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-Dove stai andando?
Lo vedo arrampicarsi sulle rocce della scogliera circostante e mi fa provare un misto tra tenerezza e gioia. Scoppia a ridere come un bambino che sta sfidando le sue paure, ma non risponde. Arriva fin sulla roccia più alta, fino a quando, in controluce, non distinguo più nulla di lui se non la sua ombra nera proiettata lungo le rocce e la sabbia. Chi si sarebbe mai aspettato un Michael che si arrampica sugli alberi, sugli scogli… insomma… così… così senza regole e spericolato? Riserva sempre molte sorprese! Porto una mano davanti agli occhi per farmi ombra e noto che comincia a muoversi piano piano, muovendo le spalle come solo lui sa fare, fino a quando non inizia a ballare. Piccoli movimenti, accennati ma perfetti, che mi lasciano letteralmente a bocca aperta. Non sembra neanche reale, ma uno scherzo del sole che mi sta accecando con i suoi raggi, eppure è lì, a qualche metro da me, che balla e regala uno spettacolo ancora più bello di quello naturale. Si continua a muovere, noncurante che sotto di lui ci sia uno strapiombo di rocce. Il mio istinto di fan mi direbbe di iniziare ad urlare in preda al panico, con la mente nel più totale caos, perché sembrerebbe quasi un miraggio, ma non lo faccio e rimango lì, ferma, ad osservarlo e studiare come al solito i suoi passi. Poi inizio a correre e mi arrampico anche io su per la scogliera, stando attenta a non scivolare sulla roccia bagnata. Mi sembra di sentire la voce dei miei genitori, in lontananza, che mi gridano: “Attenta! Dove stai andando?! E’ pericoloso!”, ma questo mondo è troppo difficile da accettare per loro. Ricordo quando pensavo: “Sono grande ormai”, ma Michael mi ha fatto un incantesimo e sono tornata bambina, proprio come lui e tutti gli amici di cui si circonda. In fondo, forse, sono diventata così perché mi tratta come i suoi amici-bambini, ma non mi interessa, anzi, mi piace! Non so di preciso cosa succede quando arrivo in cima, direi che è una specie di magia. Il tempo si ferma e le uniche cose che continuano a muoversi sono io, Michael e le onde del mare. Mi manca l’ultimo passo e finalmente potrò raggiungerlo; mi sembra di aver scalato l’Everest, ma non vedo l’ora di incrociare il suo sguardo. Un ultimo sforzo… La luce del sole è accecante e l’unica cosa che riesco a scorgere è l’ombra di una mano, tesa proprio verso di me. Timidamente l’afferro. E’ calda e anche se molto fragile, ne riesco a percepire la forza che impiega per portarmi al sicuro con sé, al suo fianco. Combattendo contro il sole, vedo di sfuggita un sorriso angelico molto rassicurante, così muovo l’ultimo passo e finalmente arrivo in cima. Tutto questo si svolge in circa mezzo secondo, ma a me sembra un’eternità e rivedo tutte le scene a rallentatore, proprio come in un film. Ci basta uno sguardo e ricominciamo a ballare, improvvisando i movimenti. E’ tutto così bello, senza regole e senza nessuno che ci  dice cosa dobbiamo fare… Ecco, ora ho capito. Senza nessuno che ci riporti al mondo  reale. Immagino che, visti da fuori, sembriamo la coppia Michael-Spike, il pupazzo coniglio che ballava con lui nel video di Speed Demon. Pensare a quale impressione potremmo dare mi fa ridere, ma, cavolo, nonostante tutto non lo riesco a credere possibile. Sono una comune ragazza di Roma. O forse ero… Il mio amore per Michael non si è mai attenuato. Sento di amarlo e l’unica cosa che voglio è trascorrere l’eternità con lui. Averlo al fianco è come assistere all’apparizione di un dio greco, un concentrato di bellezza e perfezione così irraggiungibile da sembrare innaturale. E’ difficile da credere (almeno per me), ma lui è umano ed è come tutti noi. L’ho sempre visto con occhi diversi, fin da quando ero bambina.  Rido per scaricare la tensione, ma è talmente bello che lo vorrei abbracciare e ricoprire di baci.
Dopo aver ripreso il controllo di noi stessi ed esserci resi conto del tempo passato, scendiamo fino a tornare di nuovo con i piedi sulla spiaggia. Continuiamo a camminare sulla sabbia umida, ricoperta di conchiglie. Più di una volta l’acqua mi inzuppa le scarpe e lo stesso vale per i mocassini di Michael, ma sono troppo emozionata per pensarci. Ho appena trascorso una giornata in Heaven.
Mentre ripenso ai nostri balli e alle nostre conversazioni, Michael esordisce con: -Okay, facciamo un gioco.
