Capitolo 42-Vieni qui un secondo.

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Toby: guardate, una stella cadente!
Hoodie: daidai esprimete un desiderio!
Io: da piccola seguivo la seconda stella a destra e a lei esprimevo i desideri...
Masky: come mai?
Io: ho sempre sognato di vedere un luogo dove non ci fossero guerra, santi, divinità, eroi e cattivi. Una terra perfetta, di pace. Poi, ho guardato Once Upon A Time e quel sogno si è infranto.
Masky: AHAHAHAHAHAH.
Io: che ti ridi, è stato un trauma!
Masky: non ne dubito.
Hoodie: ehi, che ore sono?
Io: shhhh, è quasi l'alba. Ora sorge.
Toby: Sland ci aprirà il culo.
Io: vi svelo un segreto: Sland se ne va, come noi, per tutta la notte.
Hoodie: sì, ma sa che non siamo rientrati.
Io: a quello c'ho già pensato io, non preoccupatevi.
Toby: quando fai così, mi spaventi.
Io: ahahah tesoro mio!
Gli mollai un bacio sulla guancia, spingendolo poi con una spalla.
Guardavamo le stelle che pian piano sparivano, a causa di quel roseo sorgere del sole. Ci eravamo sistemati sul tetto di quel bar proposto da Masky, dove bevemmo 3 birre ciascuno.
Io: eccolo eccolo!
Vedemmo il sole iniziare ad entrare in campo, lentamente, ma era uno spettaccolo così bello che il tempo parve scivolare via in un secondo.
Io: vogliamo tornare?
Toby mi mise un braccio sulle spalle e mi tirò a sé. Poggiai dolcemente la testa sul suo petto, ascoltando il battito costante del suo cuore.
Io: magari possiamo aspettare un po'.
Continuavamo a guardare quello spettacolo, finché non smise di stupirci.
Hoodie: andiamo dai.
Io: prendetemi la mano. Ci siete tutti?
I ragazzi annuirono e ci ritrovammo nel salone. Era tutto così silenzioso, la mattina presto la casa era un luogo splendido dove poter riposare, poi la gente si svegliava.
Io: andate a dormire, veloci!
Toby: notte amore.
Io: buongiorno tesoro.
Gli diedi un bacio e salutati anche gli altri due, li vidi scomparire sulle scale.
Io: che ore saranno?
Guardai uno degli orologi appesi al muro, segnava le 7 spaccate.
Io: uff, è ora di colazione.
Entrai in cucina e trovai Sland a braccia conserte. Feci finta di nulla, come se non volesse sgridarmi e iniziai a preparare.
Io: è colpa mia, li ho convinti io e l'hai sentito anche, quindi punisci me.
Sland: non so se quel che ho sentito è affidabile.
Io: si può modificare? Non lo sapevo neanche.
A mentire, come sapete, ero bravetta, specie se dovevo difendere qualcuno.
Sland: va bene, mi fiderò. Allora, direi che non poter uscire di notte per una settimana sia abbastanza.
Io: una cosa?!
Sland: mi dispiace, ma le regole, fatte da te poi, vanno severamente rispettate. Se il coprifuoco massimo è alle 2, non potete tornare alle 7 credendo di ingannarmi. Ok?
Io: ok. Allora, vuoi waffle o pancakes?
Sland: waffle grazie. Vado a svegliare tutti, devo fare un discorso generale. A tra poco.
Io: sì.
Se ne andò, mentre io apparecchiai e servii latte, spremute, biscotti, merendine e per Off della birra.
Io: OFF!
Off: eccomi bimba. Dimmi.
Io: grazie per il fatto con Sland.
Off: mantenere il segreto è stata dura.
Io: l'importante è che abbia punito solo me.
Off: quanto?
Io: una settimana...
Off: wow.
Io: eh sì. Vorrà dire, che ammezzerò di giorno.
Off: anche. Allora dov'è che sta la mia bella-
Gli lanciai la bottiglietta di birra che riprese al volo con un tentacolo.
Off: santa birra.
Pian piano iniziarono a scendere tutti, chi si lanciava sui pancakes, chi sulle merendine e chi sulla cioccolata calda.
Io: allora, com'è andata la nottata?
Iniziai a mangiare anche io, stretta come al solito tra un Toby assonato e un Pupp stravolto.
Pupp: ha pianto tutta la notte.
Jane: sì, ho notato.
Zero: è una bambina.
Io: per non farli piangere, usate questo.
