Capitolo 7- Mai lo sarò.

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Erano tutti sconvolti, come biasimarli?
Io: come vi sentite? Fa più caldo vero?
Pupp: rilassati Clock, stanno tutti bene.
Io: non vi sembra un po' fredda Sally?
Toby: amore, hai tu le mai fredde...
Io: ah...
Tremavo tutta, ero terrorizzata che gli altri potessero stare male o che qualcuno potesse ferirli.
Io: buoni i biscotti?
Jeff: molto.
Io: chi vuole una birra?
Alzammo tutti la mano, tranne chi dormiva e Zero.
Andai in cucina, presi un vassoio e cacciai dal frigo tutte le birre. Mentre le stappavo, entrarono Toby e Lucas.
Toby: amore, tutto bene?
Io: a meraviglia, perchè?
Lucas: sei servizievole e fai le pulizie...
Toby: tu odi pulire.
Io: ok, sto molto molto agitata. Dio ci vuole morti, non so se arriveremo a domani e ho tremendamente paura. Quindi no, non sto affatto bene.
Toby: devi star calma!
Io: e come?! Come posso star tranquilla con tutte ste cose successe?
Toby: pensa ai piccoli!
Io: più penso ai piccoli, più mi spavento...
Toby: allora pensa al luogo più bello mai visto, lo vedi?
Mi abbracciò lievemente da dietro afferrandomi i fianchi.
Chiusi gli occhi, vedevo quel posto.
Io: si...
Toby: una volta finito tutto questo, ti porto in viaggio di nozze lì, ok?
Io: ok... Ma quindi?
Toby: ogni volta che sarai agitata, pensa che sarai lì presto.
Io: posso farcela, ora andate, devo finire a preparare.
I ragazzi se ne andarono, ma io non ero per niente convinta delle parole dette a mio marito.
Mi accasciai all'angolino vicino alla porta che dava sulle scale, mi resi invisibile e iniziai a piangere.
Oh ma dai, davvero? Noi siamo forti!
Io: non ora... In questo momento non so che pensare. Ho così tanta paura che...
Che cosa? Sei già morta. Che cosa? Hai una famiglia. Che cosa? Non lasceresti mai questa guerra incompiuta.
La mia mente aveva ragione, avevo la fama di una di quelle persone che solitamente lasciano le cose che poco gli interessano o che poco le hanno prese poiché stufi, io ero quel tipo. Molti libri avevo lasciato a metà, poiché io li avrei potuti scrivere mille volte meglio. Ma le cose che davvero mi prendevano, erano come una meta per un rugbista: l'unica cosa che conta davvero raggiungere.
Io: cosa dovrei fare?
Prima di tutto smetterla di parlare e singhiozzare che sta arrivando Pupp. Poi ne parliamo.
La voce sparì e osservai il ragazzo entrare e dare un'occhiata veloce alla cucina.
Pupp: avrei giurato...
Non c'è, va via.
Pupp: tipico di te Nut, sempre al centro dell'attenzione.
Sbiancai.
Pupp: dove sei....
Prendi una birra e va via, è solo la tua mente che ti gioca brutti scherzi...
Pupp: oh no, sei tu.
Mi resi visibile.
Io: sei proprio un dito nel culo tu eh.
Pupp: cazzo, puoi diventare invisibile?! No che figata!
Gli tappai la bocca con una fetta di pane su un piatto.
Lui la infilò tutta in bocca e la divorò.
Io: devi stare zitto, non lo sa nessuno, neanche emmm...
Indicai il pavimento con la mano.
Io: quindi zitto.
Pupp: okok.
Meglio andare via.
Pupp: la smetti?!
Io: mi diverto mooooltissimo. Ora vattene, devo pensare.
Pupp: oh wow, spettacolo più unico che raro.
Lo guardai con sufficienza e mi teletrasportai via.
Me ne andai sul mio albero tranquillo, dove nessuno mi disturbava mai.
Mi mancavano questi incontri clandestini.
Io: ehi, Lucas...
Lucas: ehi sorellina, che succede?
Io: sono agitata... Ehi, non dovresti essere qui, quel tipo potrebbe tornare e-
Lucas: intendi qualche seguace di quel fanatico di se stesso? Dio non mi spaventa, io decido la mia vita, non una stupida religione.
Io: per molti è importante credere in qualcosa di ultraterreno per trovar pace.
Lucas: mi chiamo Pascoli? No.
Io: mmmm mi piacciono i riferimenti così dotti.
Lucas: sai, non sei l'unica saccentina in famiglia. È un dono. Dei fratelli minori, ammettiamolo.
Rouge: emmm non mi sembra proprio.
