Capitolo 6- Qualcuno lassù.

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Sappiamo con certezza che non sarai mai sola.
Io: alcuni sono fuori, si, ma in casa ci sono Katy, Sofia, Pros e i piccoli.
Pirandello non ti ha insegnato nulla?
Io: stai zitta...
Non posso stare zitta, sei tu che mi dai voce, sei tu che mi fai vivere!
Io: allora dovrei spararmi in testa.
Sei morta.
Io: almeno staresti silenziosa per un po'.
Mi sei mancata, lo sai?
Io: si, perchè mi sei mancata maledettamente anche tu, Mente.
Ero a sorseggiare tè nella tranquilla cucina. Ero a leggere, o meglio rileggere, il libro che la mia Mente, inconsciamente, mi aveva suggerito per ingannare il tempo.
Sentii, mentre lievemente riempivo la tazza, la porta di casa essere scassinata.
Ehi, sai che non possono essere i tuoi amici. Sono usciti neanche un'ora fa... È improbabile siano riusciti. Sono le 11, sparisci.
Poggiai la tazza e mi resi invisibile, afferrando il coltellaccio rifinito che per comodità avevo appoggiato vicino la teiera.
Andai alla porta, avevo ormai capito il meccanismo del mio nuovo potere.
X: wow, dici che è davvero la loro casa?!
Y: si! Li ho seguiti per tutta ieri, tornano da queste parti. E qui fino a due anni fa circa non c'era nulla!
X: pensi sia sicuro?
Io: no che non lo è.
Presi il cappello del ragazzo più giovane e inizia a giocarci. I due erano più che sbigottiti.
X: Gio' non dovremmo essere qui!
Mi resi visibile.
Io: credo che questo sia tuo.
In un colpo gli lanciai il cappello, sbattendo il portone e attirando l'attenzione di Katy al piano di sopra.
La ragazza scese, spalancando le grandi ali nere e iniziando a fluttuare.
Quando toccai il ragazzo più grande, ebbi una visione: una cena in famiglia, l'albero di natale era tutto addobbato, ma penso fosse capodanno. Mi arriva una chiamata, una donna, credo la madre del ragazzo in cui ero momentaneamente, mi lancia un'occhiatina maliziosa e con la testa mi fa cenno di andar di là a rispondere. Mi alzo, l'orologio segna le 23.45, è quasi il primo! Rispondo, una ragazza mi dice di andare con lei e gli amici a farsi un giro dopo la mezzanotte. Hanno le birre. Chiamo mio fratello, avrà un anno forse meno di me. Gli riferisco tutto e mi sorrdide, annuendo torniamo a tavola.
Guardo il mio telefono, sono io abbracciato a tre ragazze. Sento dentro di me che una è l'amore della mia vita, quella riccia e con gli occhiali grigi, le altre le sue, e poi miei, migliori amiche. È tutto perfetto, ma ehi! Sto tornando me.
Davanti avevo di nuovo i due ragazzi in lacrime che si stringevano le mani.
Io: ferma Katy.
Mi guardarono tutti e tre sbigottiti.
Io: chiamate vostra madre, ditele che le volete bene.
Il ragazzo grande, quello in cui ero entrata, prese il telefono e compose svelto un numero. La donna rispose, il ragazzo veloce e schietto disse, quasi in lacrime, che non si sarebbe dovuta preoccupare di nulla e di preparare per cena la bistecca. Poi passò il telefono all'altro e quello le disse che le voleva bene e di preparare per lui le patatine fritte. La madre rise e riattaccarono, una volta salutata.
Io: quanto tenete a lei?
X: lei ci ha cresciuti da sola, troppo.
Y: siamo la sua ragione di vita e lei la nostra.
Io: perfetto.
Sorisi sadicamente, non so perchè ma i sentimenti non mi toccavano.
Katy: Clock, allora? Ho sonno io!
Io: legali, non farli andar via per nessun motivo. OFF!
L'uomo comparve.
Off: dimmi.
Io: aiuta Katy a non farli andar via.
