La limousine si ferma con un lieve sussulto. Lo sguardo di Michael, che comunica un sorriso anche se le labbra sono apparentemente inespressive, conferma la mia retorica domanda. "Siamo arrivati?"
Un uomo ci apre la portiera e, febbricitante all'idea di cosa mi aspetta, seguo con cautela Michael. Camminiamo su quella che sembrerebbe una fedele riproduzione del Red Carpet. Ci circondano, ai rispettivi lati, centinaia di fotografi ai quali Michael sorride premurosamente e agita una mano in segno di saluto. Nonostante ci abbia fatto l'abitudine, queste cose mi mettono sempre in soggezione, così proseguo dietro di lui insieme ad altre persone di cui non so quasi nulla e spero che non sarà così per tutta la sera. Improvvisamente, la persona che più mi metteva soggezione all'inizio, diventa l'unica che conosco e quella che come me non è sotto il giogo della stampa: Wayne. Entriamo in un enorme edificio illuminato come se fosse un grande stadio. Michael viene bloccato quasi subito per un set fotografico e così io ne approfitto per rintanarmi in un angolino e sbirciare da lì il posto in cui sono finita: siamo proprio nel grande teatro in cui si terrà la premiazione per gli American Music Awards! Manca ancora un'oretta, ma gli spettatori sono già tutti fuori le porte, con le mani incollate ai vetri, e con sguardi impazienti si scambiano parole eccitate. Anche io sono convinta che avrei fatto così, e io per prima sto fremendo all'idea di vedere Michael tutto agghindato nel momento della premiazione, ma per fortuna posso tranquillamente godermi lo spettacolo in un posto riservato in prima fila. Gli altri sono tutti prenotati e Michael, insieme a tutte le altre persone che dovranno essere premiate, è già scomparso dalla mia vista e si sta preparando. L'aria che si respira è adrenalinica, non sono mai stata circondata da tanta gente famosa tutta insieme, mi sento piccolissima in mezzo a tante celebrità e anche molto a disagio. Basta fare il nome di uomini e donne che stanno passando davanti ai miei occhi per rendere chiaro il concetto di "Celebrità": Whitney Houston, George Michael, Randy Travis, l'ospite Rod Stewart...
La cosa che mi colpisce molto è che nessuno fa gli auguri a Michael, scherza sull'età che avanza o cose del genere, le solite cose che si dicono ad una persona che ha appena compiuto gli anni. E stiamo parlando di Michael Jackson, non di una persona qualsiasi! La sua data di nascita è impressa nella storia.
-Allora, è come te lo aspettavi?- mi chiede Michael, facendomi distogliere lo sguardo dall'enorme palco e dalle vetrate dell'entrata che pullulano di gente.
-Assolutamente no! E' qualcosa di pazzesco!
-E il bello deve ancora arrivare!- esclama.
-Cosa intendi?- ma lui si limita ad andare via con un sorriso che lascia trapelare un "Vedrai...".
Dopo poco Karen Faye comincia a truccarlo e lui si chiude nel suo camerino rosso sparendo agli occhi di tutti, persino dei giornalisti. Abbandono il dietro le quinte e mi accomodo nel mio posto in platea tra le altre poltroncine vuote, con un senso di curiosità che mi opprime perché vorrei tanto continuare a sentire ciò di cui si discute tra attori e cantanti. Ho sempre pensato che la fama in alcuni casi sterminasse la simpatia: li avevo immaginati tutti infiocchettati e con facce serie, ma non è affatto così, sono tutti molto cordiali e simpatici e poi... se ne vedranno delle belle con uno dei presentatori come Eddie Murphy, attore e anche uno dei più grandi amici di Michael! Non vedo l'ora che cominci lo spettacolo!Alle otto in punto le porte si aprono e un fiume di gente si riversa nei corridoi tra le file di sedie rosse e prende subito posto, tra i chiacchiericci e l'emozione generale. Tutti hanno in bocca solo la parola "celebrità" e questa è una delle cose che odio. Gli uomini indossano giacca e cravatta, le donne dei lunghi abiti da sera, con pochette e scarpe col tacco, mentre i ragazzi come me sono davvero pochi, ma comunque severamente agghindati! Quando tutti hanno preso posto, le luci si spengono, proprio come al cinema, e non si sente più neanche il fastidioso brusio di sottofondo che di solito accompagna quasi tutti gli spettacoli, solo un flebile ronzio di macchine e cineprese. Una luce viene proiettata sul palco, illuminando a giorno le grandi pareti meccaniche del palco progettate per aprirsi all'ingresso di ogni persona. Di sottofondo compare solo il brusio di qualche donna "Eccolo! Eccolo!", tutti rimangono a bocca spalancata e col fiato sospeso... Quell'attimo sembra interminabile, ma in realtà è solo Eddie Murphy, vestito con giacca e cravatta rossa e nera. Lo smoking e il curatissimo taglio di capelli lo rendono ancora più elegante. Applaudiamo, emozionati per l'inizio della celebrazione, ma anche molto divertiti perché l'asta del microfono sistemato al centro del palco è troppo bassa ed Eddie Murphy è costretto a piegarcisi in due sopra. Aspetta che gli applausi e le grida finiscano, poi comincia a parlare. Un cameraman passa proprio davanti al mio posto.
