Capitolo 54-Ma chi ce l'ha più la vita.

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Il mondo di Sland si parava davanti ai miei occhi. Ma com'era possibile? Solo Sland in persona e i suoi proxy potevano aprire un portale per quella dimensione.
Io: se entro rimarrò bloccata... Se non entro potrei non rivederla mai più. Rischiare la vita? Ma chi ce l'ha più la vita.
Entrai dalla porta, che si chiuse alle mie spalle.
Io: non sento voci nella testa, assurdo.
Un rumore alle mie spalle attirò la mia attenzione.
Mi girai di scatto e vidi una donna dietro un albero, era triste e piangeva disperata.
X: aiutami... Avevo dei figli e una famiglia, perché ha scelto me?
Io: non sceglie a caso, lui sa e vede tutto.
X: tu perché sei qui?
In quel momento decisi di mentire, lei d'altronde non vedeva il mio vero aspetto.
Io: ho ucciso i miei genitori e mio fratello.
X: bene. Ognuno per la sua strada. Non voglio morire e loro arriveranno.
Io: loro chi?
X: gli altri. Qui o si vive uccidendo gli altri o si muore. Addio.
Scappò all'interno del bosco, senza pensarci due volte.
Decisi di avventurarmi lungo un sentiero un po' più aperto, giusto per essere tranquilla. Sapevo benissimo che morire nel mondo di Sland significava rimanere intrappolati lì per sempre e non ci tenevo proprio.
Io: dovrebbe esserci qualcosa che ricorda l'infanzia dei suoi proxy, qualcosa che li aveva turbati fino al punto da farli diventare creepypasta.
Finita la via, mi ritrovai davanti una villetta di campagna, con un tavolo da picnic fuori ed uno scivolo con altalene.
Io: di chi sarà?
Decisi di entrare a dare un'occhiata, magari avrei trovato qualcosa di interessante sul passato di quei tre.
Varcata la soglia, ebbi una sensazione di malessere e tristezza, in quel momento volevo piangere tutte le lacrime che avevo nel corpo. Credo che se ci fosse entrata una persona normale, quella sarebbe morta sul colpo.
Io: Toby... Lo sento, sei tu. Cosa hai provato tu amore mio forse nessuno. Un bimbo così piccolo. Tre anni forse? E già vittima di abusi.
Mi addentrai nel salone, tutto era marcio e ammuffito, i mobili rotti o sfondati.
Al piano di sopra trovai la cameretta di Toby, straordinariamente intatta. Le pareti erano di un bellissimo verde prato, i mobili tutti bianchi.
Il letto, morbido come nessuno, aveva un piumone di un qualche cartone anni '90.
Per terra, sul tappeto vicino al letto, vi erano vari Lego e dei dinosauri di plastica.
Sulla scrivania vi era buttato uno zaino nero, con dentro tre libri e dei quaderni, un astuccio blu scuro e un diario nero.
Io: passare dall'infanzia all'adolescenza in pochi passi.
Mi sedetti sul letto, infilando una mano sotto al cuscino per sbaglio: lì trovai una foto ingiallita e rovinata sui bordi. Raplresentava una bellissima ragazza, con i capelli scuri e gli occhi verdi, labbra carnose e un nasino leggermente alla francese. Era slanciata e molto magra, con un seno prorompente.
Io: cazzo, sembro io.
Girai la foto, vi era una scritta:
'Al mio piccolo fratellino che oggi compie 8 anni, tanti auguri!
Resisti con quei due, quando tornerò dal mio viaggio potremo formare finalmente la famiglia che non abbiamo mai avuto.
Ti voglio bene, la tua sorellona.

San Francisco, 20-06-2005'
Io: due giorni prima della scomparsa della sorella... Dev'essere stato un duro colpo per lui, soprattutto dopo le speranze che aveva riposto in lei.
Sentii un rumore forte provenire dal piano di sotto.
Io: umm non sono sola allora.
Le opzioni, come al solito, erano due: nascondermi nell'armadio, aspettare finché non se ne fosse andato e tornare alla porta o scendere sotto, divertirmi come una matta e tornare alla porta. La scelta mi sembrava piuttosto ovvia.
Scesi di giù, trovando tre uomini nella cucina in cerca di cibo. Piangevano disperati, la casa e i ricordi dolorosi di Toby facevano quel brutto effetto anche a loro.
