Capitolo 25-Nelle tue mani.

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L'alba sorse, lieve e tranquilla, asciugando le sedie e tutti i fiori. Il prato era ancora imperlato di gocce, ma di lì a poco anche quello si sarebbe asciugato.
Io: si sposano.
Stavo allattando Spartaco, bisbigliando come mio solito da sola.
Toby  si svegliò e mi iniziò a fissare per un po', finché non me ne accorsi.
Io: ehi buongiorno.
Toby: invidio quei bambini sai?
Io: ahahah perché?
Toby: guardare le tue tette almeno quattro volte al giorno? Scherzi? Un sogno.
Io: quanto sei cretino ahahah.
Mi abbracciò da dietro, cingendomi dolcemente la vita e baciandomi il collo.
Socchiusi gli occhi, facendomi trasportare da quel momento quasi magico.
Ma ovviamente tutto si interrompe, come al solito.
Entrò Ben di corsa, era nervoso e sbraitava parole a caso di qua e di là.
Lasciai Spartaco nelle mani di Toby, rimettendomi bene il reggiseno e la canotta.
Io: che succede Ben?
Ben: non so come sia successo, la navata, le sedie... Tutto in disordine! I fiori sono sparsi ovunque, le sedie completamente spaccate. Che facciamo?!
Io: tieni occupati Masky e Hoodie, ci penso io.
Era ora di mettere a frutto tutto quello che nei libri avevo sottolineato e imparato.
Ben: ma è impossibile rimettere tutto in ordine!
Mi girai, con un sorriso di sfida sul volto.
Io: niente è impossibile, Charlie.
Ben: Charlie?!
Io: zitto e vai dai novelli, tielli occupati fino a nuovo ordine.
Ben: eseguo.
Toby: devo aiutarti?
Io: tu fa sì che nessuno venga in giardino.
Avevo uno strano presentimento, un tremolio, un brivido lungo la schiena.
Io: e chiamami Jill.
Toby: Jill?
Io: fidati, amore mio.
Toby: vado.
Mi trasportai in giardino, proprio di fronte quello scempio.
Svuotai la mia mente, feci un grosso respiro e portai le braccia avanti tese.
Pensai attentamente alla formula e dopo dei minuti di eterno silenzio, tutto tornò, pian piano, in ordine.
Alla fine ero stremata, era davvero stancante. Prima di quel momento ero riuscita a spostare pochi oggetti, come una matita e una tazza e alla fine ero sempre svenuta. Ma credo che quella volta fu diverso perché avevo uno scopo in mente: rendere quel giorno perfetto per Masky e Hoodie.
Jill arrivò in quel preciso istante, trovandomi in ginocchio a terra.
Jill: ehi Clock, tutto bene?
Io: cosa sai di questo?
Jill: di che cosa scusami?
Io: so che la notte non dormi e passi tutto il tempo affacciata alla finestra, cosa sai di questo?
La ragazza era un turbine di pensieri contrastanti.
Non posso dirle nulla. Ma se scoprisse da sola, si arrabbierebbe tantissimo. Al posto suo vorrei saperlo.
Io: al posto mio, cosa vorresti sapere?
Jill: che sei stata tu...
Mi prese una fitta al cuore, come una specie di infarto.
Io: questa cosa deve finire. Grazie dell'onestà Jill, ci sei mancata. Ti prego di non dirlo a nessuno.
Jill: certo.
Io: va a vestirti, l'abito dovrebbe essere arrivato.
Jill: speriamo sia bello.
Io: ahahah lo sarà, non preoccuparti.
Se ne andò, dopo avermi salutata, lasciandomi lì da sola.
Io: perché menti Jill?
Non riuscivo a spiegarmi perché mi avesse mentito così.
Tornai su in camera e ne discussi con Toby, l'unico con cui potevo parlare onestamente.
Io: secondo te perché lo ha fatto?
Toby: distruggere tutto?
Io: mentirmi...
Toby: devi capire che per lei non è facile.
Il ragazzo mentre parlava cercava di farsi, invano, il nodo alla cravatta.
Toby: dannata macchina infernale!
Con calma andai da lui e inizia a fargli il nodo.
Io: credo che non si senta ancora accettata. Come biasimarla? Siamo rimasti tutti di sasso quando è arrivata qui...
Toby: amore, era morta, sai com'è.
Io: si, ma con lei è stato diverso. Non so, non capisco! Perché ora? Perché non prima? Mi puzza questa storia...
Finalmente finii il modo.
Toby: sei una moglie fantastica e con questo vestito sei splendida... Non cruciarti troppo con questa storia, altrimenti ti rovinerai il matrimonio.
Io: hai ragione tesoro, dovrei proprio smetterla. Domani mattina mi occuperò della situazione, sperando non succeda nulla nel resto della giornata.
Toby: se ti fa sentire tranquilla, possiamo fare un giro di controlli.
Io: lo faresti per l'ennesima volta, solo per vedermi serena?
Toby: lo rifarei altre diecimila volte, per vedere il tuo sorriso, mettitelo in testa amore mio.
Io: ti amo.
