Capitolo 54

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Capitolo 54

Lù’S POV

I giorni passano velocemente e febbraio è alle porte. È esattamente il primo febbraio. Già, il compleanno di Harry. Avrei voluto mandargli un messaggio di auguri ma il mio telefono è andato e ho perso tutti i numeri. Ma comunque non avrei il coraggio di chiederlo a qualcuno e di mandargli un messaggio. So che è andato in America e non è più tornato e mi sembra ovvio. E da quel giorno che non l’ho più visto, nemmeno per televisione o su un giornale. Mi rifiuto di informarmi su fatti di persone famose come lui.

‘Vai e ritorna…ti aspetto’ dissi.  Ma non è più tornato.

Le cose con Chris vanno più che bene. E poi lui e dolce e simpatico e sto bene con lui. Baloo sta crescendo a giorni e mi sto affezionando moltissimo. Dopotutto è l’unico a farmi compagnia. Tuttavia devo dire che ultimamente non mi sento proprio in gran  forma. Ogni tanto ho le nausee e mi gira la testa. Delle volte ho una fame da leoni, altre non voglio assolutamente vedere nemmeno una mollica di pane. E in più sto notando di avere il viso più pallido del solito. Dunque ho deciso di farmi delle analisi. È da molto che non le faccio. Spero proprio che non sia nulla di grave. L’altro giorno parlai con una mia vecchia amica e mi disse che una sua conoscente aveva i miei stessi sintomi. Quando fece le analisi e si fece visitare da un medico specializzato scoprì che aveva il tumore allo stomaco. Mio Dio! Il solo pensiero mi fa voltare lo stomaco. Ho deciso di farmi accompagnare da Pà in ospedale, visto che non guido più. Da quella volta non mi sono mai più seduta al posto del guidatore, nemmeno per scherzo.

-Allora sei pronta?- si lamenta il mio amico da giù.

-Arrivo! Arrivo!- dico come un’isterica.

Arriviamo ben presto all’ospedale. È molto grande e pulito. Ricordo l’ultima volta che ci sono stata. Dei brividi percorrono la mia pelle ripensando all’incidente. Fortunatamente non mi feci nulla di grave e devo ringraziare Dio. L’infermiera chiama il mio nome ed entro nel piccolo ambulatorio. C’è una puzza di…di disinfettante e di ospedale. E la cosa mi intristisce parecchio. La dottoressa mi fa segno di sedermi sulla poltrona e di alzare la manica del maglione. Quando la vedo giocherellare con la siringa in mano mi viene un groppo allo stomaco. Si certo, ho paura un po’ degli aghi…ma non ho mai provato queste emozioni. La dottoressa tasta le vene mentre io sudo freddo. Sta per infilzarmi quando urlo.

-No no no no- dico ripetutamente. Lei mi guarda con occhi sbarrati. È vero, forse sarò anche un po’ troppo grande per avere paura di una siringa, ma ora non ho proprio paura… ho il terrore!

-Signorina, deve fare le analisi. Le devo prelevare solo un po’ di sangue. Non si preoccupi.- dice con voce dolce.

-Bene, faccia finta che è stato fatto.- slego il nodo di quel laccetto di plastica stretto intorno al braccio e faccio per andarmene.

-Mi scusi ma lei non può andarsene.- mi prende.

-Perché?- le chiedo calma.

-Devo prelevarle il sangue, ricorda?- indicando la siringa. Quasi non vomito. Mi prende per mano e mi fa sedere.

-No, no, no. La prego non lo faccia. Pà- urlo sperando mi senta.

-Pà- lo chiamo mentre la dottoressa stringe il laccio di plastico. Lo so che sembro una bambina di cinque anni, ma ho troppa paura adesso.

-Che succede?- dice il mio amico affacciatosi alla porta.

-Non vedi cosa succede? Succede che quest’ago ben presto entrerà nella mia pelle e mi prosciugherà- mi lamento proprio come una bambina. Alza gli occhi al cielo e viene al mio fianco.

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