Capitolo 46-Un motivo in più.

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La colazione era stata spazzolata da tutti e purtroppo le 10 erano appena rintoccate.
Riunii tutti nel salone, il luogo decisamente più comodo per far parlare ed esprimere tutti.
Io: allora, siamo tutti?
Feci un veloce conto delle persone nella stanza, verificando la presenza di tutti.
Io: perfetto. Ci siamo riuniti questa mattina per discutere dell'avvenimento di questa notte, ovvero la truffa che è stata montata sulle nostre spalle: qualcuno ha posizionato il DNA di Jeff sulla scena di un crimine, per giunta non commesso da lui.
Jeff: quando li trovo li ammazzo uno per uno.
Io: dopo, Jeff. Allora, passo la parola a Sland che spero ci potrà chiarire sugli avvenimenti accaduti.
Sland: grazie Clock. Io e i miei fratelli abbiamo, durante il resto della nottata, fatto delle 'indagini', per così dire. Sappiamo sicuramente che l'avvenimento è riconducibile all'Uomo Storto, le tracce che lascia dietro di sé sono facili da riconoscere. Ora, sappiamo, grazie a Jill, che lui lavorava, e presumibilmente ancora è così, per Zalgo. Purtroppo come riescano a comunicare è un mistero, poiché Zalgo è rinchiuso nella prigione dell'Inferno, forse la più potente dell'intero mondo terrestre e celestiale. D, lascio a te il discorso a questo punto.
D: sì, grazie mille. Zalgo è decisamente nelle nostre prigioni, guardato a vista da Demoni specializzati nel controllo di esseri con poteri straordinari e sovrannaturali. Che sia lì, non c'è alcun dubbio, io stesso lo vado a controllare ogni ora. Sfortunatamente, riusciva a comunicare utilizzando una talpa. Ma questo fino a un mese fa, quando individuammo il demone infiltrato e... Beh, diciamo che ora non è un problema. Riteniamo che prima che trovassimo la talpa, Zalgo avesse progettato tutto questo nei minimi dettagli.
La mia testa era completamente assorta in altro, come se le voci nella testa non contassero nulla.
Dopo, fui portata alla realtà.
D: Clock?
Io: emmm?
D: ho finito.
Io: ah sì ok. Allora, ci sono delle domande?
LJ: cosa è successo al maritino qui?
Hoodie: preferirei un altro soprannome.
LJ: cosa è successo alla mummia qui?
Hoodie: eh, meglio.
Io: beh, dovevamo discuterne comunque. Questa mattina è arrivata, come se le sfighe si fossero concentrate in una botta sola, un'Ombra del Passato. Brevemente: colpiscono di venerdì 13 i membri di una famiglia, finché uno specifico membro di essa, in questo caso Lucas, non la scaccia via. Attaccano quando ad una famiglia si accumulano troppi problemi passati mai risolti. E noi ne abbiamo anche troppi.
Hoodie: dato che sono come un parafulmine, ha attaccato me per primo.
Io: e fortunatamente ultimo.
Zero: che ha detto?
Io: indovina un po'? Di non stuzzicare Zalgo. Ha detto che lui prevede ogni nostro spostamento, sa dove ci trasferiremo, sa le nostre più piccole abitudini.
Lucas: ha detto... Che sarà finita solo quando lo annienteremo.
Nina: una cosa facile...
Avvertii a paura negli occhi di ognuno e li vidi stringersi ognuno, chi in un modo e chi in un altro, al proprio compagno.
Io: sentite, forse non sarò un modello da seguire e perciò non posso assolutamente dirvi che tutto andrà bene, che vivremo felici e contenti e che saremo finalmente in pace. Pensate, che io nemmeno credo lontanamente possibile una cosa del genere. Però, posso dirvi, che finché io ci sarò, non dovrete avere paura di nulla. Col cazzo che vi sfiorerà anche solo con un dito. Lui ha un debito con me e ogni volta che oserà anche solo pensarvi, avrà guadagnato una pugnalata in più. A quanto pare, la prima non gli è bastata.
Guardai Jason e sorrisi, il ragazzo ricambiò felice che avessi seguito il suo consiglio.
Gli altri iniziarono a rassicurarsi un pochino, almeno avevano qualcosa in cui credere.
Pian piano se ne andarono tutti e io accompagnai Hoodie nella sua camera, mettendolo steso sul letto.
Gli feci un po' compagnia, dato che Masky era stato incastrato da Sland per una prolissa discussione sull'attentato a un suo proxy.