Gli lanciai un vecchio ciondolo che avevo in tasca.
Pupp: la collana di mamma?
Io: ho scoperto che è un amuleto, se glielo fate roteare davanti agli occhi per un po', vedrete che si addormenterà per un bel po'.
Pupp: oh, grazie sorellina.
Kage: scusate, il burro?
Lucas: tieni Kage.
Kage: grazie.
Zero: ma il latte?
Rouge: dietro al succo.
Zero: che rincoglionita ahahah.
Rouge: tranquilla ahahah.
Jason: qualcuno ha visto il mio coltello?
Crook: credo sia stato preso da una certa biricchina in cambio di un giocattolo.
Sally fece una risatina innocente.
Jason: ah sì? Aia. Ummm, una bambola?
Il ragazzo fece roteare le mani ed una bellissima bambola di pezza apparve, donata a Sally la piccola restituì il coltello.
Sally: grazie!
Qualcosa andava storto quella mattina, poiché tutto andava bene.
Lucas: Jeff, mi passi la marmellata?
Jeff: questa di more?
Lucas: sì grazie.
Jeff: tieni, non c'è di ché.
Io: COSA STA SUCCEDENDO.
Tutti ammutolirono e mi guardarono.
Masky: l'ho notato anche io.
Hoodie: qualcosa non va.
LJ: siete, disponibili e ringraziate pure!
Jeff: principalmente io ho dormito.
Jane: come non si sa poi.
Jeff: effettivamente se tu non russassi, dormire meglio.
Jane: cosa?!
Zero: un pochino si sente...
Jane: tu parli?! Con quel frignone!
Iniziarono a litigare e finalmente potei rilassarmi.
Bevvi il tè che mi ero preparata con cura, la mia brioche fatta da Ben e una mela così per sfizio.
LJ: riposante, lo ammetto.
Ci battemmo il pugno sotto al tavolo.
Io: oh sì.
Finita la colazione, lasciai Lucas e Jeff a pulire, poiché si erano iniziati a lanciare il cibo ad un certo punto.
Salii in camera, mi accesi una sigaretta e salii sul tetto.
Io: non so se è meglio questa pace o quella in cucina.
Zeta: credo che il casino sia tremendamente rilassante.
Io: ma anche il silenzio rilassa.
Zeta: certo.
Io: allora, qual buon vento la riporta qui?
Zeta: niente di ché, volevo vedere se saresti tornata.
Io: è casa mia, tecnicamente.
Zeta: ahahah giusto. E tu? Perché qui?
Io: volevo vedere se saresti tornato.
Zeta: un punto per te.
Cacciai dalla tasca una sigaretta.
Io: è l'ultima del pacchetto. Vuoi?
Zeta: non rifiuto mai.
Prese la sigaretta e da un dito gli partì una fiamma.
Io: porca puttana che figata di potere.
Zeta: utile, se fumi. O hai freddo, quindi sempre.
Io: ahahah immagino. Allora, voglio sapere però perché sei qui.
Zeta: te l'ho detto.
Io: sì, ma perché.
Zeta: laggiù ci si annoia di giorno. A lui serviva qualcuno che semplicemente ti facesse compagnia e mi sono proposto.
Io: chi conosci?
Zeta: cosa?
Io: riconosco quello sguardo, è quello di chi ha perso qualcuno. Chi stai cercando?
Zeta: mio fratello.
Io: oh, wow. E chi sarebbe?
Zeta: Ticci Toby.
Il mio cuore, già malconcio, perse un battito.
Io: cosa?!
Zeta: beh, fratellastro.
Io: ovviamente lui non lo sa, giusto?
Zeta: e sennò non ci sarebbe stato divertimento, no?
Io: come al solito. Allora, come hai intenzione di esordire?
Accesi un'altra sigaretta.
Zeta: non lo so, ovviamente.
Io: raccontami la tua storia, Zeta.
Zeta: mia madre, ovvero la madre di Toby, dopo tutta quella serie di drammi si risposò. Voleva cercare di scappare dal passato. Nacqui io dopo due anni.
Io: quindi, avresti 16 anni?
Zeta: spaccati.
Io: ottimo. Va avanti.
Zeta: e niente, il Karma ha deciso che io avevo compiuto troppe cose brutte in vita mia e che dovevo scontarle tutte insieme. Prima riformatorio, poi istituto di igiene mentale e infine il suicidio. La mia infanzia è stata anche carina eh, ma lei continuava a scappare dai suoi fantasmi, che purtroppo non si arresero mai.