I ragazzi alla vista dell'uomo fecero un passo all'indietro, terrorizzati.
Mi concentrai su Masky e mi portai da lui.
Stava camminando con Hoodie e Toby, tutti sporchi di sangue.
Toby: amore.
Io: torniamo subito.
Afferrai Masky e, concentratami sulla donna, lo portai in quella casa.
L'ingresso era buio, ma io vedevo benissimo. Masky si fidò ciecamente e mi seguì. Arrivammo alla cucina, illuminata. La donna era di spalle, sui fornelli, a cucinare quelle tre bistecche e friggere le patatine.
Questa donna perderà i suoi figlia, è sola senza loro. Noi non vogliamo che soffra, vero? Scagliati su di lei, attento agli arnesi da cucina. Schiva gli eventuali colpi. Attacca.
Il ragazzo si scagliò su di lei, le tagliò la pancia. Lei, afferrando una pentola gliela lanciò.
Accucciati.
Gliela feci schivare alla grande.
Masky iniziò ad accoltellarla una, due, sette, venti volte.
La lasciò cadere a terra morta, in una pozza tale di sangue che il pavimento non si quasi vedeva più.
Fece il simbolo di Sland sul pavimento e si tirò indietro.
Benissimo. Ora andiamo, mio amico.
Mi prese il braccio, ridendo sadicamente e io con lui.
Lo riportai dai ragazzi, seduti sulla staccionata che separava la strada dal bosco nell'esatto punto dove li avevamo lasciati.
Io: eccolo qua. Ora, con permesso, andrei ad uccidere due ragazzi che si sono infilati a casa.
Masky: a dopo.
Hoodie: attenta.
Toby: prepari i waffle quando hai finito?
Io: si amore.
Sparii e tornai a casa, dove i ragazzi in salone mi aspettavano con Katy, annoiata, e Off, pensieroso.
Katy: eccoti! Finalmente che cazzo, ho sonno!
Off: calma ragazzina, sono le 11!
Katy: ah... Beh ho sonno AHAHAH.
Off: matti siete. Allora?
Presi il coltello che avevo nello stivale e lo lanciai nella fronte del primo ragazzo, quell'altro, chino sul fratello morto, neanche si accorse che Katy lo stava uccidendo e risucchiando la sua anima per M.
Cadde a terra anche lui, morto.
Io: papi, li puoi portare nel fiume?
Off: nel fiume?!
Io: si, lascia cadere i corpi nel fiume, ci impiegheranno giorni a trovarli e quando lo faranno, saranno così scempiati che neanche un anatomopatologo capirebbe se sono uomini.
Off: agli ordini.
Scomparve con i due ragazzi e tutto il sangue a terra, così non dovetti pulire.
Katy: io vado a dormire, notte Clocky.
Mi diede un'abbraccio e se ne andò di sopra.
Io tornai al mio tè, ovviamente diventato freddo.
Ottimo. Spettacolare davvero.
Io: su, lo rifacciamo.
E rifacciamolo.
Levai l'acqua dalla tazza e dalla teiera, riempii quest'ultima e la misi due minuti in microonde.
Una volta pronta la tirai fuori, ma la pace eterna finì. Tornarono Zero, LJ e Jeff.
Io: ciao ragazzi!
Grazie di aver ammazzato l'unico momento che ho per me!
io: ok, non volevo pensarlo.
LJ: ciao anche a te!
Zero: non preoccuparti, hai ancora una buona mezz'ora per te. Dobbiamo lavarci e poi scendiamo.
Mi rubò un biscotto e, facendomi l'occhiolino, si portò i ragazzi di sopra.
Pace.
Continuai a leggere il libro una volta pronto il tè.
Arrivai circa a metà, ma l'ennesimo rumore mi interruppe, così decisi, altamente irritata, di chiudere quel libro e levare il tè.
Andai alla porta, era Lucas seduto sulle scalinate del porticato.
Mi addetti con lui, quella notte faceva davvero freddo.
Io: ehi fratellone, che pensi?
Lucas: a niente...
Io: devo obbligarti a dirmelo?
