CAPITOLO 9
Entrammo in casa e subito mi misi ai fornelli. Harry cercò di aiutarmi ma non sapendo dove mettere le mani gli chiesi di sistemare le valige in camera. Dunque, mentre Harry disfaceva le mie valigie io cucinavo la carbonara e la cotoletta alla milanese. Mentre ero intenta a preparare il pranzo mi ricordai di quella mattina in spiaggia. Quando recuperai il ciondolo. L’ospedale. Il bambino. Ma perché? Io ero italiana e lui inglese. Due culture diverse. Due mentalità diverse. Due lingue diverse. Abitavamo a chilometri e chilometri di distanza. Perché proprio io? Ma qualcosa mi diceva che c’era qualche altra cosa che dovevo sapere. Qualcosa che aveva a che fare con tutto ciò. Harry interruppe i miei pensieri. Le sue braccia accerchiarono la mia vita.
-che bell’odorino.- iniziò a baciarmi delicatamente il collo.
-è quasi pronto.- dissi sorridendo. Avrei voluto girarmi e baciarlo fino ad “esaurimento ossigeno”, ma continuai a cucinare.
-Mmm a piedi nudi in cucina- osservò.
-Non si dice a piedi nudi e incinta in cucina?- scherzai.
-Possiamo sempre rimediare- continuò a lasciare baci sul collo e sulla spalla.
-Harry!- lo ammonì. Lui fece una faccia confusa e allo stesso tempo divertita. Poi alla fine sorrise.
-Hai ragione. È ancora troppo presto.- mi girò e posò le sue labbra morbide sulle mie. Erano ancora un po’ salate delle lacrime. Strinsi i ricci tra le mani attirandolo più a me. Leccò il labbro inferiore tirandolo appena e non potendo resistergli, feci incontrare subito le nostre lingue.
-sai a cosa stavo pensando?- disse staccandosi.
-non ho questi poteri ancora! Cosa hai pensato? Che ho un futuro come cuoca?- ridemmo.
-Si, stavo pensando che saresti una brava cuoca, una brava moglie, una brava mamma, una brava nonna. Stavo pensando a un giorno quando i nostri figli correranno per tutta la casa, quando diranno per la prima volta “mamma” o “papà”, a quando cadranno e si faranno male e tu li curerai, il loro primo giorno di scuola, le vacanze al mare tutti insieme, quando inizieranno a soffrire per un amore- alternava parole e baci.
-ma solo se stai con me!- specificò.
Guardavo i suoi occhi. Erano così diversi dal solito. Limpidi, brillanti ma cupi. Come se nascondessero qualcosa.
-Davvero?-iniziai a ridere. Gli misi le mie braccia attorno al collo.
-sarei una frana!tu forse non lo sai ma io combino un sacco di pasticci! Uno dietro l’altro.-
-io invece sono convinto che saresti perfetta per me.- mi baciò delicatamente sulle labbra. Volevo continuare il discorso chiedendogli del suo futuro. Ma…
-mi sbaglio, o sento puzza di bruciato?- annusò.
-oh! Le cotolette.!- esclamai. Mi girai e spensi le fiamme dei fornelli. Fortunatamente non si erano bruciate del tutto. Erano ancora commestibili.
-se desideri mangiare bruciato per tutta la tua vita va bene!- ridemmo.
-è pronto. Accomodiamoci.- dissi portando i piatti a tavola. Vedevo Harry molto felice. Guardava i piatti e rideva. Chissà a cosa pensava. O semplicemente era affamato.
-si, non c’è dubbio è la miglior carbonara che io abbia mai mangiato!.- disse masticando ancora il boccone.
-dai non esagerare!-
-no, dico sul serio. Avrò il colesterolo da vecchio!- scoppiammo a ridere.
-ma tu pensi davvero che la nostra storia duri? Non pensi alla distanza? Alla differenza di cultura, di lingue? Insomma, starò qui solo due settimane.-
Si fermò. Mi guardò negli occhi e mi strinse la mano.
