Capitolo 39

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CAPITOLO 39

Più guardo Harry e più mi rendo conto che lo amo. Nonostante ciò che è successo ieri sera, io sono innamorata di lui. Delle sue risate improvvise, del suo modo di muovere le labbra quando parla, quando ascolta attentamente ciò che gli si dice mentre ti fissa le labbra, quando cerca di spiegarti un suo ragionamento con gesti e facendo delle metafore, quando mi sorprende, quando mi bacia,mi accarezza, mi abbraccia, ma soprattutto ora che si comporta come un bambino colto in fallo e vuole far di tutto per rimediare. Spero solo che non si presenti con uno dei suoi regali super costosi per scusarsi, perché non gliel'ho ancora detto ma mi mette in imbarazzo quando lo fa, perché non posso ricambiare ugualmente. Tuttavia mentre osservo il suo modo di comportarsi da gentile e dolce nei miei confronti mi viene da pensare a cosa lo ha indotto a comportarsi in quel modo ieri sera. Mi vengono i brividi a pensare a ciò che ha fatto ma non mi so spiegare il perché.

-Stamattina avevo pensato di andare a far visita a dei parenti- mi dice.

-Oh, d'accordo.- avrei preferito rimanere a letto perché sento ancora un po' di male.

-Però devi farti assolutamente questa barba, Harry!- ridiamo. Porta giù il vassoio della colazione e io scendo dal letto piano piano. Vado in bagno e alzo la maglia per vedere se sono rimasti segni. Ho una pelle molto sensibile, anche un pizzicotto o un graffietto la fa diventare rossissima.

Noto che sui fianchi ho delle macchie rosse e a toccarle fanno davvero male. Diventeranno sicuramente lividi. Quando le accarezzo mi vengono in mente le immagini di ieri sera quando rotola e mi imprigiona sotto di lui. mi stringe i fianchi fortemente dicendo cose senza senso. Sembrava essere impossessato. Appena sento la porta aprirsi abbasso la maglia e cerco una distrazione ma non la trovo. si avvicina a me e per allungarsi a prendere il suo set da barba e stringe i miei fianchi.

Non lo fa con cattiveria ma non posso fare a meno di lamentarmi. Harry sbarra gli occhi e mi guarda. Posa sul ripiano quello che aveva preso e allunga le mani verso di me, ma io faccio un passo in dietro. Sembra essere ferito da ciò che ho appena fatto. Ma non voglio che stia ancora male.

-Vieni qui.- dice con voce rauca. Si avvicina ancora a me e alza lentamente la maglia. Lo guardo in viso e serra la mascella respirando profondamente.

-Ti...ti f-fa male se ti tocco?- chiede timidamente. Acconsento col capo e continua a guardare.

-Lù io...-gli prendo il viso tra le mani

-Ascolta Harry. Io non so cosa ti abbia portato a fare quello che hai fatto, ma sono qui. A me puoi dire tutto. Io ti ascolterò e se sarà opportuno potrò darti dei consigli e farò del mio meglio per poterti risolvere questo problema che ti affligge. Credi che sia cieca, che non veda la tua frustrazione? Il modo in cui salti e ti innervosisci ad una chiamata, quando strappi violentemente quelle lettere in bianco che arrivano, quando ti agiti mentre dormi... Ti ho chiesto milioni di volte cosa sta succedendo ma tu non i hai mai detto la verità vera e propria. Allora io ora ti dico che se hai bisogno di me, se vuoi che ti aiuti e vuoi rendermi partecipe non solo della tua bella vita ma anche dei tuoi problemi, come si fa in un rapporto, ti prego di dirmi la verità perché non capisco nemmeno la tua ostinazione a non dirmi nulla. Ma io sono qui e sarò qui a braccia aperte, a consolarti e ad ascoltarti.- lui rimane a fissarmi con gli occhi ludici. Poi fa un respiro profondo e mi abbraccia.

-Non preoccuparti, risolverò tutto al più presto.- mormora sul mio collo.

-Dai Lù, non arriveremo in tempo se non ti sbrighi- mi urla Harry dal piano di sotto.

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