Tornati a casa mi sentivo uno straccio, credevo di potermi rompere come un bicchiere di vetro.
Jeff: Clock finalmente, abbiamo provato a chiamarti.
Avevo ancora gli occhiali da sole, la luce mi infastidiva.
Jeff: ma come sei vestita?
Nina: sembri una puttana ahahah.
Rouge: per me ha stile.
Io: ve? Che cosa succede?
Pros: ci sono M, D e D2 nello studio di Sland. Tuo padre mi sembrava alquanto contrariato.
Io: porca merda mi so dimentica.
Era una settimana che mio padre mi ricordava quella riunione.
Salii di fretta ed entrai con il fiatone nella stanza.
Sland: ti attendevamo.
Io: scusate mi si è fatto tardi.
M: ma cos'hai addosso?
D: puzzi di alcool. Dopo facciamo i conti.
Sland aveva sulla scrivania un set di cristallo da whisky e io non resistetti per niente.
Mi servii un bicchierino e posizioni sulla poltrona comodamente.
Io: allora, cosa c'è?
Sland: avremmo voluto parlare di altro, cose meno importanti, ma l'attentato a Hoodie dell'altra sera non è passato inosservato.
D2: come è stato possibile?
Io: sa, errare è umano.
D2: siete tutto fuorché umani.
Io: ahah vero, sai mi piaci.
D: zitta.
Sbuffai, riattaccandomi al bicchiere.
D: la domanda di Dio mi sembra più che lecita Slanderman. Stai perdendo colpi?
Sland: può darsi, l'ho pensato anche io per un istante. Finché non ho scoperto che qualcuno sta cercando di distogliere il mio segnale.
Un barlume di lucidità mi invase.
Io: e come? Non comunichi su bande ristrette impenetrabili?
D accennò un sorrisetto.
Sland: qualcuno ha trovato la chiave d'accesso a quanto pare. Dobbiamo scoprire chi c'è riuscito. Sarebbe una catastrofe se riuscissero a mettere fuorigioco me e i miei fratelli.
Io: dobbiamo impedirlo. Butterò giù un piano d'azione, tutti avranno un compito ben preciso. Turni più lunghi, veglie diurne e notturne e soprattutto coprifuoco ristretto.
M: ti senti pronta ad affrontare un simile compito?
Io: no.
Lanciai un'occhiata a D2 che mi scrutava nell'anima.
Io: ma gli esseri umani sono stati creati per affrontare qualsiasi cosa, no?
D2: assolutamente si. Con il debito aiuto, ovviamente. Avrete a disposizione qualsiasi cosa richiediate. La bilancia del bene e del male va avanti grazie a voi, perfettamente in equilibrio: se voi moriste si spezzerebbe quella pace che per millenni abbiamo portato avanti tutti noi con il nostro duro lavoro.
D: grazie Big D. Ovviamente sia io che mio fratello daremo il via libera per tutto.
M: ditemi cosa serve e ve lo procurerò in un battito di ciglia.
Io: che ne dici Sland?
Salnd: il lavoro è tutto tuo, ma vorrei lavorassi con qualcuno che posso controllare.
Io: Pupp?
Sland: ha studiato troppo per rinchiudere la sua mente in un blocco impenetrabile.
Io: LJ?
Sland: lui ha altro da fare.
Io: Toby?
Sland: conflitto d'interesse.
Io: e allora chi scusa?
Sland: lavorerai con Jason e Jeff
Io: va bene, ma Jeff non acconsentirà mai di lavorare secondo degli schemi precisi. Lo conosci meglio di me.
Sland: tu non preoccuparti, lo dovrà fare per forza.
Il suo tono di voce non mi convinceva, non era il solito, ma più crudo e rigido, come un messaggio pre registrato di Hitler.
Io: mi vado a cambiare allora. Magari anche a farmi un goccetto.
D: quelle scarpe tienile, costano l'ira di Dio.