Lucas: non lo faresti mica!
Lucaaaaaas. Luuuuucaaaaaas.
Lucas: okok te lo dico. Ho un po' di paura, tutto qui.
Io: abbiamo battuto Zalgo!
Lucas: e tu sei dovuta morire per questo. La mia paura è continuare a trovarci davanti nemici, che non possono essere battutti senza che qualcuno muoia...
Io: tornerebbe sotto forma di demone-
Lucas: sai meglio di me che non è la stessa cosa tornare da demone o da umano. Sembra che tu non possa essere più felice, hai sempre freddo, la tua pelle è strana e non sei più lo stesso. Hai visto in faccia la morte, non sarai mai più lo stesso.
Io: so cosa intendi...
Lucas: non volevo...
Io: shhhh, stringimi... Che ho freddo.
Mi sorrise e strinse forte.
Arrivarono, dopo poco, Toby, Masky e Hoodie.
Io: ehilà stranieri.
Masky: chi è entrato?
Lucas: entrato?!
Mi guardò sbalordito e io ricambiai con un sorrisetto innocente.
Io: due ragazzi che ci cercavano. Non volevo ucciderli sapendo che la madre. Quindi ti ho fatto uccidere anche la madre.
Masky: e devo dire con una sintonia spaventosa.
Gli Battei il pugno e ridemmo.
Hoodie: non c'è da ridere signori miei, ci stanno scoprendo.
Toby: come sta messa Pros?
Io: sotto stress principalmente. È la fine di aprile e maggio si avvicina. Però ga recuperato tutto e la sua media è impeccabile.
Hoodie: buono. La partenza è fissata per il primo di luglio.
Io: capisco.
Lucas: si sa dove andremo?
Hoodie: solo Sland lo sa. Vuole evitare che qualcuno lo scopra.
Io: beh, piuttosto giusto.
Toby: entriamo dai.
Ci aiutarono a rialzarci e una volta in piedi entrammo a casa.
Io: è gelido questo posto, o sono io che essendo morta ho freddo?
Masky: no, è proprio gelido.
Stavo andando a controllare il termostato, quando vidi sul tavolo quel po' d'acqua che mi era caduta dalla tazza, ghiacciata.
Io: ragazzi!
Tutti corsero da me.
Masky: che succede?!
Indicai, spaventata, l'acqua.
Hoodie: staremo minimo a meno dieci gradi!
Io: ZERO!
Corsi di sopra con una velocità impressionante.
La vidi nella vasca priva di sensi, l'acqua pian piano si stava gelando.
Io: RAGAZZI! AIUTO! PUUUUUPP!
Tutti corsero di sopra e il ragazzo da me invocato apparve di fianco alla tazza. Quando vide la ragazza si gettò sopra di lei e la estrasse dall'acqua gelida.
Io: copriamola, veloce!
Prendemmo tutti gli asciugamani in bagno e ce l'avvolgemmo per scaldarla.
Io: le dita stanno tornando normali, poco alla volta.
Vedemmo che la ragazza aprì anche gli occhi, riprendendo i sensi.
Io: oh dio mio.
Hoodie: ho alazato la temperatura, dovremme scaldarsi tutto entro venti minuti.
Io: dobbiamo andare a vedere la caldaia e il quadro elettrico, in cantina. Vieni con me Hoodie. Voi restate qui e controllate ogni stanza che la gente stia bene. Poi, portatela in salotto dove Masky avrà acceso il camino.
Io e il ragazzo scendemmo in salotto e poi ancora in cantina.
La luce non c'era, ma fortunatamente potevo vedere al buio.
Io: usa la torcia, non c'è nessuno.
Cacciammo i telefoni e illuminamo tutto.
Io: tu guarda la caldaia, io provo a sistemare il quadro elettrico.
Andai verso una pila di teste in decomposizione ormai, la puzza era quasi insostenibile. Fortunatamente eravamo allenati.
Il quadro elettrico si trovava proprio davanti a me, aperto e con un filo tagliato.
Presi la cassetta degli attrezzi e da questa un po' di fil di rame e delle pinze.
