Capitolo 24

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CAPITOLO 24

 Dopo un’oretta di volo finalmente arrivammo in Sardegna, Costa Smeralda. Prendemmo un taxi che ci avrebbe portato in albergo. Harry era così entusiasta, e anch’io lo ero. Mi sapevo orientare lì, dato che c’ero stata più di una volta. Arrivammo all’albergo “Le Palme”. Il paesino che ci stava ospitando si chiamava ‘Liscia di Vacca’. A parte il nome, era un paese molto caratteristico e carino. Il mare era stupendo e non faceva caldo come a Napoli. Lì è una zona molto ventilata e quindi si stava bene. Liscia di Vacca è caratterizzata da vari laghetti e piccole cascate. Infatti l’Hotel dove alloggiavamo era costruito attorno a questi laghetti, il che faceva tutto molto folcloristico. Harry rimase estasiato.

-è fantastico qui!- gli brillavano gli occhi.

-Come mai hai scelto questo posto, se non sei mai venuto?- gli chiesi.

-Ho fatto fare tutto l’agenzia. E ne sono soddisfatto.- mi prese per mano e ci avviammo alla reception. Una signorina educata e gentile ci accolse. Harry subito prese la palla in balzo sfoderando il suo inglese perfetto. E a quanto pare la signorina gli stava al gioco, dato che sapeva ben parlare l’inglese. Un giovane fattorino prese le nostre valige e ci fece strada per le camere. Anch’io giocai allo stesso suo gioco con il bel fattorino, il che diede molto fastidio ad Harry, ma non si scomodò più di tanto.

-Che bella vista. È meraviglioso.- rimanemmo a bocca aperta. La vetrata nella stanza da letto ci dava la possibilità di ammirare tutto il paesaggio. Il verde delle piante contrastava con l’azzurro del mare. Prendemmo in fretta i costumi, ci cambiammo e in un batter d’occhio eravamo già in spiaggia. Era molto affollata, ma questo non ci importava. Ci sistemammo al nostro ombrellone e allora guardai Harry. Il costume a pantaloncino all’hawaiano, le ray-ban nere e quei capelli al vento. Era perfetto.

-Che c’è? Qualcosa non va?- mi chiese poggiando gli occhiali nella borsa e fissandomi con quegli occhioni verdi. Ora si che era un angelo.

-Mi spalmi la crema sulle spalle?- gli sorrisi. E così fece. Il suo tocco era molto leggero e delicato. Le sue mani erano morbidi, come quelle di un neonato.

-Ora tocca a te!-

-No, non ho bisogno della crema!- brontolò come un bambino

-Vieni subito qui, Harold.- si avvicinò sbuffando, ma io ero orgogliosa e soddisfatta. Gliela spalmai dietro le larghe spalle e sul petto, accarezzandogli i pettorali. Mi guardava fisso in viso e sapeva che mi metteva ansia e inquietudine. Lo faceva apposta per farmi allontanare e filarsela in mare.

-Styles, se continui a fissarmi starò fino e stasera a spalmarti la crema sul corpo!- ridemmo.

-Se continui a toccarmi in questo modo, qualcuno potrà svegliarsi molto presto qui sotto, e so che non ci vuole molto.-scherzò indicando il suo costume. Quando ebbi finito ci dirigemmo verso la riva. Harry si affrettò ad entrare e a bagnarsi completamente.

-è fredda?- gridai

-Giudica tu- disse Harry sorridendomi. Immersi un piede nell’acqua e subito lo ritirai.

-Scordati che mi bagni. Non voglio assolutamente fare la fine di Jack in Titanic.-scoppiò a ridere. non so cosa mi trattenesse di più la paura che sarebbe potuto succedere qualcosa in quelle acque profonde o che l’acqua era davvero ghiacciata.

-Dai vieni qui!- negai col capo e mi girai per andare sotto l’ombrellone quando due grandi braccia mi prendono i fianchi sollevandomi da terra e riportandomi a riva. Scalcio, mi dimeno nella sua presa ma non molla. Sento l'acqua arrivarmi più o meno alle ginocchia. Al contatto mi avvinghio al corpo di Harry, stringendo le gambe intorno la sua vita.

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