Percorriamo la stradina che serpeggia tra i prati. Abbiamo ancora le magliette un po' umide per le battaglie d'acqua e nonostante non ci dispiaccia perché fa caldo, decidiamo di passare a casa per cambiarci. Da una parte non vorrei, mi sono affezionata veramente tanto a queste magliette. Ora Michael indossa una maglia rossa (come sempre del suo colore preferito) con uno stemma e le maniche di pelle nera. E' veramente bellissimo, quanto adoro il suo stile! Sta sempre bene con tutto.
-Pensavo che avessimo visto tutto il parco l'altro giorno...
-No- ride. -E' impossibile vedere tutto in un giorno.
Le giostre sono spente. Camminiamo lungo un viale mattonato che sembra non finire mai. Non ci posso fare niente, più passa tempo e più le sorprese mi fanno agitare! Ma quando arriviamo? Mi sento piccolissima tra tutte queste giostre gigantesche. Dopo altri dieci minuti buoni di camminata, ci fermiamo davanti ad una modesta casupola. Fuori c'è un cartello con su scritto: Neverland VIDEO LIBRARY in caratteri grigi e maiuscoli. Proprio all'entrata c'è una scalinata in legno. Sorpassata quella, di fronte a noi si apre un ampio spazio con file e file di scaffali, uno accanto all'altro, ognuno pieno zeppo di videocassette, dalle più recenti a quelle più vecchie, tutte ordinatamente sistemate secondo le varie categorie: Horror, Cartoons, Documentary, Children's Songs, T.V. Specials, Musicals... E ognuno, sul rispettivo cartellino rosso, ha degli omini che rappresentano le categorie.
-Okay, scegliamo qualcosa da vedere- e comincia a rovistare tra la categoria... cartoons!
Come al solito... il mio bambino. Mi guardo intorno. C'è veramente l'imbarazzo della scelta, non saprei proprio da dove partire! Ti basta dire un titolo a caso e c'è; ci sono proprio tutti. Mi butto a capofitto tra gli scaffali anche io: titoli, titoli, titoli... sono più quelli che non conosco che quelli che conosco. Alla fine adocchio finalmente qualcosa di conosciuto. Allungo una mano verso il film, ma non tocco la scatola fredda, piuttosto sfioro qualcosa di morbido e caldo. Alzo la testa. Che cosa ho toccato? I miei occhi cadono su Michael, la mano a mezz'aria anche lui e un sorriso divertito.
-Sorry!- si scusa. -A te l'onore.
Sfilo piano il video dallo scaffale. E.T. L'extraterrestre. Anche Michael voleva prendere lo stesso film? Probabile. Lo guardo un attimo, uno sguardo d'intesa.
-Ottima idea! Ora seguimi.
-Ehm... Michael, non dimentichiamo niente? Come facciamo a vedere il film se lo lasciamo qui?- chiedo perplessa.
-Ci serviva solo per scegliere il titolo. Vieni con me.
Faccio spallucce ed evito di fare altre domande.Ci ritroviamo di nuovo sotto il sole che scalda le pietre dei giardini. Riprendiamo la stessa strada di prima, questa volta con passo più veloce.
-E' una cosa bellissima pensare che ho conosciuto E.T. e il suo inventore! Quel giorno ero contentissimo. Tutto merito di Steven.
-Steven... Spielberg?- azzardo a domandare.
Sembra assurdo, ma per una persona come Michael è normale frequentare altrettanta gente famosa.
-Sì, siamo molto amici. Caspita, quell'uomo è un genio... Ci pensi? L'amicizia tra un bambino e un extraterrestre. Qualcosa che tutti reputano "strana", "assurda" e che invece può essere la cosa più bella di tutte!
Annuisco in silenzio, notando come quasi tutte le cose che dica si riferiscano a quest'argomento: la gente vede da fuori le cose, con un'altra prospettiva, e giudica senza conoscere a fondo. Proprio come la sua storia.
Ben presto la strada diventa costeggiata da entrambi i lati da colorate aiuole con fiori rossi e indaco. Tutt'intorno il prato verde smeraldo, con i fili d'erba raso terra, come se fossero stati tagliati con mano attentissima uno ad uno alla stessa altezza. Sorpassiamo un giardiniere in divisa che sta annaffiando le aiuole con un tubo; ci saluta cordialmente e noi facciamo altrettanto. Vedere come si dedicano alla cura di un ranch del genere mi fa immaginare con quale altrettanta cura Michael abbia scelto in passato queste persone. La stradina serpeggiante, come tante altre, va a finire all'interno di una piccola piazzetta, dove al centro spicca una fontana con tanto di getto a spruzzo, anch'essa contornata da un'aiuola in fiore. Al lato della strada, immerso tra il verde prato e i fiori, svetta un leggio con in cima un enorme libro in pietra. Sulle pagine vi si legge un'incisione. Sembra quasi una storia, una poesia, che parla di amore, magia e bambini, proprio allo stile Mike. E sotto c'è il suo nome.

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We are Forever
Fanfiction《E poi sei arrivato tu, con un semplice cappello Fedora, un paio di mocassini e un guanto di paillettes...》 Claudia ha da sempre avuto una passione sconfinata per Michael Jackson e un sogno nel cassetto. Così, quando le si presenta l'opportunità di...