Capitolo 41
Vedo il sole che illumina la stanza e sorridendo mi accoccolo ad Harry. Era da tempo che non mi svegliavo col sole. Inizio a marcare con le dita i suoi lineamenti del viso, soffermandomi sulle labbra. Sono sottili ma carnose al punto giusto. Formano un cuore e a differenza delle altre volte sono rosee anziché rosse. Forse perché sente freddo, dato che ha dormito senza maglia e senza pantaloni. Gliel’avrò detto milioni di volte di mettersi il pigiama ma è più testardo di me. Faccio scorrere il dito lungo la mascella e poi il mento soffermandomi su quella cicatrice. Chissà come se l’era fatta. Tuttavia riprendo il mio percorso, continuando a delineare le orecchie. Harry sorride appena. Mi prende la mano e la porta alla bocca baciandola.
-Buon giorno amore- apre con fatica gli occhi gonfi e io sorrido.
-Buon giorno.- gli bacio la punta del naso e scendo dal letto.
-Dove vai?- mi chiede contrariato. Apro le tende e la stanza viene illuminata completamente. Harry si lamenta e si gira dall’altro lato.
-Harry suvvia alzati. È una bella giornata. Guarda com’è bella New York stamattina.- sono felice. Felice di svegliarmi con il suo odore sotto il naso, felice che sia uscito il sole, felice che sia a New York con lui.
-No- brontola.
-Non fare il bambinone. Voglio uscire. Voglio girare, fare shopping.- vado sul letto e mi metto a cavalcioni su di lui.
-Magari andiamo alla Tiffany! Si, voglio andare lì. Voglio comprarmi quel braccialetto. Anzi perché non andiamo al Central Park? Magari allo zoo. Che ne dici Harry? E poi mi hanno parlato anche di Macy’s. Potremmo andare a comprare qualcosa lì per questa sera, perché non so proprio come vestirmi. Sarebbe fantastico! E poi è anche una bella giornata, a differenza di Parigi quando…- con un gesto agile si alza e mi zittisce con un bacio.
-Andremo da tutte le parti che vuoi tu, però non essere una mitragliatrice già di prima mattina.- mi accarezza il labbro inferiore col pollice. Sorrido per le parole che ha usato. Nessuno mai mi aveva chiamata mitragliatrice.
-Si però alzati- metto il broncio. Accarezzo il suo torace scoperto, mentre mi fissa e accarezza i miei capelli.
-Sei la cosa più bella che abbia mai visto.- ammette. Gli sorrido e sento arrossire. Poi lo guardo negli occhi così brillanti. E niente. Solo uno sguardo è bastato per farci capire che siamo burattini nelle mani dell’amore. Gli accarezzo il viso e i capelli che sono morbidi. Mi avvicino al suo viso e lui fa unire le nostre labbra. Non capisco perché sia sempre così frettoloso. Sposta le sue mani sui miei fianchi. Ho ancora qualche piccolo livido, ma non fa male più. Mi fa distendere di nuovo sul letto mentre ci baciamo fin quando non sentiamo un rumore.
-è il tuo stomaco che brontola?- ridacchio. Sembra imbarazzato.
-Si, Lù, è il mio stomaco.-ridiamo e decidiamo di andare a fare colazione.
-Dove vogliamo andare per primo?- mi chiede una volta usciti dall’hotel.
-Central Park.- gli rispondo. Chiama un taxi e saltiamo su diretti per il grande parco di Manhattan.
-Cavolo. È bellissimo.- giro su me stessa ammirando ciò che ho intorno.
-è più bello Hyde Park.- ribatte.
-Nazionalista inglese!- scherzo.
-Andiamo allo zoo!- sembro una bambina. Trascino Harry all’entrata dello zoo e per poco non cade con la faccia a terra. Una volta entrati seguiamo il nostro gruppo, che ci è stato assegnato. È bellissimo. Mi sono sempre piaciuti gli animali.