Stropiccio gli occhi, accompagnando il gesto con uno sbadiglio. Che ore sono? Quanto ho dormito? I grandi numeri rossi che lampeggiano ad intermittenza sull'orologio mi comunicano ufficialmente che abbiamo fatto tardi. Michael è rannicchiato nella poltroncina a strisce rosse e bianche dove ero anche io fino a qualche secondo prima. Come un improvviso flashback ricordo: ieri sera abbiamo fatto tardissimo, tra chiacchiere, cartoni animati e risate, e ci siamo addormentati nel bel mezzo della notte senza che mi preoccupassi di mettere la sveglia o accomodarmi nel letto. Mi chino su di lui: non posso svegliarlo. Contemplo quel viso angelico, quelle labbra che sembra ti sorridano anche quando dorme, quell'innocenza che traspare da ogni lineamento del viso. Il petto si alza e si abbassa al ritmo di ogni flebile respiro. Cammino in punta di piedi nella speranza di non fare rumore e mi dirigo in bagno. Dopo una bella doccia calda mi vesto, mi do una sistemata ai capelli e sono pronta per uscire. Finalmente scendo al ristorante, insonnolita ma presentabile.
Ci sono già tutti, sono tremendamente in ritardo. Eppure, appena faccio il mio ingresso, questa preoccupazione sfuma subito, grazie ai calorosi saluti e sorrisi. Più i giorni passano e più mi sento accolta nel loro mondo che ora è diventato anche il mio. Afferro un croissant da un vassoio poco distante e mi siedo ad un tavolo vuoto. Jennifer sta parlando con Ricky, il batterista; altri assistenti e collaboratori parlano tra di loro; LaVelle, Randy, Evaldo e Dominic formano un altro gruppetto. Sheryl si stacca dal gruppo, viene verso di me con un sorriso e si siede in un posto accanto al mio per farmi compagnia. Chiacchieriamo un po' distrattamente mentre una piccola tv trasmette le ultime notizie sul canale della CNN. Improvvisamente sullo schermo appare un'inviata, una donna sulla trentina con i capelli biondi alle spalle, una giacca blu e un grande microfono nella mano. Alle sue spalle c'è quello che sembra uno stadio. <<...Michael Jackson e la sua band si esibiranno proprio qui, al Madison Square Garden di New York, proseguendo le tappe del suo Bad World Tour! I fans cominciano a farsi sentire, la serata è sold-out già da molto tempo. Il Re del Pop ci sorprenderà ancora una volta? Al momento quasi tutte le strade sono chiuse e ogni via è tappezzata di striscioni, volantini ed enormi cartelloni pubblicitari. E ora...>> Drizzo le orecchie eccitata, con un brivido che mi percorre la schiena. Ci stringiamo attorno alla piccola tv, gridando: -Stanno parlando di noi! Alza il volume!
Il rumore di una maniglia alle nostre spalle. La porta si apre. Ci voltiamo nella confusione, il cuore mi pulsa persino nelle gambe. Sappiamo tutti che è Michael e siamo pronti ad avvisarlo che stanno parlando di noi, sommergendolo di felicità e domande. Ma, per nostra sfortuna, non è affatto lui; è solo una delle cameriere, esile e minuta, sorridente, con i capelli sistemati in un ordinato chignon. Per un attimo smetto di ascoltare, come in una bolla isolata dal mondo, e guardo l'orologio. Le 9:30. Dov'è Michael? Possibile che non si sia ancora svegliato? Non è mai così in ritardo, non è da lui. E Wayne? Mi alzo dalla sedia tra i chiacchiericci concitati, poso il croissant non ancora finito nel piattino e imbocco la porta.
–Dove stai andando?– mi chiede Sheryl, piegata in due dalle risate per una battuta fatta da LaVelle.
Le faccio segno col dito che glielo avrei spiegato dopo ed esco dal ristorante, anche perché non credo che qualcuno in questo momento riesca a condividere le mie stupide preoccupazioni. Prendo l'ascensore e sbuco nell'ampio corridoio, illuminato dalla luce proveniente da una finestra che si trova proprio accanto all'inizio della rampa che porta al piano superiore. Il rumore dei miei passi viene attutito dallo spesso strato di moquette. Svolto l'angolo tamburellando le dita sul braccio; eccola qui, sono di nuovo fuori dalla porta della nostra camera, vista da fuori così misteriosa e uguale alle altre, ma dentro molto profumata e piena di amore. Davanti, vigile come sempre, la guardia del corpo. Mi sento un po' strana in confronto a Wayne: così alto e robusto, calmo e indifferente, ma potente quando si tratta della sicurezza altrui. All'inizio mi incuteva timore, devo ammetterlo, ma ora sono riuscita a stabilire un legame d'amicizia anche con lui. Nonostante quegli occhiali scuri, per quel poco che lo conosco, mi sembra di percepire qualcosa di strano: silenzioso, le mani incrociate dietro la schiena, il volto rivolto alla parete opposta, perso nel vuoto.

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We are Forever
Fanfiction《E poi sei arrivato tu, con un semplice cappello Fedora, un paio di mocassini e un guanto di paillettes...》 Claudia ha da sempre avuto una passione sconfinata per Michael Jackson e un sogno nel cassetto. Così, quando le si presenta l'opportunità di...