La ragazza si arrampicò sul ramo più basso.
Pupp: anche noi maggiori siamo acculturati.
Lucas: ehi, acculturati con qualte L?
Pupp: emmmm...
Rouge: inutile, cascavi nei suo tranelli da piccolo e non è cambiati nulla. Ok, ve lo concediamo, siete più secchioni di noi.
Pupp: gnegne.
Io: sicuri più di lui.
Scoppiammo tutti a ridere.
Io: sul serio però, dovremmo rientrare.
Rouge: si, io vado, Kagekao aveva una sorpresa per me.
Pupp: anche io dissi così a Zero una volta, rimase incinta.
Io: a me Toby due volte... Sono una boccalona.
Pupp: sicuro bocca qualcos'altro.
Io: sfacciato.
Anche lui e Lucas scomparvero, lasciandomi sola, nella fioca luce di un'alba appena nata.
Io: vorrei...
Guardavano la forte luna lasciare posto ad un timido sole, che poi la sera seguente sarebbe tramontato lui stesso forte per far arrivare quella timida luna bianco latte. Si, avrei voluto tanto andare a letto, dormire, svegliarmi frastornata, prepararmi svogliatamente e andare in una scuola senza senso. Si, forse avrei proprio voluto. Ma poi, il casino che veniva dal salone mi fece tornare alla realtà.
Io: vorrei, ma no.
Ridacchiai tra me e me, mi alzai e, canticchiando la sigla di qualche dentifricio o auto che sia, mi avvicinai alla porta sul retro ed entrai, felice finalmente.
Sland: dove sei stata?
Purtroppo il tono di voce di Sland, fece mutare quella felicità eterea in dura ansia.
Io: sono... Io sono, emmmm...
Sland: si...?
Lucas: mi aiutava a cercare la mia felpa.
Sland: la tua felpa?
Lucas: si, l'ho appesa nel pomeriggio con il resto del bucato perchè era sporca e l'avevo lavata, però quando Zero ha riportato dentro la roba non c'era, me ne sono reso conto solo ora perchè avevo freddo e mi serviva.
Zero: ma-
Io: emmm.
Zero: si, no, ma infatti non mi sembra ci fosse.
Lucas: ecco. Ho implorato Clock di aiutarmi a cercarla, non voleva, ma so essere persuasivo.
Sland: mmm. Ok. La prossima volta ascoltatemi però.
Girò il volto verso di me, anche senza espressioni e lineamenti umani sapevo perfettamente che sguardo mi stava rivolgendo.
Io: non lo faremo più, Sland. Perdonaci.
Sland: andate in salone, la notte non è ancora terminata. Su.
Ovviamente una volta entrata in salone afferrai le maniche di Masky e Hoodie e senza farci vedere, li teletrasportai in cantina.
Hoodie: ma Toby?
Io: non deve sapere che siamo qui, intesi?
Hoodie: ma...
Masky: intesi. Cosa facciamo qui, di preciso?
Io: principalmente cerchiamo indizi.
Hoodie: l'odore è insopportabile, davvero, dobbiamo farci qualcosa.
Io: ci penseremo dopo. Masky, tu va sotto le scale, Hoodie, tu va dalla parte opposta alle teste e io guarderò tra caldaia e quadro elettrico. All'opera.
Annuirono e ci mettemmo a cercare qualsiasi imprecisione, incongruenza o indizio che fosse.
Guardai bene il quadro elettrico: tutto era normale, tranne l'impronta delle mie mani sulla polvere della scatola e il filo riparato da me. Nella caldaia stessa cosa, le grandi mani di Hoodie avevano levato quasi tutta la polvere.
Masky: io non ho trovato niente, solo un topo morto.
Io: qualche bottino di Macchiolina. Tu Hoodie?
Hoodie: sinceramente nulla, non capisco, la polvere dorata non dovrebbe già essere un indizio sufficiente?
Io: si ma-
Mi interruppi. Guardai attentamente il pavimento: c'erano delle impronte di piedi femminili di piccola taglia.
Io: guardate qui! Deve essere passata per il bagnato, vedete? Ma prima non c'erano, ne sono certa, me ne sarei accorta.
Hoodie: e poi l'acqua sarebbe asciutta ormai, non credi?
Masky: sicure non siano tue Clock?
Io: ho 37 di piede, questo è un 34 scarso. Di bambina, sicuro.
Masky: Sally non può essere stata, ancora è sul divano che dorme e sono stata con lei tutto il tempo.
Hoodie: si, è vero. Jill è troppo piccola ancora e-
Un rumore attirò la nostra attenzione, ci zittimo e cacciammo le armi.
Ancora.
