Quella notte era strepitosa, il vento mi arrufava il pelo.
Sentivo così caldo, ma con quella pelliccia sarebbe stato strano il contrario.
Non vedevo i colori, solo uno strano bianco e nero sui toni del marroncino.
Il mio naso, beh, wow. Sentivo ogni traccia, l'odore di ogni cosa con cui ogni singola persona, che aveva camminato in quelle strade, era entrata in contatto.
Sentivo anche i più singolari e fiochi rumori.
Le zampe battevano sulle foglie bagnate, mi davano un grande slancio.
Poi, dopo poco, trovai la mia preda. Una donna vicino ad una discoteca malfamata, probabilmente ubriaca, cercava di respingere le avance di uno stupido cazzone altrettanto ubriaco.
La bestia li guardava con fame, io con odio.
Decisi di metterla un attimo in attesa, per così dire, così da permettermi di aiutare la ragazza, forse ventenne.
Andai dietro di lui e con la mano lo girai.
Io: che stai facendo? Non vedi che è ubriaca?
X: ma vattene, rompicazzo. Tu non vedi che ci stiamo divertendo?
Y: ti prego aiutami, non lo conosco!
Il ragazzo prese la bocca della ragazza e gliela chiuse a forza.
X: zitta tu.
A quel punto, non mi trattenni e lanciai un pugno nel centro del viso del ragazzo.
Io: hai il naso rotto ora. Adesso, le opzioni sono due. Cacci le palle, mi affronti e muori, perdendo la ragazza qui presente e la vita; oppure scappi, vai in ospedale e ti fai curare, perdendo la ragazza, ma mantenendo la pelle. A te la scelta.
X: pensi di poter uccidere un uomo il triplo di te?
Io: pensi di poter sopravvivere a Clockwork?
X: tu sei... Impossibile.
Io: ahahah niente è impossibile. Va ragazza.
X: lei non va da nessuna parte.
Io: benissimo.
Presi il ragazzo per un orecchio, stringendolo così forte che credo si sarebbe staccato.
Lui mollò la presa di lei, che fuggì verso il centro della città.
Portai il ragazzo nel bosco, verso la parte più buia e nebbiosa.
La bestia uscì, senza chiedere nessun permesso. Vidi il ragazzo impallidire. Poi ricordo il sapere amaro del suo sangue in bocca, che fuoriusciva macchiandomi il pelo grigiastro.
Il tipo morì in tre secondi netti, lasciandomi tutto il suo ben di dio.
La bestia lasciò come al solito le ossa, che io, una volta ripreso il controllo, ebbi la premura di seppellire.
Tornai a casa, ancora nessuno era tornato.
Ero riuscita, oltre a controllare lei, anche a controllare la forza di Hoodie. Ero capace di fare con la mia mente tre lavori diversi nello stesso istante, cosa non da poco.
Presi una birra fresca dal frigo, la stappai e mi buttai sul divano rosso in salone con un pacco di patatine e un film horror, il mio genere preferito.
Io: certo, che vorrei proprio vedere quanto questi qua durerebbero a casa nostra ahahahah. Neanche un secondo.
*nel film* 'c'è... C'è nessuno?'
Io: e pretendi pure ti rispondano? Sei proprio na cogliona. Pensi ti risponda: 'sì, sono io. Vuoi del tè?'. Stupida.
*nf* 'ora tocca a noi uccidere il mostro.'
Io: AHAHAHAHAH ma non farmi ridere! Ah no, l'hai già fatto.
In quel momento, mentre me la prendevo con la regia del film, sentii un vetro rompersi in cucina.
Lasciai la TV accesa, per non destare sospetti.
Mi resi invisibile, continuando a parlare sempre per non destare sospetti.
Si era intrufolata, dalla finestra della cucina, una ragazzina, di forse 16 anni, anche scarsi.
Io: vorrei proprio sapere, chi è la matta che, intrufolatasi in casa mia, ha spaccato il mio bicchiere da vino buono.
X: chi... Chi è?
Mi resi visibile, lasciando stupefatta la ragazza.
Io: ma vivete nel mondo delle favole tutti? Sembri quella del film cazzo. Dimmi in tre minuti, cosa ci fai qui, chi sei, perché sei qui e come ci hai raggiunti.
X: sono Silvia, sono stata sfidata dai miei amici a entrare qui, dicevano fosse abbandonata! Hanno trovato un biglietto che diceva di recarsi qui. Tieni, è questo.
Mi passò questo biglietto, con una piccola mappa disegnata e la stessa scrittura inriconoscibile del biglietto per Toby.
Io: il sicario... Quando vi è arrivato?
