Capitolo 8

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CAPITOLO 8
 
 
 
Aveva gli occhi rossi, gonfi,pieni di lacrime. Guardava fisso quel bambino in fotografia e piangeva. Non pensavo fosse così…sensibile? Non pensavo potesse piangere in quel modo, come un bambino. Ma cosa c’entrava Harry con quel ciondolo? Cosa c’entro io?
Mary uscì dal bagno. Così prima che venissero in stanza a chiamarci andai io da loro e dissi di avviarsi. Ritornai di nuovo in camera e vidi Harry che singhiozzava. Aveva i gomiti sulle gambe,le mani nei capelli e si dondolava, sembrava un pazzo. Non ho mai visto una persona affliggersi in quel modo. Iniziai anche io a piangere senza un motivo.
-Harry, mi spieghi che cosa ti sta succedendo? Chi è questo bambino? Perché piangi? Mi stai facendo preoccupare.- ora singhiozzavo anche io. Harry si voltò verso di me. Mi guardò con quegli occhi che non erano più limpidi e mi abbracciò forte. Poi si staccò. Sospirò e iniziò a parlare.
- io conosco questo bambino.- balbettò. Cercava di controllare il pianto.
- lo conosci? E chi è?- mi asciugai le lacrime incuriosita.
- sono io.- affermò con sicurezza.
Balzai. Non potevo credere a quelle parole. Harry era quel bambino? Ma perché?si fece coraggio,prese un lungo respiro e continuò.
- Era Natale. Io ero piccolo,avevo a malapena sei anni. Mio padre, quella mattina, mi mostrò due ciondoli. Uno aveva all’interno la sua fotografia. L’altro, la mia. E disse che ogni qual volta sentivo la sua mancanza dovevo stringere al mio cuore questo ciondolo e così lui era lì con me. Mio padre era un marinaio perciò per motivi di lavoro era costretto a passare la maggior parte della sua vita sulla nave, lontano dalla sua famiglia. E la notte del 19 gennaio. Ci  fu una violenta  tempesta che provocò il naufragio.  Non ci fu nessun sopravvissuto. Alcuni corpi furono ritrovati, ma quello di mio padre nessuna traccia.- scoppiò di nuovo a piangere. Ed io con lui. Era una storia orribile. Si asciugò le lacrime e forzando un sorriso continuò.
-sembrerà strano ma quando seppi di ciò non mi misi a piangere, anzi pensavo che così mio padre davvero sarebbe stato affianco a me, sempre. Mi sentivo più protetto. Ne sentii la mancanza successivamente. Tuttavia potrai pensare che io abbia paura dell’acqua. Invece no. Io amo il mare. Proprio come mio padre. Ho passato le estati a tuffarmi nell’acqua per ritrovarlo, e anche questo ciondolo. Ma era tutto inutile.- Abbracciai Harry più forte che potevo. Piangevo. Pensavo alla sua infanzia. Come fa un bambino senza il suo papà a fianco? Come si può crescere senza l’amore dei suoi genitori? I bambini da piccoli vanno in bicicletta, giocano a calcio, guardano i cartoni, giocano con i loro papà. Ma lui non aveva esperienza di tutto questo. Lui era cresciuto con la sola speranza di ritrovare il padre.
-Che ne dici se ti faccio vedere tutte le foto di quand’ero piccolo?- tirò su il naso.
-certo.- gli presi la mano. Lui la strinse forte e ci avviammo a casa sua. Ci mettemmo seduti atterra, nel salotto, di fronte il camino spento. Harry prese dalla soffitta uno scatolone pieno zeppo di foto e altri oggetti. E tra questi oggetti c’era anche il ciondolo con la foto di suo padre.
-Ecco, questo è mio padre!- fui colpita dal fatto che usò il presente. Lo sentiva ancora al suo fianco. Così anche io usai il presente.
-è davvero un bell’uomo, ti assomiglia sai?- sorridemmo.
-gli piace tanto il mare, l’acqua, la spiaggia, il sole. Ecco perché decise di fare il marinaio. Una delle sue più grandi passioni, però era cantare. Me li ricordo come se fossero ieri quegli attimi in cui papà prendeva mia mamma e ballando per tutta la casa gli cantava canzoni d’amore.- .rideva. Poi però diventò subito serio.