-Quale?– chiedo curiosa.
-Mmmh… Devi solo rimanere qui ed aspettarmi. Io intanto vado a prendere una cosa.
-Mi posso fidare?
A quelle parole lui fa una cosa che non dimenticherò mai. Afferra gli occhiali da sole con un sorriso e li fa scivolare lungo tutto il suo perfetto naso all’insù, fermandoli sulla punta. Mi fissa intensamente negli occhi e mi lascia il tempo di cogliere almeno un segno da quello sguardo. Purtroppo non sa che io sono troppo attratta da quei suoi occhi perfetti per capire il senso della risposta e mi lascia su quella spiaggia, mezza sognante, dicendo: -Non ti muovere e… chiudi gli occhi.
-Okay. Ti aspetto qui, allora. Non ci mettere tanto!– gli grido.
Lo sento correre via ridendo. Passano circa cinque minuti. Mentre aspetto affiora un ricordo: quasi tutte le mie amiche sono riuscite a trovare il  ragazzo dei loro sogni. Per me il ragazzo dei miei sogni è sempre stato Michael. Volevo e voglio una persona che sappia farmi sorridere ad ogni ora, giorno e notte, che mi faccia dimenticare i momenti tristi solo con la sua presenza, che mi abbracci, mi passi una mano nei capelli e mi dica “E’ tutto okay. Ora sono qui” e che sia il mio primo pensiero appena sveglia la mattina e l’ultimo un attimo prima di andare a dormire. Eh, sì… Michael è sempre stato il mio Principe Azzurro, il ritratto del mio uomo perfetto. Il posto che occupa nella mia vita è speciale e nessun altro lo potrà mai sostituire. Guardavo i suoi concerti alla televisione e, quando una fan doveva salire sul palco, fantasticavo che ero io e gridavo a mia madre: “Guarda! Guarda!” Poi aggiungevo “Un giorno quella ragazza sarò io” e lei alzava gli occhi al cielo ridendo. Ha sempre detto che sono “un caso perso”. Forse è vero, ma ora finalmente posso dire di essere più di una fan che sale  sul palco e ancora non capisco come abbia fatto a succedere tutto questo proprio a me. Affiora il ricordo della prima volta  che lo sentii alla radio, quando ero appena una bambina, le note di Thriller in lontananza e un uomo che annunciava la vendita di milioni e milioni di copie dell’album, e poi vago nel ricordo dell’incontro nell’albergo, gli occhi pizzicano e una piccola lacrima mi riga la guancia, ma in fretta la asciugo con il dorso della mano. Dopo un po’ mi accorgo che Michael è lì, proprio davanti a me. L’ho sentito correre in gran fretta qualche secondo fa, ma non so precisamente da quanto tempo sia qui. Sorrido, ma non apro gli occhi e intanto lui non mi dice niente. Armeggia con qualcosa. Di solito quando si aspetta troppo tempo senza che succeda niente non è un bel segno.
-Non mi piace questo gioco. Sento che mi sta per succedere qualcosa…- rido un po’ preoccupata.
Purtroppo non faccio in tempo a finire la frase che Michael mi schizza tutti i vestiti con l’acqua. A quel punto apro gli occhi che mi si erano letteralmente incollati e cerco di parare l’acqua con le mani, ma inutilmente. Ormai mi ha già bagnata. In mano ha una delle sue colorate Super Soaker, mezza piena. Un’altra è a terra, ai miei piedi.
-No! Fermo, fermo! Aaaah! Se ti prendo…
Afferro l’altra pistola ad acqua e lo comincio a rincorrere, mentre lui scappa via più veloce del vento, ridendo. Dentro di me penso, sempre più convinta: “E’ proprio un bambino. Nei suoi occhi si legge la purezza che c’è in lui.” Forse un po’ mi contagia, un bel po’… ma è una bellissima sensazione tornare a giocare senza le noiose regole sulla serietà e l’attenzione. Proprio mentre penso questo, Michael comincia a fare il pazzo e mentre corre gira su sé stesso e salta, togliendosi il cappello e lanciandolo in aria. Esplode, come una bomba, come se la sua vera natura fosse quella ed è stata oscurata per troppo tempo. Io ne approfitto e gli sparo qualche spruzzo d’acqua. Lui si protegge e si difende con la stessa tattica. Adora questo genere di giochi, dice che “Le Super Soaker sono le pistole giocattolo ad acqua più precise e straordinarie che siano mai esistite.” Preferisce passare il tempo in questo modo piuttosto che fare altre cose “divertenti” che di solito fanno gli adulti della sua età per impiegare il tempo libero. Io lo preferisco così: un eterno bambino.
Alla fine della battaglia, tutti inzuppati, ci stendiamo sulla coperta di pile alle ultime luci del giorno per asciugarci.
