CAPITOLO 12
Al nostro risveglio, la mattina seguente, trovammo Mary e Liam che ci fissavano. Molto imbarazzante. Anche perché io ed Harry avevamo dormito abbracciati per cui quella mattina non potemmo farci tante coccole. Ma mi ci dovevo fare l’abitudine perché tra pochi giorni sarebbe partito.
-Ma che ci fate qui?-chiesi ancora con gli occhi chiusi e con le braccia intorno al corpo di Harold.
-ti ricordo cara, che questa è anche casa mia!- mi fece presente Mary. Da quanto aveva conosciuto Liam era diventata più razionale e anche più antipatica del solito.
-Liam, mi spieghi come fai a sopportarla? È così acida anche con te? Mi riferii a Liam.
-No! Anzi, con me è molto dolce.- volevo continuare la discussione ma Harry mi mise la sua grande mano sulla bocca e poi mi baciò. Aveva pienamente ragione. La mattina appena sveglia non avevo mai voglia di parlare, perché allora stavo parlando?
-Lù, noi andiamo a fare un po’ di spesa. Voi che fate rimanete qua?-
-Ti ricordo Mary che Lucia ha la febbre.- rispose Harry con la sua voce rauca, toccandomi la fronte.
-Ma Harry, io sto molto meglio, e poi tra pochi giorni devi andare via e io ancora non ho visitato Londra!- gli parlai molto dolcemente.
-Ora controlliamo la febbre e poi vediamo se puoi uscire.-mi baciò.
-Mammamia e quanto siete sdolcinati!- fece Mary allontanandosi dalla camera.
-Perché non facciamo un picnic tutti insieme?- propose Liam.
-Bella idea. Mi piace!- risposi subito. Mentre si sentiva il sonoro “siiiiiii” di Mary dalla cucina.
-ok, vado a prendere il termometro.- Harry si alzò dal letto. Fu un distacco troppo duro per me. Era così caldo il suo corpo. Ora mi sentivo così sola e fredda. Come avrei fato senza di lui tutti quei giorni? E una volta tornata in Italia? Ma c’era pur sempre quel viaggio che aveva prenotato in Sardegna. Sarebbe stata una scusa per rincontrarci.
-Lù, io e Liam allora andiamo a fare la spesa. Volete qualcosa in particolare?-
-no, fai tu non preoccuparti- dissi a mia cugina.
-Ho già chiamato gli altri e vengono anche loro. E Niall mi ha raccomandato di comprare tante cose al supermercato.- fece la sua stessa voce e noi tutti scoppiammo a ridere.
-Bene, allora andiamo.- Ci salutammo e chiusero la porta.
-Alza il braccino. Brava così.- era molto premuroso Harry. Sarebbe stato un ottimo padre.
-Non parlarmi così. Non sono una bambina- dissi.
-si, tu sei la mia piccola principessa e io avrò cura di te.- mi baciò delicatamente la fronte,lasciando inumidito.
-Harry, quando partirai?- diventò triste all’istante.
-La prossima settimana.- chinò il capo.
-Ma tu stai tranquilla che ti chiamerò sempre, e se non potrò chiamare ti manderò un messaggio. Ma stai sicura che non mi dimenticherò di te.-
Mi spostò i capelli dietro l’orecchio.
-E poi io e te dobbiamo ancora fare quel viaggetto in Italia - disse con un sorriso malizioso.
-Quando partiamo?-gli chiesi sorridendo.
-il 19 agosto.-
-wao 5 mesi prima del mio compleanno!- ero entusiasta. Avrei compiuto 24 anni.
-sei nata il 19 gennaio?- aveva una faccia incredula.
-19 gennaio 1996. Capricorno. Tu invece sei nato il 1° febbraio 1994 e compirai 26 anni. Acquario. Ma perché hai quella faccia? Ti stai facendo troppo vecchio?- ridemmo.
-no è che il 19 gennaio 2000 successe che…-
-si, lo so! Me ne ricordo.- gli accarezzai la guancia.
-vediamo a quanto hai la febbre.- cambiò discorso. Gli faceva male parlare di quello che successe quella notte. Lo potevo ben capire dai suoi occhi.
- o mio dio! Hai 40 di febbre!- rimanemmo a bocca aperta.
-non è vero. Stavo scherzando!- disse ridendo.
-ma lo vedi che sei un bugiardo!- continuammo a ridere mentre gli facevo il solletico. Era divertente giocare in quel modo con lui,rideva quasi come una femminuccia.
- Stai bene. Possiamo andare con gli altri a fare il picnic.- Urlai di gioia.
-Ma prima prendi comunque lo sciroppo. Non voglio che prendi la ricaduta.- si avviò in cucina per prendermi la medicina mentre realizzavo che dovevo scendere dal letto. Dovevo abbondare quelle morbide e calde coperte che erano state testimoni dei miei sogni. Non avevo il coraggio. Era duro l’impatto col freddo.
-Anche se è strano perché ieri avevi la febbre molto alta e ora stai benissimo.- aggrottò le sopracciglia.
-è l’amore che mi ha guarita. Non questo brutto sciroppo.- rise.
-si, ma comunque tu apri la bocca.- Ingoiai controvoglia quell’amara medicina e mi alzai da letto.
-Allora io vado a casa a cambiarmi. Poi ritorno, ok?- disse Harry avviandosi alla porta. Acconsentii e filai in bagno. Mi guardai per una attimo allo specchio. Avevo una brutta cera. Tuttavia non ero così inguardabile. Decisi di fare una doccia. Dopo la doccia mi asciugai i capelli e mi avviai in camera mia per vestirmi. Mi misi l’intimo e stavo decidendo cosa mettere quando sentii un colpo di tosse. Mi girai di scatto.
-Harry!- fece un sorriso malizioso mentre cercavo di nascondermi dietro la porta dell’armadio.
-è inutile che ti nascondi. L’altra porta dell’armadio ha lo specchio.- rise.
-oh! Non me ne ero accorta. Ma chi ti ha aperto? Anzi no, esci subito dalla mia stanza!- dissi ridendo.
-agli ordini principessa.- stava per chiudere la porta quando si affacciò solo con la testa.
-mi piacciono le mutandine di pizzo.- mi fece l’occhiolino.
-Harry!- urlai. Dopo scoppiai a ridere.
Decisi di indossare uno short di jeans non troppo corto, con una polo a mezzamanica rosa e le miei immancabili converse bianche. Decisi di prendere anche i cardigan celeste, nel caso avessi avuto freddo. Uscii dalla stanza e trovai Harry su divano con gli occhi chiusi. Stava dormendo?
Lo baciai delicatamente sulla guancia e si svegliò.
-oh! Scusami. È che stanotte non ho dormito bene.- disse aprendo gli occhi.
-perché? Russo forse?- scoppiò a ridere.
-no, è che hai fatto un brutto sogno e ti svegliavi continuamente.- si passò le mani sul viso.
-perché non lo ricordo?- diventai seria.
-non fa niente. Meglio così. Sarà stata la febbre alta forse.-
Andai in bagno per aggiustarmi i capelli e per truccarmi.
-Lù andiamo? I ragazzi già sono lì!-
-Si vengo subito,amore!- Mi diedi un’ultima controllata allo specchio e raggiunsi Harry fuori.