Uno scatolone si mosse e un piedino di bambina ne uscì da dietro. Tremava ed era tutto bagnato.
Sapevo che probabilmente era la causa di tutto, ma il mio istinto da madre prese il sopravvento.
Sentivo chiaramente il respiro affannato e il naso ritirare.
Masky, in silenzio più totale, si avvicinò e lesto levò lo scatolone, rivelando una piccola bambina con ali da angelo e un vestitino bianco candido, sporco di polvere nera e fango.
Io: fermi fermi tutti. Chi sei?
X: sono...
Io: ehi, non aver paura!
X: s-so che fate voi...
Io: oh beh, siamo anche altro eh! Come ti chiami?
X: Jundo.
Io: significa purezza. Vieni, non ti farò del male.
La piccola si alzò, una sua ala era completamente ustionata.
Io: oh povera bimba mia. Vieni qui, ora andiamo a curare quella brutta ferita ok?
La bimba si asciugò gli occhi e fece cenno di si con la testa.
La presi in braccio, non pesava molto.
Presi le maniche come al solito dei ragazzi e li portai tutti in salone.
Al nostro arrivo tutti erano esterrefatti.
Toby: beh amore, potevi dirmelo invece di aspettare tutto questo tempo no?
Jeff e LJ non la smettevano più di ridere.
Io: ammetto che era carina, ma sono seria. L'ho trovata in cantina.
Apparve Sland, vicino a me.
Sland: dobbiamo riportarla su, la rivogliono.
Io: non prima che le avrò curato l'ala.
Sland: lo faranno loro.
Io: ma Sland....
Sland: non si discute, dammela.
Gli passai la piccolina.
Jundo: loro mi faranno male.
Le uniche parole che riuscì a dire prima di scomparire con Sland.
Jane: chi prepara la colazione?
Rouge: umm faccio io dai.
Ben: allora ti aiuto.
Pupp: per me pancakes.
Toby: waaaaaaffle.
Tutti facevano finta di non aver sentito quelle parole.
Hoodie: Clock, ricordati chi sei. Tu non salvi, tu strappi la vita. Levati dalla testa quella bambina, ok?
Io: sono una madre...
Hoodie: beh, lei non è tua figlia. Andiamo dai, c'è il cappuccino caldo.
Io: si, hai ragione, andiamo.
Mi guardò sorridendo per un secondo.
Mi imbarazzai e diventati paonazza, ridendo anche io.
Io: ahahah, che c'è?
Hoodie: finita la colazione andrai a rapire quella bambina eh?
Io: oh, puoi scommetterci il cappuccio tesoro.
Masky: preparate rapimenti? Mi offro volontario!
Jeff: saremo anche bestie, ma non farò finta di non aver sentito. Il suo nemico è anche il nostro, no?
Zero: mai stata più d'accordo.
Pupp: so già che sbatterò il culo.
Jane: fosse solo quello... Un altro livido e farò una collezione.
Rouge: quindi, prepariamo piani malefici durante la colazione?
Kagekao: forte.
Ben: è pronto! I piani potranno aspettare.
LJ: i waffle no.
EJ: mieiiii.
Ci sedemmo ridendo e scherzando tutti al tavolone in cucina, mangiando la colazione e iniziando a costruire un piano che potesse reggere.
Io: ce la faremo?
Toby: siamo tanti, perchè no?
Io: lui è Dio...
Masky: e noi siamo le creepypasta!
LJ: ci temono tutti lassù.
Lucas: potremmo detronizzare tutti, siamo in netto vantaggio.
Rouge: la bestiolina ha ragione, cioé loro hanno paura di noi!
Lucas: bestiolina... Ma cosa.
Kagekao: devo dire che è piuttosto fantasiosa con i nomi.
Io: non sai quanto.
Pupp: shhhh, nocciolina. Ora, siamo seri. Quante possibilità abbiamo di vincere?
Io: probabilmente nessuna. Evitate di morire signori, non è affatto una bella sensazione.
Ben: seriamente, possiamo vincere?
Ci pensai attentamente.
Io: non è questione di vincere o perdere, credo sia più una questione di giustizia. Insegnamo ai santini come viviamo sulla terra e soprattutto come ci si sente ad essere di nuovo mortali. La loro immortalità sarà il nostro vantaggio più grande.
Arrivarono in quel momento Pros, Sofia e Sally.
Pros: che si fa?
Io: progettiamo piani malefici.
Sofia: siete fuori di testa.
Guardai i ragazzi al tavolo, loro mi fissavano in attesa di una risposta incoraggiante. Ridacchiai divertita.
Io: mai lo sono stata, mai lo sarò.

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