D2: ecco il perché dei comandamenti.
Io: ahahah carina questa.
M: Katy sarà a vostra più completa disposizione, come anche tutti gli altri.
D: fratello, andiamo, dobbiamo discutere di quella cosa.
M: si certo, abbiamo concluso Sland?
Sland: andate, speriamo di trovare il colpevole.
Adesso sembrava tutto tranne che una registrazione, aveva assunto un tono preoccupato e così... umano, che mi fece accapponare la pelle.
Se il grande e potente Sland aveva la voce tremolante, se D, M e D2 erano preoccupati per gli avvenimenti, se tutto era nelle mie mani, cosa cazzo c'era dietro? Forse qualcosa ancora più in alto di Dio, del Diavolo e della Morte stessa? Forse qualcosa ancora più grande della paura, più terrificante di sognare di cadere da un palazzo di 80 piani senza riuscire a svegliarsi prima di esserci sfracellati al suolo e ancora più traumatizzante di vedere la propria famiglia uccisa e ritrovarsi davanti ad un specchio, ricoperti di sangue, a guardare la nostra immagine riflessa che sorride mentre pulisce il coltellaccio da cucina usato per lo sterminio.
Probabilmente una bomba nella metro di Parigi metteva meno ansia che girovagare nella nostra casa da soli, alla ricerca di un raggio di luce che penetra da un vetro roto in soffitta, portandoci a pensare che forse una speranza c'è.
Ma se la speranza è quello che state cercando in questa storia, smettete di leggere le mie memorie perché queste vicende finiscono in tanti modi diversi, tranne che bene.
Comunque, mi diressi in camera mia, a cercare un paio di pantaloni per stare comoda, una maglia per essere pulita, un fazzoletto per piangere e una bottiglia dove attaccarmi senza sosta per scaricare l'ansia.
In camera arrivarono Jason e Jeff, contrariati, costretti, annoiati e distratti.
Jason: cosa succede?
Jeff: giocavamo alla play, non possiamo tornare là?
Io: non c'è nulla da scherzare.
Jeff: cos'è successo di tanto grave da scomodare il mio bel culo dal divano?
Io: qualcuno vuole farci fuori, Sland è terrorizzato, i tre sono preoccupati per la nostra incolumità e tutta questa merda è stata scaricata nelle mie cazzo di mani. Sai cosa vorrei fare adesso Jeff invece di risolvere questo schifo? Vorrei giocare con i miei bambini, baciare mio marito, uscire con le mie amiche per una cenetta tra donne, magari ammazzare qualche ragazzetto e magari, e sottolineo magari, farmi anche una sana scopata. Invece non posso... non so se vedrò i miei figli crescere, mio marito invecchiare al mio fianco, le mie amiche vivere. Non so se potrò mai più sentire mio marito nudo abbracciato a me di notte, mentre ascolto il suo respiro e guardo le stelle dalla finestra mentre mi godo il suo tocco gentile. Non so... se vedrò mai i miei fratelli sposarsi, mia sorella avere un figlio da coccolare e viziare come ogni zia... ho sempre sognato vedere Lucas il giorno delle sue nozze, magari con te J... Non so un cazzo e questo mi dà fastidio. Perché vorrei solo piangere dalla disperazione in questo momento, buttare giù la porta a pugni, sentire il sangue caldo sulle nocche e magari rannicchiarmi sotto le coperte a urlare attaccata a un cuscino per non far capire a nessuno la mia infinita fragilità.
Invece sono qui, come voi, a risolvere questa merda. Quindi basta fare le primedonne, infastidite dal ciclo e dal blu che non si abbina con il nero. Non me ne frega un cazzo se hai dovuto muovere il tuo fottuto culo dal divano. Mettiti a sedere su quella cazzo di sedia e zitto, così pure tu.
Si sedettero immediatamente senza fiatare.
Io: bene. Ditemi che cazzo sappiamo dell'attentato a Hoodie.
