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La mattina mi sveglio un po' più tardi del solito. Sono stanca e ho qualche piccolo dolore ai muscoli qua e là. Eh sì, le prove sono tanto emozionanti quanto faticose! Scendo e faccio colazione, ma Michael non c'è. Chiedo alla cameriera di ieri mattina.
-Michael sta dando da mangiare agli animali?
-No. E' sceso da un pezzo per fare colazione, ma poi è risalito quasi subito in camera sua. So che aveva del lavoro da sbrigare stamattina. Con permesso.
China il capo e se ne va.
"Strano, non mi ha parlato di lavoro..." Non vorrei disturbarlo, ma voglio sapere cosa sta facendo.
Arrivo davanti alla porta della camera (deduco sia quella, perché c'è scritto Michael's Private Room) e busso piano.
-M-Michael? Sei qui dentro?
Niente. Evidentemente non è qui o, forse, non vuole farmi sapere cosa deve fare. Non voglio essere insistente, anche lui ha una vita privata, così giro i tacchi. Poi sento spalancarsi la porta alle mie spalle e dalla stanza "misteriosa" fa capolino la testa di Michael.
-Ah, sei tu Claudia! Buongiorno! Ho sentito una voce chiamarmi o sbaglio?- chiede con il suo solito sorriso angelico.
Inciampo nelle mie stesse parole strascicate nel dare la risposta: -Giorno. Sì... sono stata io... Volevo solo... Ho visto che non c'eri per fare colazione e neanche in giardino, quindi... Ma non volevo disturbarti, quindi vado.
-Ah, ho capito.
Come ha fatto a capire se non mi sono capita neanche io? Tuttavia non sembra per niente infastidito, anzi, direi sollevato, infatti...
-Vieni, mi serve il consiglio di una ragazza.
-Il MIO consiglio? E riguardo a cosa??
Mi avvicino e noto che Michael è in pigiama. Sì, in pigiama! Un pigiama lungo tutto blu con sopra disegnati astronavi spaziali, stelle e note musicali. Mi fermo a fissarlo ed esclamo: -Cariiiiiino!
-Sì, è il mio pigiama preferito, ma non credo che possa uscire con questo.
La sua dolce risata mi riempie il cuore di allegria, il Goodmornin' più bello che possa esistere. Ben presto scopro che la "stanza" è un'enorme cabina armadio, un guardaroba, grande più o meno come il mio salone (ma questi sono dettagli). Procede come un lungo corridoio e le pareti a destra e a sinistra sono formate da armadi e cassetti di legno di tutte le dimensioni e qualche teca di vetro illuminata da delle piccole ma potenti luci. Metà parete è occupata da un grande specchio. Sgrano gli occhi. Il mio minuscolo armadio (considerato fino a poco tempo fa modestamente spazioso) si trasforma in un lampo in una scatola.
-Noooo! Tu mi vuoi dire che qui dentro...!
Non finisco la frase, non riesco a trovare le parole adatte, ma cerco di rendere chiaro il concetto. Quell'uomo non finirà mai di stupirmi.
-Qui è dove tengo i vestiti- spiega sempre sorridente.
Noto che, sì, ci vuole molta pazienza nel spiegare ad una persona come me ogni minima cosa che per lui è più che ovvia.
-Stamattina devo andare agli studi per incidere un nuovo pezzo dell'album che uscirà prossimamente e mi servirebbe un consiglio femminile su cosa mettere.
-Ti serve un consiglio femminile? Tu hai così tanto gusto e stile che non penso che...
-Ti prego!!! ADORO il vostro gusto. Sapete scegliere sempre le cose giuste, avete una capacità straordinaria. Avete classe anche nell'indossare un abito comodo di tutti i giorni e per me la classe e la comodità sono tutto. Dopotutto, si tratta solo di un'indicazione. Ora che sei qui...- mi guarda con occhi imploranti e io non so resistere.
-Beh, non saprei... Più che altro non so da dove cominciare. C'è così tanta roba!
-Hai ragione. Qui ci sono le giacche.
