Capitolo 22-Io sono Nessuno.

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Io: come cazzo ha fatto a trovarci, me lo vuoi spiegare?
Pupp: come sai, ti ha cercato ininterrottamente per tutti questi anni. Diciamo che ora è sulla pista giusta, ecco tutto.
Io: ma porca troia! Mi dispiace per lei, ma dobbiamo eliminarla.
Pupp: cosa proponi di fare?
Io: farò come con la tua amichetta, la spaventerò a tal punto che non avrà più molta voglia di trovarmi.
Il ragazzo annuì con la testa e si rimise a compilare lettere e scartoffie varie.
Io: sei sicuro sia tutto qui?
Pupp: sì.
Io: sai che non puoi mentirmi?
Pupp: vorrei stare da solo...
Io: mi costringi ad usare le maniere forti.
Mi assentai per un secondo, portando con me Lucas.
Pupp: no, ma che palle voi due.
Lucas: io stavo mangiando comunque eh.
Io: me lo vuoi dire?
Pupp: non ho niente!
Io: ottimo.
Sparii una seconda volta, però tornai con Rouge.
Io: ora?
Rouge: mi stavo per infilare nella vasca da bagno, ma va bene lo stesso. Che succede?
La ragazza aveva l'asciugamano e un bicchiere di vino in mano, mentre il secondo ragazzo un i boxer e una tazza di cereali che continuava a mangiare.
Pupp: e va bene! Zero è il problema.
Restammo un attimo sbalorditi, poi io sorrisi, andando ad abbracciare mio fratello.
Io: ehi cucciolo, è normale.
Pupp: ed è quello che mi innervosisce! Noi non siamo normali! Come possiamo lontanamente pensare di avere un figlio?
Abbassò la testa e si buttò sulla poltrona, completamente demoralizzato.
Noi ci guardammo e dopo esserci scambiati uno sguardo d'intesa, circondammo la poltrona.
Io: ehi J, ricordi quando uno di noi era triste cosa faceva la mamma? Heather, tu ricordi?
I due sorrisero.
Rouge: certo Natalie! Tu Luke?
Lucas: certo sorelle.
Ebbene sì, il vero nome di Lucas non era davvero Lucas, ma Luke. Solo che noi lo chiamavamo così, perché il suo vero nome lo innervosiva tremendamente. Perché? C'era un bulletto che lo pestava dalla mattina alla sera, che si chiamava esattamente così. Credo lo abbia ucciso.
Comunque, prima di fare qualsiasi cosa, ci levammo i 'gingilli': lanciammo sul tavolo guanti con le unghie, coltelli, coltellini, maschere e anche un orologio sporco di sangue.
Mi misi una mano sull'occhio vuoto e, concentrandomi in maniera spaventosa, poi lo feci 'tornare'.
Io: per noi sei più importante di ogni altra cosa, lo sai?
Lucas: credo che senza di te non avrei avuto la forza di mettermi a posto con la mia coscienza e fare finalmente del bene.
Rouge: senza di te, io non avrei ritrovato la mia famiglia.
Lucas: eri lì quando a noi serviva una persona che ci dicesse 'ehi, ci sono io qui'.
Io: ci hai rialzati nei momenti più cupi e tristi. Hai asciugato milioni di lacrime dai nostri volti.
Rouge: ci aiutavi a capire quale strada fosse meglio prendere e consigliavi ogni nostro passo.
Lucas: eri lì per noi, per i tuoi fratelli. Eri lì perché tu sei normale.
Io: e le persone normali è questo che fanno.
Rouge: aiutano le proprie persone care cosicché esse possano essere ancora felici.
E tutti e tre intonammo la filastrocca che la mamma ci faceva dire quando uno era triste: 'io ci sarò e tu ci sarai, quando lui se andrà
O lei mi ferirà.
Con questo abbraccio io ti sono fedele,
Un amico leale su cui puoi contare.'
Ridacchiammo insieme e lo abbracciammo.
Pupp: avete ragione.. Wow, non pensavo l'avrei detto mai e poi mai. Però grazie ragazzi, mi avete davvero aiutato.
Ci abbracciammo tutti e quattro, per poi aiutarci a vicenda a rimetterci le cose.
Il mio orologio, lo ammetto, fece un po' lo stronzo, ma riuscimmo a rimetterlo al suo posto.
Io: Lucas, porti tu sopra Rouge? Io ho lasciato come un palo Aka con D.
Lucas: oddio, povero Aka!
Io: te la farà pagare, sappilo.
