Il caldo era indescrivibile, l'aria era secca e nulla riusciva a rinfrescare la casa. Avevamo praticamente occupato abusivamente la gelateria nella città più vicina, il gelato era accettabile e aveva i condizionatori, cose che a casa nostra mancavano.
Io: basta, li vado a comprare.
Masky: cosa?
Io: i condizionatori! Quelli mobili, li vendono ovunque.
Zero: ho visto un negozio di elettrodomestici in fondo alla strada, sembrava ben fornito. Potremmo farci un salto e vedere cosa c'è.
Io: ottima idea Zero.
Jeff: ma se tornassimo alle sane e vecchie abitudini di rubare invece di pagare?
Io: sarebbe perfetto, ma come la trovi una vittima perfetta con un condizionatore mobile?
LJ: credo il termine esatto sia 'Pinguino' e comunque, con i nostri poteri, basta concentrarsi bene!
Jeff: l'altro giorno si è concentrato su una serie di vittime con una piscina sul retro. E niente, penso di non aver mai avuto così tanto cloro negli occhi.
Toby: è sempre un modo per sviluppare i propri poteri infondo, no?
Hoodie: molto alla larga, ma si. Tentar non nuoce.
Io: okay, proviamoci. Io mi prendo Toby, Masky e Hoodie. LJ, tu prenderai Jeff, EJ e Ben. Mentre tu Zero, Rouge, Nina e Jane. Andiamo a casa a prendere tutti.
Tornammo in un battibaleno a casa, dove tutti ci organizzammo.
Purtroppo a casa girava l'influenza (in pieno luglio, triste davvero) e con nostro sommo rammarico abbiamo scooperto che anche noi 'non viventi' potevamo ammalarci. Infatti tutti gli altri erano costretti al letto, chiusi in quarantena.
Aspettammo la sera, dopo cena, verso le 11 iniziammo a preparare il piano.
Ci concentrammo attentamente e scoprimmo che potevamo cercare le persone, vederle addirittura in testa, senza dover necessariamente arrivare da loro.
Io: raga pazzesco! Neanche il professor X!
Masky: allora, avete visto?
LJ: si. Noi prendiamo una famiglia normale, due figli, moglie e marito. Appartamento nel centro di parigi, due condizionatori mobili e un ventilatore.
Zero: noi prendiamo le due ragazze che studiano all'Università, un condizionatore e due ventilatori. Più uno da tavolo.
Io: noi andiamo sul pesante. Famiglia facoltosa nella campagna francesce del nord, villa a due piane, stile rinascimentale con molte influenze barocche. Moglie e marito, due figli, due cameriere e un maggiordomo. 5 ventilatori e tre condizionatori.
Scese Pros, che ci guardava un po' riluttante.
Io: ehi stranieria, vuoi vennire con noi?
Tutti mi guardarono malissimo.
Io: che c'è? È un anno praticamente che vive con noi! Se la può cavare tranquillamente. E poi a noi serve una mano in più con i ventilatori, non deve mica uccidere nessuno.
Pros: ci sto.
Si unì a noi, insieme all parere di tutti nellaa mia testa.
Io: andiamo.
In due secondi fummo sul bordo piscina della villa.
Le luci blu elettrico si gettavano proprio davanti a noi e le nostre figure erano riflesse nell'acqua azzurra.
Io: ricconi, distruggiamogli la vita. Pros, tu segui sempre me, non staccare mai la tua mano dalla mia. Ok?
Era molto spaventata.
Pros: ok!
Io: andiamo. Eliminiamo i sistemi di sicurezza, Masky.
Il ragazzo corse verso il quadro elettrico, era un amgo con auegli aggeggi.
Hoodie: elimina le telecamere interne ed esterne.
Masky: fatto.
Hoodie: Clock, il codice dell'allarme?
Socchiusi un attimo gli occhi, poi scattai.
Io: 729461.
Masky: fatto.
Hoodiie: stacca la corrente.
Masky: fatto, possiamo entrare.
Le porte, controllate elettronicamente, si aprirono tutte nello stesso momento, facendoci entrare tranquilli.
Io e Pros andammo dal maggiordomo, al quale tagliai di netto la gola.
Io: era un buon uomo, non meritava il peggio.
Tornammo nel salone, Toby aveva le teste delle due cameriere nelle mani.
Masky: sai che quelle in casa non entrano si?
Le lanciò all'indietro, senza provocare il minimo rumore.
Toby: che palle.
Masky: andiamo a prendere i figli, ultima riunione di famiglia.
