CAPITOLO 10
Sentii la sveglia, ma non me ne curai e continuai a dormire. Più tardi mi venne a svegliare mia cugina.
-Alzati dormigliona, che dobbiamo andare a Londra. Sono giorni che non faccio shopping e mi sto deprimendo.-sbuffando, mi alzai barcollando. Feci colazione, mi andai a lavare e mi vestii. Mary era già pronta da un pezzo.
-la prossima volta non ti ritiri tardi!- sembrava davvero mia madre.
-Si vede tanto che sono andata a dormire tardi ieri sera?-sbadigliai.
-noo! Quelle occhiaie, quello sguardo assonnato le hai tutte le mattine!- rise.
-non sei simpatica Mary.- ridemmo.
-muoviti che il taxi è qui fuori che ci aspetta.- entrammo nel taxi giallo che ci avrebbe portato al centro di Londra.
-Liam?- le chiesi.
-Liam ha detto che era impegnato…per lavoro.- guardò fuori da finestrino.
-è la stessa risposta di Harry!- Mary si girò di scatto.
-giustamente lavorano insieme.- continuai.
-Sai qualcosa riguardo loro? Del loro lavoro, in particolare.-
-no, perché me lo chiedi?- continuò a fissare fuori.
-bhè perché Harry cambia sempre discorso ogni qual volta nomino il suo lavoro.- mi interruppe.
-non ti fidi?- mi guardò.
-certo che mi fido.-
-bene, l’importante è che rimarrai al suo fianco.- che significava quella risposta? Stavo per replicare quando l’autista m’interruppe.
-sono 12 dollari.- pagammo e scendemmo dalla vettura. Era proprio come l’ultima volta. Molto attiva. Iniziammo a passeggiare e prima di tutto comprammo una cartina.
-Lù io non sono brava a capire le cartine, do il comando a te!- sorrise passandomi ‘la patata bollente’
-Bene, allora ci perderemo sicuramente- ridacchiammo.
I negozi erano davvero carini, le commesse erano gentili e i prezzi a dirla tutta non erano così alti. Si fece l’ora di pranzo e mangiammo in un ristorantino nei dintorni. Quando cominciammo la nostra maratona eravamo stanche e decidemmo di ritirarci.
-Guarda! Un negozio di musica!- Mia cugina era appassionata di musica. Contemporanea, pop, insomma tutti i generi. Entrammo. Era abbastanza grande. Al centro aveva dei cassonetti con tutti i cd, di tutti gli artisti del mondo, in ordine alfabetico, stile americano insomma. Mia cugina subito si diresse verso la lettera R in cerca dell’ultimo album di Rihanna. Mentre lei cercava il suo cd io facevo vagare le mie dita su altri dischi in altri cassonetti. Arrivai alla lettera O e vidi il nuovo cd di Olly Murs. Lo presi, lo guardai e lo riposai. Mentre stavo per riposarlo vidi delle facce familiari su di un disco.
-Harry?-sussurrai. Il battito del cuore iniziò ad accelerare non appena la mia mano si avvicinava a quel cd. Si, c’erano tutti: Harry, Liam, Louis, Niall e Zayn. Ma cosa ci faceva una loro foto su un cd? Mille immagini sfiorarono la mente.
-ops…sorry-
-Hi!-
Quegli occhi, quel sorriso, quelle fossette. Quelle risate, quelle parole, io le conoscevo.
All’improvviso un flashback. Ero a casa mia che ascoltavo delle canzoni con un cd in mano.
“It’s gotta be youuuuuuu only youuuuu”
Era “up all night” dei One direction.
Subito collegai con quella canzone che ascoltai in macchina di Harry, il primo giorno che ci siamo incontrati. La conoscevo era “Gotta be you”. La prima canzone che ascoltai di quella band.
Harry, il ragazzo che incontrai per caso, era un membro di quei cinque ragazzi che resero la mia adolescenza molto piacevole. Liam, Niall e gli altri facevano parte di quella band anglo-irlandese di cui mi innamorai da ragazzina.
Non potevo crederci. Perché non mi aveva detto nulla? Come poteva non dirmi di questa cosa così importante? Perché mi aveva mentito sulla sua vita? I miei occhi iniziarono ad appannarsi.
-Lù, guarda che ho…?- Mia cugina mi guardò con occhi spalancati.
-tu lo sapevi, non è vero?- dissi con la voce tremolante.