Misi il telefono sotto il quadro elettrico così da illuminarlo e, con le pinze, aggiustai quel filo staccato.
Quando lo richiusi e alzai la manopolina, la luce tornò, ma mi diede uno scossone tale che mi scaraventò dall'altra parte della stanza. Hoodie era spaventatissimo, ma mi rialzai in un colpo solo, tutta sbruciacchiata e fumante.
Io: che forza ahahahah.
Hoodie: che paura. Almeno è tornata la luce. Guarda qui, la ghiacciaia è a meno dieci, come il termostato.
Io: ed è anche ghiacciata nel punto in cui perdeva.
Hoodie: con tutto questo ghiaccio non riesco a sistemarla.
Presi il coltello e piano piano levai tutto il ghiaccio.
Io: metti a venti.
Hoodie: ottimo. Possiamo tornare sopra.
Facemmo per tornare sopra, ma qualcosa attirò la mia attenzione.
Scesi quei pochi gradini percorsi poco prima.
A terra, sotto una testa, qualcosa brillava.
Levai quello schifo decomposto e vidi una sorta di polvere dorata.
Io: Hoodie, passami quella bicchierino con il coperchio.
Hoodie: quelli degli ospedali per fare il test delle urine?
Io: sapevo che rubarli mi sarebbe tornato utile, quando andai a partorire.
Hoodie: tu sei davvero un caso perso.
Me ne passò una e con molta attenzione raccolsi tutta la polvere.
Io: ora dobbiamo capire che perde polvere d'oro.
Salimmo di sopra e chiudemmo la porta dietro di noi.
Finalmente sopra la temperatura era accettabile, faceva quasi caldo.
Il camini scoppiettava e tutti erano lì.
Lucas: sono andato a prendere anche quelli che erano fuori casa, non si sa mai.
Io: ci siamo tutti?
Sally: Clock, io ho sonno!
La presi in braccio e, affarrate due coperte da sotto il divano, sistemai la piccola sul divano rosso.
Si addormentò subito.
Io: Zero, come stai?
Zero: molto meglio, grazie a te.
LJ: e pensare che dopo di lei toccava a me.
Jeff: peccato tu sia già morto eh?
Pros: scusa Clock, perchè hai una ciocca di capelli sbruciacchiata come anche  il braccio?
Io: emm.
Hoodie: sai quando si mette in testa di fare l'elettricista? Ecco.
Io: senti, la luce è tornata. E poi pensa se lo avessi fatto fare a te, saresti un morto in più nella cantina.
Hoodie: vero. Parlando di morti in cantina, ti prego Toby leva quelle teste che ormai sono in decomposizione. Fanno davvero schifo.
Io: la puzza è davvero disgustosa amore.
Toby: dove dovrei metterle? Nel secco magari?
Jeff: credo vadano nel-
Lo zittimmo con lo sguardo, prima che dicesse una cosa tremendamente stupida.
Io: ci penseremo dopo. SLAAAND.
Apparve vicino alla porta.
Sland: so cos'è successo, ma ne ignoro l'artefice.
Io: ho trovato questo vicini alla caldaia, forse l'ha persa il colpevole.
Gli passai il bicchierino con la polvere dorata.
Sland: mmm, molto strano. Non andate via dal salone, restate tutti insieme. Pros, niente scuola domani. Ora riposate ne parleremo domani.
Pros: tanto mi ha interrogato in tutto.
Io: su, dormite. Sarà difficile, domani.
Ci sistemammo tutti nel salone e io andai a preparare qualcosa di buono per tutti, per farli rimettere un po'.
Mi seguì anche Pupp.
Pupp: credi ce la faremo?
Io: ne sono convinta.
Pupp: davvero?
Io: si.
Pupp: cosa pensi?
Io: che qualcuno lassù voglia ucciderci.
Pupp: ma perchè mai?
Io: vuole uno di noi.
Pupp: uno di noi?! E chi sarebbe scusa.
Io: vuole l'unico angelo in questa casa. Lui vuole Katy.

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