Capitolo 21-Ci ha trovati.

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Io: amore, ho fatto un casino...
Eravamo in camera, Pros era seduta alla scrivania, che osservava un mio vecchio disegno, fissa e senza batter ciglio.
Toby: cosa le succede? I capelli?
Io: non parla, mi fa paura e l'ho trovata in bagno con delle forbici e i capelli tagliuzzati male e alla cazzo! Quando glieli ho sistemati mi ha detto, cito testualmente, che le voci non li volevano così! Non so, forse uccidere è davvero solo per creepy nate...
Toby: ricordi cosa ci insegnava Hoodie da piccoli? In ognuno di noi è nascosto un lato creepy, basta farlo uscire fuori.
Io: non credo che Pros ne abbia uno. Penso sia impazzita, quindi dovremmo chiedere ad un matto. E so esattamente da chi andare. Aspettami qui, dove sto andando l'atterraggio non è tra i migliori. E qualcuno deve assicurarsi che non si tagli altro oltre i capelli.
Toby: fa veloce.
In un attimo fui sul ciliegio in giardino, ormai i frutti erano stati tutti raccolti, rimanevano solo le foglie ingiallite dal sole.
Io: ho bisogno del tuo aiuto.
Lucas: sorella, come mai da queste parti?
Io: smettila cretino, la questione è seria. Ho bisogno di un matto e sono venuta da te.
Lucas: così mi lusinghi. Ovviamente essendo venuta da me, eri jn cerca di un matto specifico. Uno psicopatico misantropo, immagino.
Io: sareia andata da Jeff. Ho bisogno dello schizzato, quello che da piccolo sentiva le voci nella testa, ma al quale nessuno prestava attenzione. Ho bisogno di te.
La sua espressione si fece seria più del solito.
Lucas: cos'è successo?
Io: vieni tu stesso a vedere.
Lo presi per mano, portandolo in camera mia.
Toby: eccovi. Avrei scommesso sul LJ onestamente.
Lucas: pff, non c'è nessuno più matto di me.
Toby: beh...
Lucas: tranne Jeff, Zero e Jane. Comunque, il problema?
Mi spostai, mostrandogli la ragazza.
Spalancò leggermente gli occhi, giusto un secondo.
Lucas: wow. L'avete fatta impazzire per benone eh?
Io: io credo senta delle voci. Solo che io non posso sentirle!
Lucas: mi dispiace sorella, neanche io le sento. Qualcosa l'ha fatta scattare.
Toby: l'omicidio?
Lucas: credo qualcosa di più piccolo, tipo la vista del sangue o, non so, è successo qualcosa di particolare?
Toby: oh beh... La madre si è liberata e ha cercato di spararci.
Lucas: ahahah coglionazzi.
Io: dai, seri.
Lucas: potrebbe aver avvertito l'amore materno, quello fa scattare tutti quanti. Credo che Pupp abbia un attacco per questo fattore almeno due o tre volte a settimana, Rouge anche di più. Siamo matti Natalie, stare con noi l'ha... L'ha contagiata. Se vuoi renderla normale, devi farle scordare l'accaduto, le voci dovrebbero fermarsi, ma non per sempre. Prima o poi tormeranno e saranno cazzi amari.
Io: non fa niente. Meglio una persona cara viva oggi, che il mondo collassato domani, no?
Toby: diciamo... Senti, ma come mai non è scattata con lei stessa e con Clock? Sono madri.
Lucas: io credo che le manchi la sua famiglia. Vedere una donna che potrebbe tranquillamente essere sua madre sacrificarsi in quel modo per i figli, come la sua non aveva mai fatto... Beh, deve averla fatta scattare. La mente umana è un labirinto amico mio, non potrai mai sapere come funziona la testa di un altro. Una cosa che fa scattare te è indifferente al 100% per un'altra. Prendi le paure, cosa ti terrorizza?
Toby: l'abbandono, ovviamente.
Lucas: ecco, io non ho mai sofforto l'abbandono, io amo essere da solo. Capisci? La mente umana funziona esattamente così, d'altronde le paure sono dettate proprio da essa. Buona fortuna con lei, vi servirà Sland o un miracolo. Vado a prendermi un piatto di pasta e a mangiarmelo da solo sull'albero.
Stava per andar via, quando si girò verso di me.
Lucas: e tu Clocky, di cosa hai paura davvero?
Ci pensai attentamente.