-Lù io…- Lasciai cadere quel cd a terra e uscii da quel negozio in lacrime. Mia cugina sapeva tutto. Odiavo le bugie, eppure tutti mi avevano mentito. Ma da Harry non me lo aspettavo. Sembrava una persona così sincera, giusta, ma era stato il primo a mentirmi. Ecco perché sembrava di conoscerlo. Ecco perché cambiava discorso ogni qual volta si parlava del suo passato, del suo lavoro. Ecco perché rispondeva freddamente sul tour di Perrie. Ecco perché Mary disse che Liam era famoso. Ecco perché Mary la mattina mi disse “l’importante è che rimarrai al suo fianco”. Ma come potevo rimanere al fianco di un bugiardo? Uno che mi aveva mentito riguardo tutta la sua vita? Ora tutti i pezzi del puzzle combaciavano. Chiamai un taxi e andai dritta a casa. Fortunatamente chiusi io quella mattina la casa, così avevo le chiavi per entrare. Aprii è sbattei la porta. Mi buttai sul letto, disperata. Fiumi di lacrime continuavano a scendere dai miei occhi. Prendevo a pugni il cuscino pensando fosse Harry. Non potevo nemmeno andare da lui perché non c’era a casa. “Era impegnato per lavoro”. Mi fermai. Pensai di vedere su internet notizie riguardo loro. Aprii il computer e digitai su google “Harry Styles”. Milioni di notizie. Lui e la band avevano fatto progressi. Concerti, interviste, premi. Mi ritornò alla mente tutto. A quanto pare, Harry si era appena lasciato da un mese dalla famosa cantante Taylor Swift. Poi i miei occhi furono rapiti da un articolo di giornale. “Harry Styles e Liam Payne e le loro nuove fiamme”. C’era la fotografia di noi quattro che passeggiavamo per il parco. Era recente. Pensai al giornale che arrivava ogni mattina. Mary lo raccoglieva sempre, dato che si alzava per prima. Andai a vedere in cucina. Controllai dappertutto ma niente. Mi venne in mente di guardare nella spazzatura. E lo trovai. Un’altra prova che Mary conosceva di quella storia. Sapeva di loro. Mi rannicchiai a terra e continuai a piangere. È brutto essere presa in giro, soprattutto quando c’è in ballo l’amore. Si, perché ora ero sicura di amarlo. Ma mi aveva mentito, mi aveva distrutta. Mi cadde il mondo addosso. Non sapevo cosa dovevo fare, cosa dire. L’unica cosa era piangere. Poi pensai di chiamare Pasquale. Era l’unica persona con cui potevo parlare. Mi alzai, presi il telefonino e composi in fretta il suo numero singhiozzando. Il telefono squillava ma nessuno rispondeva. Dopo tre tentativi finalmente rispose.
-Pasquale!-con la voce tremante.
-che cosa è successo?- disse preoccupato. Nel frattempo neanche l’ombra di mia cugina. Prima di tutto mi consigliò di andarmi a stendere sul letto e poi mi disse di raccontargli tutto. Avevo bisogno di lui vicino a me in quel momento. Avevo bisogno dei suoi abbracci e delle sue parole confortevoli. E questo mancare faceva ancor più male. Restammo ore e ore al telefono. Poi dovemmo staccare, anche se sarei rimasta per tutta la vita a telefono. Mi abbracciai il cuscino. Piangevo ancora. Era troppo bello per essere vero, no? Sentii il campanello ma non me ne curai. Dopo vari tentativi andai ad aprire sbuffando e con lo sguardo basso. Non vidi neanche chi era che subito andai a stendermi sul letto.
-Lù ascolta io…- era mia cugina. Si vedeva che era preoccupata e che stava male.
-No, Mary. Ti prego non parlarmi di questo. Non voglio saperne più di niente che lo riguarda.- Mary accettò e disse che andava a preparare la cena quando mi vibrò il cellulare.
“Finalmente un minuto di pausa. Come stai, piccola? Ho due notizie da darti:una brutta e una bella. La brutta è che dovrò rimanere almeno un altro giorno fuori. La bella te la dirò quando ritorno.:P Ci sentiamo, bellissima. Harry xx” Quando lessi il messaggio scaraventai il telefono sul cucino e mimai un “Fottiti”.
-Lù! La cena è pronta!- Si dice che quando si è tristi e dopo un lungo pianto non si ha voglia di mangiare. Tutte balle, avevo fame eccome! Però più che triste ero arrabbiata. A nessuno piace essere preso in giro, a nessuno piace essere mentito. Me la sarò anche presa troppa, ma la verità è che non tolleravo assolutamente bugie o cose del genere, soprattutto per il problema alla memoria.
Consumammo in fretta la cena e ad un tratto sentii il mio telefono squillare dalla camera da letto. Quando vidi il nome di Harry, staccai immediatamente. Ma da testardo che era riprovò atre volte nonostante non gli dessi la soddisfazione di sentirmi. Poi quando il mio cellulare finì di squillare iniziò quello di Mary. Sapevo già chi fosse, ma su quel telefono non avevo potere, così mia cugina rispose.
-Si Liam è qui… lo so… no non vuole parlargli… no non penso che sia arrabbiata per il fatto che rimarrete più del previsto fuori- alzai gli occhi al cielo. Per me poteva stare lontano anche per una vita intera.
-ok…ci sentiamo più tardi, Liam… un bacio, ciao- la guardai come se non fosse successo nulla e la avvisai di andare in bagno per una doccia in quanto la testa stava per scoppiarmi e sapevo che una bella doccia calda mi avrebbe fatto bene. Quando mi girai su me stessa mi sentii mancare a afferrai la sedia.