Io: tre ragioni per non uccidervi.
Quando udirono la mia voce e si girarono a guardarmi tutti e tre si spaventarono e rannicchiarono a terra.
Io: così non è divertente.
X: ti prego... Non ucciderci.
Io: e perché mai?
Y: stiamo cercando di sopravvivere quanto te.
Io: qui o si uccide o si muore. Scegliete allora: predatori o prede? La prima è la più complessa, ma vi renderebbe liberi da ogni preoccupazione. La seconda è la più semplice, ma vi condannerebbe ad una vita di ansia e timore. Se permettete, io scelgo la prima.
Mi scaraventai contro di loro e tagliai, una dopo l'altra, la gola a tutti, accanendomi poi un pochino sui loro corpi. A quel punto fui risucchiata in una specie di portale e mi ritrovai seduta su una poltrona nello studio.
Sland: quando Toby lo verrà a sapere non sarà affatto contento.
Io: SE, Toby lo verrà a sapere.
Sland: oh, di questo contaci. Come sei entrata?
Io: domanda più che opportuna, d'altronde quello è il tuo mondo. Mi stavo facendo una passeggiatina notturno nel bosco, quando sono arrivata al confine e lì ho trovato una porta, a cui per sicurezza ho fatto una foto, dove sono ovviamente entrata.
Sland: una porta dici? La foto?
Gli porsi il telefonino e l'uomo assunse un'aria piuttosto cupa e pensierosa.
Sland: questo è un grosso problema. Enorme, direi.
Io: che succede? Non è una tua porta per tipo boh, attirare i curiosi?
Sland: assolutamente no, non funziona così. Io scelgo chi far entrare nel mondo altrimenti sarebbe pieno di persone inutili. Seleziono accuratamente le mie vittime, i miei proxy vanno ad ucciderle e lasciano il marchio cosicché io possa farle entrare nell'universo parallelo di mia creazione.
Io: forte.
Sland: sì lo so, molto. Questa porta però non dovrebbe assolutamente esistere.
Io: se vuoi porto con me un gruppetto e vedremo il da farsi per eliminarla.
Sland: va bene. Tieni, porta questo.
Mi porse una boccetta contenente un liquido denso e verdognolo.
Io: cos'è?
Sland: un potente corrosivo. Spargilo con questo particolare pennello sul perimetro della porta e quella verrà bruciata dall'acido, senza lasciare traccia alcuna.
Io: figo. Vado e torno in un lampo.
Andai a chiamare Toby, Masky, Hoodie, Pupp e LJ, spiegando a tutti la situazione.
Ci incamminammo nel bosco e nel tragitto, oltre a beccarmi le sclerate di tutti, decisi di parlare con Toby.
Io: senti, io sono entrata nella porta, come immagino tu abbia già capito.
Toby: eh sì, non resisti minimamente alla tua curiosità. Che è successo?
Io: beh... Lì ho trovato la tua casa.
Mi guardò con gli occhi sbarrati, percepivo il suo respiro aumentare notevolmente.
Toby: bella eh? Amavo la mia casa, era il mio luogo felice. Quando non c'era mio padre, s'intende.
Io: quando sono entrata ho percepito tutto il tuo dolore, la tua tristezza e la tua ira. Ho provato pena per te e rancore nei confronti dei tuoi.
Toby: immagino. Sai, Sland quando ricostruisce nel suo mondo i luoghi dove più abbiamo sofferto, li cosparge, per così dire, di tutti i nostri pensieri malvagi e cupi, cosicché non per tutti sia facile entrare.
Io: capisco... Volevo solo dirti che... Che io sono qui se hai bisogno di parlare, di qualsiasi cosa. Ti amo, ricordatelo sempre.
Mi mise un braccio intorno al fianco e mi strinse a sé.
Toby: ti amo tanto anche io, grazie per esserci.
Pupp: ecco la porta.
La indicò da lontano.
Io: per fortuna c'è ancora, quando l'ho vista per la prima volta credevo di essere matta io.
Masky: allora è un accesso per il mondo di Sland?
Io: sì e questo a Sland non piace molto.
LJ: beh lo credo, è come se nel bel mezzo di parigi ci fosse una porta che conduce alla mia camera da letto: io mi irriterei molto.
