Capitolo 48
Solo adesso mi rendo conto che ha gli occhi lucidi. E molto probabilmente li ho anche io. Mi ci vuole qualche secondo per assorbire quello che ha appena detto e lui mi guarda con aria speranzosa e rassegnata allo stesso tempo. Mi alzo allontanandomi da lui. non mi sono mai piaciuti i tradimenti, che si tratti di amici o fidanzati. Metto le mani tra i capelli guardando alla finestra. Il tempo scorre, ma la mia mente è bloccata su una frase ‘Ti ho tradito con la mia ex Taylor’. Posso sentire il mio cuore andare a pezzi. Non so a cosa pensare. Tutto ciò che rimbomba nella mia testa è quella frase.
-Dimmi qualcosa, per favore.- mi volto verso di lui con gli occhi spalancati. Lo guardo per un po’ e poi decido di risponderlo.
-Dirti qualcosa? Cosa cazzo dovrei dirti Harry?- abbassa lo sguardo e posso giurare che si sta trattenendo dal piangere. Non so cosa trattiene anche me.
-Mi hai tradita con…Taylor- quasi non credo alle mie parole.
-Io non l’ho fatto volutamente, io…-
-Non l’hai fatto volutamente?- gli urlo contro.
-Ma ti senti? Cosa significa ‘ non l’ho fatto volutamente’? tu mi hai tradito con o senza volontà. tu…sei stato con lei- la mia voce trema.
-Ok, fatti spiegare.- si sta calmando, stranamente.
-Tu non mi devi spiegare assolutamente niente. Hai parlato abbastanza.- prendo la valigia dall’armadio contenendomi dal piangere. Non voglio crollare davanti ai suoi occhi.
-Dove vai?- mi sfiora il braccio.
-Non toccarmi, Harry!- grido come un’isterica.
-Non sono cazzi tuoi dove vado, ok? Abbiamo chiuso io e te.- prendo velocemente le mie cose e le infilo a caso nella valigia.
-Aspetta io…-
-No Harry non voglio ascoltarti, basta!- mi fa male, mi fa troppo male. immagini di lui e Taylor continuano a farsi spazio nella mia mente.
-Cavolo Harry. Avevo progettato di passare insieme a te questo nuovo anno. Volevo stare con te…magari anche per tutta la vita. Pensavo che tu fossi diverso. Diverso da tutti quelli che ho incontrato. E tu cos’hai fatto? Hai buttato tutto all’aria. Io e te non eravamo una normale coppia. Noi eravamo molto di più. Io e te eravamo un qualcosa di speciale, che tu hai reso nullo. Vaffanculo Harry, vaffanculo!- gli punto il dito contro.
-Aspetta me ne vado io. Resta qui fin quando vuoi.- dice bloccandomi.
-No.- dico allontanando le sue mani. Il solo pensiero che hanno toccato un’altra mi fa venire la nausea.
-Me ne vado io, non preoccuparti.- chiudo la valigia e prendo il cappotto. Non so dove andrò ma per il momento mi basta allontanarmi da lui.
-Che cosa resterà di noi?- chiede con le mani tra i capelli sedendosi sul ciglio del letto.
- Un’infanzia felice. – chiudo la porta della camera. in effetti è ciò che rimane di noi. Il ricordo di un’allegra infanzia vissuta insieme. Cerco di pensare cosa c’è che possa calmarmi in questo momento. Di solito metto le mani nel terreno, o piango fino a farmi salire la febbre ma penso che non sia il caso, ne il luogo per certe sceneggiate. Quando esco fuori dall’albergo una folata di neve mi abbraccia. Penso di andare al Central Park, magari la natura può consolarmi. Chiamo un taxi e do le indicazioni all’autista. Sul sediolino accanto a me c’è un giornale. In prima pagina ci siamo io e Harry che ci baciamo a Times Squares e sotto c’è un foto recente di lui e Taylor. Forse sarà stato di ieri o di stamattina. Tuttavia inizio a pensare da quanto tempo dura questa farsa. Giorni, mesi?