Hoodie: hai lasciato la corrente solo nella camera matrimoniale si?
Masky: come sempre.
Io: vi aspettiamo sopra, leghiamo i genitori.
Corremmo sopra, senza emettere un suono minimo.
Poi, decisi di fare la mia entrata ad effetto, sbattendo rumorosamente la porta.
Per fortuna, il marito aveva i tappi e non sentiva la moglie che gridava il suo nome mentre io le ferivo tutto il viso con le mie lame e la legavo saldamente al letto.
Presi anche i figli e unitili alla madre, svegliammo l'uomo, che in un attimo di impeto afferrò Pros. Fortunatamente lei aveva imparato molto da noi, sfilò dalla tasca un martello piccolo, di quelli completamente di ferro con l'impugnatura di gomma e glielo sbatté sulla spalla, con tanta forza da riuscire a frantumargliela.
Potei avvertire un brivido percorrerle il corpo, come se avesse liberato una parte di sé. Lo avvertimmo tutti, era come una specie di dote di noi Creepy.
Io: qualcuno scopre lati nascosti eh? Forza, legatelo. Ora siediti sul letto Pros, hai fatto tantissimo.
La ragazza, scossa, accettò con piacere il mio consiglio e se ne andò sul bordo del morbido letto di piume e seta.
Io: io i ricconi non li sopporto sapete?
Toby: a cosa vi servono le lenzuola di seta?
Masky: o la piscina privata?
Hoodie: o due cameriere e un maggiordomo?
Io: beh, quelli non li hanno più da venti minuti credo.
Toby fece uno scatto in avanti e staccò di netto la testa al bambino piccolo, la quale rotolò fino ai piedi della madre. Quest'ultima iniziò a piangere ancora più forte.
Noi ci girammo tutti scoppiando a ridere, non sentendo che la madre, tra un singhiozzo e l'altro, si era slegata e aveva preso una pistola da sotto al letto.
Purtroppo, il suo non fu un destino meraviglioso. Un martello di ferro, scagliato da vicino a me e che per poco non mi aveva colpito l'orecchio, le si impiantò dritto in mezzo agli occhi, facendola accasciare, morta, ai piedi del marito e del figlio maggiore in una pozza di sangue denso.
Masky e Hoodie si scagliarono contro il padre, mutilandolo in tutti i modi.
Io: il ragazzo, portiamolo con noi. Fidatevi, ho in menti grandi cose per lui. Tu, parli inglese o italiano?
Gli sfilai la benda.
X: entrambi.
Aveva un tono molto deciso e sicuro di sé.
Io: molto buono. Come ti chiami?
X: Jay.
Io: Jay, quanti hanni hai?
Jay: 16, signorina.
Io: educato, bene, bene. Non hai versato neanche una lacrima, non hai tirato un fiato. Dimmi, cosa c'è che non va in te?
Jay: secondo lo psicologo, sono un sociopatico. Parola che in questa casa è diventata tabù.
Io: vuoi sapere una cosa Jay?
Jay: mi dica.
Io: non c'è niente che non vada in te. Storditelo.
Masky usò una mazza da baseball trovata nella camera del bambino per stordirlo, con un colpo ben assestato in testa.
Hoodie: Clock, non credi siamo già tanti a casa? Vorresti portare anche un ragazzino sociopatico? Sland andrà a nozze con questa decisione.
Io: non ho mai detto che lo porteremo a casa. Su forza fate tutti i simboletti mentre io scrivo quel che va scritto.
Firmai come al solito sul muro e decisi che anche Pros avrebbe dovuto firmare, così la feci sbizzarrire.
Scrisse sul muro 'la storia si ripeterà' firmando con una P e un fiorellino stilizzato.
Io: andiamo.
Afferrai tutti, una volta presi gli oggetti della nostra impresa, compreso il ragazzo, e andammo via, facendo una piccola tappa all'ospedale più vicino.
Scrissi un breve biglietto che gli infilai in tasca e lo lasciammo là davanti.
Io: verrà a cercarci quando sarà pronto, voglio che sappia come trovarci. Ora andiamo, sono stanca e ho una fame da lupi.
Masky: spero tu sappia esattamente cosa stai facendo.
Io: non preoccuparti, ho tutto sotto controllo.
Hoodie: spero di non doverti mai rinfacciare questa frase in futuro. Ora andiamo, Pros è distrutta e piuttosto apatica. E questi affari pesano!
Io: si dai.
Ripresi, per l'ennesima volta, tutti quanti e li portai in salone, dove paziantemente gli altri ci attendevano.