Io: che il mio passato possa tornare.
Lucas: uh, interessante.
Io: e tu fratello?
Lucas: io? Io ho una paura piuttosto banale e scontata che detta da me è sciocca come nient'altro al mondo, io ho paura della morte.
Toby: della morte?
Lucas: sì, ma intesa come perdita del bene più prezioso mai donatoci: la vita. E soprattutto di tutto quello che con sé porta! Dolore, disperazione, silenzio... Tanto silenzio...
Sparì in due secondi. Mio fratello era molto più fragile di quel che voleva mostrare.
Toby: dovremmo aspettare domani mattinaa che torni Sland.
Io: scherzi? Mi ammazzerà! Ho un'idea.
Andai nello studio, afferrai qualche libro utile e mi misi a spulciare uno per uno con minuziosa e quasi morbosa attenzione.
Io: TROVATO!
Toby: eccoci qua. Illuminami.
Io: unguento della memoria. Eheheh, unguento.
Toby: ummmm.
Io: mi ha sempre fatto ridere come parola! Tipo mappamondo! Ahahahah. Comunque, seriamente.
"L'unguento della memoria serve a far dimenticare o ricordare degli avvenimenti specifici successi nel passato. Per far ricordare-" bla bla bla. "Per far dimenticare un ricordo scomodo," ecco finalmente, "è necessario unire il succo di due limoni, una stecca di vaniglia, tre fiori di lavanda e un cucchiaio di olio d'oliva , facendo bollire con mezzo bicchiere d'acqua a fiamma bassa per 5 minuti. Finita la cottura, far eiposare in frigorifero per mezz'ora. Spalmare sulla fronte e far posare per 15 minuti. Rimuovere con acqua tiepida, lasciare un panno intriso d'acqua calda per almeno 5 ore. L'unguento crea sonnolenza, al risveglio l'interessato sarà privo del ricordo. È necessario dire prima di spalmare l'unguento la data e l'orario di inizio e di fine del ricordo."
Toby: wow, neanche in master chef sono così specifici.
Hoodie: madonna.
Io: 'attenzione, non lasciare l'unguento per più del tempo prestabilito.'
Masky: cosa vorrà mai succedere dai!
Io: 'effetti collaterali: calvizie, vuoti di memoria, emicranie, morte' morte?!
Hoodie: mettiamo un timer eh?
Toby: ora, o mai più.
Masky: dove prendiamo lavanda e vaniglia?
Io: ahahah seguitemi.
Hoodie: a me spaventa quando fa così, a voi no?
Masky: oh si.
Levammo tutte le armi dalle prossimità di Pros, sbarrammo le finestre e chiudemmo bene la porta dopo essere usciti.
Li portai giù nella cantina, dove si respirava una strana aria rarefatta.
Io: oh beh, scusate ma qui diciamo che non... Respirate il meno possibile, ecco, tenete.
Gli porsi delle semplici mascherine per filtrare un po' l'aria.
Masky: Clocky, cosa combini qui dentro?
Io: vuoi davvero saperlo?
Toby: no grazie, non vogliamo.
Io: bene. Non toccate neanche mezza ampolla, soprattutto quelle con i teschi. Ah, avvicinatevi il meno possibile agli scatoloni laggiù.
Hoodie: perché?
Io: credo ci sia un topo, devo controllare.
Hoodie: temevo di peggio.
Io: oh beh, poi ci stanno le pozioni pronte. Ecco qua la mia dispensa!
La aprii, ero davvero ben fornita.
Afferrai tre fiori di lavanda dal profumo intenso, due limoni freschi e la bacca di vaniglia con il suo odore dolce e zuccheroso.
Io: l'olio è in cucina, andiamo dai.
Chiudemmo tutto e andammo verso le scale.
Toby: odi fare le scale, perché non usi i tuoi poteri?
Io: diciamo che... Che qui non posso.
Toby: cosa?!
Io: ho trovato una pozione nel libro rubato a D piuttosto specifica: in questa stanza qualsiasi potere sovrannaturale si annulla! Tranne il non poter morire, c'ho provato spesso. Io qui non vi sento! Vengo per pensare... Anche se quella voce è proprio una stronzetta.
Oh, senti chi parla!
Io: oddio andiamocene, è qui.
Andammo in cucina, ma prima mi assicurai di aver sbarrato la porta della cantina, nessuno doveva lontanamente pensare di entrarci.
