CAPITOLO 31
I raggi fievoli del sole penetravano dalla tenda. Sentivo il sonoro cinguettio degli uccelli e l’odore dei fiori inebriava i miei sensi. I vestiti erano sparsi al nostro nido d’amore. Harry era sotto di me che dormiva come un angelo. I ricci sparpagliati sulla coperta, gli occhi chiusi delineati da lunghe ciglia, il naso mandava via piccoli sbuffi tiepidi e le labbra rosse erano serrate. Notai una piccola cicatrice sotto il suo mento e qualcosa riaffiorò nella mia mente, ma non prestai molta attenzione e ritornai alla precedente posizione. Il petto si alzava e abbassava e simultaneamente ascoltavo il suo battito regolare. Sfioravo con le punte delle dita il suo petto nudo e tatuato provocandogli dei brividi. Inspirò profondamente facendo alzare il suo torace.
-Buongiorno amore.- stinse più forte le sue braccia attorno al mio corpo infreddolito. Nonostante la coperta di lana che ci copriva avevo le mani e i piedi congelati.
-Buongiorno. - sussurrai affondando il mio viso nel suo collo caldo. Alzai la testa per guardarlo. Cercava di aprire il suoi occhi, ma i raggi del sole che penetravano non permisero quel movimento. Spostò leggermente il capo e finalmente potetti vedere quegli occhi verdi, profondi. Mi sorrise e mi strinse ancora al suo corpo.
-Mi piace moltissimo qui.- affermai.
-Lo so,anche a me. – mi lasciò un leggero bacio fra i capelli scompigliati.
-Passerei tutta la mia vita così- sospirò.
-Ma sarebbe una vita monotona.- continuai. Gli scappò un sorriso.
Rimanemmo ancora un po’ a parlare, poi ci ricomponemmo. Era stato dolce, passionale e delicato quella notte. Io mi ero innamorata davvero di quell’uomo. Ma penso che gli inglesi siano più precisi. I was really falling in love. Già, ero caduta letteralmente nelle reti dell’amore. Non avevo mai amato nessuno così prima d’ora. Amavo il suo modo di guardarmi, di toccarmi, di farmi sentire sua. Il modo in cui muoveva le labbra, così lentamente. Il suo gesticolare mentre spiegava, la sua ironia, le sue risate, la sua gelosia, le carezze, i baci. Amavo ogni minima parte, ogni gesto, anche i suoi difetti. Quali difetti? Bhè a dire la verità ce ne erano. Odiavo il suo modo di masticare la gomma, troppo rumoroso. Odiavo quando lasciava l’accappatoio o l’asciugamano bagnato sul letto, quando rimaneva il tubetto di dentifricio aperto, quando rideva di una discussione seria, quando rimaneva i suoi vestiti sparsi per la casa, o quando rimaneva le scarpe puzzolenti all’ingresso. A volte sapeva essere esasperante, iperprotettivo ma dopotutto…io lo amo.
-Per te!- mi porse un fiore che strappò mentre facevamo ritorno verso la macchina.
-Oh grazie!- lo portai al naso per annusarlo. Spostai i capelli a lato cercando di sistemarli.
-Ti si vede…- toccò leggermente con le punte delle dita il mio collo, sul punto dolente. Le mie goti si tinsero leggermente di rosso. Sorrise mostrandomi i suoi perfetti denti bianchi.
Facemmo colazione in un bar.
-Che ne dici se oggi pomeriggio andiamo a Holmes Chapel?- disse tutto d’un fiato. il cappuccino mi scese di traverso. Tossii più volte prima di risponderlo.
-oggi?- ero preoccupata. Solo il pensiero degli occhi della sua famiglia su di me mi incuteva un certo timore e imbarazzo. Avevo soprattutto paura del giudizio della madre. Mi aveva sempre parlato di Anne, come una donna forte, coraggiosa, tutta d’un pezzo.
-Si, non va bene?- potevo vedere la sua ansia. Ma perché era nervoso? Chissà quante altre ragazze aveva presentato prima di me.
-Oh! Certo.- la conversazione finì lì. Dopo pranzato partimmo per il famoso paesino di Holmes Chapel. Una volta arrivati, Harry fu accolto da molti suoi conoscenti. Essendo un piccolo paese si conoscevano tutti, e poi come potevano non conoscere Harry Styles? Arrivammo di fronte a una piccola villa. Era circondata da un piccolo giardino. La solita casa inglese in legno.