Io: ecco tutta la robaccia, ora scusate, abbiamo bisogno di una doccia rigenerante.
Zero: perché Pros è sporca di sangue?
Io: diciamo che ha avuto molto da fare. Vieni piccola.
La presi sottobraccio e lei, stranamente silenziosa e con uno sguardo perso, si fece trascinare senza problemi di sopra.
La portai nel bagno, accesi l'acqua fredda, cercando di dare il giusto equilibrio al calore.
Si spogliò da sola e si infilò nella doccia, ancora senza dare troppi problemi.
Io ero tranquilla sul water a leggere una rivista, quando BP bussò rumorosamente alla porta.
Io: ehi, che succede?
Mi prese per un braccio e mi trascinò nella mia camera.
Io: vai piano, cosa diamine succede?
BP: non voglio trascinarla nel baratro come noi! Prima hai deciso di portarla con te, ok, ci stavo. Ma l'hai addirittura fatta uccidere?!
Io: senti, per tua informazione ci ha salvato la vita due volte, oppure avresti trovato dentro una bara sia lei che mio marito. Ora smettila di fare il bambino, torna alla realtà: lei vive con pericolosi assassini da quasi un anno e non le è mai, e sottolineo mai, capitato qualcosa. Ora vorresti venire a dirmi che 'non vuoi coinvolgerla'?! Secondo me o sei matto o sei particolarmente stanco. Va da tuo figlio a dormire BP, ti farà bene.
Rimase ammutolito, a fissare il vuoto al di là della culla.
Io presi i bambini, coccolandoli dolcemente.
Io: ehi piccolini, la mamma è tornata! Sii, è tutta sporca di sangue, lo sa... Ma questo ed altro per i suoi piccolini.
Era ancora là, fermo, attonito, che fissava la finestra.
Poi scattò in avanti, mi fece preoccupare.
Aprì la finestra, sporgendosi un po' troppo dal davanzale.
Rimisi i piccoli al sicuro nella culla.
Io: che succede BP?
Mi affiancai al ragazzo, notai subito qualcosa di strano e non potei quasi credere ai miei occhi.
Un ragazzo, con un lungo mantello rosso che ricopriva quasi tutto il suo corpo, era in piedi davanti al bosco devanti casa. Aveva in mano una maschera bianche, di quelle semplici da teatro. Era un ragazzo dalla bellezza ammaliante, anche se non era nulla ai miei occhi paragonato a Toby.
BP: quello?
Io: andiamo a scoprirlo.
Infilai i leggins neri, una felpa e le ciabatte. Ovviamente non poteva manca il mio amato coltello.
Scesi le scale e uscii dalla porta, amavo le uscite teatrali, nella mia idea di perfezione, esse erano metà del lavoro.
Io: chi sei?
Mi avvicinai sempre di più.
X: indossiamo la veste rossa oggi?
Io: cosa?
X: indossiamo la veste rossa oggi?
Io: adoro il rosso.
Sfoderò il suo coltello, cercando di tagliarmi la gola.
Ma grazie ai miei riflessi, bloccai senza troppa fatica la sua lama con la mia.
Io: qui non funziona così tesoro.
Ridacchiammo entrambi, riponendo le armi.
Io: come ti chiami?
X: Aka Manto, piacere.
Io: piacere tutto mio! Io sono Clockwork!
Spalancò un attimo gli occhi, poi fece una specie di inchino.
Io: ehi ehi, e questo? Ahahah.
Aka: sei la figlia del demonio, colei che ha ucciso e liberato l'umanità da Zalgo!
Io: neanche Daenerys Targaryen ha tutti questi titoli ahahah. Vieni entra, sarai affamato.
Lo presi per la mano, invitandolo ad entrare.
Kagekao, amico mio, spero tu sia qui.
Io: non preoccuparti, Kage è qui con noi da mooolto tempo!
Spalancò ancora una volta gli occhi.
Io: imparerai presto, non preoccuparti. Ora andiamo!
Entrammo, tutti mi aspettavano nel salone.
Io: ragazzi, questo è Aka-
Kage: fratello!
Si abbracciarono in modo molto commovente, da quel che capii non si vedevano da quando Kage era partito con Rouge tre anni prima.
Rouge: è un piacere rivederti Aka.
Aka: anche per me Rouge.
Si abbracciarono dolcemente.
Io: emem. Come stavo dicendo, lui è Aka Manto, resterà con noi.
Quanta gente...
Zero: si è vero, siamo tanti ahah.
Ma cosa.
LJ: siamo piuttosto fastidiosi quando facciamo così.
