Capitolo 56-Fai l'adulto.

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Il ragazzo era incazzato con se stesso e chiedeva di lei, la ragazza nell'altra stanza era sedata, ma pian piano riprendeva conoscenza.
Io: Jason, è logico sia arrabbiata. Non puoi prendertela con te stesso se lo è! Tu non c'entri nulla!
Jason: vorrei fosse così semplice...
Io: ora vado un attimo da Jill a vedere se ha ripreso conoscenza definitivamente.
Jason: chiedile scusa da parte mia...
Io: come vuoi. Chiamo Lucas e gli dico di farti compagnia.
Jason: vorrei stare solo.
Io: troppe volte ho lasciato sole in questa casa persone che volevano solo pace e hanno sempre fatto cazzate su cazzate, come buttarsi dalla finestra o scappare nel bosco per poi essere aggredite da dei deficienti.
Jason: non eri tu?
Io: appunto. So bene come si ragiona in questi casi e non vuoi davvero stare solo. LUUUUUCAAAS.
Il ragazzo apparve al mio fianco.
Lucas: tutto bene? Che è successo?
Io: tienigli compagnia, ho paura faccia delle cazzate.
Lucas: mi hai fatto prendere un colpo, cazzona.
Io: ops ahah.
Uscii dalla stanza e chiusi la porta dietro di me, per poi dirigermi al piano di sopra dove Jill riposava controllata da Nina, Zero e Jane.
Io: come va ragazze?
Zero: si è svegliata urlando e scalpitando, nel sonno sudava freddo e mugugnava. Quando ha afferrato il coltello dai pantaloni, abbiamo deciso che sedarla era la scelta più appropriata.
Io: avete fatto bene. Ora come sta?
Nina: quieta.
Io: ottimo. Che le avete dato?
Jane: le ho iniettato la siringa che mi avevi dato tu.
Io: ah benissimo.
Jane: ah mentre provavo a sedarla si è ferita con il coltello, ma non sembra rimarginarsi.
Io: fa vedere il coltello.
Cacciò dal comodino un coltello molto particolare, l'impugnatura era fatta di osso e decorata con dei teschi incisi a caldo, mentre la lama era poco rifinita ma tanto affilata. Mancava la punta e sapevo benissimo perché.
Io: questa era nella mia cantina. Serve a mandare all'altro mondo i demoni.
Zero: e la tenevi dentro casa?!
Io: ci tenevo di peggio. Mi chiedo ora come abbia fatto ad entrare in cantina e cos'altro abbia rubato.
Nina: da quel che so, LJ e Jeff hanno un duplicato della chiave, lì ci vanno a farsi le canne. Forse gliel'ha rubata.
Io: che teste di cazzo, dopo li uccido. Ora però dobbiamo fasciare la ferita e fare una flebo di morfina, da quel che so, le ferite inferte con questo affare bruciano un sacco.
Bendai accuratamente la ferita, dopo averci spremuto sopra un bel po' di disinfettante.
Dopodiché, infilai un ago nella vena e da lì feci partire una piccola flebo di morfina per il dolore.
Appesi poi il sacchetto con il liquido trasparente su una stampella da armadio e l'appesi ad una mensola.
Io: se si sveglia e si agita ancora, datele questo.
Zero: quanto dovrà essere sedata prima che smetta di fare così?
Io: non lo so, ci potrebbero volere anche giorni. Almeno lei può dormire a lungo, io in questi giorni non ho neanche il tempo di baciare mio marito o accarezzare i miei figli. C'é chi sta messo peggio di lei, non preoccupatevi, è quella che sta davvero messa meglio in questa casa.
Jane: va dai tuoi figli Clocky, ci pensiamo noi qui.
Io: vorrei poterci andare Jane... Devo sistemare altre faccende, soprattutto con quei cerebrolesi dei vostri fidanzati.
Scesi in salone, dove afferrai per le orecchie Jeff e LJ e li portai in cantina.
Jeff: AIA PORCA TROIA!
LJ: FA MALE CLOCK!
Io: ah sì? Mai quanto quello che sta passando Jason e sapete perché? Perché voi due decerebrati vi siete fatti fottere da Jill il duplicato della chiave della cantina che NON AVEVATE NESSUN DIRITTO DI FARE! E per cosa? PER FUMARVI LE CANNE SENZA CHE SLAND LO VENISSE A SAPERE?!
Jeff: merda, c'ha beccati...
LJ: anzitutto vorrei dire che è stata un'idea di Jeff.
Jeff: oh brutto figlio di puttana! È stata un'idea comune a entrambi!
Io: NON ME NE FREGA UN CAZZO. CE L'AVETE ANCORA?
Jeff: no... Ce l'hanno rubata...
Io: MA VA?! INCOSCIENTI DI STA MINCHIA!
Jeff: cosa possiamo fare per farci perdonare?
Io: sono felice tu l'abbia chiesti. Anzitutto, voglio tutte le canne che avete.
LJ: saranno almeno 400€ di canne!