Presi, dolcemente, il suo volto tra le mani, lo portai al mio e lo baciai.
Io: ora però muoviamoci, la cerimonia è tra un'ora.
Toby: vero. I bambini?
Io: lasciamoli riposare ancora, dovranno stare tutto il giorno con noi. Chiudi bene la finestra. La sicurezza non è mai troppa.
Toby: una finestra non bloccherebbe un demone.
Io: se un demone dovesse arrivare, se la vedrà con mamma demone. Ora andiamo.
Chiuse ermeticamente la finestra e, prendendomi a braccetto, mi accompagnò a fare dei controlli.
Andammo in cucina per vedere i pasti, nel giardino nostro e di Off. Poi tornammo in casa a controllare che tutti avessero ricevuto il proprio vestito e che stessero bene.
Infine andammo io da Hoodie e Toby da Masky.
Io: ehi, toc toc, posso entrare?
Hoodie: bussare invece di dire toc toc no?
Io: ma così non mi diverto.
Hoodie: entra bambina.
Si stava facendo il nodo al papillon nero che gli avevo regalato, così mi sedetti sul letto ad osservarlo.
Io: agitato?
Hoodie: ti pare? È solo il giorno più importante in vita mia.
Io: che acidone madonna.
Hoodie: è tutto a posto? Niente casini o imprevisti?
Io: nono, ti pare?
Mi guardò alzando un sopracciglio.
Hoodie: cos'è successo?
Io: niente, un imprevisto con gli antipasti.
Hoodie: oddio, pensavo qualcosa di grave.
Io: sotto il mio controllo? Pff, impossibile.
Hoodie: hai ragione. Volevo chiederti una cosa, se posso.
Io: dimmi tutto.
Hoodie: vorrei mi accompagnassi all'altare.
Spalancai occhi e bocca, poi, in un secondo, mi buttai addosso al ragazzo che per poco non fece cadere entrambi.
Io: SISISISISISISISISISI. SIIIIIIIIIIIII.
Hoodie: un solo si andava bene ugualmente eh ahahah.
Io: sono felicissima tu me l'abbia chiestooooo.
Hoodie: e io che tu abbia accettato.
Lo osservavo riprovare a mettersi il papillon, senza buonissimi risultati.
Io: ma perché non sapete mettervi bene papillon e cravatta?
Gli afferrai i due lembi di quella specie di nastro blu, li arrotolai, feci un nodino di qua e uno di là e finii, con ottimi risultati.
Hoodie: me lo dovrai insegnare.
Io: quando saremo vecchi, senza dimostrarlo ovviamente, te lo insegnerò.
Hoodie: ottimo risultato.
Io: pronto a sposarti?
Hoodie: sono nato pronto.
Lo afferrai sotto braccio sorridendo e lo trasportai davanti alla porta sul retro.
Percorremmo il lungo tappeto rosso mentre sentivo echeggiare il suono di una chitarra classica nel giardino e intorno a noi era seduta la nostra famiglia.
Lo lasciai all'altare, abbracciandolo e piangendo giusto un pochino.
Mi misi sulla sua destra e aspettammo Masky, che arrivò subito dopo a braccetto con Toby, il quale ripeté perfettamente la mia scena precedente con Hoodie, con tanto di lacrime.
Sland iniziò il suo lungo e, devo ammetterlo, noiosetto discorso, che durò se non sbaglio più di un'ora.
Alla fine non ce la facevamo più ed eravamo entusiasti di poter finalmente sentire la fatidica frase 'bene, io vi dichiaro marito e marito. Può baciare lo sposo.'
Ci alzammo tutti in piedi, gridando e ridendo come matti, senza scordare il lancio del riso! Se cerco bene potrei ancora trovare dei chicchi di quel giorno!
Ci congratulammo tutti con i novelli sposi mentre ci spostavamo nel giardino di Off, dove un caldo antipasto e uno champagne ghiacciato ci aspettavano impazienti.
Una volta seduti tutti a tavola, decisi di alzarmi e fare il brindisi di inizio.
Io: allora. Ci sono così tante cose che avrei voluto dire e ricordare. Mi sono messa d'impegno, ho speso tempo prezioso per cercare di creare un brindisi che fosse adatto a questi due uomini. Ovviamente non ci sono riuscita, quindi eccomi ad improvvisare tutto sul momento. Quando vi conobbi, vidi qualcosa di strano in voi. Arrivaste con quella vostra aria vissuta e un po' arrogante, di chi viene da fuori e pensa di sapere tutto della vita. Penso che non mi sia sbagliata tanto in vita mia. Eravate tutto il contrario dell'idea stupida che mi ero fatta di voi. Capii che eravate diversi da quei ricconi arroganti e viziatelli che si vedono ovunque, capii che poteva nascere del buono dal nostro male.
Per fortuna arrivaste a casa, per fortuna decideste di restare e accettare la proposta di Sland! Beh, come se aveste avuto scelta ahahah.
Vebbe, come mio solito mi sto dilungando.