Silvia: venerdì scorso... Sembrava divertente andarci la notte prima di Halloween. Se non avessi trovato nessuno, avrei chiamato gli altri e sarebbero venuti qui.
Io: peccato tu abbia trovato qualcuno. Ora sai che cosa si fa? Chiama i tuoi amici, non voglio farvi del male! Invitali qui, voglio conoscerli.
Che simpatica, ma credevo fosse abbandonato qui.
Io: dai chiamali, ma non dire di me o si spaventeranno!
Silvia: sì, hai ragione.
Mi fece un sorrisone, poi prese il telefono e chiamò il mio spuntino notturno.
Silvia: ragazzi, entrare non c'è nessuno. È figo qua.
I ragazzi dopo due minuti entrarono.
X: avevi detto che era vuoto!
Richiusi la finestra.
Io: gliel'ho detto io. Incredibile come dei sedicenni, si fidino così ciecamente di una sconosciuta. Sapete, qui non è disabitato. Anzi, è sovrappopolato!
Arrivarono Lucas e Pupp, che chiusero le uscite che davano sul salone e sulle scale, mentre io mi piazzai davanti la finestra.
Io: fratelli, non credete sia meglio portarli di là? Qui mangiamo!
Lucas: giusto sorella.
Pupp si spostò sull'uscita che dava verso il portone, facendo passare tutti di là. Io mi misi sempre davanti le finestre, anche se serrate, mentre Lucas, sull'uscita verso la cucina.
Io: allora, conosco già Silvia. Voi tre chi siete?
X: sono Lorenzo, questa è Charlotte e lui è Andrè.
Io: italiani misti a francesi. Mi ricorda circa la nostra famiglia. No?
Lucas: noi eravamo più misti.
Pupp: questo è vero.
Io: ahahah avete ragione.
Silvia: perché parlate al passato?
Io: ah, biondina dentro eh? Siamo morti, sciocca.
Andrè: come?!
Charlotte: non è difficile da capire eh.
Io: grazie. Charlotte, giusto?
Charlotte: sì, sono io.
Io: allora, vi propongo un accordo.
Pupp: ti sei appassionata di accordi, vedo?
Io: sì, guardo troppo Once Upon A Time mi sa. Comunque, che dite, volete ascoltarlo?
Lorenzo: sì.
Io: bene. Tre di voi, potranno tornare alle loro misere e sciocche vite, uno di voi morirà e diverrà demone, come noi.
Silvia: e perché non angelo?
Noi tre scoppiammo a ridere, come coglioni.
Silvia: cosa c'è di divertente, esiste il paradiso no?
Io: sì, luogo orrendo a mio parere. Ma io sono l'unica figlia del diavolo e non faccio testo.
Lucas: noi no, ma è davvero orrendo.
Pupp: lì bisogna essere o puri o avere uno scopo pratico per lui. Vuole solo chi ci può distruggere, di certo voi non gli servireste a nulla. E dubito, poi, siate puri come serve.
Io: esatto. Ma torniamo al patto. Ho adocchiato uno di voi, ha un'anima oscura come serve ad un nostro... Chiamiamolo amico. Vi propongo che gli altri tre se ne vadano, scordando tutto, mentre il quarto ci segua all'inferno, anzi più precisamente in un luogo ancora più tetro e oscuro.
I ragazzi si guardarono, annuendo tra loro con il capo.
Lorenzo: e chi sarebbe questo che hai adocchiato?
Io: oserei direi chi sarebbe questa. Charlotte cara, una come te ha bisogno di noi e noi di te. Che ne dici? Vieni con noi, lì, quando muori, è il posto più bello esistente e non. Così caldo. Così perfetto.
Iniziai a sussurrarle all'orecchio.
Io: lì c'è tutto quello che desideri. Il tuo più infimo desiderio lì verrà avverato. Lì, qualsiasi tuo nemico, sarà annientato. Lì potrai adempiere finalmente al tuo destino, scappando dalle leggi terrene di moralità e obbligo verso gli altri. Lì siamo davvero tutti uguali, senza distinzione alcuna, tutti possono dire la loro. Lì, si vive bene la morte.
Rialzai la voce.
Io: allora, Charlotte, cosa decidi? La vita o la morte.
Lei, sorrise malignamente, poi si girò verso i suoi amici.
Lorenzo: Charlotte?
Charlotte: che nome insulso. L'ho sempre odiato, non mi è mai stato bene. Lo odio, quasi quanto odio tutti voi.
Silvia: cosa?
Charlotte: siete voi i mostri, non loro. Voi siete serpi, accatastate in una cesta, che morderebbero il loro stesso corpo pur di arrivare in cima. Siete quelli da uccidere.
