Capitolo 28

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CAPITOLO 28

Entrai lentamente in casa senza far rumore, dato che il resto della mia famiglia stava dormendo già. Mi misi sul letto quando vibrò il telefono.

“Ci vediamo tra cinque minuti in giardino.xx. Harry.”

Appena lessi quel messaggio un sorriso comparve sul mio viso. Andai in bagno, mi struccai e mi misi il pigiama e in punta di piedi uscì nuovamente.

Andai in giardino come mi era stato detto, ma essendo buio non vedevo niente.

-Harry- sussurrai.

-Sono qui Lù.- sentii la sua voce bassa.

-Qui dove?- continuai. Harry stava per parlare quando ci scontrammo.

-Ahi, mi hai fatto male- si lamentò Harry.

-Shhhh. Non fare rumore. I miei zii ci sentiranno.- rise.

-oh! Giusto!- mi baciò.

-Ma non sei stanco?- sbadigliai.

-In effetti…- sbadigliò anche lui.

-Dove dormiremo ora? Perché mi hai chiamato?- mi strofinai gli occhi. Ero troppo assonnata per stare dietro ai suoi giochetti.

-Mettiamoci sdraiati qui e ammiriamo le stelle.- si sedette a terra.

-Se proprio vogliamo vedere le stelle andiamo sulla terrazza. Da lì si vedono meglio- Harry subito acconsentì. Salimmo in punta di piedi e molto lentamente le scale, dopodiché arrivammo in terrazza.

-Ecco, mettiamoci qui.- Fortunatamente c’erano degli asciugamano da mare. Di solito mia mamma e mia zia prendevano il sole lì.

Ci stendemmo sopra queste e abbracciati guardavamo le stelle.

-Guarda la luna! Ha la forma di un’unghia.- disse Harry.

- A me sembra una banana.- Harry scoppiò a ridere.

-Cosa ho detto?- mi alzai dal suo petto fissandolo mentre si faceva tutto rosso.

-Una banana!- continuò a ridere.

-Una banana si! Non hai mai visto una banana, Styles?-

-Certo! E mi piacciono le banane, ma non penso che sia una banana. Hai un’immaginazione tu…- mi stesi di nuovo al suo fianco, inalando il suo odore e ascoltando attentamente ogni suo battito.

-Styles, ho sonno.- dissi stringendomi al suo corpo.

-Ok, allora dormiamo.- disse iniziando ad accarezzarmi i capelli. Harry era disteso in posizione supina. Mi sistemai meglio accanto ad lui. Di solito quando dormo metto sempre le gambe in posizione di gru. Una alzata e una tesa. Così una mia gamba si adagiò sul suo bacino, l’altra, invece era stesa affianco alla sua gamba. Avevo un braccio lungo il suo torace, mentre l’altro stingeva il suo corpo. Infine la testa era in corrispondenza del suo cuore. Infatti potevo ben sentire, ogni minimo rumore. Harry con una mano mi accarezzava i miei ricci capelli, l’altra tratteneva la mia coscia sul suo bacino. Ci addormentammo così, l’uno avvinghiato all’altro.

Troppo presto però fummo svegliati dai fragili raggi del sole. Decidemmo di continuare a dormire nei nostri letti, cosicché nessuno avrebbe sospettato.

La mattina successiva mi svegliai col rumore dell’aspirapolvere. Di solito mia madre, quando sapeva che la sera precedente aveva fatto tardi non mi chiamava presto la mattina, ma nel frattempo accendeva l’aspirapolvere che comunque mi avrebbe poi svegliata. Era un suo modo per rimproverarmi della sera precedente, quasi come una “punizione”. Mi alzai controvoglia. Avevo, come tutte le mattine, i capelli scompigliati. Gli occhi si aprirono leggermente. Andai in bagno per sciacquarmi il viso in modo da svegliarmi. Ma quella mattina neanche l’acqua era in grado di farmi svegliare del tutto. Senza dire una parola passai per il salone, dove c’era mia madre con l’aspirapolvere, e andai in cucina. Vidi mia sorella e mio fratello fare colazione allegramente, mentre io ero ancora imbronciata e assonnata. Rimasi immobile per qualche minuto per mettere a fuoco che dovevo raggiungere Harry che si trovava al piano di sotto. Così mi girai, feci due passi e aprii il portoncino. Scesi attentamente le scale,gradino per gradino, aggrappandomi alla ringhiera. Bussai al campanello di mia cucina. Aprì Liam, già arzillo e ben vestito. Sorrise appena mi vide e con un braccio mi indicò dove era Harry.

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