CAPITOLO 3
-Ecco, io ho perso la memoria anni fa, non del tutto ma una parte della mia vita non la ricordo più ormai. Ma se mi concentro a volte riesco a ricordare qualcosa. Per cui, forse la conosco.-chinai la testa. Non mi piaceva parlare di quel mio “problema”, eppure con lui c'ero riuscita.
-Oh! Mi dispiace! Ma cosa è successo?-poggiò la sua mano sulla mia gamba come per confortarmi.
Ma subito la tolse quando vide che mi dava fastidio.
-Ero in vacanza con i miei amici, e c’era anche mia cugina Mary. Eravamo al mare, in acqua. Il mio migliore amico, Pasquale, mi invitò a fare una gara per dimostrarmi che anche se non aveva fatto tanti anni di piscina come me, lui poteva battermi.-mi interruppe.
-Dunque sai nuotare?-mi chiese perplesso.
-Certo! Ho fatto 10 anni di piscina! Potrei insegnarlo!- dissi per sdrammatizzare. Sorridemmo.
-Continua!- mi incitò incuriosito.
-Così mi disse: “chi arriva prima a quella boa rossa vince!” e io accettai senza esitare. E vinsi io. Dunque arrivati alla boa mi immersi sott’acqua perché mi piaceva tanto farlo, e vidi qualcosa che luccicava. Decisi di scendere più giù per scoprire cosa fosse. Tanto che era profonda l’acqua mi si otturarono le orecchie e mi facevano male, ma non mi importava volevo sapere cosa fosse quell’oggetto. Scesi sempre più giù finché lo presi. Cercai di ritornare su il più presto possibile su, dato che non avevo più fiato ma… ben presto mi ritrovai in ospedale. I medici dissero che era stata danneggiata solo una parte del mio cervello, per questo non ricordo tutto della mia vita. Ma quando mi risvegliai in ospedale avevo qualcosa in mano,quell’oggetto che presi sott’acqua. E quando fui sola in camera decisi di vedere cosa fosse. Era un ciondolo. Lo aprì e al suo interno c’era la foto di un bambino che sorrideva. È bellissimo. Da allora lo porto sempre con me…diciamo come portafortuna!
-Wow! Che storia! Ma lo hai con te ora questo ciondolo?-.
-Ehm…qui no ma ce l’ho in valigia! Ho comunque paura di perderlo!-. Sorridemmo.
-Ecco, siamo arrivati al capolinea!- disse facendomi un occhiolino.
-Bene!- mi limitai a dire.
-Ma come si apre?- forzai la porta, ma subito mi interruppe toccando le mie mani.
-Ehy ehy, piano! Con delicatezza! In realtà, la posso aprire solo io da fuori!Ho la chiusura per i bambini.- sogghignò.
-Sono in trappola!- dissi ridendo.
Scese dalla macchina e mi aprì.
-Grazie Harry! Sei stato gentilissimo!-lo guardavo in quegli occhi e mi perdevo.
-Bhè dovresti ricambiare il favore!-disse maliziosamente.
-Ok. Ritiro tutto quello che ho detto. Non sei più un gentlemen! E poi non so nemmeno guidare!-
Ridemmo. Vedevo Harry avvicinarsi sempre più a me sorridendomi, ma io, capendo l’intenzione…
-Il telefono! Vado a controllare se ha chiamato mia mamma!- scappai verso la porta. La aprii e stavo per chiudere. Ma quando vidi Harry lì impalato mi venne da ridere e così gli chiese se volesse entrare e lui non esitò.
-Bene, mia mamma mi ha chiamata ben quattro volte. La chiamerò più tardi. Harry?-. mi girai in torno ma non lo vidi.
-Harry?- iniziai ad avere paura.
-Ruaaaaah- mi saltò letteralmente addosso facendomi il solletico. Ed io soffro il solletico! Al che io caddi sul letto e su di me Harry. I suoi ricci scendevano perfetti, i suoi occhi fissavano i miei come se si fossero pietrificati. Sentivo il suo respiro caldo sul mio viso. Riuscivo a odorare il suo profumo. I suoi capelli profumavano di mele. I nostri nasi erano divisi da un centimetro d’aria. La distanza man mano diminuiva finché…fummo interrotti dal mio telefonino!
-E’ mia mamma!- Subito ci ricomponemmo! Schiarii la voce e risposi al telefono. Nel frattempo vidi Harry allontanarsi in cucina.
-Ah, bene quindi sei a casa! Pensavo ti fossi persa! Hai intenzione di ritornare o di lasciarmi da sola fuori il Big Bang?- Era mia cugina. Caspita me ne ero dimenticata!Era passata più di una mezz’ora!
-Ehm…Mary il tempo che prendo un taxi e ti raggiungo!- Non ascoltai nemmeno la sua risposta che staccai. Avevo sbagliato a chiudere la chiamata in quel modo? Ma comunque le avrei raccontato tutto una volta raggiunta…
Seguii Harry in cucina e vidi che era seduto a tavola che stava mangiando la nostra colazione. O meglio: ciò che era rimasto!
-Vuoi favorire?- disse col boccone in bocca.
-No, grazie ho appena finito!-
-Chi ha preparato questa colazione?- Questa volta non capii niente! Insomma aveva la bocca strapiena!
-Scusa che cosa hai detto? Non ti capisco se parli col boccone! Scoppiammo a ridere. Deglutii.
-Chi ha preparato questa fantastica colazione?-Mi guardava fissa. Forse si aspettava che dicessi “l’ho preparata io” ma…
-Mia cugina Mary. Brava vero?-
-Niall mi ucciderà!- disse con la voce bassa.
-Niall? E chi è?- dissi curiosa.
-E’ un mio collega-disse in modo generale e stravagante.-Un collega a cui piace mangiare bene e molto!- si pulì le labbra –ora però è ora di andare!- si alzò e ci avviammo verso la porta. Mi assicurai di avere con me il telefonino e chiusi la porta.
-Ti ringrazio,Harry, davvero grazie per il passaggio-.
-No! Ma figurati! Grazie a te per la colazione! Adesso devo proprio andare però- disse guardando il cellulare!-Aspetta, ma tu come ritorni?-. mi chiese.
-Chiamerò un taxi!- risi.
-Salta in macchina dai, ti accompagno!-. fece con la mano per fammi entrare in macchina.
La tentazione era tanta ma decisi di non andare.
-Sei una testarda!- disse facendomi una smorfia.
-Ti aiuto a chiamare un taxi, allora.-
Chiamammo un taxi. Ringraziai Harry, diedi indicazioni al tassista e partii. Durante il viaggio riflettei su quello che era successo. Lo scontro. Quella canzone. Quegli occhi. Il mio racconto. La foto di quel bambino.
-Signorina, siamo arrivati!-.
-Oh certo!- Pagai e scesi.
-Luciaaa! Ma da quanto tempo non ci vediamo? Sarà una vita!- disse Mary ironicamente abbracciandomi.
- Andiamo a visitare il Big Bang che ti racconto tutto quello che mi è successo!