-Signore e signori, benvenuti alla celebrazione degli American Music Awards! Cominciamo subito con la categoria Pop/Rock.
Eddie Murphy fa un passo di lato e si volta all'indietro. Sulla grande parete viene proiettato un video di qualche minuto con immagini di Michael durante il Bad World Tour, le reazioni più disparate dei fans, da quelli esultanti di gioia alle raccapriccianti scene di ragazze trasportate d'urgenza su delle barelle, per poi passare ai coinvolgenti pezzi ballati per tutte queste settimane, oltre a primi piani mozzafiato di Michael. Il messaggio, alla fine di tutto questo video, è uno solo: Michael Jackson, attraverso la sua musica e la sua danza, è riuscito a portare la magia e a toccare il cuore della gente oltre quattro continenti, attraverso concerti già fatti e date che ancora devono essere affrontate. Una donna porta al presentatore un premio piramidale e dalle superfici trasparenti. Quando il video finisce, il presentatore riprende la parola: -Mentre si fa strada, fra album d'oro e platino intorno al mondo, voglio dare "Il Premio alla Carriera", signore e signori, a...
Silenzio. Anche se il nome che sta per essere annunciato è scontato, la suspence ha sempre la meglio. Tratteniamo il respiro.
-Michael Jackson!
Nonostante sia abituata a vederlo tutti i giorni, l'emozione di essere seduta qui, in prima fila, è grandissima. Stringo le dita sui braccioli della sedia, poi comincio a battere forte le mani che mi tremano e urlo insieme agli altri. Ho sempre le mani fredde quando sono agitata.
Le luci si puntano tutte sulla parete dove poco prima veniva proiettato il video. La superficie si solleva verticalmente, e tra fumi e luci, ecco apparire la sua sagoma, alta, snella e misteriosa. Segue un conseguente scroscio di applausi e di grida eccitate. Dopo un tempo che sembra eternità, la sagoma comincia a camminare lentamente, con passi misurati e determinati, per arrivare sotto i riflettori e lasciarsi dietro le spalle l'oscurità che lo avvolge. Rimane per un attimo immobile, poi soffoca una risata e accenna ad un passo di danza con spalle e testa. Soffoco una risata anche io, pensando solo "Sei sempre il solito giocherellone!" Non appena la sua immagine paradisiaca viene liberata dall'oscurità in cui era intrappolata, sento che il sangue mi pulsa ad una velocità pazzesca in ogni parte del corpo e il cuore perde un battito. Sgrano gli occhi incredula. Che schianto di Michael!!! Indossa una maglia rossa, che si intravede da sotto ad una giacca nera con una fascia rossa sul braccio destro, pantaloni neri attillati con ogni singolo centimetro ricoperto di cinghie e fibbie tintinnanti, proprio come quelli di Bad, una cinta dalla massiccia fibbia argentata che gli ricopre anche una parte della pancia e stivaletti neri lucidi. I riccioli sono cosparsi di gel, perché sono molto più compatti e definiti del solito, e sotto la luce dei proiettori risplendono, mettendo in mostra il viso angelico su cui fa capolino un abbagliante sorriso. Il sorriso in sé è una fonte di luce propria. I suoi occhi guardano prima Eddie Murphy, che gli stringe la mano e gli consegna il premio per complimentarsi, e poi si perdono nel vuoto della platea. Poverino, so bene per lui quanto sia difficile e imbarazzante guardare qualcuno negli occhi. Fosse per lui avrebbe indossato gli occhiali da sole.