Lucas: ci prenderai l'abitudine.
Pupp: e ricorda le mie parole: tutto quello che pensi, in questa casa è di dominio pubblico.
Liu: scrivi, quello sarà privato.
Io: basta spaventarlo! Andiamo Aka, ti mostro la tua nuova stanza! Ben, potresti preparare della pasta?
Ben: come?
Mi rivolsi al nuovo ragazzo.
Io: mai mangiato italiano?
Aka: ummm no ahahah.
Io: aglio, olio e peperoncino Ben, come ti ho insegnato. Vieni Aka.
Lo presi per mano e ci ritrovammo nel corridoio.
Io: qui sono tutte le camere.
Aka: come diamine hai fatto?!
Io: trucchi del mesiere, io ho i miei, tu avrai i tuoi. Ahahah, vieni, Sland ha già scelto la tua camera.
Lo portai nella camera subito a sinistra dello studio.
Io: oh...
Aka: tutto bene?
Io: sisi è che questa era la camera di mio marito, prima che diventasse tale e che condividessimo la mia, quella più grande. Beh, ti piacerà.
Entrammo, accesi la luce e trovai tutto come era stato lasciato prima di partire: spoglia e con i mobili imballati.
Mi prese un attimo un magone allo stomaco, mi dovetti addirittura sedere sul letto.
Aka: se vuoi prendo un'altra stanza!
Io: non preoccuparti ahah, se Sland ha deciso così ci sarà un motivo. Lui non lascia nulla al caso. Domani mattina sarà di ritorno e te lo presenterò.
Sballammo i mobili, facemmo il letto e lo aiutai a sistemare le valige che erano apparse fuori dalla porta.
Io: lui sa sempre tutto ahahah. Devo farti il pippone, mi dispiace. Non si rientra oltre le due di notte, a quell'ora io stessa chiudo finestre e porte del pianno inferiore. Le finestre di questo piano devono essere rigorosamente chiuse di notte, ci sono stati casi particolarmente brutti legati ad una finestra lasciata aperta per dimenticanza o per calore. Se di notte soffri il caldo, ti sarà dato un ventilatore.
Aka: oh non preoccuparti, adoro il caldo. Ah senti, aspetta...
Con la manica della sua felpa mi levò una schizzo di sangue vicino all'orecchio rimasto dagli omicidi precedenti.
Io: grazie! Che stavamo dicendo? Ah si. Per lavatrice e asciugatrice devi prenotarti, le lavagne sono vicino ai bagni. Per la lavastoviglie o per lavare i piatti invece ti verrà dato un turno, domani lo decideremo. Siamo tanti, quindi spesso un turno può capitare anche a distanza di due settimane.
Aka: perfetto, c'è altro?
Io: ummm... Ah si, le chiave le abbiamo solo io e Sland della casa, nessun altro può averne. Preferiamo che le porte delle stanze rimangano aperte, per motivi strettamente di sicurezza.
Aka: si, non c'è problema.
Io: intanto scendi, la pasta sarà pronta. Ah, mi scuso in anticipo nel caso tu senta urla dei miei bambini. Non piangono quasi mai, ma si sbizzarriscono mentre giocano.
Aka: io adoro i bambini, non preoccuparti.
Io: ultima domanda, come agisci?
Aka: bagni pubblici delle donne, chiedo se preferiscono rosso o blu, nel caso dicano rosso, le decapito tingendo i loro vestiti di rosso, se dicono blu le strangolo finché il loro viso non diventa del medesimo colore.
Io: e se rispondo con un altro colore?
Aka: oh beh, in quel caso le porte dell'inferno si aprono sotto i loro piedi!
Io: mio padre deve amarti proprio eh?
Aka: veramente non lo conosco di persona.
Io: lo farai presto. Ora devo andare a controllare un'amica. A tra poco!
Uscii dalla camera e mi diressi nel bagno praticamente di fronte.
Entrai e vidi Pros seduta sul gabinetto, con le forbici in mano e tutte ciocche sparse ovunque.
Io: Pros!
Aveva tutti i capelli rovinati, i suoi bei capelli lunghi e neri.
Io: vieni, ti aiuto io.
La feci sedere sullo sgabello e le aggiustai i capelli, rendendoglieli scalati e modestamente molto bli.
Pros: grazie... Ma le voci non li volevano così...
Mi spaventai, cosa avevo fatto a Pros?
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Ticciwork| Vero Amore 2
FanfictionIl seguito della mia precedente storia, Ticciwork-Vero amore. I nostri 'amici' resteranno fedeli fin proprio la fine?