Io: mi piace, ho scelto bene. Allora, vieni con noi?
Charlotte: posso cambiare nome?
Io: certo, tutto quello che vuoi, come ti ho detto, si avvererà. Come vuoi chiamarti?
Charlotte: mia nonna mi chiamava Reine, penso terrò quel nome, in sua memoria.
Io: ottima scelta. Voi, secondo il mio patto, sareste liberi. Ma, purtroppo per voi, lo avete stretto con me. Non con Reine. Sai usare qualche arma?
Reine: ummm no.
Io: Pupp, vai a prendere in cantina la katana trafugata nel mio viaggetto in giappone anni e anni fa.
Tornò subito, con questa bellissima Katana lucente dal manico rosso un disegno nero, che ricorda un ramo di ciliegio in fiore.
Io: è semplice, ma pesante.
Reine: ma come posso riuscire a eliminare quel po' di bontà che ho nel cuore?
Io: mai domanda fu più appropriata. Non si può. Ma puoi, semplicemente, far prevalere momentaneamente la parte cattiva. Noi, la chiamiamo Blooder Mode, BM abbreviato. Pensa ad un torto, che ti é stato fatto anni fa. Hai detto che tua nonna è morta no?
Reine: sì...
Io: pensa all'ultimo momento che hai passato con lei...
Reine: non me l'hanno fatta vedere per i giorni precedenti alla morte. Non le ho potuto mai dire addio. I miei, pensavano fosse meglio per me se non l'avessi vista in quello stato. ED ERA FORSE MEGLIO NON VEDERLA? MEGLIO TENERE NEL CUORE TUTTE LE PAROLE MAI PRONUNCIATELE? MEGLIO NON POTER CONDIVIDERE CON LEI I MIEI GIORNI PIÙ IMPORTANTI?
Iniziò ad urlare, prese la Katana e decapitò i tre ragazzi in fila in un colpo solo.
Io: sbalorditivo. Ora però, questo farà male.
La pugnali al cuore, così che potesse morire subito.
Io: M!
L'uomo arrivò, accompagnato da Katy che stava imparando il mestiere.
Katy: wow, vi siete sbizzarriti?
Io: no, è stata lei. Ti ho trovato un altro angelo della morte. Si chiama Reine. Mai visto in un'anima normale, così tanto rancore e odio.
Katy: ben venga, non posso fare tutto io.
M: tu sarai il capo un giorno, dovrai fare tutto tu. Complimenti Clock, un angelo in più, quattro mortali in meno.
Io: tieni, questa è la sua arma.
Katy: e ora si spiegano i corpi qui.
Io: è una tipa forte, ma attento M è sempre vissuta con l'amore. Potrebbe essere un problema.
M: non lo sarà, se non ricorderà il suo passato.
Io: cosa?
Katy: uhuuuuuh questa la so.
M: prego.
Katy: allora: la morte suole cancellare i ricordi felici delle persone destinate all'inferno, lasciando solo le cose negative della loro vita, facendole sentire ancora più colpevoli e comprendere la loro punizione divina.
Io: wow... Non lo sapevo.
Pupp: perché per noi è indifferente saperlo.
Lucas: non è... Crudele?
M: oh sì. Ehi, ero un demone anche io. La cattiveria è la mia migliore amica.
Io: beh, ora va. Avrà bisogno di un aiuto.
M: Katy, sarai la sua maestra.
Katy: io?! Ma non sono pronta!
Io: ehi, calma! Sei bravissima! Se vuoi, sulla parte da demone posso aiutarti. Nell'addestramento almeno.
Katy: grazie mille! Quando finirà il suo giudizio, verrò da te.
Io: bene. Ora andate, devo pulire. Ciao M, a dopo Katy.
Mi salutarono, lasciandomi com i miei fratelli.
Lucas: io direi che...
Pupp: donna schiava zitta e lava?
Lucas: esattamente.
Io: AHAHAHAHAHAH no. Ora pulite voi.
Pupp: perché?!
Io: perché io sono la più piccolina, vorreste farmi rovinare le manine?
Lucas: che leccaculo. Vabbe, sparisci ora.
Io: dai, io mi sbarazzo dei corpi.
Pupp: in che senso?
Io: che alla bestiola è venuta fame non appena hanno messo piede in cucina. Siamo in giardino.
Mi portai via i cadaveri, anche quello di Reina, facendo con tutti un delizioso spuntino.
Tornata in me, andai in bagno per farmi una doccia.
Pensavo la stanza fosse vuota, così l'aprii di corsa: Jason era seduto sul pavimento a piangere.