Lucas: ahahah, andiamo sorella.
La guardò un attimo, pensieroso.
Rouge: si, bevo sempre il vino nella vasca. È rilassante.
Lucas: ma perché vino bianco?
Rouge: è buono!
La guardò un attimo e lei si mise a ridere.
Rouge: quello rosso è completamente esaurito. Dato che ero già così...
Lucas: allora fatti il bagno e rilassati, poi andiamo al centro commerciale.
Rouge: uuuh, ci sto.
Lucas: ahahah, voi venite?
Io: si dai!
Pupp: non saprei ragazzi...
Gli lanciammo un'occhiata pessima e lui sgranò gli occhi.
Pupp: ok, ci sto.
Rouge: beh, dovrei essere pronta tra... Che ore sono lassù?
Io: credo si siano fatte le 7 del mattino, se non erro.
Rouge: facciamo che alle 9 ci ritroviamo in cucina, pronti e operativi?
Pupp: tanto qua ho quasi finito.
Io: sisi, io devo solo accompagnare Aka sopra, controllare Pros e Sofia, dare da mangiare ai piccoli, controllare quei tre e vestirmi.
Sgranarono gli occhi.
Io: sono una impegnata io.
Rouge: come diceva la mamma-
Tutti e quattro intonammo 'gli impegni sono come un cesto di frutta: se non li mangi subito marciscono' e ovviamente ridemmo.
Io: alle 9 in cucina, operativi.
Andai a prendere Aka, che si divertiva con D.
Io: ehi ehi prendetevi una stanza voi due.
D: ah ah ah. Questo ragazzo è proprio simpatico, sai Clock?
Io: sono sposata da più di un anno e ancora mi cerchi un nuovo pretendente?
D: che vuoi farci, sono un padre fantastico io.
Aka: questo è vero ahahah.
Io: non lo assecondare troppo Aka, poi si monta la testa e chi la smonta più!
D: pff, senti chi parla. I geni sono gli stessi eh! Ora andate, non voglio rompervi troppo.
Io: si dai.
D: ah, Pupp?
Io: tutto risolto, con l'ausilio di un altro fratello e di un'altra sorella, si fa tutto.
D: buono. Beh, buona giornata.
Io: ciao papone.
Feci l'occhiolino e mi trasportai con Aka nella cucina.
Io: hai fame?
Aka: oh beh, decisamente si. Anche se la spaghettata di prima mi ha riempito, ho ancora spazio!
Io: ringrazia Ben, è un cuoco fantastico!
Aka: ahahah bene.
Io: tieni, mangia questi biscotti. Devo andare a controllare delle cose.
Aka: sisi non preoccuparti.
Andai in camera mia, allattai i bambini e li misi a dormire di nuovo.
Io: secondo me dormono troppo, bah.
Andai da Pros, ma non potei entrare poiché la porta era stata chiusa dall'interno.
Io: dannato BP.
Allora mi diressi da Sofia, le aprii la finestra, sistemai la stanza velocemente e, una volta sveglia, l'aiutai a mangiare la merendina che avevo in tasca.
Uscii dalla stanza, assicurandomi che non potesse farsi male cercando di alzarsi.
Io: la merendina era per me, ma va bene così.
Andai in camera di Masky e Hoodie e finalmente mi potei buttare un attimo sul letto, con loro disappunto.
Io: che nottata signori miei.
Toby: più morta del solito?
Io: non puoi capire oh.
Mi strinse a sé, sghignazzando.
Io: ridi ridi.
Masky: ti vieni ad allenare con noi oggi?
Io: vorrei tanto, ma devo andare al centro commerciale con Lucas, Rouge e Pupp.
Hoodie: tutti in famiglia eh?
Io: oh si. Allora, per sabato?
Toby: tutto confermato, i vestiti sono pronti, i fiori da sistemare, il tappeto c'è e anche tavoli e sedie. Devi però parlare con Ben del banchetto e del rinfresco.
Io: ah beh perfetto allora! Scusatemi, che ore sono?
Toby: le 7.55.
Io: allora vado a parlarci subito con Ben. Masky, Hoodie, per la cena?
Hoodie: abbiamo deciso per la via più classica, antipasto, due primi, un secondo e la torta.
Io: buono, molto buono e di classe. E il rinfresco?
Masky: pensavamo anche qui niente di troppo complicato. Un tavolo per il salato e uno per il dolce, lasciamo a voi la scelta del cibo.
Io: anche qui perfetto. Per il secondo va bene agnello?
Masky: benissimo.
