28

736 57 9
                                    

Scendiamo dalla ruota panoramica un po' storditi. Siamo di nuovo dei piccoli puntini in mezzo a delle giostre giganti.
-Non puoi non provare il carosello! Facciamo solo un giro!- esclama emozionato.
-Va benissimo!
Arriviamo sulla piattaforma circolare.
-Oh mio Dio, tra tutti questi animali non so quale scegliere!- dico ridendo.
-Siedi su quello che vuoi, quello che ti colpisce di più.
Mi aggiro un po' tra quegli animali dipinti e statici, finché non vedo un cavallo Farfalla Cherubino Alato con dei fiori tra la criniera e le zampe sollevate al vento, come se stesse per partire per una folle corsa. Sorrido e mi siedo. Sì, è questo quello che mi piace di più. Michael si siede su un animale accanto a me, ma continua a fissarmi sorridente per tutta la durata del giro.
-Che c'è?- chiedo incuriosita, sorridendo a mia volta.
-Niente.
Dopo un magnifico giro su una magnifica giostra come questa, scendiamo tra mille risate. Prima di ripartire mi fermo sul vialetto. Le luci ci irradiano i volti e proiettano le nostre ombre allungate sulla strada. -E te?
-Io cosa?- chiede Michael sorpreso.
-Qual è il tuo animale preferito?
-Proprio quello dove eri seduta te. Non trovi stupendo che un animale finto possa colpirti così tanto?- Sorrido, ma non rispondo. -Ho ancora una cosa da farti vedere. Vieni.
Abbandono il parco con uno strana sensazione di piacere, come se la magia si fosse impossessata di me. Ci addentriamo lentamente nell'oscurità che ci avvolge piano, verso il mistero di un altro magico posto di Neverland.
Imbocchiamo una stradina illuminata da piccoli lampioncini, per poi tagliare di nuovo nei verdi prati tosati di fresco. Non c'è nulla a tradire il silenzio di questa notte, c'è solo il fruscio dei nostri passi attutiti dal tappeto d'erba e il frinire di qualche cicala. Le querce tutt'intorno a noi, contorte e taciturne, sostano nell'oscurità della notte, come giganti sentinelle che vegliano sull'immensità di Neverland. Di tanto in tanto sul nostro cammino troviamo qualche statua, tutte raffiguranti bambini con espressione sorridente o sognante. Dopo venti minuti buoni di camminata, tra querce, lampioncini e aiuole di fiori colorati, Michael si ferma all'improvviso.
-Oooh, non ci posso credere! E' il tuo Giving tree!!!!! Fino ad ora sono riuscita a vederlo solo in foto.
Davanti a me c'è un albero secolare altissimo, imponente, con il fusto che sembra avvolto su sé stesso e con dei rami lunghissimi che si protendono un po' verso l'esterno, un po' verso l'alto.
Quest'albero è molto speciale per Michael, è il suo albero, perché è qui che prende ispirazione per scrivere le sue canzoni, qui siede su uno dei rami e inizia a scrivere.
Sono così presa dai miei sogni che stanno diventando realtà, che non mi sono accorta che Michael è scomparso.
-Hey, dove sei finito? Non ti vedo più!
-Sono quassù!
Alzo lo sguardo e intravedo la testa tra i rami pieni di foglie. Ripensandoci è assurdo! Tutti noi conosciamo il Re del Pop che balla, canta e si scatena sul palco. Quello che si intimidisce appena si tocca un argomento molto personale e che adora Peter Pan, non quello che si arrampica sugli alberi! Forse è così... Lui non è una persona troppo diversa dagli altri, ma un essere umano come tutti, forse ancora con l'animo di un bambino, ma è pur sempre un essere umano che fa cose normali come noi: dorme, mangia e soprattutto scherza...
-Dai, non aver paura! E' meno alto della ruota panoramica.
-Sicuro?
Annuisce.
-Okay, arrivo.
Mi arrampico piano piano. Effettivamente quel tronco ha una forma così strana che crea ovunque degli appigli che sembrano nati apposta per arrampicarcisi sopra. Non guardo giù per paura di cadere e proseguo spedita. Finalmente lo raggiungo. Mi sistemo i capelli perché ho l'impressione che si siano arruffati e siedo accanto a lui, su una strana piattaforma di tronchi accatastati gli uni sugli altri tra i rami.
-Questo è il posto più bello di quest'albero e il panorama è bellissimo!
Davanti ho uno spettacolo innaturale e suggestivo. Sembra di vivere in un mondo magico, come quelli delle fiabe, dove bambini e creature fatate vivono in allegria nei boschi. In lontananza si vede una macchia scura, un lago, e dentro dei fenicotteri dormienti. Una leggera brezza fa scuotere tutte le foglie dell'albero, creando un dolce suono. Mi stringo nel cappotto, scossa da un brivido di freddo; Michael è impassibile, in ascolto, con gli occhi chiusi e i piedi incrociati l'uno sull'altro. Dopo un lungo momento di silenzio...
-Ascolta. Non ti sembra che stia cantando?
-Sì...
-La melodia è bellissima.
Riapre gli occhi.
-E' così che nascono le mie canzoni. Io sto in ascolto, il mio albero mi dà la melodia e poi le parole vengono da sé. Riesce a cogliere la bellezza della musica anche nel vento. Fruga nella tasca del cappotto e tira fuori un pezzo di carta interamente scritto.
-Questo è il contratto. Mi basta una firma e il lavoro sarà tuo. Queste sono le condizioni, è tutto scritto qui e questa sarà la tua paga...
-Ma è una cifra enorme!
-Dici?
In realtà è da mettere in chiaro che per me è una cifra enorme, magari per lui è come spendere cinquanta cent per una caramella. Prendo la penna e firmo. Dall'espressione, sembra soddisfatto.
-E ora devo dirti che... le prove cominceranno domani perché il prossimo concerto è tra due settimane circa.
-Due settimane?! Così presto?
-Sì, ma non ti preoccupare. Imparerai in fretta.
Mi fa l'occhiolino, ma io sono già nel panico. Conosco le sue coreografie a memoria, ma se dovessi dimenticarmi tutto sul palco?

We are ForeverDove le storie prendono vita. Scoprilo ora