Volevo dire solo che ci siete stati nei momenti principali della mia infanzia, adolescenza e maturità. Mi avete curato i tagli sulle ginocchia, aiutato quando mi tinsi della tonalità sbagliata i capelli, sostenuto durante la preparazione del mio matrimonio e durante la nascita dei miei figli. Voi ci siete sempre stati per tutti noi, non solo per me. Questo, in sunto, è il mio modo per dirvi... Grazie. Sono comtentissima abbiate coronato il vostro sogno. Auguri agli sposi!
Tutti intonarono un 'auguri agli sposi' dopo di me, chi tra un sussulto e chi tra una lacrima.
I due erano completamente in lacrime, andai da loro e mi strinsero forte, così tanto da farmi smettere di respirare per un secondo.
Io: allora, com'è stato?
Hoodie: sento Cicerone invocare gli dei di dargli metà della tua bravura ad improvvisare.
Io: AHAHAHAHAHAH fantastico!
Mi andai a sedere, quando Jeff portò il primo.
Io: sei fantastico da cameriere, amico mio.
Jeff: zitta.
Io: ahahahah.
La giornata proseguì, tra giochi, chiacchiere e risate.
Era sera, dopo i regali, facemmo ancora una volta gli auguri ai due sposini e ognuno se ne andò per la sua strada.
Presi sottobraccio Toby e iniziammo a chiacchierare mentre tornavamo in camera.
Io: secondo te...
Toby: si?
Io: secondo te può essere ancora sotto l'influenza di Zalgo?
Toby: perché mi chiedi ciò?
Io: mi sono ricordata a cena di una storia che lessi da bambina, su questo mostro, Zalgo, che allora mi era sconosciuto, che entrando nella vita di qualcuno la stravolgeva... Gli... Gli cambiava la mente, lo illudeva, lo seduceva. Creava un mondo di illusioni ottiche e visive per modificare permanentemente la mente di una persona, facendogli giurare fedeltà assoluta. E se fosse tornata solo per completare ciò che il suo maestro non ha finito?
Toby: non so amore mio, dovresti chiedere a Sland e tuo padre.
Io: no, non voglio si preoccupino per me.
Toby: e perché lo dici a me? Di solito non mi dici mai le tue idee o i tuoi piani stravaganti e pericolosi.
Io: ho deciso di cambiare. Sai, una particolare parte delle promesse di Hoodie a Masky mi ha fatto pensare. Diceva '...io sarò tuo, tu sarai mio. Nulla nel mondo potrà fermare la mia voglia di scalare quella montagna che è la tua mente. Non mi stancherò mai di capirti, ascoltarti, baciarti. Non vorrei, in tutta la vita, avere nessun altro al mio fianco. Ho scelto te e solo te. I miei pensieri saranno i tuoi, le mie paure saranno nelle tue mani e controllerai i miei desideri...'. Se io ho scelto te c'è un motivo, perché non condividere le mie paure e preoccupazioni con te? Non ha senso ahahah.
Si fermò, mi lasciò il braccio e mi baciò con tanta passione. Le sue labbra erano insolitamente fredde, grigiastre. Le sue mani invece, erano così calde da far quasi sciogliere le mie.
Si staccò, lo guardai con stupore.
Io: questo per cosa era?
Toby: era per aver scelto me e solo me.
Ridacchiamo e mi riprese sottobraccio.
Arrivammo in camera dove i piccoli dormivano nella culla.
Io: per fortuna due ore fa li ho portati a dormire eh? Sennò ora chi ce l'avrebbe mai fatta a farli dormire?
Toby: ahahah sono come i vampiri, di notte si rianimano ahahah.
Io: ahahah cretino.
Gli lanciai un cuscino.
Toby: ah è così che la mettiamo?
Mi afferrò come una principessa e mi buttò sul letto strappandomi via il vestito e baciandomi appassionatamente sul collo.
Gli levai prima la giacca e poi la camicia.
Tre ore di lunga passione passarono prima che il mio corpo si staccasse dal suo.
Eravamo stesi a fissare il soffitto, nudi sotto le coperte leggere.
Toby: che dicevamo di Jill?
Io: penso sia qui per Zalgo.
Toby: cosa sarebbe venuta a fare qui? Ucciderci tutti?
Io: beeeeeh....
Scattò seduto, guardandomi storto.
Toby: cosa hai fatto?
Io: ti ricordi quel libro che tempo fa presi dalla libreria di Sland? Quello che si apriva ogni volta risolvendo un indovinello diverso?
Toby: sì, quindi?
Io: Zalgo lo voleva per distruggere il mondo. E beh, è ancora in mio possesso quindi...
Toby: ottimo. Cosa hai intenzione di fare?
Io: scoprire la verità.
Toby: non riuscirò a dissuaderti da ciò, vero?
Io: assolutamente no.
Toby: bene, allora sarò il tuo aiutante.
Io: è pericoloso...
Toby: so cavarmela quanto te, ricordi?
Io: hai ragione cazzo. Bene, compagno di avventure, si inizia.
Toby: che dovremmo fare?
Iniziammo a rivestirci.
Io: prima di tutto, dobbiamo trovare quel libro.
Toby: e una volta ritrovato?
Io: beh... Dovremmo distruggerlo.

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