Io: da quanto lo sai?
Zeta: da un anno.
Io: non sei venuto prima perché?
Zeta: volevo solo dirgli che...
Io: vostra madre?
Zeta: è stata ricoverata per un attacco di cuore. Ho spiato spesso di nascosto i medici, dubitano ce la farà. Volevo solo che potesse sapere in tempo.
Io: allora lo dovrà sapere ora.
Gli presi la mano e arrivammo in camera mia.
Era tutto buio, fortuna vedevo perfettamente.
Io: amore mio, svegliati!
Zeta: aspetta, amore?!
Io: saremmo sposati. D non ti ha detto nulla?
Zeta: no...
Toby: amore, sai che sono stanco...
Io: è urgente!
Il ragazzo seminudo nel letto alzò svogliatamente il busto e aprì pian piano gli occhi.
Toby: e tu chi saresti?!
Si fiondò di fianco a me.
Zeta: sono... Tuo fratello.
Toby spalancò gli occhi e si dovette sedere sul letto per evitare di svenire.
Toby: cosa?!
Durante tutta la storia il ragazzo aveva una mano sulla tempia e l'altra penzolante dalla gamba.
Toby: perché sei venuto solo ora?
Zeta: perché nostra madre sta per morire. Soffre di attacchi di cuore, l'ultimo che ha avuto... L'ultimo è risultato quasi fatale.
Toby: devo andare da lei. Ora. Amore, portami in quell'ospedale.
Io: e che vorresti fare? Rischiare che Sland si incazzi?
Toby: non mi interessa, devo vederla. Chiederle scusa.
Zeta: vengo con te.
Toby: non essermi d'intralcio però, ragazzino.
Toby si rivestì di fretta, poi si strinse a me e presa la mano di Zeta, ci ritrovammo in un ospedale inglese.
Io: non devi fare cose avventate!
Toby: tu non capisci!
Chiuse subito gli occhi poi mi guardò, con il rammarico nel viso.
Io: ok, io non capisco. Hai ragione, i miei genitori li ho ammazzati. Ma ehi, notizia del giorno, volevo solo aiutarti. Trova un modo per non farti ammazzare, sono nella sala d'aspetto. Girai i tacchi e presi per andarmene, poi tornai al volo da lui e gli passai un coltello che avevo in più.
Io: senza le tue preziose bambine sei a rischio, se ti fai ammazzare però non mi vieni a rompere. Zeta, controllalo e attento, è quasi più fastidioso di un bambino di sei mesi.
Toby: dai Clock, sai che non volevo dire quello!
Io: ora sono Clock? Bene Ticci, ti informo che l'hai detto.
Me ne andai in sala d'aspetto, attendendo il loro ritorno. Giocai un po' con il telefono e lessi svogliatamente una rivista.
Dopo un po' si avvicinò Toby, ma io me lo filai poco.
Toby: amore...
Io: ti servo per andare via?
Toby: lei vorrebbe conoscerti.
Lo guardai intensamente negli occhi, ero felicissima.
Io: certo! Ma rimango comunque incazzata.
Toby: dai vieni.
Mi prese per mano e mi condusse nella stanza.
Toby: mamma, questa è Natalie.
'Mamma': che bella ragazza... Hai un nome splendido sai?
Io: grazie mille signora!
Mamma: sai, è una cosa così assurda...
Io: la situazione?
Mamma: no, che Toby abbia trovato una ragazza tanto forte come te. L'ho sempre visto bene più con qualcuno di debole, qualcuno da comandare. Invece, da quel che mi è stato detto, tu non ti fai mettere i piedi in testa da nessuno!
Io: ognuno comanda solo sé stesso, non gli altri. Quindi, nessuno può comandare me. È la mia regola di vita ahahahah.
Mamma: ahahah molto simpatica... So che siete sposati...
Io: eh sì.
Mamma: e avete due bambini!
Io: Jill e Spartaco, sì. Sono due angeli. Spartaco, è tutto il papà. Mentre la piccolina è di mamma.
Mamma: sei tanto cara, tieniti stretta Toby, uno così quando ti ricapita?
Io: non ho intenzione di farmelo scappare infatti.
Mamma: brava così. Sai, in un'altra situazione e in un'altra vita, saremmo andate così tanto d'accordo.
Io: sicuramente.
Toby: ora dobbiamo andare.
