Capitolo 42

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Capitolo 42

Appena arriviamo in albergo, Harry fila subito in bagno. Mi svesto velocemente e indosso il pigiama, quando lo sento vomitare. Entro in bagno, un po’ allarmata, e lo vedo inginocchiato al water. È un’immagine orribile, vederlo sentirsi male è lacerante. Mi avvicino a lui e pongo una mano sulla fronte e una dietro il capo, stringendo appena, mentre continua a buttar fuori la cena. Quando finisce scendo giù a chiedere un po’ di zucchero. Mia madre me ne dava sempre un po’ dopo aver vomitato, per levare quel sapore amarognolo.

Quando entro in stanza lo vedo seduto sul bordo del letto con la camicia sporca e mezza sbottonata e la cravatta pendente.

-Prendi, Harry. E se vuoi, c’è anche un po’ di acqua qui.- mi inginocchio di fronte a lui. Gli accarezzo i capelli alzandogli il ciuffo dalla fronte. Ha le labbra viola e gli occhi arrossati, come d’altronde il viso. Accetta lo zucchero e poi lo aiuto a svestirsi.

Harry ha passato davvero una brutta notte. Andava e veniva dal bagno ogni mezz’ora. Ed è brutto quando non puoi fare niente per migliorare le condizioni.

-Come ti senti?- dico spostandogli i capelli dal viso.

-Molto meglio.- ha l’aria di essere stanco. E in fin dei conti, non ha proprio dormito.

-A che ora dovrai partire?- mi chiede.

-Alle 12. – dico accarezzandogli il petto.

-Tra..?-

-Tra due ore, Harry.- lo bacio sulle labbra,ma subito si sposta.

-Di già? Non è che potresti prenderti una settimana di festa?- sembra un bambino che implora la sua mamma per avere un biscotto in più.

-No. Ho già chiesto un’ora di permesso e ho fatto appena una settimana di lavoro.- gli spiego cercando di baciarlo, ma lui si scosta.

-Mi dici che ti prende? Perché non vuoi che ti baci?- sorride. Cosa c’è da ridere?

-è che ho vomitato prima e non vorrei…- come si fa a non amarlo?

-in effetti, ti puzza l’alito.- ridacchio appoggiando la testa sul suo petto. Inizia ad accarezzarmi i capelli e mi rilasso ascoltando il battito del suo cuore.

-Tra quanto tornerai a casa? Una settima, due?- chiedo.

-No, Lù. Penso tornerò tra un mese o poco più.- mi alzo da lui e lo guardo scioccata.

-Un mese?- sussurro.

-Dopo l’America, abbiamo l’Australia, Nuova Zelanda e Giappone.- per poco non scoppio a piangere. Significa che lo rivedrò a dicembre.

-A quante ore d’aereo dista?- chiedo.

-più o meno dodici…- perché deve complicarsi tutto?

-ok.- mi alzo dal letto. Questa notizia proprio non ci voleva. Avevo già immaginato di passeggiare con lui, mano per la mano, sotto le lucine natalizie. Ma chissà se ce la farà per Natale.

-Hey, dove vai?- mi domanda dolcemente.

-A fare la valigia.- lo vedo intristirsi e chiudere gli occhi. Forse non si sente ancora molto bene. Mentre sto per sistemare i vestiti nella valigia, sento bussare alla porta.

-Lù, allora? Hai fatto la valigia? Sei pronta per partire?- è mia cugina.

-La sto facendo Mary.- dico facendo segno alla valigia sul letto.

-Lo vedo.- entra in camera e saluta Harry.

-Com’è andata ieri sera?- domanda.

-Bene, ma Harry si è sentito male dopo la cena.-

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