Hoodie: per dirlo in parole povere, quello è il concetto e il motivo per cui siamo qui immagino.
Io: sì, mi ha detto di cospargere il perimetro della porta con questo acido.
Toby: direi di non perdere tempo allora, non so voi, ma inizia a fare freschetto per i miei gusti.
Pupp: tira aria di pioggia effettivamente, è meglio muoversi subito.
Io: okok faccio in un lampo.
Feci come Sland mi aveva ordinato e la porta si disintegrò in pochi istanti. Rimasero solo i due pomelli, nient'altro.
Io: strano, Sland ha detto che sarebbe scomparsa completamente... Direi di portarglieli, magari hanno qualcosa di interessante al loro interno.
LJ: scelta più saggia, sono con te.
Hoodie: si decisamente, ma non toccarli a mani nude, non sappiamo se magari proprio quelli attivano il portale e per questo non si sono distrutti.
Toby: ha ragione Hoodie. È meglio che ci pensiamo noi tre, secondo me.
Hoodie: verissimo anche questo.
Masky: dai però.
Io: ah fate fate, non ho intenzione di finirci una seconda volta nel giro di pochi minuti.
I tre ragazzi si prodigarono a prendere i due pomelli e metterli nello zaino di Pupp.
Tornammo, con il teletrasporto, poi subito a casa e, con i proxy, mi diressi nello studio.
Io: non si sarebbe dovuta disintegrare completamente?
Sland: non è così?
Masky fece scivolare dallo zaino sulle spalle i due pomelli, sempre senza toccarli.
Sland: avete fatto bene a prenderli. Li farò vedere anche a D ed M, magari loro sanno qualcosa in più. Ottimo lavoro, potete tornare nelle vostre stanze.
Hoodie: hai qualche idea su chi possa essere stato?
Sland: onestamente? No. È la prima volta che qualcuno mi coglie così alla sprovvista e la cosa non mi piace affatto. Comunque penso sia una persona a me ignota o che nel caso non mi è mai capitato di incontrare.
Io: e se fosse uno del vecchio gruppo di Sland e Jill?
Sland: potrebbe essere. Allora, Hoodie e Masky andate a chiamare D, D2 ed M. Toby, recupera informazioni da Jill e Lucas.
Io: ehi, era una mia idea.
Sland: lo so, ma tu devi occuparti della parte più chimica. Va e prepara nella cantina queste tre miscele.
Mi passò tre fogli di pergamena antica, scritti in greco.
Io: fortuna che ho fatto il classico e ho, grazie a D, google traduttore nella testa.
Le lessi al volo, rendendomi conto della difficoltà.
Sland: hai tutti gli ingredienti?
Io: no, ma so dove procurarmeli in breve tempo.
Sland: ottimo. Ci vediamo qui alle 6 in punto.
Essendo le 3, avevo ancora un po' di tempo per procurarmi tutto e prepararle senza problemi.
Mi recai nella mia cantina, sistemando i vari contenitori, i bollitori e gli ingredienti che già possedevo.
Io: ok, mi mancano solo un quadrifoglio, delle gocce di rugiada e la resina di pino. Piuttosto semplice, a parte il primo, mai trovato un quadrifoglio in vita mia.
Mi trasportai nel bosco, dove mi fu semplice trovare la resina e la rugiada.
Mi ammazzai a trovare un dannato quadrifoglio quando, alle 4 e mezza, riuscii a trovarne uno piccolino sotto una foglia secca.
Io: alleluia!
Tornata a casa mescolai gli ingredienti delle tre pozioni e aspettai la cottura di una di quelle.
Poi, grazie ai mie libri, mi dedica alla ricerca degli ingredienti per capire a cosa potessero servire le miscele.
Giunsi, verso le 5.30, alla conclusione che la prima serviva a ritrovare chi non vuole essere trovato, la seconda a paralizzare dalle tre alle sei ore un corpo senza intaccare memoria e mente e la terza ad avvelenare qualsiasi persona, anche un demone.
Maneggiai attentamente l'ultima, che poi era l'unica che richiedeva una cottura.
Io: strano. Non vorrà sul serio uccidere un demone? Assurdo direi, piu che strano.