Preparammo tutta la pozione e fu più dura del previsto!
Poi salimmo sopra, spalmammo l'unguento sulla sua fronte, dicendo data e ora del ricordo da cancellare.
L'unguento brillò per un secondo, poi iniziò a seccarsi.
Sciacquammo la fronte della ragazza come detto sul libro e la mettemmo a dormire nella sua camera.
Io: ragazzi, spero davvero che funzioni... Non vorrei dover fare cose brusche per farla vivere.
Masky: speriamo bene. Cannuzza?
Hoodie: sei sempre inopportuno!
Masky: ah io sono inopportuno? E beh, tu sei un sapientino.
Hoodie: cafone.
Masky: perfettino.
Hoodie: terrone!
Masky: POLENTONE!
Iniziarono a picchiarsi, anche pesantemente.
Così mi infilai nel mezzo, beccandomi un bel pugno sull'occhio da Hoodie.
Io: me lo sarei aspettato da Masky, lo ammetto.
Masky: scusaci Clock.
Hoodie: sono davvero imbarazzato...
Io: tranquilli, domani sarà passato. Andiamo sul divano.
I tre ragazzi si sedettero sul divano comodamente, mentre io mi sedetti sulle gambe di Masky, distendendo le gambe sugli altri due.
Io: ehi, mancano tre giorni. Agitati?
Masky: oh si.
Hoodie lo guardò un attimo sbalordito, anzi direi sconvolto.
L'altro ragazzo ridacchiò vivacemente.
Masky: ho delle emozioni e un cuore anche io!
Hoodie: ma certo...
Sorrise e lo baciò, così dolcemente che mi commossi, facendo ridere tutti.
Io: ehi, io amo l'amore!
Toby: io amo il cibo.
Io: bene, amerai anche l'astinenza allora.
Toby: questa mi è piaciuta!
Mi batté il pugno.
Io: non cambia nulla eh!
Hoodie: ahahah.
Masky: perché nella mia testa sento già la strigliata di Sland?
Io: oh, quella la sentiamo, e temiamo, tutti.
Toby: forse non dovevamo portarla con noi.
Io: lo so, ho sbagliato. Perciò prenderò io la colpa di tutto.
Masky: che cosa?
Scattammo in piedi, uno di fronte all'altra.
Hoodie: non di nuovo.
Io: non puoi evitarlo! Mi prenderò le mie responsabilità!
Masky: eravamo tutti presenti, è colpa di tutti noi!
Io: e qui sbagli! È solo colpa mia e-
Mi tornò in mente Aka.
Io: cazzo, scusatemi, torno tra un pochino.
Toby: i misteri della fede.
Io: basta che continui a credere.
Salii di sopra, andando a bussare lievemente alla porta di Aka.
Una voce mi intimò di entrare.
Il ragazzo era vestito con solo dei pantaloni della tuta neri, i capelli bagnati e spettinati gli inquadravano la candida pelle. Aveva un asciugamano di spugna bianco in mano, con cui si scompigliava i capelli ancora di più.
Aka: oh, grazie di avermi dato la stanza con il bagno privato! Quante la hanno?
Io: solo nella mia, in questa, quella di Pupp e quella di Jeff. Sei fortunato!
Aka: già solo trovarmi qui è una fortuna! Hai bisogno di qualcosa?
Io: oh nono. Beh, veramente dovrei io a chiedertelo!
Aka: ahahah, vero anche questo. No, sinceramente no.
Ci sedemmo sul letto.
Io: allora, chi hai conosciuto???
Aka: allora. Vabbe te, Jeff, Jane, Zero, Crook, Lucas, Pupp, Katy, Liu, Ben, LJ, EJ e BP. Chi manca?
Io: beh, mancano Pros, Sofia, Nina, Masky, Hoodie, Toby e Sally! Oltre ai bambini.
Aka: e questi dove sono?
Io: Masky, Hoodie e Toby, mio marito, al momento sono nel salone. Sally è piccola, dorme da un bel pezzo. Nina non ne ho la più pallida idea e Sofia e Pros... Beh...
Aka: qualcosa non va?
Io: loro sono umane. Per loro non è stato facile integrarsi. Sofia ha dovuto interrompere la storia con la sua ragazza per il trasferimento qui in Francia e ne è uscita distrutta. Per quanto riguarda Pros... Beh, colpa mia. L'ho portata ad uccidere con noi e... E niente, puoi immaginare.