Mi sedetti sul davanzale, accendendomi una sigaretta.
Io: allora, stai un po' meglio?
Hoodie: neanche per idea.
Io: se hai bisogno di un'altra dose di antidolorifici, basta che me la chiedi.
Hoodie: sisi certo, non preoccuparti. Allora, a quanto pare sei quel qualcosa in cui credere.
Io: da piccolina amavo andare in chiesa con la nonna d'estate, non perché mi piacesse farmi due coglioni così per sentire il sermone di uno preso a caso tra la gente che parlava oltretutto di cose che fino a poco fa non ritenevo vere, ma per la gioia che vedevo nei volti delle persone: loro credevano così ciecamente, che stavano meglio. Mi piaceva che la gente credendo in qualcosa poteva anche spostare le montagne! Ogni tanto credere fa bene, non per forza in Dio o in Buddha o in Allah, non fa alcuna differenza per me. Bisogna credere in quello che ognuno di noi si sente di credere. Per quanto mi riguarda, puoi sperare anche sulle galline, non è questo il punto. Se ti vedo rinascere, solo perché hai sperato, mi sento già meglio.
Hoodie: pensiero profondo per un'eterna diciannovenne.
Io: pff, non parliamo di compleanni, anche perché quello di qualcuno sta arrivando.
Hoodie: ah io non compio gli anni, quindi non saprei.
Io: 29 so proprio tanti, oh vecchietto!
Hoodie: l'anno dopo saranno ancora peggio.
Io: sei il nostro vecchio preferito.
Hoodie: eh lo so. Dove sarà finito Masky?
Io: sicuro a bere, in questa casa finisce sempre così.
Dopo qualche chiacchiera, tornò il ragazzo lievemente brillo, con la solita barcollante camminata da sbronzo.
Masky: letto.
Hoodie: sono le 11.30 del mattino e tu sei ubriaco.
Masky: alticcio, grazie.
Io: Masky, è meglio se stai da me, Hoodie ha bisogno di riposare.
Masky: va bene... Ma ho bisogno di una doccia.
Io: beh, sono in debito con voi di una doccia, quindi. Muoviti, ti aiuto io.
Lo accompagnai nel bagno, accendendo la stufetta e l'acqua bollente.
Io: spogliati su, ho cose da fare.
Masky: sempre rigorosamente per gli altri immagino.
Io: altrimenti cosa farei per tutto il giorno?
Masky: dovresti pensare a te, invece di aiutare un trentenne ubriaco a farsi la doccia.
Io: levati le mutande su.
Masky: ho sempre saputo che tu avessi un debole per me, sai?
Io: Masky, sei molto bello, ma non sei il mio tipo. E sei gay. E sono sposata. E tu sei sposato. E sono anche madre.
Masky: mah, dettagli.
Io: dai, entra nella doccia. Se ti serve qualsiasi cosa, bussa o chiama, io sono sul water a farmi i cazzi degli altri su Instagram.
Masky: okay.
Io: ah, nella doccia c'è anche lo sgabello che usa sofia per sedersi. Usalo, è comodo.
Masky: mamma, su.
Io: pff.
Mi buttai sulla tavoletta chiusa del bagno, mentre sentivo l'acqua scrosciare lungo il corpo del ragazzo.
Masky: qual è lo shampoo?
Io: quello nero sulla destra.
Masky: grazie.
Dopo un po' sentii la boccetta del sapone sbattere a terra.
Io: tutto bene?
Masky: no.
Io: ti sei fatto male?
Masky: tranquilla, sono solo... Solo brillo, non mi ascoltare.
Io: ehi, tutto bene?
Non sentii alcuna risposta, solo dei lamenti strozzati dal pianto.
Decisi di entrare nella doccia, trovando il ragazzo accasciato a terra, dietro lo sgabello.
Io: oh oh, evitiamo cazzate qua.
Mi sedetti vicino a lui, iniziando a bagnare tutta la tuta e i capelli legati in una toppa.
Io: cosa succede?
Mi strinsi a lui e dopo svariati minuti di abbraccio si decise a parlare.
Masky: ci credi che ho paura?
Io: di morire?
Masky: a questo punto di vivere.
Io: cioè?
Masky: devo vedere mio marito che soffre dopo essere stato attaccato da un'ombra demoniaca, quando so che da morto potrebbe tranquillamente star meglio.