Io: ops ora sono mie. Secondo, mi aiuterete a scoprire se Jill ha rubato altro o nel caso se altre persone hanno a loro volta preso qualcosa. Terzo, dovete ritrovare quella cazzo di chiave, ovunque essa sia, per poi consegnarla a me CHE VE LA INFILERÒ SU PER IL CULO!
Jeff: accettiamo...
LJ: uffa però...
Io: e soprattutto e non voglio sentire mezzo fiato. Allora, chi altro era a conoscenza della chiave, oltre a Nina e Jane?
Jeff: sporche traditrici.
Io: rispondete.
LJ: Pupp...
Io: fermi qui.
Mi trasportai in camera di Pupp, che, come gli altri due, afferrai per un orecchio e portai in cantina.
Pupp: CAZZO CAZZO CAZZOOO.
Jeff: ci ha beccati.
Pupp: me n'ero accorto. Cazzo, hai una presa straordinaria.
Io: nessun altro?
LJ: no, solo noi.
Io: beh a quanto pare no. Andate a cercare la chiave, voglio stringerla entro un'ora.
Jeff: un'ora?!
Io: a questo punto 59 minuti.
I ragazzi scomparvero, mentre io decisi di tornare nel mio studio e fare un inventario di tutto.
Una volta finito, mi resi conto che mancavano anche un ciondolo rinascimentale per l'ipnosi e una polvere particolare che serviva a rendersi invisibili, anche agli occhi dei demoni.
Io: molto pericoloso.
Tornai a casa e mi misi a cercare tutto, nella stanza di Jill trovai il ciondolo e ciò mi fece tirare un sospiro di sollievo. Per trovare la polvere poi, decisi di usare una pietra antica legata ad una catena d'argento, serviva a ritrovare le cose nascoste.
Jane: perché non usi il teletrasporto?
Io: ho paura possa farmi arrivare in un cassetto, sai.
Jane: ottima risposta.
Mi concentrai sulla boccetta e la pietra mi portò sopra al tetto.
Sotto una tegola trovai la boccettina, per metà vuota.
Io: mmmm. Chi farebbe una cosa così stupida e rischiosa? Vabbe, l'importante è che l'ho trovata. Chi sia stato prima o poi lo scoprirò.
Andai nel mio studio a poggiare i due manufatti e me ne andai serrando la porta a chiave, ma tanto era più che sicura.
Tornai nel salone e trovai Pupp che rovistava in ogni angolino della sala e della cucina. Al piano di sopra sentii sbraitare Rouge contro LJ e dal giardino sentivo tranquillamente le bestemmie di Jeff. Quando sentii un bestemmione potente, capii che Jeff aveva trovato la chiave.
Ci ritrovammo tutti e quattro in giardino, guardando contenti Jeff che stringeva la chiave in un mucchietto di terra e erba bagnate.
Io: ottimo, siete stati bravi. Per questo potete tenere tutti gli spinelli e potete continuare ad andare in cantina, tanto ho spostato tutto nel mio studio. L'incantesimo di protezione non l'ho levato dalla stanza, quindi siete al sicuro.
Tutti e tre i ragazzi mi strinsero in un grande abbraccio.
LJ: per questo ti sei guadagnata una parte.
Io: mi sembra il minimo. Entriamo dentro, fra poco è tempo di uscire a far festa.
Pupp: la parte del giorno che preferisco.
Entrammo dentro chiacchierando.
Io: quindi non hai nessun adolescente al momento?
Pupp: no, l'ultimo si è suicidato ieri. Mo ho adocchiato una ragazza bulimica con problemi di socializzazione.
LJ: quasi una cazzata insomma.
Pupp: ah, secondo me in meno di una settimana è finita.
Jeff: non ti fa un po' brutto indurli al suicidio invece che ucciderli?
Pupp: che vuoi farci, godo più mentalmente che fisicamente a uccidere.
LJ: e chi non lo fa. Ci vediamo tra un po', devo cambiarmi.
Io: oh sì, anche io.
Entrai nella stanza, dove trovai Toby intento a calmare la piccola Jill.
Toby: ehi piccola, guarda, la mamma! Ora stai più calma?
Me la passò e in pochi minuti si addormentò, così la lasciai nella culla con l'altro piccoletto.
Io: noi tra poco usciamo, Sland vi ha già dato i nomi?
Toby: yess, ti devi cambiare?
Io: eh sì, ma ci metto poco.
Toby: okay.
Iniziai a spogliarmi e Toby mi guardava pensieroso.
Io: ehi sei inquietante ahahah, che pensi?
Toby: che grandissimo culo ho avuto nel conoscerti e riuscire a farti mia.
Mi sciolsi in un secondo.
Io: tutta questa dolcezza?
Toby: boh, così.
Io: beh, mi piace.
Toby: ottimo.
Mi misi davanti a lui di schiena per cercare di
infilarmi i leggings​ senza cadere a terra malamente.
Lui mi prese i fianchi e si strinse a me.
Io: andiamo dai amore.
Toby: restiamo così per sempre.
Io: ehi, adesso mi fai dubitare. È successo qualcosa che dovrei sapere?
Toby: no, ho solo paura.