Aka: wow. Famiglia impegnativa!
Io: ah! Ecco perché sono venuta qui!! Volevo portarti da una persona speciale. Prima magari una maglietta...
Si infilò una canotta bianca che gli calzava a pennello.
Io: prendimi la mano e non vomitare!
Aka: cosa-
Lo portai davanti ai cancelli teatrali dell'Inferno.
Io: ehi ragazzo, benvenuto all'inferno.
Aprii i cancello e molto scenograficamente lo feci entrare, attraversare le varie parti per poi condurlo nella sala più grande.
Io: questa è la Sala del Trono, o almeno a lui piace chiamarla così! Io la chiamo Sala Grande perché mi ricorda furia Hogwarts.
Aka: fantasioso ahah. Wow, qua è tutto magnifico!
Io: naaa, ora arriva D.
Ridacchiammo, finché poco dopo non apparve D.
Io: ehi straniero!
Gli corsi incontro, stritolandolo in un abbraccio che ricambiò vigorosamente.
D: ecco la mia bambina cresciutella! I piccoli?
Io: dormono e mangiano, peggio della madre!
D: immagino. Toby e i ragazzi?
Io: ultimamente siamo tutti un po' stressati e irritabili, specie Pros e Sofia. Devono abituarsi. Comunque poco fa è arrivato a casa lui!
Feci spazio per mostrare a D il ragazzo nuovo.
D: Aka Manto, finalmente ci incontriamo di persona!
Si strinsero la mano.
Aka: è un vero onore signore.
D: non chiamarmi signore, chiamami D.
Io: eeee chi lo ha inventato il soprannome?
D: io ovviamente. Senti, sei finito anche tu nella gabbia di matti diretta da Sland accompagnato da mia figlia eh? Buona fortuna allora.
Io: simpaticone. In realtà mi adora!
Mi prese a sé, stringendomi la spalla.
D: ma questo è ovvio bambina mia. Mi devi raccontare poi di Pros e Sofia, magari domani? Ti porto a fare colazione in un posticino carino nel centro di Parigi.
Io: come mi tratti bene!
D: tutto per la mia principessa bella. Ah, se vuoi porta anche quella capra di mio cognato. Bleah, mi ripugna chiamare così una persona.
Io: papà!
D: ho detto una persona in generale, non lui!
Io: ahah Aka, odia essere anche chiamato 'nonno'.
Aka: non ha tutti i torti ahahah.
D: qualcuno che mi comprende!
Io: ora dobbiamo andare, volevo solo far fare un giro ad Aka. Senti, Pupp è qui?
D: nel suo studio. È giorni che non fa altro che lavorare, è molto strano. Forse dovresti parlarci.
Io: sta per avere un bambino, sono nervosi. Ma ci parlerò. Aka, ti porto al volo di sopra, vorrei stare sola con lui.
Aka: certo!
Lo portai sopra e tornai in un battibaleno.
Bussai alla porta, nessuna risposta.
Io: so che ci sei.
Pupp: allora perché bussi?
Entrai, era seduto alla scrivania a riempire una marea di scartoffie, la metà delle quali inutili.
Io: ehi, tutto bene?
Pupp: si perché?
Io: stai sempre a lavorare, non ti si vede quasi mai e persino D è preoccupato per te.
Mollò la penna con cui stava scrivendo e lanciò un sospirone.
Io: ehi, cos'era quello?
Pupp: è successo un casino.
Io: ci sarò sempre per te, cosa succede?
Pupp: non posso dirtelo, ti preoccuperesti ed è innaturale una sorella minore che si preoccupa e sbriga le faccende per il fratello maggiore.
Andai vicino a lui, mi sedetti sulle sue gambe e gli presi il capo tra le mani.
Io: cosa succede Pupp?!
Pupp: Elena ci ha trovati.
Mi esplose il cuore in petto.
Io: cazzo.


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Saaaalve a tutti. Spero vi sia piaciuto il capitolo.
Sto scrivendo questo breve 'PS' per informarvi che domani partirò per una settimana al paesello (sperduto sulle montagne Abruzzesi) di mia madre e lì, come e logico che sia, prende Internet solo in determinate zone.
Quindi continuerò a scrivere e man mano deciderò se pubblicare tutto insieme al mio ritorno 'in patria', oppure farlo non appena trovata una tacca disponibile.
Con questo, vi auguro un buon ferragosto!
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