-Lù, non ti senti bene?-
-Mi gira solo un po’ la testa, Mary-
-Fammi vedere- mia cugina mise la sua mano sulla mia fronte. Forse per controllare la temperatura.
-Cazzo, scotti come il fuoco. Vai a letto.- e si allontanò. Sapeva benissimo che dopo una forte emozione e un lungo pianto mi veniva la febbre. Ma questa sarebbe scomparsa subito dopo. Misurò la temperatura, ed era davvero alta. Mi fece ingoiare una pillola e mi addormentai beatamente. Ma prima mi feci portare un bicchiere di latte. Stranamente anche Harry aveva quest’abitudine e mi piaceva berlo in sua compagnia. Ma questo sarebbe stato solo un altro bel ricordo inglese. La mattina successiva Mary mi svegliò dicendomi che andava al supermercato lì vicino e che sarebbe tornata dopo poco. In effetti dopo poco sentii il campanello.
-Stupida cugina che non porta con sé le chiavi di casa!- mormorai alzandomi dal letto.
Quando aprii la porta la prima cosa che notai fu la pioggia e un paio di occhi verdi.
-questi sono per te!- mi porse dei fiori gialli e un sorriso a 32 denti. Non doveva stare fuori più del dovuto?
-ehy, piccola ma che cosa è successo?- continuò non appena mi vide. Il mazzo di fiori si adagiò a terra. Cercò di avvicinarsi ma subito gli urlai contro.
-Sei un bugiardo! Un manipolatore! Sei come tutte le persone famose. Egoiste e bugiarde. Vattene via! Non voglio più vederti!- spingevo contro il suo petto per allontanarlo. Ma lui era molto più forte di me. Aveva capito cosa era successo. La verità prima o poi doveva venire a galla.
-Lù, ho cercato di dirtelo tante volte, ma siamo stati sempre interrotti- urlava anche lui, cercando di calmarmi, di abbracciarmi. Io invece continuavo a spingerlo per strada.
-sei solo un bugiardo. E anche mia cugina.- Improvvisamente non avevo più forze nelle braccia così mi accasciai a terra, sul marciapiede, mentre continuavo a piangere.
-perché? Perché mi hai mentito? Perché?- dissi disperata mettendomi le mani tra i capelli.
Si accovacciò verso di me. Alzò il mio volto. Mi guardò negli occhi. E mi disse:
-Non volevo perderti!.- a quel punto gli diedi uno schiaffo. Mai avevo dato uno schiaffo del genere, anche se mi sentii subito in colpa. Si girò di nuovo a me con lo sguardo colpevole.
-Lù, scusami, io non sapevo come dirtelo, non volevo perderti.-
La pioggia incombeva su di noi violenta. Iniziai a calmarmi. Il suono della pioggia mi rilassava sempre.
-come hai potuto nascondermi una cosa cosi importante Harry? Perché? Hai mentito su tutta la tua vita!-continuai singhiozzando.
Prese le mie mani, mi fissò negli occhi.
-Lù, credimi volevo dirtelo, ma una volta ci ha interrotti tua mamma, una volta tua cugina. Lo so, sono stato un coglione, un deficiente, perché ti ho nascosto tutta la mia vita. Una vita che non è semplice. Io volevo che tu mi apprezzassi, che tu mi amassi per quello che sono realmente e non come le altre che hanno amato la mia fama e miei soldi. E quando ho davvero capito che tu eri diversa da tutte le altre volevo dirtelo, ma non c’è stato modo. Scusami, hai ragione, ma sappi che io ti amo. Sei troppo importante per me. Ti prego, perdonami. Ora che ti ho trovato, non mi lasciare. Ho bisogno di te. Dei tuoi sorrisi, dei tuoi sguardi, delle tua battute, dei tuoi scherzi, del tuo AMORE. Ti prego scusami. Non sarei qui a chiederti perdono se fossi come tutte le altre persone famose. È vero sono stato un bugiardo ma l’ho fatto perché ti amo. Lù, credimi non avevo intenzione di farti soffrire, di farti star male.- la sua voce era tremante. Il suo viso si avvicinava sempre più al mio.
Guardavo quegli occhi che mi avevano tradito. Ma ero sicura che mi dicevano la verità. Iniziai a tremare, ad avere freddo. Non avevo più forza, nemmeno per risponderlo. Nella mia mente riapparse la fotografia di quel bambino. Quando cantavo a squarciagola quelle canzoni. Il nostro incontro. Sentii solo il mio nome e mi lasciai andare.Salve fanciulleeee, come va? la storia nel frattempo si fa più intrigante anche se il meglio devo ancora venire... voi che ne pensate? Lù perdonerà Harry?
Sooooo I just wanna say a massive thank you! si, grazie per i voti, per i commenti, e perchè leggete la mia storia. in particolare volevo ringraziare directioner_89 per aver votato ogni singolo capitolo e mary0895 per aver votato e commentato. Grazie mille ^.^
bhè con questo vi saluto, dato che devo studiare filosofia e sta per iniziare la scuola -.-
Ciaoo. A presto :*