Jeff: ben poco. Il tipo che abbiamo trovato e poi ucciso sicuramente era un sicario, pagato da qualcuno che non aveva mai visto né sentito, infatti fu contattato su Facebook.
Jason: per quanto riguarda l'arma, Hoodie è stato colpito da un coltello poco affilato e soprattutto arrugginito, che si è conficcato nel petto senza impattare sugli organi e creare complicazioni fisiche importanti. Il coltello era così trasandato che la punta una volta a contatto con la costola si è spezzata dalla lama rimanendo conficcata lì fino alla rimozione chirurgica, la costa non si è rotta fortunatamente.
Io: il ragazzo come sta? Voglio sentire tutto.
Jason: bene, è stato due giorni in coma farmacologico indotto da un potente sedativo. La fisiologica gli è stata somministrata a lungo e ancora perdura, anche se il ragazzo si è ripreso e riesce a sostentarsi da solo. Il danno non è stato troppo forte, ha solo disabilitato il ragazzo per qualche giorno.
Io: ottimo. Sappiamo di più sull'arma?
Jeff: se vuoi vado a prenderla.
Io: si, poi ci spostiamo nel mio studio, dove lasceremo l'arma.
Il ragazzo scomparve e riapparve in pochi secondi.
Jeff: non l'abbiamo lavato per evitare di romperlo ancora di più, è davvero antico, poi l'abbiamo imbustato per sicurezza.
Io: ottimo lavoro, andiamo.
Li presi per le mani e portai nel mio studio, sigillato ermeticamente.
Una volta entrati mi buttai sullo scaffale dei libri per cercare qualcosa che potesse aiutarci.
Io: prego sedetevi, non fate caso al disordine. Lì nel cassetto c'è qualche merendina al cioccolato e qualche caramella.
Jason: bello questo posto, l'hai arredato proprio bene.
Io: il tuo dove si trova?
Jason: nel lato opposto a questo, proprio vicino al trono.
Io: la porta con l'acchiappasogni sulla maniglia?
Jason: si ahahah. Come te mi piacciono gli amuleti. È molto antico e funziona come il tuo incantesimo: serve a non far entrare le altre persone.
Io: molto originale.
Jeff: mi servirebbe per la mia camera ahah, almeno avrei un po' di privacy.
Io: allora qui ho trovato 6 libri che parlano di armi antiche, magari troviamo qualcosa. Mentre voi consultate questi, io provo a trovare qualche pozione, se così possiamo chiamarle, per capire qualche informazione in più.
Dopo più di tre ore eravamo distrutti, io non riuscivo a trovare nessun dannato incantesimo utile, neanche per pulirlo senza rovinarlo, mentre i due ho rischiato si suicidassero almeno un paio di volte: oltre ai libri sulle armi da me trovati, ne scoprirono altri 5 e ancora dovevano spulciare i primi tre.
Jason: ehi questo?
Io: no, vedi? Non ha la lama seghettata come in figura!
Jeff: beh, il nostro coltello è oltre a essere antico anche tenuto male, magari ha perso la dentellatura.
Jason: ah no guarda, nessun ghirigoro in rilievo.
Jeff: porca puttana non finiremo mai.
Io: allora ho trovato un modo per pulirlo senza romperlo, scioglierlo, bruciarlo o disintegrarlo in tante piccole molecole.
Jeff: è già qualcosa dai.
Io: mi serve solo: limone, bicarbonato di sodio, timo, violetta e... porca puttana.
Jason: come scusi?
Jeff: ti è cascata la corona Clock.
Io: ah ah ah simpatici. Mi manca un ingrediente.
Jason: beh da quel che leggevi erano tutti ingredienti reperibili, che manca?
Io: il sangue di un dio pestato con i petali di una ninfea.
Jeff: ma che cazzo di ingrediente è?!
Jason: dà qua il libro.