-Sei un bel furbo, sai?
Lui sogghigna.
–Sì, lo riconosco. Ti sei divertita?
-Da pazzi! Penso di non essermi mai divertita così tanto.
Segue una pausa di silenzio, fino a quando…
-Posso… posso chiederti una cosa? Se non ti dispiace– sussurra Michael con la voce insolitamente più sottile del normale.
-Certo, dimmi.
Punto il gomito sulla coperta e lo guardo fisso negli occhi. Ha tolto gli occhiali da sole. Sto parlando con un angelo? O forse sono io a non essere reale in tutta questa storia? Lui abbassa lo sguardo e si morde le labbra in modo così tenero! Il mio pensiero è: “Se fai di nuovo così ti bacio”, ma so bene che non posso. Certo, lui ha baciato tante fans ai concerti, ma non è il mio caso. Ancora devo vivere qualche giorno con lui… Dove lo ritroverei il coraggio di guardarlo negli occhi o anche solo di parlarci? Quanto è complicata la vita!
-Mentre tornavo con le Super Soaker– riesce a dire dopo una breve pausa –mi sembrava di averti visto piangere… o sbaglio?
Chiudo per un attimo gli occhi. Mi scappa un sorriso, mentre Michael mi fissa con una espressione un po' preoccupata e un po' curiosa per il mio gesto istintivo.
-A volte ricordare mi fa commuovere.
-Ti manca Roma, eh?
-Roma? No. Mi mancano abbastanza i miei genitori, Alessandra… ma non è questo quello che intendevo. Pensavo a quanto fosse curioso il destino. Ricordavo quando ero bambina e, per la prima volta, ho sentito la canzone Thriller alla radio e un uomo parlava di un album che aveva venduto milioni e milioni di copie in tutto il mondo. Io non avevo neanche idea di quante fossero… un’infinità. Sono rimasta incantata alla radio e poi ho chiesto a mio padre chi fosse Michael Jackson. Volevo saperne di più. Non avrei mai immaginato di riuscire a dirtelo di persona. Sai, sei a casa, chiusa nella tua camera da letto e mentre ascolti una canzone, l’unica cosa che hai per sentire più vicino a te il tuo idolo, è immaginare cosa gli avresti detto se solo l’avresti mai incontrato. Ogni giorno che passa mi meraviglio sempre di più e mi chiedo se tutto questo sia vero.
Mi guarda affascinato mentre io, dopo aver raccontato tutto in un fiato, mi stupisco da sola di cosa possa essere riuscita a dirgli.
-Sono felice che sia riuscita a realizzare i tuoi sogni. Per me è strano sentirmi dire che i miei fans mi pensano tutto il giorno, ma è bellissimo. Vi amo tutti, dal primo all’ultimo, e non so cosa farei senza di voi.
Ciò che mi riesce di dire in quel momento è solo un “Grazie” strozzato.
Continuiamo a chiacchierare finché non si fa buio. A quel punto Michael mi prende la mano e, stringendola forte nella sua, ritorniamo silenziosi alla Rolls Royce che ci riporterà a Neverland, sotto un cielo stellato che aspetta solo di essere contemplato.

Cari mamma e papà,
questa magica vacanza è ormai al termine. Ho passato così tanti bei momenti che una volta a casa non saprò più come spiegarveli! Beh, non c’è che dire, ho vissuto un’estate ricca di esperienze fantastiche ed indimenticabili. Dopodomani partiamo. Ma sarò VERAMENTE pronta a lasciare questo mondo, Neverland… Michael? Vorrei rimanere qui per sempre. Veramente… non ho parole per esprimere quanto sto male. Ho lo stomaco chiuso da due giorni. Non so cosa scrivere. Spero solo che queste ultime ore, il poco tempo che mi rimane, durino un’eternità perché non riuscirò più ad immaginare una vita senza di lui, senza le giornate illuminate dal suo dolce e contagioso sorriso, senza la sua voce angelica, senza la sua semplice presenza. Tutto questo tempo trascorso con lui mi ha cambiato, sapete, e mi dispiace di essermene resa conto soltanto adesso. Riesco a vedere il mondo da un’altra prospettiva e questo mi conferma quanto la sua presenza sia contagiosa. Ce la farò a superare tutto questo? Non voglio sapere cosa succederà questo sabato, quando sarò finalmente a casa. Non potete neanche immaginare. La persona che ho sempre visto in foto e che ho sempre ammirato è qui con me e io presto, molto presto, dovrò lasciarla, cambiando di nuovo tutto e ritornando ai miei solitari pomeriggi, solo io e la sua musica. Ce la farò? Spero che capirete. Intanto mi godo questi ultimi momenti. Vi voglio bene. A presto.
Claudia.

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