Io: tu che hai paura? E di che?
Toby: che tutto questo possa finire, non so. Ho come la sensazione di potermi svegliare da questo magnifico sogno e possa tutto sparire.
Io: io sarò sempre con te, sogno o non sogno.
Toby: me lo assicuri?
Io: diecimila volte sì.
Toby: se ne sei sicura sono tranquillo.
Io: andiamo sono pronta.
Toby: scendiamo allora.
Io: vieni qua.
Lo strinsi e ci ritrovammo davanti la porta di casa e in quel momento mi baciò, c'era tanta passione da fare scintille.
Pupp: wow, devo prendere gli occhiali da sole? E io ho costantemente luce negli occhi!
Toby: che simpaticone.
Io: dove sono gli altri?
LJ: Masky e Hoodie stanno scendendo, stavano ovviamente scopando, mentre Lucas preferiva restare con Jason che non se la sentiva di uscire.
Io: oh no no. Se arrivano tutti e manchiamo solo io e Jason, andate.
Mi trasportai in camera sua e mandai via Lucas.
Io: Jason personalmente, ti parlo con il cuore, ho bisogno che tu esca e sia più forte di me.
Jason: perché hai bisogno di me così?
Io: perché tu qui dentro sei il migliore. Hai riportato la felicità negli occhi di mio fratello, sei così spontaneo e simpatico, oltre ad essere proprio un bel ragazzo. Non importa a nessuno se sei il figlio di un mostro, qui abbiamo figli di dee dell'olimpo, di Slanderman in persona e anche del demonio. Siamo un mix letale di figli di persone importanti, allora? Ora esci da qui e vieni, ti porto in un posto speciale.
Lo presi sottobraccio e ci ritrovammo in un campo abbandonato.
Jason: dove siamo?
Io: campagna italiana. Qui prima avevamo messo le case... Eh sì.
Jason: perché mi hai portato qui?
Io: vedi là? Quella è la tomba di mia figlia.
Jason: ma non l'avevamo anche nel giardino in Francia?
Io: io e Toby un po' di tempo fa l'abbiamo spostata.
Jason: e perché?
Io: perché la vita va avanti, non ha senso continuare a piangere i morti, se non sai goderti la vita.
Jason: ho sempre trovato inutile piangersi addosso eppure l'ho sempre fatto, non lo trovi buffo?
Io: lo trovo umano. Da piccoli ci dicono in continuazione cose come non piangere in pubblico, fai l'adulto e bla bla bla. Io trovo che piangere sia molto da adulto, specie in pubblico: è ammettere a tutti quelli che ti guardano che sì, anche tu hai delle dannate emozioni perché anche tu, anche se in piccola parte, sei un cazzo di essere umano.
Jason: condivido.
Io: quindi adesso puoi piangere, è inutile che continui a tirar su con il naso e ha stropicciarti gli occhi. Smettila di prendere respiri profondi per non far scendere le lacrime. Con me sei al sicuro, sei la mia famiglia.
Il ragazzo si buttò in ginocchio e cominciò a piangere come mai.
Mi sedetti a gambe incrociate al suo fianco, stringendolo forte in un abbraccio.
Jason: grazie Clock.
Io: sei di famiglia, puoi chiamarmi Nat ormai.
Jason: allora grazie Natalie. Ho sempre trovato brutti i soprannomi: perché celare un nome splendido come Natalie dietro ad uno stupido diminutivo che ricorda la traduzione inglese di nocciolina?
Io: ahahah ti adoro. Chiamami come vuoi, basta che mi prometti che ogni volta che ti verrà da piangere, tu piangerai. Solo per rendermi felice.
Jason: se con il mio pianto ti farò felice, sono pronto a prosciugare tutto me stesso.
Io: non rendi felice solo me, ma anche te. La felicità senza tristezza è come pane e marmellata senza il burro: non ha senso.
Jason: mi sono sempre piaciute le metafore, le similitudini poi mi mandano fuori di testa.
Io: ottimo. Ora asciuga questa lacrima sul mento e andiamo ad ammazzare un po' di bambini, che ne dici?
Jason: amo uccidere i bambini.
Io: oggi ti accompagnerò, anche se preferisco ammazzare i genitori. Sai, empatia da madre.
Jason: tutto ciò che desideri.
Mi strinse anche lui in un bell'abbraccio e scomparimmo, ritrovandoci in un vicoletto buio e sudicio.
Jason: vieni con me, conosco una bella famigliola felice che non vede l'ora di morire.
Ci stavamo incamminando, quando una forte voce mi urlava nella testa.
Io: TOBY, AMORE DOVE SEI.



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Buonaseeeeera.
Sì ok, sono una merda vivente ahahah.
Purtroppo tra visite mediche, viaggi qua e là e una materia da recuperare a settembre sono stata in tantinello impegnata e la testa è andata completamente altrove.
Questo capitolo era praticamente pronto il 22 di luglio, ma stando in Inghilterra non l'ho mai potuto finire. Questa sera mi sono sentita ispirata e l'ho terminato, spero vi piaccia!
Buona serata a tutti e buoni incubi.
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