CAPITOLO 32
-Lù– sussurrò dolcemente nel mio orecchio accarezzandomi i capelli.
-Mmmm.- non mi smossi.
-Possiamo andare di sopra a dormire?- Dato che Anne aveva insistito per rimanere lì per la notte, dopo la cena, io e Harry c’eravamo sdraiati sul divano a parlare un po’ di quanto era successo e io come al solito, mi ero addormentata.
-Ho capito.- sospirò.
-Vieni qui che ti porto sopra.- mi prese in braccio in stile sposa. Afferrai forte la camicia a quadri che indossava, inalando il suo profumo inebriante. Mi portò in camera sua e delicatamente mi appoggiò sul letto. Mi tolse le scarpe, rimanendo i calzini di cotone, e anche i pantaloni. Mi privò anche della mia camicia, ma subito mi infilò una t-shirt molto larga. Per tutto quel tempo non aprii gli occhi, ma riuscivo a sentire i suoi movimenti delicati. Sistemò le coperte sopra di me e mi diede il bacio della buona notte, dopodiché sprofondai nel sonno. Anne era una donna incredibile. Divertente, sincera, premurosa era la madre perfetta ai miei occhi. Durante la cena raccontò dei vari aneddoti infantili. Io e Harry ne avevamo combinate di tutti i colori, e dopotutto questo tempo siamo ancora dei complici. Mi fece davvero bene ricordare tutto il mio passato. Mi sentivo finalmente libera, vedevo la strada spianata di fronte a me. Tuttavia mi mancava ancora un altro pezzo di puzzle. Come ci ero finita in Italia? Mi svegliai di soprassalto quando sentii un rumore.
-Harry?- mi voltai ma non c’era accanto a me. Scesi dal letto e stranamente ero vestita.
-Harry?- no, non era nemmeno in bagno. Cercai di fare meno rumore possibile per non svegliare Anne. Scesi giù per le scale velocemente. Andai in salone e di lui nemmeno la minima traccia. Guardai fuori in giardino e tutto d’un tratto era diventato giorno e c’era Anne con una signora che non riconobbi. Stavano portando dei vassoi a tavola.
-Des! Bobby! Venite a mangiare e fate venire anche i bambini!- gridò quella signora. Aveva i capelli lunghi e ricci e i lineamenti gentili.
-oh Darcy lascia stare faccio io.- Anne le prese il vassoio dalle braccia e lo posò sul tavolo.
-Arriviamo!- gridò un uomo. Mi avvicinai a quelle persone quando arrivarono due uomini seguiti da due bambini.
-Harry e Gemma smettetela di litigare.- disse l’uomo più alto. L’altro invece abbracciò quella che doveva essere la signora Darcy e la baciò.
-Dov’è Lucy?- le chiese l’uomo. La donna si voltò verso di me e sorrise. Aveva degli occhi bellissimi e verdi e un viso dolce. Sembrava un angelo.
-Lucy vieni a sederti con me- sorrise il bambino.
-Lucy dai vieni a mangiare che si fredda.- mi invitò la donna. Iniziai a piangere, ma cosa stava succedendo? Chi erano quelli?
-Amore della mamma non piangere, sono qui.- si avvicinò facendomi indietreggiare, ma sbattei contro qualcosa.
-Lù- sentii. D’improvviso divenne notte e iniziò a piovere. Mi voltavo in cerca di qualcosa o qualcuno ma tutto ciò che riuscivo a vedere era il buio. Il cuore mi batteva all’impazzata e avevo troppa paura. Ma poi vidi una mano con un ciondolo, sporca di sangue. Era di Harry.
-Harry? Sei tu?- dissi. Un’altra mano mi prese il braccio. Non riuscivo a vedere chi fosse, ma cercava sempre più di allontanarmi da lì, da quella casa.
-Harry!- urlavo. Ma nessuno mi sentiva.
-Lù- sentii gridare il mio nome.
-Harry no!- piangevo a dirotto.
-Lù! Svegliati!- sbarrai gli occhi. Harry era di fronte a me che mi teneva per le spalle.
-è solo un incubo, va tutto bene. – mi abbracciò stretto. Le lacrime continuavano a uscire veloci dai miei occhi e il petto si alzava e abbassava velocemente. Stavamo in giardino e pioveva. Ora ero diventata anche una sonnambula?