-in ogni relazione c’è un problema. Nella nostra c’è ne solo uno. Piccolissimo. La distanza. Io penso che finché esiste l’amore, finché due persone si amano, non esiste nessun problema,e per me non è un problema venirti a trovare ogni giorno in Italia. Lù, ho capito che tu sei davvero importante per me, e non mi riferisco solo al ciondolo. Mi sembra di conoscerti da una vita. Mi sembra di conoscere ogni tuo piccolo difetto, ogni tuo pregio, tutto quello che sai o non sai fare. Per me sei davvero importante e ne la distanza, ne la lingua, ne i genitori, nessuno e niente potrà mai separarmi da te… se tu lo vorrai.- quelle parole mi colpirono, ma non tanto da farmi rimanere muta come altre volte. Ma lui parlava d’amore. Io lo amavo? Ero disposta a questo cambiamento radicale?
-Anche a me è successo la stessa cosa, Harry. La prima volta che ti ho visto, che ti ho guardato negli occhi, anche io ho sentito di conoscerti. Ma quando ho saputo che il bambino del ciondolo eri tu allora ho pensato che era per quello. Harry, nessuno mi ha trattata come fai tu, nessuno mi parla come te, nessuno è te. Non ho mai provato ciò che provo con te. E ti prometto che “nessuno e niente potrà mai separarmi da te… se tu lo vorrai.”- ripetei le sue stesse parole, per dare lo stesso messaggio. Ma ad un tratto il campanello. Perché sempre in questi momenti?
-chi sarà?- guardai con aria strana Harry. Andai ad aprire e lui mi seguì.
-ciao cugina! Pensavi ti rimanessi sola con lui?- mi si buttò letteralmente addosso.
-ciao Lù!-mi salutò Liam.
-oh ciao Liam. Stavamo pranzando. Volete unirvi?-
-no, abbiamo già mangiato. Ma è successo qualcosa?- chiese Liam con aria preoccupata.
-no, non è successo niente. È che volevamo parlare un po’ da soli io e lei. Una parola tira l’altra e ha preparato la carbonara. Ed è ottima.- era davvero bravo a cambiare discorso.
-la carbonara? Voglio assaggiare!- Liam si accomodò a tavola e iniziò a mangiare dal piatto di Harry.
-ehy, vai piano!, così la finisci!- sembravano due bambini che lottavano per lo stesso giocattolino.
-Liam, ma hai appena finito di mangiare!- Mary guardò con occhi spalancati il suo ragazzo.
-ma sono buoni.- Liam le fece la faccia da cucciolo e vidi mia cugina sciogliersi a terra. Ma com’erano bravi quegli inglesi a fare quella faccia!
Mangiammo tutti insieme ciò che avevo preparato e a quanto pare anche le cotolette erano venute bene, anche se un po’ bruciacchiate, per via di Harry.
Finito di pranzare, decidemmo di smaltire il tutto.
-Che dite se andiamo a fare una passeggiata nel parco qui vicino?- propose Harry.
-si, sono d’accordo!- esclamai subito. E anche mia cugina e Liam acconsentirono.
Uscimmo di casa e ci incamminammo verso questo parco. Eravamo passati tante di quelle volte ma non avevo mai fatto caso. Non era molto grande ma era giusto per passare pomeriggi tra chiacchiere e passeggiate. Ci voleva proprio una bella camminata, anche perché quel giorno uscì il sole. Io e Harry passeggiavamo mano nella mano, proprio come Mary e Liam. Quant’erano carini insieme. Erano capaci di isolarsi in una gran folla. Come se al mondo esistessero solo loro due e nessun’altro. C’era intesa tra loro. Erano fatti l’uno per l’altro.
-Non so te, ma ho una gran voglia di dolce.- dissi ad Harry.
-si hai ragione. Gelato o zucchero filato? O un bel pasticcino? Magari cupcake?- mi mise una mano sulla spalla stingendomi ancor di più a lui.
- vediamo che dicono loro. Mary? Liam?- mi avvicinai alla coppietta. Ma non ascoltarono.
-Liam? Mary?- urlai per farmi sentire.
-che vuoi?- rispose con un tono alquanto stufo e arrabbiato.
-ehy calma cugina! Che dite se andiamo a prenderci qualcosa di dolce? Un gelato, un pasticcino…- mi rivolsi a Liam. I due si guardarono, mormorarono qualcosa e poi Liam mi rispose.
-No, restiamo ancora un po’ qua e poi andiamo a farci un giro per Londra.-
-Visiterò mai Londra prima di tornare in Italia?- guardai Harry.
-eh va bene, qualche giorno farò la tua guida turistica. Anche perché ho tanto da farti vedere.- disse abbracciandomi e solleticandomi leggermente. Intanto i due piccioncini si erano avviati. Un po’ strani a dir la verità.