Io: vivrebbe, per quanto si può utilizzare questo termine, un'esistenza senza calore, amore o gioia. Noi siamo costantemente malinconici e cupi all'interno, non pensate che ce la passiamo meglio di voi! Siamo morti, sentire il corpo nudo di mio marito stretto al mio, percependone forza e calore, ormai è un ricordo lontano.
Masky: come fai allora?
Io: prendo forza da tutti voi altri, è ovvio! Vederti sorridere guardando il volto di tuo marito è la mia carica giornaliera! E ora mi ti rovini così? Nono, non lo accetto. Su, alzati. Fammi levare tutto questo shampoo dai capelli.
Una volta alzati, il ragazzo poggiò la testa sulla mia spalla, cosicché potei pulire tutti i residui di sapone.
Uscimmo dalla doccia, io zuppa fradicia e lui avvolto in un caldo accappatoio.
Io: stai meglio?
Masky: diciamo di sì. Grazie.
Io: non ti voglio più vedere così. Ora siedi, ti asciugo i capelli.
Masky: e tu?
Io: sono morta Masky, anche se li tengo bagnati non importa ahah. Tu rischi la polmonite invece.
Masky: vero anche questo.
Si sedette sullo sgabello cosicché potessi asciugarglieli senza problemi.
Dopo neanche 5 minuti erano già asciutti.
Io: magari ad avere i tuoi capelli.
Masky: soni modestamente molto belli.
Io: vai a riposare, le sbornie di prima mattina sono le peggiori.
Masky: oh lo so. Non ho più l'età, porca eva.
Io: vai idiota ahahah. Ah senti, per sapere, con chi ti sei ubriacato?
Masky: umm Jeff, LJ e Lucas.
Io: wow.
Masky: ora vado. Ah, quando stavo andando via è arrivata Nina. Ma tanto lei non può bere.
Io: già. A dopo Masky, riposatevi.
Masky: sì, ciao ciao.
Stavo per asciugarmi i capelli, quando ebbi uno strano presentimento, unito agli schiamazzi provenienti dal piano di sotto.
Scesi sotto e trovai Jeff ed LJ che incitavano Nina, mentre si scolava una bottiglia di non so cosa.
Io: MA SIETE IMPAZZITI?
Andai da loro e buttai quella bottiglia per terra.
Io: cosa vi salta per la testa?
LJ: che c'è?
Puzzavano di alcool da far schifo.
Io: è incinta?
Nina: oh,vattene via.
La presi per un braccio e la portai nella sua stanza, chiudendo a chiave la finestra e una volta uscita anche la porta.
La sentivo urlare, ma se non avessi fatto qualcosa io, sarebbero successi una marea di casini.
Uscirono in quell'istante Lucas e Jason dalla stanza vicino.
Lucas: ehi, che succede?
Io: PERCHÉ NON STAVI SOTTO ANCHE TU?!
Lucas: ehi calmati, sono salito con Masky. Dovevo prendere il telefono e risolvere dei casini con il computer di Jason!
Jason: confermo tutto. Ma cos'è successo?
Io: È SUCCESSO CHE NINA SI È UBRIACATA!
Lucas: che? Ma come?
Io: hai lasciato Jeff ed LJ da soli!
Lucas: sono adulti! E poi LJ non può ubriacarsi!
Jason: tecnicamente sì. Cioè gli effetti sono gli stessi, per meno tempo però.
Lucas: e io che ne sapevo? A me non è mai successo!
Io: perché noi reggiamo l'alcool! È di famiglia, a questo punto immagino.
Jason: calmati Clock, Nina starà benissimo.
Io: non mi preoccupa lei.
Lucas: la controlliamo noi. Va da quei due coglioni.
Jason: va anche tu, sto io qui.
Lucas: sicuro?
Jason: sì, vai.
Lucas: okay.
Si diedero un bacio e Lucas mi seguì al piano di sotto.
Quei due cretini erano seduti sul pavimento a fissare il nulla.
Io: com'è andata?
LJ: Clock, io-
Io: COM'È ANDATA?
Jeff: io sono sobrio. Ma lascio raccontare a lui. Non perché non mi ricordi eh, ma perché adoro la sua voce.
LJ: idiota. Non ci ricordiamo nulla Clock. Come sta Natalie?
Io: ora è chiusa in camera, come sta si saprà più in là.
Lucas: mi sembra strano che in venti minuti neanche sia successo sto casino.
Io: a questi due ne servono molti meno, te lo assicuro. Ma dato che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, ci penso io.
Toccai la spalla di LJ e si fece tutto buio, solo per un secondo.
