Che stanchezza! Sono sdraiata sul letto a pancia in su e con le mani sugli occhi da parecchio tempo. Per Alessandra anche solo il fatto di essere stata in una macchina di lusso come una Rolls Royce con un autista personale è stato davvero incredibile! Per me, invece, è stata la cosa meno incredibile di tutte. Sono stata prelevata da due uomini sotto un albergo, in quell’albergo c’era Michael Jackson, ho parlato con lui, mi ha rivelato che ci eravamo già incontrati a Roma a mia insaputa, mi ha chiesto di diventare una sua ballerina e infine due fans mi seguono fino a casa per abbracciarmi perché io ho abbracciato Michael! Come potrei preoccuparmi di una Rolls Royce con il suo autista?!? Non so già quante volte ho rivissuto tutte le sensazioni, ho fatto riaffiorare alla mente i discorsi, le parole e mi sembra di avere ancora il suo profumo impresso sulla pelle. Ora per fortuna Alessandra si sta facendo una doccia e mi ha lasciato un po’ di tregua, ma so che quando uscirà ritornerà alla carica con le domande… in più ci si è messa anche sua nonna.
Ora devo dire tutto ai miei e quale sarà la loro reazione?
“Toc toc!” Qualcuno bussa alla porta.
-Avanti.
Sono di nuovo pronta ad essere sommersa di domande. Sulla porta compare la nonna, con il morbido corpo immerso in un vestitino a fiori.
-Nonna! Fammi indovinare... vuoi sapere qualcos’altro riguardo ieri sera?
-Tranquilla cara, non sono qui per sentire altri racconti. Piuttosto, è arrivato un pacco dall’Italia– e da dietro la schiena mi mostra un insolito pacco marrone.
La porta del bagno si spalanca. Alessandra è ancora in accappatoio.
-Un pacco? Dai Claudia, che aspetti? Aprilo.
-Sì!
Prendo delle forbici robuste e taglio il bordo del cartone sigillato con lo scotch.
"Speriamo che la indosserai per il concerto! Quando l’abbiamo vista abbiamo subito pensato a te. Ci manchi! Ti vogliamo bene. Con affetto. Mamma e papà." Questo dice il biglietto e all’interno c’è una bellissima felpa nera con la stampa di Michael nella posa della copertina del disco di Bad, proprio come nel mio poster.
-Non è arrivato per quando avevano previsto– ride la nonna.
Annuisco.
Evidentemente doveva arrivare ieri mattina, ma deve esserci stato un problema durante la spedizione. Mi sale un groppo alla gola. Dopo tutte le bugie che ho detto, sento di non meritare neanche il minimo regalo da parte dei miei genitori.
-Che bella!
Alessandra accende il phon per asciugarsi i capelli, lasciando aperta la porta del bagno.
–Peccato che sia arrivata in ritardo, almeno la potevi mostrare a Michael ieri– e ridiamo tutte e due.
Ripenso al suo viso gioioso quando ha visto la sua faccia impressa sulla mia maglietta, uno dei dettagli che ho dimenticato di raccontare, magari per gli altri insignificante ma per me importantissimo. Prendo la felpa, mi osservo allo specchio posandola sopra quella che indosso con un sorriso e la ripiego nella valigia. A lei penserò dopo. Devo chiamare i miei genitori per ringraziarli del regalo e per… raccontare loro la verità… o almeno quasi tutta la verità e spero che vada per il verso giusto.
-Io vado a ringraziare i miei genitori.
-Dove vai? Il telefono è qui in camera.
Alessandra è sempre così attenta… quando non lo deve essere.
-Sì, lo so, ma preferisco usare quello giù– e sgattaiolo via prima di ulteriori osservazioni che potrebbero mettermi con le spalle al muro.
La nonna mi raggiunge sulle scale. Quando c’è qualcosa che non va lo fiuta nell’aria.
-Cosa succede tesoro? Tutto a posto?
-Non proprio… Volevo chiamare i miei genitori per ringraziarli del regalo, ma anche per dirgli la verità. Mi sento così a disagio, non ho mai mentito loro in questo modo. E se mi dicessero che non devo passare l’estate con Michael? Il mio sogno sfumerà per sempre! E tutto per una stupidissima bugia.
-Ascolta tesoro, purtroppo non c’è una soluzione, ma per esperienza personale l’unico consiglio che posso darti è: sicuramente si arrabbieranno, ma devi dire la verità. Loro sanno bene che questo è il tuo sogno.
La abbraccio fortissimo.
-Grazie mille nonna! Vado a chiamarli subito.
Non so bene quello che ho detto, ma so perfettamente di averli ringraziati in modo molto impacciato del regalo e poi di avergli raccontato l’intera storia dal principio, tutta d’un fiato, dall’annuncio del Bad World Tour sul magazine, alla notte trascorsa fuori casa, fino all’inaspettata chiacchierata con il mio idolo. Tengo la cornetta posata sulla guancia per un lungo quarto d’ora e l’orecchio mi bolle.