Mamma: vieni qui un secondo.
Il ragazzo le si accostò e lei gli sussurrò qualcosa in un orecchio.
Toby spalancò gli occhi e indietreggiò.
Io: tutto bene?
Toby: sì. Addio mamma.
Mamma: ho sempre pensato fossi come tuo padre. Fortunatamente, ti paragonavo a quello sbagliato. Addio figlio.
Zeta: madre...
Mamma: va pure tu, ora siete insieme. Ho pianto tanto per te, per poi scoprire che eri tornato. Ma tu non commettere i miei stessi peccati: non piangere troppo, ti si sciupa il viso.
Zeta: come vuoi tu madre. Addio.
Mamma: addio, di nuovo.
Lasciammo tutti e tre la stanza, con una lacrima che rigava ogni volto.
Io: siete pronti per tornare a casa?
Zeta: io non ho casa.
Io: oh, sì che ce l'hai.
Toby: oramai siamo soli.
Zeta: ehi, che ti ha detto all'orecchio?
Toby: nulla...
Io: dai, andiamo.
Mi presero il braccio e ci ritrovammo in camera.
Toby: io vado finalmente a dormite tranquillo, amore tu gli fai vedere la camera?
Io: sempre incazzata.
Toby: uffa. Cosa succederà?
Io: ti si intorpidirà tanto il braccio.
Toby: enno, l'astinenza no!
Io: oh sì.
Toby: che poi ci rimetti anche tu...
Io: nono.
Toby: antipatica.
Io: vieni Zeta.
Ci richiudemmo la porta dietro e andammo verso lo studio.
Io: Sland, non abbiamo più camere.
Sland: salve Zeta. Quella di Jill?
Io: ma... Ma è di Jill...
Sland: che non mi sembra intenzionata a tornare.
Io: c'è speranza ancora per lei, non farmi far questo.
Sland: va bene. Fortunatamente per il ragazzo qui presente, ho creato un piano di sopra.
Io: fantastico!
Sland: le scale sono già comparse. Per il momento ci sono solo 10 stanze, non essere troppo buona promettendo riparo, o non basteranno sedie in cucina.
Io: ahahah non preoccuparti, vieni Zeta.
Usciti, mi diressi al volo in bagno prendendo due asciugamani, un accappatoio e uno spazzolino nuovo.
Io: nei bagni ci sono i turni per asciugatrice e lavatrice, dove puoi segnarti quando trovi un buco libero. D'estate si stendono i panni fuori e per questo ci sono dei turni dove ti inserirò io. Stessa cosa per lavare i piatti e fare la lavastoviglie, trovi tutto in cucina.
Iniziammo a salire le scale, per ritrovarci in un piano simile a quello inferiore ma più piccolo.
Io: per il momento sei solo, ma penso di spostare qui anche Lucas e Jason, sono piuttosto... Rumorosi ecco.
Zeta: non c'è problema.
Io: devi essere a casa entro le due di notte, altrimenti le porte saranno chiuse e rimarrai fuori a tuo rischio e pericolo e no, passata quell'ora Sland ha messo una protezione quindi non puoi trasportarti in casa se sei fuori. Io ho tutte le chiavi di tutte le porte, evita di chiuderti dentro tanto è inutile.
Arrivammo alla prima porta dove era comparsa la targhetta 'Zeta'.
Io: mitico Sland.
Aprimmo la porta e trovammo una stanza simile a quella di Toby, solo con il bagno incluso.
Io: sei fortunato, bagno in camera. È un lusso per pochi, ringrazia Sland. Tieni, tutte le tue cose. Nel cassetto troverai sicuramente le regole della casa. Leggile, ti saranno utili per capire come funziona qui. Per qualsiasi informazione o consiglio, vieni pure da me, saprò aiutarti.
Zeta: quanti siamo in casa?
Io: ah, più di venti sicuro.
Zeta: come ricorderò tutti i nomi?!
Io: lo farai, vedrai. Il pranzo è ognuno per conto suo, la cena come capita, ma solitamente insieme. La colazione invece si fa tutti insieme e inizia alle 7.30 fino alle 9.30 nei giorni normali e dalle 9 alle 11 sabato e domenica. Ti inserirai subito, non preoccuparti.
Zeta: grazie.
Io: ora vado, ciao ciao.
Ero in procinto di uscire, quando mi fermai sull'uscio e guardai il ragazzo.
Io: ah, benvenuto nella Casa, Zeta.

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