Io: sapete tradurre il greco antico? No e allora zitti.
Jeff: vabbè vai da D2 e chiediglielo!
Io: parliamo della Grecia antica, Dio non esisteva neanche come idea, devo trovare un Dio greco.
Jason: tuo padre? Non è anche un Dio greco?
Io: sì, ma non era proprio un Dio ben visto, come non lo è oggi eh, quindi tutto quello che veniva mischiato con il sangue di Ade si credeva prendesse fuoco, dato l'alta combustibilità del suo sangue.
Jeff: tu non sei una semidea? Il tuo non va bene?
Io: no, sono appunto metà dea, non ho il sangue puro.
Riflettei a lungo, poi l'illuminazione.
Io: allora voi aspettatemi qui, so a chi chiedere. Non dovrebbe volermici molto.
Mi ritrovai nel giardino di Afrodite, ma nonostante le mie chiamate della dea nessuna traccia.
Io: ma porca troia, poi uno non dovrebbe bestemmiare.
Vidi di sfuggita lo stagno mentre camminavo alla ricerca della dea e notai delle ninfee galleggiare.
Io: ottimo.
Ne afferrai due-tre, infilandole nello zaino.
Mi girai un po' attorno alla ricerca della dea, finché non intravidi il braccia di un corpo a terra e qualche ciocca di capelli dorati.
Io: cazzo! Afrodite, tutto bene?!
La dea non si riprendeva minimamente, quindi decisi prima di tutto di prenderle un po' di sangue.
Le feci un taglietto sul pollice e scolai il suo sangue aureo in un'ampollina. La ferita si richiude subito dopo aver smesso di spremere con indice e pollice.
Io: EFESTO! VIENI QUI EFESTO!
Sentii dei passi veloci ma pesanti, tutto il pavimento rombava ad ogni tonfo.
Efesto: che succede!
Io: sono venuta qui per chiedere aiuto a tua moglie e l'ho trovata così. Ti ricordi di me?
Efesto: tu sei la figlia di Ade giusto? Hai visto cosa le è successo?
Io: si sono io! No purtroppo l'ho trovata così sul pavimento... non si riprende.
Efesto: allora vedi quella piantina laggiù? Quella con i fiori blu elettrico a forma di stella?
Io: la borragine dici?
Efesto: esatto, portamela.
Colsi qualche stelo e li passai al gigante.
Con le sue manone strinse così forte la piante che face uscire qualche goccia di un olio molto denso dritto nella bocca della dea, che dopo qualche secondo riaprì gli occhi.
Io: oh per fortuna.
Efesto: grazie mille ragazzina, sei stata di grande aiuto.
Afrodite: ummm? Oh ciao Natalie, che piacere riaverti qui. Grazie per avermi fatto stare bene.
Io: che bello sentire la tua voce ahah. Ringrazia Efesto comunque, lui ha avuto l'idea della borragine.
Afrodite: allora mi ascolti amore mio.
Efesto: certo amore.
Afrodite: cosa sei venuta a fare qui Natalie?
Io: a chiederti un fiore, una ninfea, ma l'ho trovata nel laghetto prima di vederti stesa a terra priva di sensi.
Afrodite: tutto qui? Beh, per fortuna sei passata! Senza te sarei finita!
Io: ma non si può uccidere una dea ahahah... vero?
Afrodite: oh non preoccuparti cara, se hai preso tutto puoi andare.
Io: ah si grazie... buona giornata!
Comunque alla tua domanda non ha risposto...
Mentre tornavo indietro ripensai alla risposta evitata di Afrodite e al modo strano in cui aveva reagito.
Io: saranno pure fatti loro.
Beh, anche tu sei immortale, dovrebbe interessarti se c'è un modo per uccidervi comunque.
Anche questo era vero.
Tornai nello studio.
Io: trovato nulla?
Jeff: no, tu?
Io: si tutto. Anche se è successa una cosa strana.
Jason: ovvero?