Presi le boccette che avevo riempito con i liquidi rispettivamente di colore violetto, rosso e nero carbone. Su ognuna avevo messo una targhettina con i nomi latini che avevo trovato sul libro, infatti il greco inventore di quelle 'pozioni' non aveva dato un nome specifico a nessuna, ma aveva semplicemente specificato a cosa servissero. I nomi erano: Inventum (per il primo, lett: Ritrovato), Reprimere fugam (per il secondo, lett: fermare di colpo la fuga) e Sibi ipse mortem conscivit (per l'ultimo, lett: si é dato la morte).
Il terzo nome mi colpì così tanto che spesso mi ritorna nuovamente in mente: nel libro specificava- ancora lo ricordo- che faceva sembrare la morte così naturale, senza alcun tipo di lotta, che molti ritrovando la boccetta di veleno credevano la vittima si fosse uccisa.
Andai da Sland, erano le sei spaccate.
Ci ritrovammo come al solito stretti in quella stanza.
D si mise dietro di me poggiando una mano sulla mia spalla, M si sedette, come anche D2, alle poltroncine e gli altri tutto intorno.
Sland: la situazione è grave, tanto grave. Vi avranno sicuramente detto cosa è successo questa notte.
M: si ci hanno avvisati.
D2: come è successo lo sappiamo già?
Sland: no, ma ci arriveremo dopo. Allora Toby, scoperto nulla?
Toby: per Jill e Lucas nessuno dei loro aveva un potere simile.
Sland: ovviamente. Clock?
Io: ho preparato le tre pozioni da te richieste, facendo anche delle ricerche a riguardo. Ora mi sento in dovere di chiedertelo, non prendertela a male insomma: sei sicuro di quello che stai facendo Sland? Sono pozioni potenti, che la sola creazione ha richiesto ore, senza tralasciare la particolarità e la rarità degli ingredienti.
Sland: me ne rendo conto e per ciò ti ringrazio. Ma si, so quello che faccio. Non spaventarti per la crudezza della terza miscela, è solo in via precauzionale.
Masky: perchè, cos'ha la terza che non va?
Sland: vuoi illuminarci tu, Clock?
Io: sì. La terza miscela che mi ha fatto preparare Sland risale, come tutte le altre, circa al 532 a.C., quando Pisistrato, tiranno di Atene, tornò per la terza volta a governare la città. Serviva qualcosa che lo eliminasse completamente, così un alchimista, ignoto a noi oggi, decise di creare una serie di miscele 'speciali' per quelli come lui.
D: oh, Pisistrato, uno dei migliori demoni della storia greca. Beh, forse si espose un po' troppo, a qualcuno si urtarono fortemente i nervi.
Io: esatto. Queste pozioni furono ritrovate poi circa nell'età Vetero-repubblicana a Roma e furono attribuiti dei nomi a ciascuna di esse. La terza che ho preparato è detta dai latini 'sibi ipsem mortem conscivit'.
Hoodie: cosina leggera insomma.
Masky: per noi meno studiati? Qualche traduzione?
Io: significa, letteralmente, 'si è dato lui stesso la morte'.
Masky: ah, cazzo.
Io: sapete perchè? Perchè questa pozione elimini ogni traccia dal corpo, ogni livido, ogni ferita appena prodotta, cosicchè potesse sembrare un semplice suicidio, infatti contiene anche tracce di cicuta, molto usata per i suicidi in grecia, per dare quel tipico odore che tutti nell'ellade conoscevano. Vorrete di certo sapere perchè mi spaventa così tanto avere quella cosa in casa mia: beh, per chi non l'avesse capito, quella pozione elimina anche i demoni.
Sland: sarà tenuta sotto chiave qui dentro, non devi temere nulla.
Io: io non temo, io ho la certezza che questa cosa succederà.
D: allora, dobbiamo stare tutti molto calmi. Tesoro, se hai alcun tipo di dubbio, guarda nel futuro.
Io: mmm non so se ci riesco...
D: mi hai detto che con Lucas ha funzionato.
Masky: cosa?
Io: lunga storia.
D2: non per mettere fretta a nessuno, ma se possiamo avere anche solo una minima certezza che esso sarà al sicuro, non vedo perchè non dovremmo controllare.
M: qui lo dico e qui lo nego, ma sono d'accordo con lui.
Io: va bene, posso provarci.
Misi le boccette sul tavolo, concentrandomi solo sulla prima.
Chiusi gli occhi, la toccai e tutto si fece buio e freddo.

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