Io: i primi direi vegetariani, così può mangiare senza problemi anche Sofia, no?
Hoodie: pensavamo la stessa cosa.
Io: e la torta?
Masky: va ritirata in pasticceria.
Io: dimmi la via che tanto tra poco devo uscire.
Masky: si chiama 'Marianne' e si trova in via Italia.
Io: che coincidenza eheheh.
Hoodie: scema. È una torta a due piani, a nome 'Tim e Brian'.
Io: awwww che cucciolini!
Toby: quanto sei mielosa oggi!
Io: shhh. Il costo lo sapete?
Masky: 1000 €.
Io: che esagerazione i francesi!
Toby: pensa che era la meno cara.
Io: immagino. Va bene, ora vado così mi vesto, parlo con Ben e faccio i vari giri.
Andai in camera, dopo averli salutati, e mi infilai un semplice jeans nero strappato sulle ginocchia, una canotta nera con scritto 'Lucky' sopra in bianco e le Stan Smith bianche e fucsia.
Afferrai il telefono al volo e andai a svegliare Ben, beccandomi tutte le bestemmie immaginabili.
Afferrato l'elfo lo portai in cucina, preparai il caffè e mi sedetti.
Ben: buongiorno eh.
Io: buondì! Dai raggio di sole, tieni carta e penna.
Ben: il menù immagino.
Io: immagini bene. Allora per il rinfresco vogliono un tavolo per il dolce, dove direi di mettere tartine, bignè, cupcakes e delle torte semplici.
Ben: perfetto.
Io: per quello del salato invece magari cocktail di gamberetti, ostriche e tartine di salmone affumicato.
Ben: vabbe, pesce insomma.
Io: esatto. Per la cena abbiamo deciso invece di andare sul classico, quindi antipasto, nel quale farei semplicemente una degustazione di formaggi e salumi e del fritto, due primi vegetariani, di cui uno potrebbe essere i bucatini con zafferano, fiori di zucca e gorgonzola.
Ben: lo facemmo una volta e venne strepitoso.
Io: eh, perciò! L'altro invece stupiscimi. Per il secondo del semplice agnello e poi la torta che devo andare a ritirare ora.
Ben: mi sembra tutto abbastanza fattibile, chi siamo a cucinare?
Io: siamo io, te, Zero, Nina e Jeff, che si è offerto di sua sponte.
Ben: Jane?
Io: sicuro ha perso qualche scommessa. Comunque ci fa sempre utile un aiutante. Anche solo per portare i piatti in tavola.
Ben: ah, questo é certo.
Io: quindi tutto ok?
Ben: mi sembra di si. Oh, al limite ti chiamo.
Io: ah sisi infatti ahahah.
Ben: a questo punto vado a rinfilarmi nel letto eh.
Io: ahahah a dopo, non dormire troppo eh! Ci sono così tante cose da fare!
Ben: ahahah okay, lo prometto! Ciao Clocky, a dopo.
Io: a dopo.
Se ne andò di sopra, lasciandomi da sola con una rivista.
Arriva.
Io: chi c'è?
Scattai subito in piedi, non era una voce a me nota.
Afferrai il coltello.
Arriva.
Io: chiunque sia, non sta facendo un bello scherzo! Ragazzi, piantatela!
LJ corse nella cucina.
Io: non dirmi che lo senti anche tu!
LJ: si e mi sono cagato addosso.
Arrivarono quasi subito anche Liu, Zero, Pupp e Lucas.
Lucas: non è un buon segno.
Zero: è qui?
Pupp: impossibile, io ero nel mio studio laggiù! Rimbombava a dismisura.
Liu: cosa dite? È il caso di andare a farci un giro?
LJ: direi proprio di si.
Io: andate via.
Zero: cosa?!
Io: non possiamo mandare a rotoli il matrimonio tanto atteso di Masky e Hoodie per una voce sentita da noi 6 pazzi. Andate nelle vostre stanze e non fatene parola. Se la cosa è grave, Sland non tarderà a tornare.
Pupp: ha ragione lei, andiamo amore. Noi ci vediamo tra poco eh.
La prese sotto braccio e la portò via.
Lucas: vado a farmi la doccia, ci metto poco.
Io: lo spero.
Liu: senti Clock, vai al supermercato oggi?
Io: si perché?
Liu: puoi comprare il latte? È finito ancora.
Io: ma che ci fate?!
Liu: ehhhh ahahah.
Io: okok a dopo.
Liu: grazie mille, ciao ciao.
Se ne andò anche lui, accompagnato da Lucas.