-Mi manca.- divenne subito triste. Non sapevo cosa fare. Volevo consolarlo, ma così avrei peggiorato le cose perché ci saremmo messi di nuovo a piangere. Così presi una foto dallo scatolone. C’era suo padre, lui, una donna e una bambina più grande di lui.
-è tua mamma questa donna?- gliela porsi.
-sì, e questa è mia sorella Gemma.-indicando quella bambina.
-Compievo cinque anni quel giorno. Ero felicissimo. Mio padre per quell’occasione mi comprò il mio personaggio preferito dei pawer rangers. E mia madre mi preparò la mia torta preferita. – gli scappò un sorriso. Ci mettemmo a vedere tutte le fotografie. Dai momenti più imbarazzanti ed esilaranti a quelli più delicati e dolci. ad un tratto però mi prese per mano e mi disse.
-Lù, ho bisogno di dirti una cosa.- era preoccupato si vedeva.
-dimmi,Harry.- gli accarezzai la guancia, asciugando la lacrima che era rimasta. Ma squillò il mio telefono. Harry mi disse di rispondere e così feci.
-Pronto?-
-Lù?- mi rispose una donna con una voce alquanto familiare.
-Mamma!- esclamai entusiasta. Non la sentivo da un bel po’. Da quando ero lì c’eravamo chiamate si e no due o tre volte. Ero così felice di risentirla. Soprattutto dopo quello che mi aveva raccontato Harry. Avevo una voglia matta di ritornare a casa e di riabbracciarli. Già, è proprio come si dice. Ti accorgi del bene solo quando lo hai perduto. Io non avevo perduto il mio “bene”, ma la storia di Harry mi aveva fatto capire che i genitori sono la cosa più bella che ci sia stata concessa. Di certo non era un bel momento quello per parlare con mia mamma e mio padre così mi avviai fuori il giardino per non deprimere ancora di più Harry. Stemmo più di mezz’ora a telefono. Parlavamo del più e del meno. Le parlai di me ed Harry e della storia del ciondolo. E anche lei rimase di stucco. Così mi disse che c’entrava il destino. Era il fato a volerci vicini. Io non credo molto a queste cose così cercai di chiudere la telefonata, anche perché avevo rimasto Harry solo in casa, in un momento delicato. Salutai ed entrai. Non c’era più lo scatolone. Non c’era Harry. Stavo iniziando a preoccuparmi seriamente quando sentii la sua voce che parlava con qualcuno. Proveniva dalla cucina. Stava parlando a telefono con non so chi. Coprì con una mano il telefono quando mi vide.
-è Liam. Ci ha invitati a mangiare al ristorante con loro. Io direi di preparare qualcosa qui .Tu che dici, ci stai?- era come se non fosse successo nulla precedentemente. Vedevo Harry, sereno, sorridente, come sempre.
-Ok.- acconsentii. Spiegò a Liam il nostro programma e poi venne verso di me.
-Io ho già in mente quello che potremmo fare- mi abbracciò e mi baciò poi prese il labbro inferiore tra i denti e lo tirò leggermente.
-Bhè a quanto pare hai fame. Andiamo a casa, preparerò qualcosa all’italiana.- dissi allontanandomi. Una sua mano avvolse il mio polso e mi riportò vicino a lui in un batter d’occhio.
-Grazie.-sussurrò sorridendomi.
-Per cosa?.- Mi prese il volto con le mani. Mise la sua testa contro la mia e pian piano mi sussurò:
- Grazie, perché quella mattina ti sei tuffata per prendere il ciondolo. Grazie perché hai rischiato di morire per consegnarmelo. Grazie perché quella mattina mi hai scontrato. Grazie, perché ora mi sento meglio perché ho ritrovato mio padre. Grazie, perché sei entrata nella mia vita.- 

*SPAZIO AUTRICE*

Eccomi qui, di nuovo. XD Alloooora cosa ne pensate? lo immaginavate che Harry è il bambino del ciondolo? Ma perchè proprio lui? che rapporti a con Lù?

bhè lo scoprirete...

con questo vi rngrazio per i voti e per i commenti, siete bellissime.

ciaoooo :D

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