Io: ehi... Jason! Scusami tanto, me me vado-
Jason: nono tranquilla, vado io. Ho... Ho fatto.
Il ragazzo stava per andersene, ma il mio istinto prese il sopravvento.
Io: tutto bene?
Jason: sisi.
Io: Jason... Nessuno mente a me.
Il roscio sospirò.
Jason: diciamo... Che non ho mai sopportato le pene d'amore. E...
Io: ora che ti ci ritrovi in mezzo, non sai cosa fare.
Jason: esatto.
Io: voi due dovreste proprio parlare. Siete stupidi, non vi capisco minimamente.
Jason: è dura da capire. Gli ho fatto un grande torto, che nessuno meriterebbe in vita o in morte che sia.
Io: e allora? Ti eri innamorato di lui e avevi paura di deludere te stesso e anche lui. Allora? Le cazzate si fanno. Siamo giovani, più o meno, perché sprecare tempo? Non vi capisco proprio.
Jason: sai, è buffo. Ho tutto il tempo che voglio senza avere lui, eppure vorrei avere un solo secondo, se ben speso al suo fianco.
Io: poetico. Ma, non dirlo a me, dillo a lui.
Sorrisi dolcemente
Jason: come potrei, lui mi odia. Non è semplice parlare ad una persona, se ci si perde nei suoi occhi.
Io: beh, basta essere girati e non sapere che invece è proprio lui a guardarci.
Il ragazzo d'istinto si girò, vedendo gli occhi pieni di lacrime di mio fratello. Erano diventati tutti e due paonazzi e ridevano senza saperne quasi il motivo.
Lucas: beh, ho degli occhi spettacolari.
Jason: nulla paragonato ai miei.
Lucas: decisamente... Insomma...
Jason: insomma...
Io: oh, ma la volete smettere? Baciatevi!
Lucas mi guardò come se avessi bestemmiato in chiesa, l'altro invece non pareva dispiaciuto dalla mia affermazione, così si slanciò verso il ragazzo fuori dall'uscio e lo baciò, senza pensare due secondi.
Certo, erano a quel punto tornati tutti e un applauso indesiderato ma caloroso, abbracciò entrambi i ragazzi sempre più paonazzi.
Poi, un applauso esterno spezzò quel magnifico incantesimo d'amore.
Io: dimmi un solo buon motivo per cui non banchettare con la tua carcassa morta, Jill.
Jill: ahahah, sei sempre più creativa.
Toby: e tu più coraggiosa, ad entrare qui in svantaggio di numero. Ora vattene via.
Jill: oh, no. Sono qui, per un accordo. Ho saputo, sei diventata abbastanza favorevole a questo tipo di trattativa.
Voglio essere tra i primi a farne parte.
Io: dimmi tutto.
Jill: io me ne andrò e vi lascerò stare.
Io: troppo semplice, arriva al se.
Jill: se, mi cederai il tuo posto sul trono all'inferno.
Tutti la guardarono stupefatta.
Io invece, sorrisi.
Io: umm, proposta allettante. Ma sai, nessuno può rubarmi la corona. Quella, sarà SOLO MIA.
D alle sue spalle, senza che ella se ne fosse accorta, era apparso e legò la ragazza.
D: ora meriti di stare con il tuo amato maestro dove hai desiderio essere: all'inferno.
Jill: io vincerò.
Io: papà, ho un'idea ancor più allettante.
Risi malignamente.
Io: Masky, prepara un varco per il mio ritorno.
Masky: non puoi andare lì, non torneresti da sola! Mai!
Io: non preoccuparti. Prepara un varco per il mio ritorno.
Hoodie: bambina, sono la tua coscienza ora, dato che la tua sembra non funzionare. Non farlo. Se non facessi ritorno?
Sorrisi ancora.
Io: pensa a mio marito.
Prima di sentire Toby urlare di dolore, afferrai Jill e la portai in un mondo, così sperduto e tetro, che per farne ritorno anche un demone affiderebbe la sua vita a Dio.
Jill: DOVE MI HAI PORTATA?!
Io: benvenuta nel mondo dello Sland, dove ogni tua più recondita paura ti ammazzerà.
Jill: PERCHÉ?! PERCHÉ SACRIFICARTI?!
Io: io ho una cosa che tu non hai mai avuto. Io ho fede in me stessa. Ah, ti consiglio si non urlare. Loro hanno tanta tanta fame. Ripeto, benvenuta nel mondo dello Sland.
STAI LEGGENDO
Ticciwork| Vero Amore 2
FanficIl seguito della mia precedente storia, Ticciwork-Vero amore. I nostri 'amici' resteranno fedeli fin proprio la fine?