Il silenzio dei miei è preoccupante, molto preoccupante. Il cuore mi batte quasi più forte di quando ho scoperto che Michael era l’uomo in nero!
-Sentite...– rompo il ghiaccio, cercando di riparare il più possibile, ma senza successo –so perfettamente che ho sbagliato, che ho detto tutta una serie di bugie che non avrei dovuto assolutamente dire, mi rendo conto di quello che ho fatto e vi chiedo scusa. Non ho voluto dirvi la verità perché avevo paura che mi avreste detto di non poter andare al concerto, proprio come l’ultima volta. Questo è il mio sogno… e se rifiutassi proprio ora non penso che avrei più un’occasione del genere.
Ancora silenzio.
-Vi prego, rispondete!
Chiudo strettissime le palpebre. Sento che stanno per pronunciare il verdetto.
-Sei uscita di notte da sola, hai parlato con un estraneo, i biglietti non sono un regalo di Alessandra… C’è qualcos’altro che ci hai tenuto nascosto?
La voce è ostile e pungente, come se li avessi traditi.
-No, è tutto qui, ve lo giuro! E poi, mamma, non ho parlato con uno sconosciuto– e questa volta uso anche io un tono sprezzante, perché sanno bene chi era in realtà –ho parlato con Michael Jackson. Ci-ci ho parlato veramente!
Mio padre tira un sospiro, seguito da quello di mia madre.
–Dovete credermi… Tutto il mondo, sotto quell’hotel, ha visto quello che è successo!
-Ma ci hai mentito– proseguono imperterriti.
-Sì, ma l’ho fatto per una buona causa e ora si sta per realizzare il mio sogno! Se mi aveste detto di no ora non sarei qui e se non fossi uscita nel pieno della notte ora non avrei Michael Jackson che attende dietro il telefono una mia risposta.
Finalmente sento di essermi liberata da un gran peso, ma convincerli sarà molto difficile.
Prima ammutoliscono e poi li sento parlottare.
-E’ per questo che per tutti quei giorni eri così strana?
-Sì…- rispondo allo stremo delle forze.
-Sentivo che c’era qualcosa che non andava… Scusaci se siamo stati troppo severi gli anni scorsi. Se è successo tutto questo è anche un po’ per colpa nostra… C’era da aspettarselo che prima o poi avresti fatto tutto da sola.
-Mamma… mi dispiace tantissimo!
-Ok.
-Allora… è un “Sì”?
Ma la mia frase viene soffocata dalle loro voci, incredule.
-Ma stai dicendo sul serio??? Hai conosciuto Michael Jackson? E ti ha chiesto di diventare la sua ballerina?– esplode mia madre tutto insieme, come se fino ad ora non avesse ben capito qual era il punto della situazione.
-Sì! Non posso ancora crederci! E’stato… bellissimo e sono anche scoppiata a piangere.
-Sei sicura che non sia stato solo un sogno?- interviene in quel momento papà, al corrente della mia testa sempre tra le nuvole.
C’è un po’ di ironia nella domanda.
-Papà, vuoi sapere una cosa? Ancora non l’ho capito se è tutto un sogno oppure no, ma è il MIO sogno e nessuno mi impedirà di farlo avverare.
-Certe occasioni non capitano tutti i giorni!
La sento sussurrare qualcosa a papà, di tanto in tanto, qualcosa che sicuramente lo sta tranquillizzando.
–Ma promettici una cosa– interviene infine.
-Qualunque cosa.
-Non ci dovrai mai più mentire in questo modo.
-Promesso! Grazie di cuore.
-Ma dove andrete di preciso?
-In America, ma ci pensi? Oddio!!! Solo che non mi ha detto il posto preciso… Era così bello…! E il sorriso…
Eccomi che entro di nuovo in confusione e pronuncio parole sconnesse.
Li sento ridere dietro la cornetta.
–Siamo contenti che finalmente i tuoi sogni si stiano realizzando.
-Non immaginate come sono felice io!
-Ma… tornerai in tempo per continuare la scuola, no?– chiede papà per la terza volta.
-Ma sì, papà, certo! Non ti preoccupare!
-Allora ci vediamo tra un mesetto e telefonaci, mi raccomando.
-Vi scriverò delle lettere ogni volta che posso, così vi racconto tutto ciò che succede.
-Allora aspettiamo. Ciao tesoro, ti vogliamo bene! In bocca al lupo per tutto e… divertiti!
-Grazie, grazie, grazie e ancora grazie! Aaaaah! Non ci posso credere! Ciao mamma, ciao papà, vi voglio bene anche io!
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We are Forever
Fanfiction《E poi sei arrivato tu, con un semplice cappello Fedora, un paio di mocassini e un guanto di paillettes...》 Claudia ha da sempre avuto una passione sconfinata per Michael Jackson e un sogno nel cassetto. Così, quando le si presenta l'opportunità di...