********
Vedo tutto dall'esterno, devo imparare a controllare le differenti modalità, o ne uscirò pazza.
Ecco quei quattro, Masky e Lucas stanno andando via.
Nina: ehi cosi, che fate?
Lucas: io e Masky andiamo sopra. Ci si vede dopo.
Si salutano tutti, mi sembra tutto abbastanza normale.
Jeff: bere? Ah no tu non puoi.
Nina: simpatico come sempre. Ma sei già ubriaco.
Jeff: quando sarò nella tomba imparerò a controllarmi, fino a quel momento fatemi vivere.
LJ: come stai amore?
Nina: bene bene, ancora non ho vomitato ahahah. Cosa c'è in frigo per me?
Mi sembra tutto così strano, vorrei davvero sapere cos'è successo!
LJ: ummm succo?
Nina: faccio io amore, non preoccuparti.
LJ le fa l'occhiolino rimettendosi a sedere e la ragazza ridacchia.
Nina è lì lì per prendere il latte quando tutti e tre si... Si bloccano? Cosa succede? È come se avessero perso i sensi. Nina è a terra, lei purtroppo era in piedi. Gli altri due si sono accasciati sul tavolo. Ecco, riprendono i sensi.
Nina: beviamo.
********
Io: questo è molto molto molto male. Male malissimo.
Lucas: cos'è successo?
Io: un ne sono proprio sicura.
LJ: cos'hai visto?
Io: eravate tutti normali, Nina si stava prendendo un succo... Poi avete perso i sensi e una volta svegli di nuovo avete iniziato a bere come delle merde.
Jeff: lo sapevo!
Tutti guardammo il ragazzo che era scattato in piedi.
Jeff: è buono per noi LJ?
LJ: decisamente.
Jeff: LO SAPEVO!
LJ: siediti e bevi questo.
Versò bicarbonato e limone in un bicchiere pieno d'acqua e il ragazzo se lo scolò.
Poi l'altro gli avvicinò un cestino dell'immondizia e... Jeff iniziò a dare il meglio di sé.
Lucas: questa era la ricetta di perfetta di mamma per capire se Pupp aveva bevuto.
Io: si vabbe, sfido chiunque a non vomitare, sobrio o non.
Lucas: vero.
LJ: quindi? Che si fa?
Io: Lucas controlla questi, io vado a parlare con Jason. Lui ha molta più esperienza di noi e potrà almeno aprire un varco, seppur minuscolo, nella nube fitta che ho nel cervello.
Lucas: ci penso io.
Andai da lui e gli raccontai tutto, alla fine ci buttammo per terra poggiando la schiena alla porta di Nina, che si era ormai addormentata.
Io: allora, cosa ne dici?
Jason: se le cose stanno davvero così, deve essere proprio tosta. Non hai visto niente?
Io: no te l'ho detto.
Jason: sicura? Magari non guardavi nel luogo giusto. Prova a ripensarci e osserva ogni dettaglio.
Chiusi gli occhi, per concentrarmi, ma nulla. Non riuscivo proprio a trovare nessun particolare.
Io: nulla.
Jason: prova ancora, io credo in te.
Riprovai una seconda volta, anche più motivata.
Notai, nei miei ricordi, un'ombra che si muoveva alla finestra.
Io: vedo un'ombra. Non come quella del passato, è l'ombra di qualcuno che si allontana. Alto, molto snello.
Jason: è già qualcosa.  Vedi altro?
Io: non mi sembra.
Jason: beh, ora sappiamo che qualcuno ci sta giocando dei pessimi scherzi.
Io: noi ricambieremo di pari moneta.
Jason: cosa hai intenzione di fare?
Io: ancora non lo so, ma sarà grandioso. E sanguinolento, soprattutto sanguinolento.
Jason: mi sembra il minimo. Dai, torna sotto, solo tu sai far passare le sbornie.
Io: ahahah come lo sai?
Jason: tuo fratello.
Io: che impiccione.
Mi alzai e sorrisi, guardando il ragazzo negli occhi pieni di speranza.
Io: sono felice tu sia tornato nella sua vita, Jason.
Jason: e perché?
Io: io l'ho riportato in questa famiglia, ma tu sei un motivo in più per restare.
Jason: grazie Clock, avevo paura poteste giudicarmi male.
Io: qua nessuno giudica male nessuno Jass, noi siamo una famiglia.
Jason: Jass?!
Io: le sorelle danno i nomignoli, Jassino.
Jason: ti voglio bene, Natalie.
Io: anche io.

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