-Grazie mille Eddie Murphy
La sua voce viene amplificata dalle casse e risuona come un coro di angeli. Rimarrei ad ascoltare quella voce proprio come faccio con le mie canzoni preferite, dalla mattina fino alla sera. Michael si piega sul microfono inarcando la schiena e qualche ricciolo gli ricade davanti al viso.
-Per prima cosa vorrei ringraziare...
Guarda la telecamera e sorride, poi si sofferma sull'imbarazzante altezza del microfono e rivolgendosi ad Eddie Murphy: -Potresti alzarlo, per favore?
Il presentatore lo guarda e ride a sua volta.
-Non so farlo. Vai avanti.- Lo incita sorridendo.
-Okay
Ma un istante dopo il presentatore si accanisce contro l'asta del microfono e comincia ad armeggiarla.
-Eddie!
Ed Eddie finalmente ci rinuncia... o così sembra.
-Per prima cosa vorrei ringraziare...- Tenta di dire Michael, ma poi scoppia a ridere, forse ripensando a quanto appena successo, così prende la parola Eddie, più rivolto al pubblico che a lui.
-Ha detto: "Eddie, tiralo su!" Come se stessi lavorando per lui e ho iniziato a farlo, ma poi mi sono detto: "Ma cosa sto facendo?"
Ridono tutti e due e lo stesso facciamo noi. Il teatro esplode in uno scroscio di risate. Ecco, si comincia bene. Anche Eddie Murphy, sempre pronto a scherzare come un bambino, assomiglia molto a Michael e secondo me è per questo che vanno così d'accordo. Dal pubblico continuano a sollevarsi dei risolini divertiti. Tutto l'elegante programma della serata è stato mandato all'aria trasfomandolo in uno show comico. Quanto adoro l'improvvisazione!
-Vorrei ringraziare prima di tutto Dio- incomincia Michael, piegandosi di nuovo sul microfono, questa volta con espressione serissima -che rende tutto possibile. Vorrei poi ringraziare mia madre e mio padre, Katherine e Joseph Jackson, Berry Gordy, che mi ha dato il mio primo avviamento professionale nel mondo dello spettacolo- ad ogni nuovo ringraziamento solleva la testa verso la telecamera, come per assicurarsi che non taglino nessuna parte, e noi ad ogni interruzione applaudiamo e gridiamo. -A tutta la famiglia della Epic, Walter Yetnikoff, Larry Stessel, Glenn Brodman, Frank DiLeo, Quincy Jones, Bruce Swedien... vi voglio bene! E grazie al pubblico. God bless you and I love you from the bottom of my heart. Thank you!
Manda un bacio con la mano verso il pubblico.
Alla fine del discorso si scatena il delirio, ma viene subito attenuato da Eddie Murphy che annuncia al microfono che la premiazione continua. A seguito tanti altri cantanti famosi, alcuni li conosco, molti altri no. Il pensiero va sempre a quel mio grande appassionato di musica di mio padre che sgranerebbe tanto di occhi se solo sapesse che in questo momento sono qui. Non vedo l'ora di raccontarglielo! La celebrazione procede più o meno con la stessa procedura usata per Michael: video, chiamata sul palco, consegna del premio e ringraziamenti, ma sfortunatamente non provo la stessa emozione che ho provato non appena ho visto la sagoma di Michael comparire sul palco e portare con sé tutto quel carico di magia.
Verso le undici la premiazione, tra interruzioni e categorie varie, termina. I commenti dell'audience si sprecano e siamo tutti emozionati, è molto meglio di quando un film al cinema termina in modo inaspettato, quando Eddie Murphy si avvicina al microfono e annuncia: -Signori, adesso voi siete convinti che sia tutto finito ma in realtà non è così.

STAI LEGGENDO
We are Forever
Fiksyen Peminat《E poi sei arrivato tu, con un semplice cappello Fedora, un paio di mocassini e un guanto di paillettes...》 Claudia ha da sempre avuto una passione sconfinata per Michael Jackson e un sogno nel cassetto. Così, quando le si presenta l'opportunità di...