-per il momento dove andiamo, mio bel ricciolino?- gli rubai un bacio. Poi vidi un signore che faceva le noccioline con lo zucchero. Harry stava quasi per rispondere quando lo interruppi.
-le noccioline con lo zucchero! Si! Voglio quelle!- indicai i vecchio signore.
-sembri peggio di una donna incinta!- sbuffò divertito.
Trascinai Harry dal vecchietto. Prendemmo due bustine. Pagò e iniziammo a mangiare.
-è da tempo che non le mangiavo.-dissi mentre masticavo.
-già anche io. Tra tutti gli impegni lavorativi…- poi mi guardò e subito cambiò discorso. Non pensi si stia facendo tardi?-
-tardi?nooo! che c’è Styles ti sei scocciato di camminare?ti fanno male i piedini?- si fermò mi guardò negli occhi con un aria di sfida e mi disse.
- inizia a correre.- scattai il più veloce possibile ma le sue allungate gambe permettevano dei passi molto più lunghi dei miei così mi raggiunse presto.
Avevamo il fiatone. Eravamo entrambi stanchi, ma non tanto da non baciarci. Ci straiammo a terra, stremati, mentre alcuni rami di una magnolia ci facevano ombra. Mi avvicinai ad Harry. Misi la mia testa su sul petto che si alzava e abbassava velocemente. Riuscivo a sentire il suo battito veloce. Accarezzai il suo petto con l’indice delineando i suoi muscoli. Harry mi baciò il capo.
-quanto mi piace stare a contatto con la natura.- dissi con una voce delicata
- scommetto che ti piacciono i fiori di tutti i colori.- disse con la sua roca voce.
-si, ma preferisco i fiori gialli, le rose. Dovremmo fare un picnic qui. - mi abbracciò accarezzandomi il ventre.
-Mmmm.- mormorai soddisfatta.
-dunque ho centrato il tuo periodo?-bisbigliò. Acconsentii godendomi quel massaggio rilassante.
- non vedo l’ora di sentire con questa mano degli scalci.- lo fissai con aria strana.
- ma lo sai che metti ansia,Styles?- scoppiammo a ridere.
-ma tu non immagini di sposarti, di creare una famiglia?- mi chiese.
-certo che ci penso. Ma tu invece non pensi che sia un po’ presto di parlare di queste cose?
-si, certo che è presto, ma era solo un pensiero.- si chiuse.
-e dimmi come chiameresti i tuoi figli?- lo spronai di nuovo.
- se è una femminuccia Darcy! Se è un maschietto…-
-Des…- continuai. Mi guardò come se avessi imprecato fortemente.
-Des?- mi chiese con la voce tremante.
-si, ma non ti piace?-
- certo che mi piace.- continuò a fissare il cielo. Oramai si stava facendo scuro. Si potevano intravedere le prime stelle.
-Mi piacerebbe anche adottare qualche bambino. Questo è uno dei miei sogni chiusi nel cassetto.-sorrisi. Allungai il bracco e la mia mano incontrò i ricci del ragazzo seduto alle mie spalle.
-Buona idea. La prenderemo in considerazione.-continuammo a parlare, ridere e scherzare, immaginando il nostro futuro insieme. Ma non ce ne accorgemmo che si fece tardi e così ricevei una chiamata di “ritirata” da mia cugina. Era peggio di mia madre. Faceva sempre domande, e pretendeva anche i dettagli.
-Bene, è stata davvero una bella giornata- dissi voltandomi ad Harry per il bacio della buona notte.
-ci vediamo domani mattina?- chiesi.
-ehm… no ho degli impegni… di lavoro- si grattò il capo.
- oh! Mi ero dimenticata che dovevo andare con Mary in centro! Quindi comunque non ci saremmo potuti vedere.-
- Allora ci sentiamo?- si avvicinò per baciarmi.
-ok- sussurrai. Un ultimo bacio ed entrai dentro.
Mary era già nel letto che dormiva. Aveva un sorriso da ebete stampato in faccia.
-si sarà divertita con Liam!- pensai tra me e me.
Mi cambiai. Mi misi il pigiama di Harry, quello di Bugs Bunny. Sentivo ancora il suo odore. E pian piano mi addormentai.Salve ragazzeeee. come va? Domani il nostro Niall compirà 20 anni. :')
bene, con questo spero che vi piaccia e che continuate a votare e commentare.
grazieeee :**