Vedevo LJ che mi fissava dall'altra parte del tavolo, ma quieta mi rimisi a leggere la rivista sul tavolo.
LJ: so benissimo che ora ci penserai tu.
Io: non volevo alzare un putiferio. Ho tutto sotto controllo. Masky e Hoodie non se ne accorgeranno nemmeno.
LJ: nei film quando si dicono queste frasi succede l'esatto opposto, sai? 'Non aprire quella porta', 'posso uccidere il demone', 'dobbiamo restare uniti', 'dividendoci potremmo farcela meglio', devo continuare?
Io: lo so. Non puoi far finta di niente come tutti gli altri?
LJ: vuoi che sia come tutti gli altri?
Io: dai, non dire così. Hai capito!
LJ: ho capito che sei troppo orgogliosa per ammettere che bisogno di un aiuto. Ma se è questo che vuoi.
Io: dai Jack...
Se ne andò, lasciandomi l'amaro in bocca.
Io: oh maledetto te! Che palle, sempre così finisce.
Natalie.... Natalie....
Io: posso sentirti solo io?
Si Natalie.
Io: non mi chiamo più così da tempo, tu chi sei?
Sono io Natalie, sono io.
Io: io chi? Dimmi chi sei.
Sono la tua buona stella Natalie.
Rimasi un po' perplessa. Poi mi ricordai che da piccolina prima di andare a dormire guardavo la stessa stella nel cielo ed esprimevo lo stesso desiderio.
Io: come posso fidarmi di te?
Solo io so che il tuo unico desiderio la sera prima di dormire è che il tuo amato J non se ne andasse mai lasciandoti sola con 'i mostri della mia famiglia'ome li chiamavi tu. Lui per te era un angelo da venerare, no?
Io: basta! Cosa vuoi?
Voglio che tu mi ascolti, sta arrivando.
Io: si, ma chi starebbe arrivando?!
Questo devi scoprirlo da sola, io posso solo metterti in guardia e dirti di star pronta, perché presto nel mondo di sotto qualche porta scatterà e qualcuno si libererà. Fa si che non succeda Natalie! Oppure la paura di perdere J si avvererà ancora, insieme a quella di perdere Tobias, Tim, Brian, Jack, Jeffrey e tutti gli altri, compresi i tuoi figli. Non abbassare mai la guardia e non permettere a nessuno di decidere per te. Fa quello che ti senti di fare, io sarò sempre vicino a te, anche se tu non mi vedrai.
Ero sconvolta, ma soprattutto impaurita. Avevo un fifa blu!
Io: grazie... Posso vederti?
Vidi una nube violetta apparire davanti al tavolo, il fumo profumava di lavanda e vaniglia, un profumo a me noto. Si rivelò, tra questa densa nube colorata, una donna bellissima, credo fosse la più bella che i miei occhi avessero mai visto in vita e morte loro. Aveva dei lunghi capelli corvini, scurissimi, gli occhi erano di uno straordinario azzurro elettrico, il naso lievemente alla francese e al di sotto una bocca piccolina ma allo stesso tempo carnosa, con una forma perfetta e un insolito colore rosso, come quello dei più bei papaveri di campo. Aveva una calma espressione felice, con un sorriso caloroso. Portava addosso un lungo vestito si seta viola scuro, con un velo lilla che le copriva le spalle e scendeva, all'interno degli avambracci, fino ai piedi, dove indossava delle ballerine di vernice nere. Essendo giustamente 'una stella', da dietro la nube si espandeva una luce abbagliante, ma rigenerante e fresca.
Io: wow.
Potei riuscire a dire solo quello.
Stella: Natalie, concentrati, devi salvare la tua famiglia. Ricorda queste parole: questo essere non si fermerà davanti a nulla, trasportato da cattiveria, ira e terrore, non si fermerà mai, a meno che tu non farai qualcosa.
Io: ma cosa posso fare io?! Sono una ragazza madre di vent'anni!
Stella: e sei anche tra le più forti creature umane esistenti, figlia dell'amore più puro tra una bestia antica e infernale e una mortale, moglie di un uomo altrettanto raro, madre dei due esseri che un giorno domineranno la terra. Non sei una ragazza madre di vent'anni, non Clockwork, non sei una donna normale. Tu sei Natalie, non scordarlo mai. Ma ricorda che è dalla consapevolezza di non essere nessuno che i grandi della storia han fatto quello che ancora si studia. Addio Natalie.
Se ne andò, riportando con se nuvola e profumo.
Io: io sono Nessuno.

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