedere come sono in sintonia o, come dice Michael, "sulla stessa lunghezza d'onda", fa venire da piangere. Dopo tanto divertimento, ballo e canto, anche questa indimenticabile esperienza finisce. Michael saluta i suoi fans correndo per tutto il palco, mandando baci con la mano e facendo inchini, presentandoci al pubblico. Ci inchiniamo uno ad uno. Quando presenta me grida il mio nome sorridendo, con il suo stupendo e buffo accento nel pronunciare nomi in italiano, mi afferra la mano e mi porta davanti a tutti. Faccio un piccolo inchino timidamente, poi lui mi fa volteggiare un paio di volte, infine mi abbraccia e mi accompagna di nuovo al mio posto ridendo. Poi sparisce con me correndo dentro il van, dove ci attendono Wayne e Frank! Gli altri ballerini e i coristi rimangono sul palco, cercando di attirare l'attenzione e tenere la situazione sotto controllo mentre noi sgattaioliamo via. Se ne andranno a breve con un altro van riservato apposta per loro.
Sono tutta sudata, ma felicissima! Ho la musica che ancora mi risuona nelle orecchie, la magica aria carica di adrenalina che mi avvolge, il corpo che non riesce a stare fermo e negli occhi ancora la vista di quel palco e quel mare di fans. Il sangue mi pulsa ad una velocità pazzesca, dalle gambe fino alle tempie. Sensazioni stupende che non ho mai provato prima e che mi fanno capire quanto sia diverso questo mondo dai miei piccoli abituali ritmi di Roma. Il van cammina a rilento e mano a mano che ci spostiamo sento delle botte contro i fianchi, accompagnate da grida. Quelle grida che ho imparato a riconoscere così bene... Guardo Michael che, sorridente, apre poco il finestrino, tanto quanto basta per farvi passare un paio di dita, e lascia la mano fuori per salutare i fans che sono già riusciti a raggiungerci. Un ragazzo la sfiora appena e, voltandomi indietro, colgo l'emozione che cade a lacrime dai suoi occhi. Chi può dargli torto... Quando il van riesce a districarsi dalla massa informe di persone e ad imboccare la strada principale, parte a tutta velocità.
Michael è affannato, sento i suoi respiri pesanti mentre si asciuga la fronte con un telo nero. -Siete stati bravissimi, complimenti davvero! Hai visto che alla fine è andato tutto bene?
-Sì, mi sono divertita tantissimo! E' stata un'esperienza magica, indimenticabile... E' il giorno più bello della mia vita. Tutta quella gente, la musica... E' stato totalmente diverso dalle prove, inaspettato.
-Questa è la parte più bella del mio mestiere.
-Già, ti regala emozioni indescrivibili!- concordo io.
Più ci allontaniamo dal Madison Square Garden e più ripenso a tutto ciò che è appena accaduto, tutto ciò che ho fatto e di cui non mi sono resa conto fino ad adesso. Se qualcuno mi chiedesse in questo momento come mi è sembrata questa esperienza, non avrei altre parole se non "Magica". Un impeto di felicità mi attraversa il petto e sul mio volto compare un sorriso che non riesco a mascherare in nessun modo. Ma è in questo momento che realizzo una cosa: tutto questo era finalizzato al concerto e, ora che il concerto è finito, cosa succederà? Che ne sarà delle giornate trascorse insieme?

-Troppa tensione, eh?- chiede Michael, passandosi il telo sui capelli.
-Cosa intendi?
-Beh, un concerto richiede molte energie e si accumula veramente tanta tensione. E' una cosa normale.
Si avvicina improvvisamente, guardandomi negli occhi, e mi abbraccia. Lo vedo come un invito a lasciarmi andare, dimenticare le preoccupazioni, e lo faccio. Ha ragione lui, forse è lo sfogo della troppa emozione, ma lo avvolgo anche io in un dolce abbraccio e chiudo gli occhi per isolarmi dal resto del mondo. E' incredibile come un semplice gesto come questo possa farti stare meglio. Me lo immagino come una specie di fratello maggiore, di migliore amico, di amore, non so. -Stai bene?- chiede. La sua voce che mi sussurra nell'orecchio mi fa rilassare tutti i muscoli contratti ed ha uno strano effetto su di me, un calore confortevole che però mi provoca dei brividi di piacere lungo tutta la schiena. -Mai stata meglio!- ed è la verità, non c'è mai stato un momento più bello di questo.
-Posso farti una domanda?
-Ma certo.
-Ora che succederà?
Si scioglie da quell'abbraccio per guardarmi nuovamente negli occhi, come se volesse scavare nel profondo della mia anima. Cerco di rimanere calma.
-Oh, beh... si va all'albergo e poi torniamo a Neverland- risponde stupito, senza capire la mia domanda.
-Intendevo... cosa farò io? Insomma, il motivo per cui ero venuta era il concerto e ora è tutto finito. Tornerò a casa?
-Perchè ti preoccupi?
Ecco, lo sapevo, non gli mancherò per niente. Ma certo, è inevitabile, ha detto addio a talmente tante persone nel corso della sua carriera che per lui è una cosa normalissima. Abbasso lo sguardo. Non ho il coraggio di guardarlo in faccia...
-Insomma- dice, costringendomi ad alzare di nuovo la testa con due dita. -Deve ancora iniziare agosto! Abbiamo un altro mese davanti. E' vero, ti ho promesso che ti avrei riportata a casa per quando comincerà la scuola e manterrò la promessa fatta, ma mi servirebbe una consulente di moda, quindi se non ti dispiace...
Sollevo la testa d'impulso e il cuore mi si riempie di eccitazione. Vorrei solo urlare di gioia. Mi allontano da lui ridendo. -Ah, solo per quello?! E' così che la metti???
E gli inizio a fare il solletico. Lui contrattacca e io mi contorco ancora di più dalle risate, piegata in due.

Quando arriviamo in albergo passiamo il resto del tempo a magiare pop-corn vedendo un film. Andiamo a letto più o meno verso le due e mezza, perché nonostante la stanchezza, l'adrenalina di oggi si fa ancora sentire. E poi ho tante emozioni vissute da condividere con lui! Sorridiamo alla vita che si ritorna a Neverland!!!

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