E apre tre o quattro armadi.
-Qui le camicie e una parte delle magliette bianche.
Altri quattro armadi stracolmi di roba più un cassetto. Faccio caso che la maggior parte delle camicie sono CTE di ogni sorta di colore e sulle spalle di ognuna vi sono stampate le stesse tre lettere. Ricordo di aver sentito dire che erano state estratte dal cappello di Michael e che poi, come una specie di codice dettato dal destino, dovevano voler dire qualcosa, così gli è stato attribuito un significato; l'opinione più diffusa è C (see) The Entertainer...
-Qui ci sono i pantaloni, le cinte, i cappelli...- prosegue intanto Michael.
Alla fine abbiamo già aperto quasi tutti gli armadi di una parete.
-Quant'è importante questa occasione?
-Non tantissimo, ma vorrei presentarmi con le cose giuste.
-Hai qualche capo che ti piace particolarmente?
-Mi piacciono i maglioni (a dire la verità li adoro!), ma fa caldo. Il mio preferito è quello lì.
Mi indica un maglioncino azzurro, appeso ad una stampella. Inizio a frugare tra le magliette (che per la maggior parte sono bianche) e i maglioncini. Sto toccando i vestiti indossati dal mio idolo, capiamoci! Tutti quanti hanno un profumo dolcissimo, veramente buono, e scopro che il motivo è che Michael chiede espressamente di far inserire nel bucato una bustina di profumo Shalimar&Pure.
-Come pezzo di sopra direi questa!
E afferro una camicetta leggera di colore rosso acceso.
-Bella, sì mi piace! Il rosso è il mio colore preferito.
Mi metto a ridere, ma faccio finta di niente. Pensa sia una coincidenza, quando in realtà so benissimo qual è il suo colore preferito. Dopo tutti i libri e le riviste lette su di lui, saprei dire ciò che adora e ciò che non gli piace a memoria, proprio come i testi delle canzoni.
-... e sotto staranno benissimo i pantaloni neri che hai messo ieri, con questa cinta però.
E gli allungo una cinta nera con delle borchie e una fibbia massiccia, di color argento.
-Niente giacca?- chiede perplesso.
Le passo in rassegna tutte quante, finché non vedo...
-Non ci posso credere! Questa è la giacca che hai usato per girare il video di Thriller!
Sono in preda ad uno stato d'eccitazione. Sembra che stia assistendo all'apparizione di Dio. Davanti a me c'è una giacca di pelle rossa, con delle striature nere sui bordi.
-Sì, è quella! E dopo c'è anche...
Porto una mano alla bocca, senza sentire la parte finale della frase. Colore nero, una zip argentata e tantissime cinghie tintinnanti.
-Bad! Questa è quella di Bad!
-Mmh-mmh- annuisce lui con un risolino.
Dentro una teca di vetro, esposto in bella vista su una finta mano di plastica, non può mancare un guanto tempestato di swarovsky che brilla sotto la luce. Acceca per quanto è coperto di diamanti. Sbarro gli occhi. Alzo lo sguardo e...
-Il guanto... e quella è la giacca che usi nelle performance di Billie Jean!
Scoppia a ridere.
-Sì, ahahah! La prima che ho usato l'ho rubata a mia madre.
-Davvero?- chiedo sbigottita.
-Sì. Gliel'avevo chiesta in prestito per Motown 25, poi l'ho regalata ad un bambino ebreo quella stessa sera. Ora uso questa... Quindi niente giacca?
Faccio una piccola smorfia.
-No, meglio di no.
Esco fuori dalla cabina armadio e aspetto che si vesta. Ancora non posso credere che ho appena toccato i vestiti usati dal Re del Pop nei videoclip che ho consumato guardandoli alla televisione. Poco dopo mi si presenta uno schianto di Michael.
-Ti stanno alla perfezione!
-Grazie! Merito tuo.
Ma che merito mio! Che ci posso fare se sta bene con qualsiasi cosa? Anche con un vestito da pagliaccio non perderebbe la classe.

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