Io: ho trovato Afrodite svenuta a terra, l'ho aiutata a riprendersi e lei non ha voluto dirmi cosa le era successo. Alla mia affermazione 'tanto mica potete morire' le ha sviato un'eventuale risposta e mi ha cacciato.
Jeff: il sangue e la ninfea?
Io: scherzi? Ho preso tutto prima di aiutarla, sarò pure altruista ma non sono scema. Sapevo che qualcosa non andava e ho deciso di approfittarmene per una volta.
Jason: grande!
Io: ok, inizio.
Dopo aver preso quel che mi serviva e aver riposto il sangue e le ninfee presi in più, finii a pestare il tutto nel mortaio, poi lo versai con delicatezza sul coltello seguendo le istruzioni pedissequamente.
Una volta sciolto il sangue se la ruggine, si mostrò un coltello di finissima fattura, con una lama di un'incredibile materiale nero opaco mai visto, con degli intarsi d'oro luccicanti e un una gemma incastonata al centro dell'impugnatura, sicuramente un diamante prezioso.
Jason: Jeff...
L'altro ragazzo di corsa afferrò un libro nella pila che avevano letto e come un pazzo si mise a sfogliarlo furiosamente.
Jason: ECCOLO!
Gli strappò il libro dalle mani appena vide il disegno dello stesso coltello che stringevo tra le mani.
Io: grandi ragazzi! Che coltello è?
I ragazzi si ammutolirono.
Io: cosa succede?
Jason: forse non è questo, cercheremo ancora...
Io: è evidentemente questo! Cosa c'è, avete paura di un coltellino svizzero? Ahahah dai qua.
Cercai di prendere il libro ma il ragazzo lo strinse ancora di più.
Io: ma cosa cazzo c'è? Me lo volete dire?!
Jeff: si ma non ti incazzare.
L'altro lasciò la presa permettendomi finalmente di leggere.
Io: "...bla bla bla questo coltello è di mirabile fattura blaaaaaa creato nell'ottocento avanti cristo, con una particolare lega di titanio, carbonio e argento, il suo colore nero è dato dalla grafite che fu fatta sciogliere nella lega praticamente infrangibile" beh ahahah non è vero!
Jeff: continua a leggere.
Io: ok ma non fate quelle facce da morto. "La punta si presenta con una fessura che permette di essere separata dal resto della lama per l'inserimento di qualsivoglia tipo di veleno..." ma non ho trovato veleno in Hoodie! "Il più usato nel periodo greco in cui fu forgiato, sicuramente da uno degli dei, era l'unione di cicuta a una particolare pianta che in realtà ha scopi rigenerativi se usata da sola, ma in comunione alla pianta precedentemente citata la borragine crea nel corpo umano una sensazione di benessere temporaneo seguito da morte certa"
Mi ci vollero dei minuti per capire la situazione.
Io: non capisco...
Jason: è spacciato clock...
io: non quello, ciò è piuttosto chiaro.
Jeff: sei impazzita clock?!
Io: forgiatura divina... borragine e cicuta...
Jeff: CLOCK HOODIE VA CURATO!
Io: È SPACCIATO JEFF, NON C'È CURA ALLA CICUTA!
Jason: allora cosa ti turba?
Io: penso di aver capito molto più di quello che vogliono farmi credere. Andiamo.
Jeff: dove?
Io: a salvare Hoodie e poi a spaccare i culi.
Jeff: ma se hai detto che non c'è rimedio ed è spacciato!
Io: infatti morirà, ma possiamo sempre salvarlo. Fidatevi di me, almeno voi.
Jason: fammi capire bene, cosa succede?
Io: hanno provato a non farmici capire un cazzo, ma hanno sbagliato persona.
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Ticciwork| Vero Amore 2
FanfictionIl seguito della mia precedente storia, Ticciwork-Vero amore. I nostri 'amici' resteranno fedeli fin proprio la fine?